Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 27/9/2013, 15:51
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CITAZIONE (Ida59 @ 27/9/2013, 15:14) 
Spiragli di luce, di Alaide

Hehehe… per prima cosa ho controllato qual è la lettera in cui Severus, così preso dal desiderio di rispondere, anche se poi riesce a tornare un freddo ghiacciolo nelle parole (ma gli scappa quel “cara” che è tutto un programma!), si scorda di fare i suoi complessi calcoli sul tempo. Però davvero, ce lo vedo farli con la massima precisione: sì, è proprio da lui.

I calcoli per le lettere di Severus sono una specie di incubo :P Però sono decisamente necessari, per poter sottolineare certi minimi cambiamenti che non sarebbero possibili senza i complessi calcoli!

CITAZIONE
Posso dire che quella Francia “accettabile” mi verrebbe voglia di rompergliela sulla testa?

Assolutamente sì.

CITAZIONE
Sono molto importanti queste lettere, perché nella crescente preoccupazione di Severus per Judith mostrano i suoi progressi (aaarg! tremendamente lenti!!!). Non solo si preoccupa per Judith, come ha sempre fatto, del resto; ora riesce anche ad uscire dall’autoflagellazione e a concentrasi sulla bambina invece che su se stesso, ed a voler fare qualcosa di tangibile per lei per evitare che soffra ancora.
Povero Severus: lui capisce bene cosa sta passando Judith ma, soprattutto, il suo nuovo amichetto. Così sa anche suggerire trucchi che lui stesso ha usato, un tempo.

Ammetto che la scrittura delle lettere è il momento che amo maggiormente scrivere, forse perché mi permette di far emergere certi aspetti della storia che altrimenti rimarrebbero nascosti, oltre a essere uno degli snodi focali per far progredire (lentamente) Severus.

CITAZIONE
Judith è assolutamente meravigliosa, tenera,dolce e commuovente oltre ogni dire nei confronti di Severus. E’ così certa dell’amore di Severus per lei (e naturalmente non sbaglia!), che, in un certo senso, le parole malevole dei compagni (oh… quanto sanno essere crudeli i bambini,e quanto sono perfettamente consci di quello che fanno!) non riescono ad avere effetto su di lei.

Felice che Judith ti piaccia!
E concordo, i bambini sanno essere tremendamente crudeli.

CITAZIONE
Dopo lì’ultima lettera di Judith, quella che altera i conteggi di Severus, finalmente legge un suo desiderio… bello! Sì, ok, ovviamente subito seguito da uno pessimo, ma un passo alla volta, con sei anni di tempo…
Ooh, potesse finalmente crollare quel maledetto velo di false certezze che distorce la realtà ai suoi occhi!
Lo ammetto, nel brano finale appena prima della sua ultima risposta ho gongolato: non riesce più ad impedirsi del tutto di scacciare dalla propria mente il calore che la lettera di Judith emana, il tenero affetto della bambina che gli riscalda l’anima e il cuore. E come nuovo desiderio felice si ritrova a volerne rivedere il sorriso; e non solo non riesce più a reprimere questo desiderio, ma, soprattutto, non vuole più impedirsi di desiderarlo!
E conserva le lettere di Judith insieme alla foto di Lily…

Il velo di false certezze è regolamentato dalla volontà di Severus (so che detta così suona veramente male) e come noti tu non vuole più impedirsi di desiderare il sorriso di Judith. Quindi la prima volontà, quella di mantenere il velo di false certezze, sta scricchiolando.

CITAZIONE
Un cenno anche a Melusine che è sempre molto brava a comprendere ogni cosa, in questo caso l’orgoglio paterno che Severus stesso non è più capace di celare e che la bimba, sensibilissima, subito percepisce con chiarezza.
C’è un mio lungo sospiro nel finale della storia, perché Melusine, ovviamente, esprime a meraviglia i miei pensieri che ora sono qui a sperare che quell’attimo di calma, speranza e pace che le parole di Judith hanno regalato a Piton possa presto ritornare, anche se so che è purtroppo prigioniero di una crudelissima e sadicissima fanwriter…

Povera fanwriter (che sta ascoltando JDF al momento per trovare brani per l'Opera per Severus) :P
Grazie per la bellissima recensione, Ida!!! :wub:
 
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view post Posted on 27/9/2013, 15:57
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CITAZIONE (Alaide @ 27/9/2013, 16:51) 
Grazie per la bellissima recensione, Ida!!! :wub:

Prego! Finalmente sono tornata i possesso della mia vita dopo due mesi di lavoro da incubo, quindi ne approfitto!

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 19:10
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 27/9/2013, 08:05) 
Severus Piton, preside di Hogwarts di Ida

Ero in attesa di questo capitolo della storia, perchè Severus è Hogwarts.
Senza di lui il castello non è lo stesso luogo e, d'altra parte, anche Hogwarts è tutto per Severus: casa, affetti, interessi, vita vissuta e vita da vivere.
L'uno non esiste senza l'altro nel mio immaginario.
Il ritorno non sarebbe stato completo se Severus non si fosse seduto sulla poltrona di Albus. A pieno titolo e - stupefacente a dirsi - sorridente.
Ho amato molto la descrizione del contrasto tra la sua uscita di scena in un momento buio, lontano e doloroso ed il suo ritorno, sereno e in compagnnia di Elyn, tutto sotto gli occhi e il cuore di Minerva, eterna madre, collega, amica.
Un brano che prende il cuore, che fa riflettere sulla libertà di cui finalmente gode Severus e che significa serenità e speranza in lui che non ha mai sperato e mai è stato amato.
Infine un accenno al ritratto di Albus, per una volta quasi in imbarazzo, imbarazzo presto scacciato dalla cosapevolezza della felicità che legge negli occhi del suo ragazzo.
Un capitolo atteso e che ho apprezzato e amato fino all'ultima parola.
CITAZIONE
e il tuo futuro, finalmente, sarà felice, ragazzo mio, e pieno d’amore, proprio come anche tu, soprattutto tu, meriti!

Effettivamente, in tutte le storie post 7° anno che ho scritto, non mi è mai passato neppure per l’anticamera del cervello di non far tornare Severus a Hogwarts. Anche in “Occhi verdi”, nel finale che non ho scritto ma che è ben chiaro nella mia mente, Severus, ora che ha di nuovo trovato un motivo per vivere, torna a Hogwarts con Isabel, naturalmente! Anche se il bosco incantato di Mirce resterà sempre la loro seconda casa!
Tu, invece, hai scritto più di una storia in cui hai disegnato il suo futuro ben lontano da Hogwarts, addirittura agli antipodi, anche!
Sì, in questa storia Severus è libero, praticamente fin dall’inizio. E’ stata la sua “non morte” in sé a renderlo finalmente libero. E poi, ovvio, c’è stato l’aiuto di Elyn, con il suo sorriso di perdono…che ha fatto il resto del miracolo!
Hihihi… mi è piaciuto un mondo scrivere del ritratto di Albus. A dire il vero, questa storia doveva avere tutto un altro contenuto, ma non appena gli ho fatto mettere piedi in presidenza, ho compreso che avrei dovuto pagare un lungo scotto a Silente, che mai mi avrebbe permesso di ignorarlo!
Grazie per l’apprezzamento!


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 19:11
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 27/9/2013, 17:20) 

Tu, invece, hai scritto più di una storia in cui hai disegnato il suo futuro ben lontano da Hogwarts, addirittura agli antipodi, anche!

Hihihi… mi è piaciuto un mondo scrivere del ritratto di Albus. A dire il vero, questa storia doveva avere tutto un altro contenuto, ma non appena gli ho fatto mettere piedi in presidenza, ho compreso che avrei dovuto pagare un lungo scotto a Silente, che mai mi avrebbe permesso di ignorarlo!
Grazie per l’apprezzamento!

Chi ti dice che Severus resti agli antipodi??? Mai dire mai. :lol: :shifty:

E' vero non si può entrare in presidenza e non aver a che fare con Silente. Lui ti prende la mano e, a volte, vive di vita propria... è un impiccione, ma gli vogliamo bene.

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 19:11
 
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view post Posted on 28/9/2013, 17:32
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Continuo a sorridere con Ida :D :P

#26 – Libero

È stato bello in questa storia essere con Severus, è stato come compiere quei gesti e fare quei pensieri, essere in Severus e vivere quei momenti quasi di apprensione quando con lentezza quasi crudele si arrotolava la manica, e le riflessioni che sei riuscita a scaturire in lui passo dopo passo sono state meravigliose da leggere e vivere.
CITAZIONE
Ma ora tutto era cambiato.

