Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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kijoka
view post Posted on 7/9/2013, 21:14




Nr.34

Autore/data: Kijoka – 1 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia:One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Albus Silente
Pairing: nessuno
Epoca: HP2
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: Riflessioni condivise
Parole/pagine: 1.251/2.
Note: In questa storia ho dato una mia personalissima versione di fatti e/o personaggi che non vuole essere verità assoluta, ma solo un'opinione.



Rivelazioni

Il corridoio era silenzioso.
Solo i suoi passi, sicuri e svelti, producevano un rumore cadenzato, che rimbalzava sulle alte pareti per riempire lo spazio.
Anche dopo tutto il tempo vissuto ad Hogwarts come professore, quel corridoio continuava a percepirlo come fosse infinito.
Forse perché lo aveva percorso spesso con un peso nel cuore, per un motivo o per l'altro.
Si immaginò di guardarsi dall'esterno: nero, alto e magro, con il viso cupo che rispecchiava ben più della sua reale età.
Di nuovo lo stomaco si contorse mentre si avvicinava sempre più alla fine del percorso. Liberò la mente in un attimo e altrettanto velocemente riprese a riflettere febbrilmente.
Che il momento fosse arrivato? Lo riteneva quasi impossibile anche se lui e Silente, negli ultimi anni, ne avevano discusso così spesso.
Camminava veloce.
Sembrava che nella sua testa i secondi venissero scanditi dai suoi stessi passi.
Non c'era tempo.
Come poteva essere successo? Eppure l'aveva sentito, l'aveva visto coi suoi occhi! Anche quell'idiota di Allock si era fatto delle domande...
Doveva comunicarlo immediatamente.
Come aveva potuto parlare Serpentese? Era nella sua natura o ciò che era accaduto anni prima, con il Signore Oscuro, li aveva in qualche strano modo legati, e ciò che sapeva uno ora era ad appannaggio dell'altro?
Ma come poteva Potter, alla sua età e senza alcuna esperienza, padroneggiare un simile potere?