È tutto cambiato veramente, Severus è finalmente libero, non è solamente l’essere liberi da una schiavitù dipinta sull’avambraccio, perché i ricordi di quel passato saranno sempre con lui, ma è molto di più, è essere finalmente liberi alla vita, alla felicità e all’amore, e quel finale in cui Elyn appare, dimostra proprio questo.
Severus è libero grazie a lei, al suo amore e al suo sorriso.

#27 – L’attesa

Posso dire che questo è uno dei miei capitoli preferiti (fino ad ora, ovvio)? Perché? Perché io AMO Minerva, è un personaggio che adoro tantissimo, e non posso far a meno di amare ogni sua apparizione, se poi è ben scritta… ;)
L’attesa è fatta di mille pensieri e molteplici riflessioni per Severus, che si lascia andare a ricordi del passato (bellissimi!) di quando la presenza costante e materna della strega lo teneva in piedi, si prendeva cura di lui come farebbe una madre col proprio figlio, e questo è un aspetto che non smetterò mai di adorare.
Per quanto avrei voluto che in lei ci fossero più dubbi su chi fosse in realtà Severus (intendo nel libro), posso in un certo senso capirla e la capiva anche lui, un uomo che non riesce a perdonare se stesso figuriamoci se riesce a perdonare gli altri per i loro giusti comportamenti nei suoi confronti.
Ci sono moltissime frasi belle in questo racconto/non racconto di ciò che era il loro rapporto, ma due su tutte le ho trovate semplicemente meravigliose, una profonda tenerezza e forza, da applausi.

CITAZIONE
Poi l’anziana maga lo attendeva al ritorno, fino a notte fonda, nascosta dietro le pesanti tende, una sola, tremula candela a rischiarare le tenebre dei suoi timori: come una madre, Minerva non riusciva a dormire finché non lo sapeva al sicuro.

Immaginarsi questa scena è qualcosa di emozionante e stupendo.

CITAZIONE
Poi se n’era andata via impettita, i lunghi capelli ingrigiti in gran parte sfuggiti alla severa crocchia che sempre li imprigionava: borbottava improperi e terribili invettive all’indirizzo di Albus che metteva in pericolo la vita del suo ragazzo.

Anche questa scena è da immaginarsi e da vivere e non sono riuscita a non sorridere figurandomi una Minerva che se ne andava via impettita :D
“Del suo ragazzo” è non sono da ingrassettare, ma da sottolineare e ingrandire, per quanti significati e per quanta forza nasconde.

Poi arriva, meravigliosa e dolce Minerva, a cui basta il suo nome sussurrato per entrargli nel cuore.
Stupenda!

#28 – La visita

CITAZIONE
No, non c’era più alcuna scintilla d’odio nello sguardo della maga: solo un enorme dispiacere per ciò che era stato, per tutta la sofferenza di Severus che non era mai riuscita a vedere nei suoi occhi per un intero, interminabile, tremendo anno.

Questa non è una semplice visita, ma è un ritrovarsi, è un capirsi e un conoscersi veramente, è sedersi davanti al camino e ascoltare la storia di due amici persi e poi ritrovati, di una madre e un figlio allontanati che poi hanno ritrovato la strada per riabbracciarsi.
Ed è bellissimo vedere quelle emozioni negli occhi di Minerva.
E negli occhi di Severus.

CITAZIONE
- Non ho avuto fiducia in te, Severus, eppure ti conoscevo bene, sapevo chi eri…

Ecco, è per questo che un po’ ce l’ho con Minerva :( ora, qui verrebbe fuori un lungo discorso che non c’entra nemmeno nulla con la storia, ma mi rammarica un po’ che lei lo abbia semplicemente liquidato non ponendosi delle domande e facendosi venire dei dubbi.
Lo so che non era facile, al suo posto non so cos’avrei fatto, e mi consolo col fatto che forse la Rowling non ci abbia raccontato proprio tutto sul rapporto che si era creato dopo l’assassinio di Albus, e magari quelle domande e quei dubbi c’erano davvero, ma lo sdegno di quell’azione le celava in uno sguardo d’odio e durezza.
E, ovviamente, mi consolo leggendo e scrivendo di questo :lol:

Quell’abbraccio finale è stato stupendo, è stato come sentire un nodo sciogliersi, bellissimo.
Il sorriso e l’amore di Elyn, l’abbraccio e l’affetto di Minerva, ora sì che può essere felice :) :wub:

#29 – Affetto

Vorrei dire tante cose su questa cosa, citare una marea di roba, e scrivere mille riflessioni che in un certo senso riprendono quello che dicevo pocanzi nella storia precedente, ma credo di non riuscire a scrivere nulla di abbastanza sensato come commento, o meglio, ripeto, vorrei scrivere tante cose, ma come prima non è il luogo adatto per discutere e non ne avrei nemmeno tanto tempo per farlo degnamente.
Ma torniamo alla storia, LA storia per eccellenza, quello che ogni amante di Severus e Minerva vorrebbe leggere, ed è stato bello leggerlo, talmente bello che mi mancano le parole, quindi mi fermo qui e aggiungo la #28 e #29 alla #27 nella lista delle mie preferite *-* e anzi, se posso, per me sono un'unica intensa e lunga storia, da vivere e rivivere, leggere e rileggere.
Posso solo dire che mi è piaciuto veramente tanto, si respira tutto l’affetto che lega quei due e che, per lungo tempo, è rimasto celato nei loro cuori, è stato tremare alle loro parole, è stato emozionarsi ai loro gesti e respirare i loro pensieri.
Very, very well! I’m so fascinated! :stupore:

#30 – L’offerta

CITAZIONE
- Non azzardarti a dire che non meriti l’Ordine di Merlino di Prima Classe! – lo interruppe Elyn, i chiari occhi nocciola che lampeggiavano.

Vai, Elyn, dagli di mattarello! :lol: smiles-45

CITAZIONE
- Sì, - rispose in un ardente sussurro colmo di voluttà, - sì, adorabile strega, perché non so negarti nulla…

Eeeeh, le donne e il loro innegabile fascino e potere :B): :shifty:
Miiii, è un offerta che non potrai rifiutare, Severus *da leggersi con inflessione sicula e con guance riempite di cotone. Grazie dell’attenzione.* :woot:

Severus e Hogwarts, Hogwarts e Severus, due inscindibili anelli di una catena, due costanti, due pilastri, due sogni e un’unica casa, dove vivere ed essere felici, dove amare, dove camminare respirando l’odore del passato che ti accompagna ma ti osserva dall’alto, silenzioso, mentre il presente ti prende per mano e ti porta verso un futuro d’amore e di sorrisi attraverso ogni corridoio.
E Severus non può non tornare ad Hogwarts, non è una semplice offerta di un’amica e di una madre, è molto di più, c’è una vita rinchiusa in quella richiesta, c’è una vita rinchiusa in quelle mura, una vita che non è più prigioniera e schiava, ma libera e sgombra di nubi e di ombre.
Perché ad Hogwarts lo aspetta il sole e non sarà solo Elyn a scaldarlo (in tutti i sensi! :lol:), non sarà solo il sorriso di un amore, ma vi troverà il sorriso di tanti affetti, il sorriso di un futuro in cui finalmente sarà felice (:sob: questa cosa mi commuove, so troppo felice :sob:).
Bello, sì sì, veramente bello!


Ci vediamo alle prossime puntate sempre su questa rete XD prima o poi riuscirò a vederle in diretta anziché in differita :lol: coi miei tempi probabilmente vedrò tutto in diretta via satellite l’ultima puntata :lol: uff -_- va beh, come si dice a Roma, se beccamo! XD
Devo pur sdrammatizzare, il pensiero del ritorno di Severus ad Hogwarts mi ha commosso, ecco.
Torno al mio capitolo :ph34r:


Edited by Ele Snapey - 1/7/2017, 23:46
 
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Riprendo il tentativo di mettermi in pari con le recensioni (sono in un ritardo pauroso su molti fronti), riprendendo dalle storie di Ida, dove sono più avanti.

L'attesa
L'inizio della storia contiene in sé, tra sguardi al passato recente (la trasformazione di Severus in un uomo "nuovo") e immersioni nel presente della nervosa attesa, presente che porta con sé il passato "remoto" (so che non è tanto remoto a livello temporale, ma non sapevo che altro termine usare), quel senso di attesa del titolo.
Quel senso d'attesa - con tutto ciò che comporta un'attesa del genere - che si riverbera nel sorriso di Severus, nel timore, nel piacere della visita di Minerva. Le parole di Elyn conducono con naturalezza - sempre fantastico l'uso delle parole - verso una nuova parte del racconto, verso nuovi pensieri di Severus che potrebbero, volendo, essere tradotti da soli in un Lied od un breve arioso, dove ogni parola si concatena perfettamente all'altra, facendo entrare in perfetto contatto il lettore con quei pensieri e quelle sensazioni. L'attesa monta e con essa i pensieri ed i ricordi.
E l'attesa monta anche nel lettore che attende l'ingresso in scena di Minerva e, alla fine, legge le ultime righe, che arrivano dopo un crescendo bellissimo.

La visita
Ho trovato interessante leggere questo brano che, come al solito, è scritto benissimo, con una sempre splendida scelta delle parole. Il modo in cui tratti gli sguardi, i movimenti, la costruzione del dialogo rende lo svilupparsi della visita di Minerva in maniera assolutamente naturale, quasi si fosse lì ad osservare la scena. Ammetto di non aver letto nel rapporto tra Severus e Minerva, così come è descritto nei libri, qualcosa che possa assomigliare al rapporto madre-figlio, quanto piuttosto un rapporto tra colleghi che giunge all'amicizia. Però, e come musicologa lo so perfettamente, trovo che il fascino della letteratura stia proprio nella possibilità di entrare in contatto con altre chiavi di lettura, perché è un modo di arricchirsi. Tutto questo per dire che ho apprezzato il brano nella sua interezza, che l'ho letto con assoluta attenzione ed interesse. Un ottimo duetto, con tempo d'attacco (il brano precedente), cantabile, tempo di mezzo, in attesa della cabaletta.

Affetto
L'inizio di questo brano potrebbe quasi fungere da nuovo cantabile (esistono duetti con doppio cantabile) perché ne ha più i toni, nella sua dimostrazione di affetto figliale-materno, anche se non riesce a venirmi in mente nessun duetto reale, anche perché nell'opera le madri sono quasi peggio dei padri (Lucrezia Borgia di Donizetti docet). D'altronde tutta la parte seguente si presta decisamente ad un ritmo adagio, con mezzevoci e legati. Veramente bello!
E poi la cabaletta, una cabaletta in tempo lento, come alcune di quelle stupende che solo Donizetti sa scrivere. Bellissime ed intense le parole che si scambiano Minerva e Severus, con una perfetta ritmica (ok, oggi sono decisamente molto musicale), che permette che ogni parola arrivi alla mente ed al cuore del lettore.

L’offerta
Mi è piaciuto tantissimo l'inizio che ti trasporta direttamente all'interno della storia, con il dialogo serrato tra Severus ed Elyn, il sorriso della donna ed il bacio. Tutto giostrato in maniera sapiente, nel trasecolare da un momento all'altro. L'arrivo all'accettazione di tornare ad Hogwarts, porta ai pensieri che concludono il brano e che si susseguono in maniera perfettamente credibile e realistica, finale di brano dove ho apprezzato la scelta di ogni singola parola, che porta da un pensiero all'altro, da un'immagine all'altra fino al Ti amo che conclude il capitolo.
 
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view post Posted on 28/9/2013, 19:50
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Waaaaao! Che scorpacciata di commenti tutti per me questa sera!

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 19:12
 
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kijoka
view post Posted on 28/9/2013, 21:46




nr.37

Autore/data: Kijoka – 23 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: HP5
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: Un momento solitario per riflettere.
Parole/pagine: 1.373/3.
Note: In questa storia ho dato una mia personalissima versione di fatti e/o personaggi che non vuole essere verità assoluta, ma solo un'opinione.


L'unico

Scese gli scalini di Grimmauld Place quasi di corsa, il mantello si gonfiava dietro ai passi veloci, la respirazione accelerata e il petto in tumulto.
Si fermò solo per un istante, guardandosi alle spalle, come se si sentisse seguito, poi attraversò la piazza e scomparve all'altro lato.
Ritrovò la sua forma corporea al limitare più estremo della Foresta Proibita, là dove gli alberi secolari formavano una radura, piccola e splendida.
Il verde del prato sembrava brillare alla luce dei pochi raggi radenti del sole pomeridiano che giungevano fino a terra. Le alte fronde si agitavano mollemente alla debole brezza. Gli alberi antichi svettavano verso l'alto quasi a fare una gara a chi prima toccava la volta celeste.
Il silenzio era interrotto solo dai rumori naturali e dai richiami degli abitanti della foresta, antichi quanto il mondo.
Severus si fermò pochi momenti a naso all'insù, ammirando lo sprazzo d'azzurro che si faceva largo in mezzo al verde.
Sapeva che sarebbe stato difficile avvertire Potter la decisione di Silente di fargli studiare Occlumanzia con il suo aiuto, l'aiuto dell'insegnante che odiava più di ogni altro.
Non era nemmeno sicuro che fosse stata un'idea brillante, ma con Silente, ultimamente, non si poteva discutere.
Certo comunicare il tutto sotto l'esame critico di Black era stato ancor più difficoltoso!
Sapeva che si sarebbero aggrediti e non aveva visto l'ora di andarsene.
Ora doveva tornare ad Hogwarts a parlare con Silente e poi di nuovo al raduno notturno dei Mangiamorte.
Come spesso accadeva aveva poco tempo, ma aveva bisogno di far sbollire la rabbia o non sarebbe stato abbastanza lucido per fronteggiare sia un impegno che l'altro.
Odiava perdere il controllo e Black riusciva sempre a portarlo al limite, anche quando riprometteva a se stesso di non farlo.
Non sopportava di averci a che fare. Purtroppo non c'era soluzione a quel problema.
Prese a camminare furiosamente su e giù, mentre lasciava libero sfogo ai pensieri e ai sentimenti estremi che gli causavano.
Non si rende conto!
Non ha mai dovuto confrontarsi con le vere prove della vita e quando lo ha fatto non ha saputo tenere testa al Caso, si è fatto irretire da esso, nel modo peggiore.
Di carattere capriccioso e volubile, fedele solo a se stesso, non riesce a comprendere le difficoltà che si trincerano dietro alla sua falsa sicurezza.
Non è capace di combattere per un credo, un'idea.
Quando è successo l'irreparabile, non ha saputo farsi ascoltare, non si è battuto, non ha compreso come fare a svelare la verità e così l'hanno rinchiuso!
Non so come abbia fatto a restare vivo, senza impazzire, per tutti quegli anni... non lo avrei ritenuto possibile, non per uno come lui!
Eppure è in grado di portarmi ad una tale tensione che quasi perdo il controllo, ogni volta! Poche parole, qualche frase piena di sottintesi e io predo fuoco!

Si fermò per un momento, prendendo un profondo respiro e passandosi la mano tra i capelli.
Il viso era teso e la mascella serrata, dove solo un muscolo guizzava senza controllo.
Riprese a camminare.
Perché non riesci a lasciarmi in pace?
No, non posso dimenticare, non capisci? Come non lo fai tu, non lo farò mai nemmeno io!
Tu eri amico di Potter, tu lo spronavi a divertirsi con me, tu mi hai detto di andare nella Stamberga e mi hai spiegato come arrivarci, tu volevi vedermi morto!
Come potrei mai dimenticare tutto questo?

Gli occhi neri dardeggiavano tutto intorno, pieni di astio e ira.
Neanche camminare lo calmava.
I lineamenti aguzzi erano colmi di risentimento.
Sei il mio naturale nemico, colui che non ha mai dovuto combattere per avere ciò che voleva e nonostante questo ha sempre fatto ogni sforzo per rendermi la vita difficile, solo perché, ai tuoi occhi, ero strano e solo!
Tu hai fatto l'errore fatale!
Se non sono mai riuscito a perdonare me stesso perché dovrei trovare della pietà per te, Black?
Non capirò mai come hai fatto a fidarti tanto di un debole, se non per tua stessa sottovalutata debolezza!
Il Signore Oscuro fagocita i deboli, costruisce il suo regno su di loro, li rende suoi schiavi e poi impera su di essi e sul mondo!
Come hai potuto non vedere cosa Minus avrebbe provocato?
Hai concesso estrema fiducia ad una persona che vi seguiva come un essere senza cervello, ammirandovi e facendovi diventare i suoi idoli. Avete perso di vista la realtà rincorrendo quel sogno di onnipotenza?

Il tempo scorreva, ma nel cuore di Severus la rabbia montava sempre più.
Avresti dovuto capire!
Avresti dovuto renderti conto della volubilità di Minus!
Solo in quel modo Silente avrebbe salvato Lily, e la sua famiglia, dalla morte!
No, Sirius Black era troppo sicuro di sé per mettere in dubbio la sua capacità di giudizio!
Era chiaro che gli anelli deboli della catena sarebbero stati lui e Minus, eppure ad essi è stata affidata la vita dei Potter!
Tra i due solo Black avrebbe potuto avere tanto fegato ed incoscienza da lasciarsi uccidere per non rivelare il segreto...
Eppure neanche questo è stato capace di fare: morire!
Io sarei morto per lei! Per proteggerla, per impedire che le facesse del male!
Perfino Potter, il borioso e arrogante James Potter, è morto per salvare la sua famiglia!
Io avrei fatto la stessa cosa, perché Lily era la mia famiglia, ma Silente non ha voluto che qualcuno così vicino al Signore Oscuro potesse essere la persona giusta!

La brezza rinforzava e il sole calava piano.
Piton si fermò, il viso piegato, il corpo rigido, le braccia tese lungo i fianchi e i pugni chiusi con violenza.
Non possiamo fidarci di tutti, in tempi pericolosi ed estremi. Com'erano quelli... e come sono questi!
Black ha sbagliato e, per quell'errore, vite umane sono andate perse.
So di cosa parlo, so cosa intendo!
Io e solo io so davvero cosa significhi...
Devo insegnare al ragazzo a non commettere errori perché uno solo basta e il Signore Oscuro ha la meglio su di te, togliendoti la vita!

Rabbrividì, anche se i raggi del sole danzavano ancora con il lungo mantello nero che fluttuava appena alle sue spalle.
Gli occhi erano chiusi e le labbra sottili tremavano appena.
Io renderò forte Potter.
Lo sto già facendo, da anni!
Le angherie cui lo sottopongo gli danno modo di discernere tra bene e male, facendo nascere in lui il desiderio di combattere il male!
Sono stato un debole, ho intrapreso strade disumane per questo.
Ora è mio compito rendere indipendente e far crescere Potter.
Riuscirò a capire come lavorare con lui o il risentimento che provo per suo padre prenderà il sopravvento?
In ogni caso io, e solo io, sono in grado di farlo.
Nessuno meglio di me sa cosa significhi cadere e rialzarsi, lottare per non soccombere, tenere testa all'incarnazione del Male e non morire!
Chi altri può dire di farlo, ogni giorno?
Io sono sempre stato prigioniero nella mia vita, ora ciò che faccio lo faccio per me stesso, per sentirmi libero.
Solo io so fare ciò che faccio: nessun altro saprebbe farlo!
Sirius Black men che meno!
A quest'ora, fosse al mio posto, sarebbe già morto!
Eppure ha il coraggio di insultarmi e darmi consigli su come trattare il suo figlioccio, su come e a chi dare la mia lealtà!

Il viso si rialzò, il corpo si erse in tutta la sua statura.
Gli occhi neri presero a brillare di una nuova luce.
La rabbia fu spazzata via in un solo attimo.
L'orgoglio di essere Severus Piton fece nascere un nuovo Severus Piton.
Io solo so cosa sto facendo.
Silente si fida di me, completamente, tanto da affidarmi il compito di innalzare la competenza del ragazzo, proteggendolo e guidandolo verso una più completa conoscenza dei mezzi a nostra disposizione.
Tutto questo mentre Black è tenuto relegato nella casa di sua madre, per proteggere la sua vita!
Nessuno sa proteggere i segreti come me.
Nessuno è in grado di schermare la mente come io so.
Nessuno sa guardare negli occhi il Male e, mentre lui fruga nella tua mente per carpirti la verità, mentirgli.
Io sono l'unico.
Nessuno si è mai fidato di me e Silente lo fa così profondamente...

E un nuovo, smagliante sorriso comparve sulla bocca del mago che nessuno amava.

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 19:12
 
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kijoka
view post Posted on 28/9/2013, 22:02




nr.38
Autore/data: Kijoka – 28 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton - personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Il dolore di un ricordo diventa splendida realtà.
Parole/pagine: 1.121/2.


Il solo


…Silente scagliato in aria: per un istante parve restare sospeso sotto il teschio lucente, e poi cadde lentamente all’indietro, oltre le merlature, come un’enorme bambola di pezza e scomparve.

Come hai potuto? Sapendo cosa significasse, sapendo cosa perdevi, sapendo cosa avresti provato, come hai potuto ucciderlo?
Era la promessa. Avevo preso un impegno, gli avevo dato la certezza che tutto sarebbe finito come lui desiderava. Non ho fatto altro che accontentarlo, come sempre…
No! Tu l’hai fatto perché altrimenti saresti morto al suo posto. Il Voto Infrangibile ti legava e tu non hai fatto altro che seguire il tuo istinto di sopravvivenza!
Non è vero, sarei morto per lui! Era il solo amico che la vita mi aveva regalato. Era la sola persona che credeva in me, la sola creatura al mondo che mi volesse bene, il solo padre che ho mai davvero conosciuto! Come poteva importarmi di me stesso quando uccidendolo avrei perso tutto questo? Non è forse come morire? Tanto valeva farlo!
E che ne sai che la tua mente diabolica non ti abbia indicato le mille e una scusa proprio per aiutarti a farlo, per evitare davvero di morire?
Non lo so. Me lo dice il mio cuore. Lo sento nel profondo che ciò che ho fatto è stato solo per aiutarlo, per assecondarlo, ancora una volta.
Albus me lo aveva detto:
- Tu solo sai se evitare a un vecchio sofferenza e umiliazione sarà un danno per la tua anima.
Era vero, io solo potevo saperlo.
Nonostante tutto per lui l’avrei comunque fatto, solo per lui, solo perché me lo aveva chiesto. Eppure doveva sapere quanto fosse importante per me, quanto la sua assenza avrebbe pesato sulla mia vita e, sopra ogni cosa, come non fossi pronto a vederlo partire per sempre...
Ho rischiato allora, come Albus mi aveva chiesto, per far si che Draco si salvasse da una fine che sarebbe stata senza dubbio atroce e non ho permesso che rischiasse la sua di anima: ho messo in pericolo la mia.
Il ragazzo non poteva farcela a portare a termine un compito così gravoso. Solo perché non è di quella pasta, nonostante tutto, e ne sono incredibilmente felice!
Draco è diverso da me: non sbaglierà più.

La mia ragione e il mio cuore si combattono dentro di me ogni volta che il sonno mi rapisce.
Si contendono la mia anima immortale che non alberga più nel mio corpo, o almeno non più come quando ero un bimbo innocente.
L’ho insudiciata, derisa, abbandonata, lacerata e infine dimenticata tra le pieghe dell’essere spregevole che sono diventato.
Il solo che mi dava conforto e sembrava comprendermi ora giace in una tomba bianca, vicino a quel luogo che continuo a ritenere casa.
E io sono qui, vivo.
Apro gli occhi.
La stanza è inondata dalla limpida luce solare, le tende si muovono appena e la lieve brezza profumata mi accarezza la pelle.
Sono solo.
E' una sensazione magnifica sapere di riuscire a svegliarsi quando si vuole farlo, senza essere trascinati nel gorgo buio dell'incoscienza.
Mi sembra di essere tornato parzialmente padrone di me stesso.
E' ancora molto strano credere di non essere morto, anche se ne ero così sicuro!
Eppure, tra tutti i sentimenti che mi si agitano dentro, non posso negare di rintracciare anche una piccola parte di conforto che questo non sia accaduto.
La stanza è grande e silenziosa.
Apprezzo la quiete che mi offre questo posto, ma è strano: lei non è qui.
Dentro di me sento una strana sensazione, conosciuta: mi manca.
Ero così abituato ad aprire gli occhi e a trovarla accanto a me che, ora, non averla qui mi fa sembrare la stanza completamente vuota.
Sorrido piano.
Certo che comprendere me stesso resta la cosa più difficile che io possa aver mai fatto nella mia vita!
Richiudo gli occhi e, come per magia, ricado in un ovattato mondo parallelo.
Mura merlate, notte fonda, una veste che scende fluttuando nel vuoto.
Silente muore, di nuovo.
Nei miei incubi ricorrenti mi precipito al parapetto e, con la magia più straordinaria che conosco, aiuto il corpo del mio solo amico, di colui che mi ha fatto da padre, ad adagiarsi dolcemente sul prato sottostante la torre.
Nella realtà non è successo e, come nell’incubo mi lascio andare al dolore che provo, nella realtà ho dovuto mascherare tutte le mie vere emozioni per molto tempo.
Il corpo di Silente ha continuato, e continuerà, a cadere da quella torre, ogni notte, per mano mia.
In modi diversi, sempre terribili.
Una notte è un attimo che si ripete, innumerevoli volte.
Un’altra è tutto rallentato, come sia fatto per permettermi di guardare l'uomo, cui sono legato in modo indissolubile, morire al rallentatore, fermando ogni espressione del suo volto in ogni secondo, mentre precipita verso il basso.
Ora la mente mi presenta, più e più volte, solo la mia stessa voce che pronuncia l’Avada.
E Silente muore, in ogni istante, attimo dopo attimo.
La colpa mi sta logorando, il dolore è così forte che sento un macigno sul petto e l’ossigeno lascia i miei polmoni senza farvi ritorno.
La ferita al collo è un cappio che mi stringe e mi soffoca.
Annaspo per ritrovare l'aria, senza riuscirci.
Sto urlando, ma la voce non esce dalla mia gola e la bocca resta spalancata nel nulla.
Notte, la radura, e io in ginocchio, che lascio sfogo al dolore della perdita del solo che poteva aiutarmi a vivere. Il solo che ha creduto in me e ha fatto crescere la mia autostima fino a permettermi di aiutarlo nell'immane compito di combattere il Male.
Le lacrime, trattenute da troppo tempo, sgorgano copiose dai miei occhi chiusi.
Il silenzio non è disturbato da nulla: il mio dolore senza voce non fa rumore.
Un tocco.
Una mano, fresca e delicata, mi accarezza il volto. Sta asciugando le mie lacrime?
D'improvviso apro gli occhi, spazzando via l'immagine sconvolgente del mio solo amico che muore.
Davanti a me, soffuso ed immerso nella chiara luce argentea della Luna piena, il viso della donna che mi tiene in vita.
Sorride.
Un'espressione angelica che spazza via in un momento le terribili immagini che affollavano la mia mente fino a poco prima.
Una pace crescente riempie il mio cuore.
La voce bassa è così impalpabile che sembra quasi non spezzare il silenzio che ci avvolge:
- Riposa. Qui è tutto tranquillo: niente ti minaccia. Io veglio su di te...
Come può donarmi pace un volto, un gesto, una voce?
Come posso sentirmi al sicuro, protetto solo da un sorriso?
Le palpebre calano lentamente, mentre mi sento cullato da un sentimento che non è mio.
La mente vaga in un prato infinito pieno di fiori multicolori che si muovono lentamente alla carezza di un vento profumato...

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 19:13
 
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Continuo con le storie di Ida, che poi spero di riuscire a seguire in presa diretta.

Dimissioni
Mi è piaciuto l'inizio del capitolo, fisso sui pensieri di Ippocrate, che potrebbe trasformarsi in un'aria di gelosia (di tipo barocco o qualcosa come "Sento avvampar nell'anima furente gelosia" dal Simon Boccanegra), per poi immergere il lettore nel sorriso felice di Severus e nel sorriso radioso di Elyn e le sue parole che parlano di vacanze.
Poi la seconda parte, che immerge nelle riflessioni di Severus, al passato che si cela dietro l'angolo, la consapevolezza della lunga lotta che lo attende e della presenza di Elyn al suo fianco in un trasecolare dall'osservazione dei vestiti ai pensieri, all'osservare il proprio riflesso, il tutto con assoluta naturalezza. Ho apprezzato il continuo passare da un pensiero/ricordo all'altro, da Hogwarts con tutto ciò che questo comporta, a Spinner's End. Fantastico poi il modo in cui Elyn torna prepotente nei pensieri di Severus ed ecco il cambiamento, nuovi pensieri ed il sorriso. Veramente un bellissimo capitolo!

La casa sulla scogliera
Un inizio tranquillo, lento, un adagio gentile, potrebbe accompagnare l'incipit del brano, che conduce alla seconda parte del pezzo.
La scena sulla spiaggia, a cui ho immaginato come accompagnamento La Mer di Debussy, con il continuo passare dalla descrizione del paesaggio ai pensieri di Severus, con l'ingresso del tema della luce, contrapposta all'oscurità del passato, in un susseguirsi di immagini e sensazioni che arrivano direttamente al lettore.

Notte d’amore
La luna apre al scena con la sua luce argentea, la luce perfetta per il momento descritto (d'altronde - lo so sono deformata professionalmente :P - la luna illumina alcune pagine operistiche decisamente sensuali). Ho apprezzato il modo con cui "scorre" il brano, dove introspezione e momento presente si intersecano fra loro, illuminati, sempre, dalla luce della luna il cui - e qui cito Trovatore - viso argenteo splendeva lieto. Complimenti!

Risveglio
Ho sinceramente apprezzato l’incipit del brano, con il risveglio, con la consapevolezza della nuova realtà in cui si trova a vivere Severus. Il ripetere di non era un sogno dà una sua musicalità (non poteva non arrivare la musica da qualche parte) al brano, quel non era un sogno che rende tangibile la realtà a Severus, come al lettore. E quando si giunge alla ripetizione della parola Felice, non può che venire in mente – o sarebbe meglio dire, alla mia mente contorta – una melodia che esprima tale felicità od una cabaletta (magari riesco anche a trovarne una da proporre in altra sede).


Tra passato e futuro
L'incipit fa respirare la pace di cui si parla nel primo paragrafo del brano. Poi, man mano che si avanza nella lettura, il titolo inizia ad "invadere" il racconto. Il presente sembra essere affievolirsi per far spazio al futuro ed al passato, accomunato, da un certo punto di vista, da Hogwarts, suo prossimo futuro, ma anche suo passato. Bello il modo in cui usi il vento e del sole per accompagnare i pensieri di Severus, nel confronto tra passato e presente, presente che prelude al futuro, fino alla vittoria di quest'ultimo. Veramente un bel pezzo di prosa, dove si sente decisamente l'influsso di quello splendido romanzo che è Il piacere.

Conoscersi
Questo capitolo porta con sé quella quotidianità che fa parte del rapporto amoroso, con la reciproca scoperta dell'alto e di sé. Quel conoscersi senza il quale non può esserci un rapporto duraturo e realmente profondo. E così anche il lettore conosce meglio Elyn, ne tocca con mano la personalità che già aveva imparato a conoscere indirettamente, tramite le sue parole e le sue azioni. Un capitolo prezioso, colmo di un'atmosfera soffusa in cui i pensieri si susseguono in maniera perfettamente realistica. Bellissimo!

Ritorno a Hogwarts
Ammetto che questo momento della storia lo aspettava da tempo. E l'ho trovato splendido, adattissimo per un Lied (potrei anche trovarne uno da proporre nell'apposita sede). Ogni singola parola, ricercata con cura, eppure assolutamente naturale, trasporta il lettore nei pensieri di Severus, permette di passare dall'uno all'altro, di renderli vivi alla propria attenzione. Tutto ciò che Hogwarts è stato per Severus emerge ad ogni frase, in quel susseguirsi di pensieri che riesci sempre a rendere in maniera assolutamente realistica.
Poi l'intervento di Elyn, giostrato perfettamente, che coglie quasi il lettore quasi di sorpresa, troppo immerso nei pensieri di Severus per poter pensare alla presenza della donna, per quanto si sappia perfettamente che lei è lì a pochi passi dall'uomo. Bellissimi i pensieri di Elyn ed la parte finale del brano in cui emerge il sorriso di Elyn, le parole di Severus ed il presente e, con esso, il futuro.

Severus Piton, preside di Hogwarts
Sarò ripetitiva, ma gli incipit dei tuoi capitoli mi piacciono sempre molto, perché immergono immediatamente nell'atmosfera del brano, così come ho apprezzato la parentesi sul rapporto tra Elyn e Minerva.
Ho apprezzato decisamente come, nella seconda parte del brano, si veda buona parte della scena dal punto di vista del ritratto di Silente che scruta ed osserva Severus come a voler capire cosa sia cambiato nell'uomo. Mi è piaciuto decisamente seguire le parole che escono dalle labbra del ritratto di Albus e seguire i suoi pensieri. Un momento veramente bellissimo e prezioso!
 
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Waaao! Ancora piogga di commenti per me anche oggi!

Rispondo agli ultimi due, come ho fatto con Chiara, dato che ho ancora ben in mente le due storie. Per tutti gli altri rinvio alle risposte cumulative che farò per ogni singola storia a tutti i commenti ricevuti.

CITAZIONE (Alaide @ 29/9/2013, 16:30) 
Ritorno a Hogwarts
Ammetto che questo momento della storia lo aspettava da tempo. E l'ho trovato splendido, adattissimo per un Lied (potrei anche trovarne uno da proporre nell'apposita sede). Ogni singola parola, ricercata con cura, eppure assolutamente naturale, trasporta il lettore nei pensieri di Severus, permette di passare dall'uno all'altro, di renderli vivi alla propria attenzione. Tutto ciò che Hogwarts è stato per Severus emerge ad ogni frase, in quel susseguirsi di pensieri che riesci sempre a rendere in maniera assolutamente realistica.
Poi l'intervento di Elyn, giostrato perfettamente, che coglie quasi il lettore quasi di sorpresa, troppo immerso nei pensieri di Severus per poter pensare alla presenza della donna, per quanto si sappia perfettamente che lei è lì a pochi passi dall'uomo. Bellissimi i pensieri di Elyn ed la parte finale del brano in cui emerge il sorriso di Elyn, le parole di Severus ed il presente e, con esso, il futuro.

Bene, felice di averti accontenta con il ritorno a Hogwarts dopo essere riuscita a fartelo aspettare come si conviene onde poterlo pregustare nell’attesa e poi gustare all’arrivo! (aspetto il Lied adatto a questo momento, bello e difficile per Severus).
Sono sempre molto contenta quando un lettore apprezza le parole che ho usato accorgendosi della “fatica” fatta per trovare quelle più adatte al contesto. E vado in solluchero quando mi sento dire che la faticosa ricerca ha dato poi un risultato che alla lettura appare “naturale”: grazie, è un bel premio alla mia fatica! Così come mi fa felicissima sapere che sono riuscita a portarti dentro i pensieri di Severus e che li hai trovati resi in modo realistico.
Mi piace molto che l’intervento di Elyn sia arrivato quasi con sorpresa: io ero stata onesta e avevo detto che era lì con lui; l’averla, quindi, quasi dimenticata, significa che è stata buona l’immedesimazione nei pensieri di Severus.


CITAZIONE (Alaide @ 29/9/2013, 16:30) 
Severus Piton, preside di Hogwarts
Sarò ripetitiva, ma gli incipit dei tuoi capitoli mi piacciono sempre molto, perché immergono immediatamente nell'atmosfera del brano, così come ho apprezzato la parentesi sul rapporto tra Elyn e Minerva.
Ho apprezzato decisamente come, nella seconda parte del brano, si veda buona parte della scena dal punto di vista del ritratto di Silente che scruta ed osserva Severus come a voler capire cosa sia cambiato nell'uomo. Mi è piaciuto decisamente seguire le parole che escono dalle labbra del ritratto di Albus e seguire i suoi pensieri. Un momento veramente bellissimo e prezioso!

L’inizio di una storia è molto importante: è il momento in cui con poche righe puoi conquistare, oppure perdere, un lettore. Ed i lettori aveva già atteso abbastanza il ritorno di Severus al castello, quindi occorreva un’entrata in un certo qual modo ad effetto.
Riguardo ad Elyn e Minerva, le due presenze femminili accanto a Severus, ci tenevo che il lettore sapesse che si stimano a vicenda e sono interessate a conoscersi l’un l’altra.
La seconda parte della storia, a dire il vero, era stata prevista in modo del tutto diversa: avrebbe dovuto essere un momento intimo e introspettivo di Severus, ma non c’è stato verso di zittire il ritratto di Silente e quindi…


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 19:13
 
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L'unico di Monica

Come in tutti i tuoi scritti, sai comunicare al lettore lo stato d’animo e le emozioni senza mai fallire.
Anche le cose, la natura, gli abiti( quel mantello che si gonfia alle spalle… mette i brividi), tutto il mondo intorno a Severus sono in sintonia con il momento topico e compagni nella solitudine dei suoi pensieri, ma anche della rabbia che lo scuote. Non è frequente che Severus si lasci andare
Motivate e condivisibili le riflessioni su Black, è come se nei tuoi brani rispondessi alle mie riflessioni, o meglio più in generale alle riflessioni del lettore. Tutto si fa più chiaro, tutto assume contorni tragicamente realistici.
La chiusura è un inno a Severus che è sempre consapevole e presente a se stesso: unico, inarrivabile, figura drammaticamente potente.
CITAZIONE
Nessuno si è mai fidato di me e Silente lo fa così profondamente...
E un nuovo, smagliante sorriso comparve sulla bocca del mago che nessuno amava.

Bellissimo capitolo che fa anche riflettere sulle colpe e le responsabilità di Black, finalmente qualcuno gliele canta e quella sei tu, Monica!

Il solo di Monica
Drammatica e spiazzante l’apertura di questo capitolo, immagini che si sovrappongono per condurre il lettore nei pensieri di Severus, dove ragione e sentimento combattono ad armi pari.
Un dialogo senza vinti né vincitori dove ho trovato soltanto solitudine e perdita incolmabile.
E’ un sogno? Oppure un ricordo?
Sia l’uno che l’altro realizzano e raccontano la storia di un’anima lacerata, strappata, ferita che improvvisamente si sveglia nella meraviglia di una stanza assolata e pacifica.
Il contrasto proietta le sensazioni del lettore accanto a Severus nel buio tragico della prima parte, poi nella luce in cui la presenza rassicurante e dolce suggerisce a Severus una serenità mai provata.
Un applauso per l’ultima frase che lascia un dolce sapore tra le labbra di chi legge.
CITAZIONE
Le palpebre calano lentamente, mentre mi sento cullato da un sentimento che non è mio.
La mente vaga in un prato infinito pieno di fiori multicolori che si muovono lentamente alla carezza di un vento profumato...
 
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È un momento in cui ho tempo per tentare di mettermi in pari con i commenti. Dopo aver recuperato sulle storie di Ida, passo a recensire alcuni sorrisi di Kijoka.

Sereno tramonto
L’immagine iniziale è decisamente molto bella con l’acqua chiara, che diventa gradualmente rossa. E bello è, come nelle altre storie, il modo in cui i pensieri scorrono in una perfetta prima persona, il modo in cui tutto si concatena, come dal gesto iniziale si passi ai pensieri, all’angoscia, all’aggrapparsi con la mente al presente, al momento (bella l’immagine di voler fermare l’attimo), alla riflessione sul tempo che scorre inesorabile (bellissime le parole usate per descrivere il tramonto e la fine della giornata), la riflessione sulla vita crudele e dolcissima e la speranza verso il futuro.
Poi si apre la seconda parte del racconto – la seconda scena, se questa fosse una pièce teatrale – con l’aprirsi della porta. Ho apprezzato il modo in cui arriva il sorriso luminoso, in maniera assolutamente naturale, sul filo delle riflessioni, che continuano, sempre in quella maniera assolutamente naturale, fino alla promessa che Severus non può sentire, ma che arriva, insieme a tutto quello che si è letto dalla prima riga della storia, dritta alla mente del lettore, così come arriva alla mente del lettore tutta la parte finale, fino all’ultima parola.

Sogni?
Tutto il racconto sembra uscire dalle immagini di una serie di quadri dove le immagini si perdono l’una nell’altra, in un (non) luogo indefinito, che assume connotati chiari solo all’ultimo dipinto. Ho apprezzato il continuo trasecolare da un’immagine (sogni? Come chiede il titolo) all’altra, da una sensazione all’altra, fino allo spegnersi dei pensieri che si spengono in maniera diversa ogni volta, in un avvicinarsi ed allontanarsi dall’incoscienza e dalla vicinanza al momento ultimo. Al ritorno della coscienza, al ritorno alla vita che ritorna, come pensa Severus, ad avere un senso.
Intensissima la parte finale, con le domande che percorrono la mente di Severus, con la consapevolezza della realtà. Bellissimo!

Il gufo
Bellissimo l'incipit concentrato sul gufo e sul suo sguardo e subito dopo i sentimenti del piccolo Severus, il timore, il gioco di sguardi. Bellissimo il modo con cui si arriva alla ricezione della lettera, quell'allungare la mano tremante, l'insicurezza ed infine la consapevolezza, il tutto narrato con una perfetta partecipazione ai sentimenti che un ragazzino può avere in un momento del genere.
L'immersione nei pensieri successivi, nelle domande, nella bellezza del momento, nei sogni che la lettera porta con sé giungono rapidamente alla mente del lettore, fino all'ultima meravigliosa frase.

Le favole dei grandi
Dei tuoi racconti ciò che mi colpisce sempre è il modo con il quale, tramite poche pennellate, riesci ad immergere il lettore nell'atmosfera, nell'ambiente, nelle sensazioni che sono centro del brano. Ho trovato veramente favoloso il modo in cui sei riuscita a rendere l'affiorare dei ricordi, che sono precisi ed indefiniti allo stesso tempo, modificati dal ricordo stesso e da come lo si percepisce. Ed è in questa sensazione che il lettore si sente immerso, mentre segue i pensieri di Severus, espressi con realistica poesia.

Attesa
Trovo, ogni volta che cambi punto di vista e, di conseguenza, io narrante, veramente eccezionale il modo con cui adatti la tua prosa alla personalità di chi parla. In questo caso sembra proprio di essere nei pensieri di Harry, con le sue riflessioni, perfettamente adatte al personaggio, con le sue domande, con i suoi ricordi, con il vagare dei pensieri, un vagare perfettamente realistico. Ma soprattutto ciò che colpisce è il profondo grado di introspezione che fa emergere pensieri e riflessioni vere - per quanto appartenenti ad un personggio di fantasia - che si toccano con mano, riflessioni che avrei voluto leggere, seppur nella diversità della situazione (quindi mancanti di, anche nei libri. E quando i pensieri di Harry si volgono alla situazione futura, il lettore non può che sentire arrivarargli direttamente i suoi dubbi, il suo timore, la sua volontà di confrontarsi con Severus. Complimenti!
 
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view post Posted on 30/9/2013, 12:42
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A quanto pare è momento di pioggia di commenti un po' per tutti.
Mi aggiungo anche io con quelli sulle utlime due storie di Monica.


L’unico, di Kijoka

Sì, concordo, dopo lo scontro con Sirius, Severus ha davvero bisogno di uno sfogo. Del resto, con le tremende pressioni cui è sottoposto, ha davvero bisogno di qualche momento di sfogo per non scoppiare, proprio lui che odia perdere il controllo. (Sempre lo stesso muscoletto indisciplinato, eh?)
CITAZIONE
No, Sirius Black era troppo sicuro di sé per mettere in dubbio la sua capacità di giudizio!

Questo mi ricorda ciò che Severus urla a Harry alla fine del 3° libro quando sono nella Stamberga, però riferito a James. E non sono proprio sicura che vada bene perché mi pare in contrapposizione con il reale pensiero di Severus, forse, espresso nei libri. O, forse, va bene perché nel frattempo ha scoperto che il traditore era Minus… insomma, non saprei e forse la frase un po’ mi disturba.
Bella la spiegazione sul motivo per cui tratta male Harry… e lo scopo finale che vuole raggiungere!
Bel finale davvero, in crescendo, con quel sorriso orgoglioso che nasce dalla consapevolezza che questo Severus ha progressivamente imparato ad acquisire sul proprio valore!

Però, ecco, in un momento così, per sfogare la rabbia e ritrovare la lucidità, io avrei visto bene qualche gesto magari un po’ violento e sicuramente incontrollato da parte di Severus, incantesimi lanciati in aria o contro gli alberi, volontari o meno che fossero, o per lo meno un po’ di scintille che sprizzano dalla bacchetta (se non ricordo male gli accade alla fine del 3° libro quando è nella Stamberga).
Quelli che tu esprimi, invece, sono pensieri che già hanno una grande lucidità in sé e non riesco proprio a vederlo come lo sfogo che lui stesso dice di aver bisogno. Anche se tu sei stata davvero brava a portarlo a far confluire la sua rabbia in quello sprazzo di orgoglio. Sì, direi che il “tuo” Severus è un uomo di base molto più controllato, e quindi forzatamente freddo, del mio!



Il solo, di Kijoka

Per prima cosa, complimenti per la scelta di questo titolo subito dopo l’altro. Due unicità del tutto diverse!
Bello, però, ora lui sta meglio e riesce anche ad apprezzare la possibilità di svegliarsi e mantenere la propria lucidità. E notare che lei non c’. E sentire la sua mancanza, soprattutto! Che è un gran buon inizio, direi!
Bella storia, intensa e dolorosamente vissuta che, a differenza della storia che la precede, esprime con forza lacerante le emozioni e naturalmente, tutta la sua sofferenza per quel gesto, quell’ordine eseguito che si trasforma in un orribile incubo ricorrente che non lascia pace alle sue notti, ogni volta montato in modo diverso ma sempre tremendo.
Ooh… ma sta piangendo davvero, non è solo un sogno! E lei, adesso, è lì a tergere le sue lacrime... e la pace gli riempie il cuore: che bello! Bellissima quella voce “impalpabile”, fatta apposta per “non spezzare il silenzio” che li avvolge.
Davvero meraviglioso che lei per Severus rappresenti la pace. Aah… quella stupenda magia ch emette in comune i sentimenti… ed anche i sogni!


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 19:13
 
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view post Posted on 2/10/2013, 10:22
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Autore/data: Alaide – 9 - 11 agosto 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Ma un tempo credeva anche che non avrebbe dovuto esistere il desiderio di rivedere un giorno, anche solo per un istante, il sorriso di Judith, il sorriso della bambina che era quanto di più simile ad una figlia avesse mai avuto.
V’era stato un tempo in cui quel pensiero gli aveva fatto montare la bile in gola.
V’erano momenti in cui tentava ancora di reprimerlo.
Ma non riusciva più a farlo.
Nota: La storia è il continuo di Spiragli di luce.
Parole: 1555

Sinfonie.
15. Sinfonia in fa minore op. 2 n°4
Terzo movimento. Voci



Il sole dei primi giorni di ottobre illuminava le pareti giallastre della stanza dell’ospedale. C’era qualcosa di strano, si disse Severus, nel trovarsi, anche se solo per un giorno, fuori dalla cella che era stata la sua vita dagli ultimi giorni del 1999.
Era stata una decisione del medico del carcere. Due giorni prima, l’uomo l’aveva avvisato che intendeva cambiare l’antidolorifico che stava avendo sempre meno effetto nel tenere a bada il dolore. Il medico credeva di aver trovato un nuovo prodotto, da poco uscito sul mercato, che avrebbe potuto essere più efficace. Gli aveva spiegato che era necessario che si sottoponesse a delle analisi per aver la certezza che non fosse allergico a nessuno dei componenti. E questo poteva avvenire unicamente nell’ospedale della cittadina.
A quanto pareva l’ala medica del carcere era sprovvista del necessario.
Severus sapeva che, al di fuori della stanza, erano presenti due guardie carcerarie, così come aveva notato che l’infermiera presente per aiutare il medico l’aveva osservato con quel disprezzo che, un tempo, avrebbe voluto vedere negli occhi di Judith.
Quel disprezzo e quell’odio che non riusciva più a desiderare.
Quel disprezzo e quell’odio che temeva.
Il dottore si stava affaccendando in un angolo della stanza, così simile a quella dove aveva trascorso mesi, prima di prendere la decisione che l’aveva portato in carcere, una decisione irreversibile.
La scelta giusta, si ripeté, per mettere a tacere qualsiasi dubbio potesse sorgere nella sua mente. Eppure v’erano rari momenti, quando leggeva le lettere di Judith, in cui dubitava della bontà di quella scelta. Ma era un pensiero che bandiva dalla sua mente con forza, un pensiero che non avrebbe nemmeno dovuto esistere.
Ma un tempo credeva anche che non avrebbe dovuto esistere il desiderio di rivedere un giorno, anche solo per un istante, il sorriso di Judith, il sorriso della bambina che era quanto di più simile ad una figlia avesse mai avuto.
V’era stato un tempo in cui quel pensiero gli aveva fatto montare la bile in gola.
V’erano momenti in cui tentava ancora di reprimerlo.
Ma non riusciva più a farlo.
Forse era punizione sufficiente sapere che non avrebbe più rivisto il sorriso di Judith, ma ne avrebbe letto unicamente le lettere, fino a quando la bambina non avrebbe scoperto la verità.
Sapeva che la signorina Fairchild ribadiva, quasi ad ogni sua visita, che Judith non sarebbe mai giunta ad odiarlo.
Forse era vero.
Eppure non poteva fare a meno di temere l’odio ed il disprezzo di Judith, quei sentimenti che un tempo desiderava con tutto se stesso.
Scosse leggermente il capo, scacciando quei pensieri.
Solo in quel momento si accorse di essere rimasto solo. Il medico doveva essere uscito e nel farlo aveva lasciato la porta socchiusa. Con ogni probabilità, si stava avvicinando il tempo in cui sarebbe tornato nella cella dove meritava di stare.
«… mai essere brava in matematica.»
Una voce gli giunse ovattata dal corridoio che si trovava al di là dell’uscio.
La voce di Judith.
Eppure non poteva essere la bambina. Era unicamente la sua mente che gli giocava dei brutti scherzi.
Oppure Judith si trovava veramente in ospedale e, per qualche istante, Severus temette che la bambina fosse malata.
«Oggi ho parlato di Severus in un tema. Non propriamente, Melusine, però è come se lo avessi fatto. La maestra ci ha chiesto di scrivere una fiaba ed il mio protagonista si chiama Severus.»
La voce di Judith.
La bambina stava camminando lungo il corridoio dell’ospedale. Da quel che poteva intuire si trovava prima della porta di quella stanza.
Quella era veramente la voce di Judith.
Ed in quella voce, mentre parlava di lui che era diventato il protagonista di una fiaba, c’era affetto. In quella voce sentiva il sorriso della bambina, quel sorriso che emergeva dalle sue lettere, quel sorriso che portava con sé la luce della speranza, quella luce che per tanto tempo si era imposto di ignorare.
Quella luce che, in quel momento, pareva illuminare la squallida stanza dell’ospedale.
Quella luce che, in quel momento, non riusciva – e non voleva – scacciare.
«E cosa fa il tuo protagonista?»
La voce della signorina Fairchild era più vicina. Poteva immaginare la donna e la bambina camminare lungo il corridoio, per quanto sapesse che la sua immagine di Judith corrispondeva a quando la bambina aveva sei anni. Doveva essere cresciuta da allora.
«Per ora non ho ancora deciso. Oggi dovevamo presentare il personaggio principale. Spiegare com’è fatto ed il suo carattere ed il suo passato prima dell’inizio del racconto. Ho descritto Severus proprio com’è, poi ho spiegato che è coraggioso perché ha combattuto contro due uomini cattivi per poter salvare sua figlia, che però non ho chiamato come me, perché la maestra ci ha detto che non potevamo usare i nostri nomi.»
La voce di Judith si stava lentamente allontanando, mentre pronunciava le ultime parole, parole che Severus immaginò seguite da un sorriso, quel sorriso affettuoso che tante volte aveva visto in una stanza di ospedale simile a quella in cui si trovava, un sorriso affettuoso che avrebbe voluto vedere in quel momento.
Avrebbe anche potuto farlo. Alzarsi in piedi e uscire in corridoio. Chiamare Judith.
Ma sapeva che non era la scelta giusta.
Se avesse agito in quel modo, avrebbe dovuto rivelare la verità alla bambina.
Avrebbe fatto soffrire Judith.
Ed era qualcosa che non doveva accadere.
«Siamo arrivate.»
La voce della signorina Fairchild era ovattata dalla distanza. Doveva trovarsi a due porte dalla sua.
«Credi che Brian sarà felice di vedermi?»
C’era una leggera nota di incertezza nella voce di Judith.
Severus avrebbe voluto alzarsi in piedi ed uscire in corridoio. Andare da Judith e dirle che il suo amico sarebbe stato naturalmente felice di vederla.
Ma non lo fece.
Non poteva farlo.
Anche se fosse riuscito a trovare il modo di nascondere la verità a Judith, dicendole che era nell’ospedale solo di passaggio, che sarebbe tornato presto in Francia, avrebbe fatto soffrire la bambina.
Ed era qualcosa che non doveva accadere.
Qualcosa che avrebbe impedito che accadesse, si ripromise l’uomo.
«Certo, Judith. Secondo me, non vede l’ora di vederti.»
La voce della signorina Fairchild era gentile e rassicurante.
La voce di una madre che parla alla propria figlia.
«Anche se è stata colpa mia? È stata una mia idea quella di arrampicarci sull’albero nel cortile dell’orfanotrofio.»
C’era una nota di ansia, in quel momento, nella voce di Judith.
Severus avrebbe voluto poter essere accanto alla bambina, in quel momento, dirle che, per quanto l’idea fosse stata sua, di certo il suo amico era stata d’accordo con lei.
Ma sapeva che non poteva farlo.
Egli stesso, scegliendo di denunciarsi per l’omicidio dei genitori della bambina, per la morte di quei due innocenti che non era riuscito a salvare, aveva decretato l’impossibilità di essere realmente al fianco di Judith in momenti come quelli.
Forse era quella la vera punizione a cui aveva aspirato. Una punizione più dilaniante del carcere e più dolorosa delle conseguenza delle ferite di Nagini.
Sentire la voce della bambina, sentire la sua ansia e la sua incertezza e non poter far nulla per aiutarla.
Deglutì a vuoto.
Punendo se stesso, aveva punito anche Judith.
«Non credo però che tu abbia obbligato Brian ad arrampicarti su quell’albero con te.»
La voce della signorina Fairchild era dolce, comprensiva e cullante.
La voce di una madre che tenta di rincuorare la propria figlia.
«No, però… avrei potuto pensare prima di fare una cosa del genere. Credi che Severus sarà deluso da me, quando leggerà la mia lettera?»
Le parole di Judith lo colpirono come una pugnalata.
La bambina si affidava così tanto a chi l’aveva abbandonata.
Scegliere di denunciarsi gli era sembrato così giusto. Desiderare l’odio della bambina era stata così naturale, all’epoca. Immaginare che il sorriso colmo d’affetto di Judith potesse tramutarsi in un sorriso colmo di disprezzo gli era parso ciò che meritava.
Era rimasto sordo all’amore di una figlia.
Non aveva voluto vedere il suo affetto.
Aveva voluto unicamente notare le sue colpe, cercare un modo per punirsi, punirsi perché era sopravvissuto alla guerra, perché non era morto quand’era stato il suo tempo.
Aveva voluto distruggere l’unica possibilità di un futuro.
Aveva nascosto a se stesso, quanto era celato nel sorriso di Judith.
Con la sua smania di punirsi, non aveva veramente notato l’affetto della bambina.
La sua forza.
Il suo sorriso carico d’affetto e di perdono.
Non aveva voluto notare nulla, se non la volontà di autodistruggersi, segregandosi in una cella.
E la sua scelta avrebbe fatto soffrire Judith, perché un giorno si sarebbe resa conto che egli l’aveva abbandonata, che era stato a tal punto egoista da pensare unicamente a se stesso, al modo migliore per punirsi.
«Davvero, Melusine?»
La voce di Judith pareva essersi fatta meno ansiosa ed incerta.
L’uomo non aveva sentito la risposta della donna, ma doveva essere stata una risposta confortante.
La porta si aprì di colpo, per un istante.
E Severus vide Judith, mentre la bambina entrava in una stanza dall’altra parte del corridoio.
Judith era cresciuta. Si era fatta più alta, notò.
Poi la porta si chiuse.
La voce di Judith era scomparsa.
E Severus sapeva che non l’avrebbe mai più sentita, che non avrebbe mai più visto la bambina.
Aveva distrutto da solo qualsiasi possibilità di poterle esserle realmente accanto, di poter vedere nuovamente il suo sorriso.
Di poter esserle veramente padre.
 
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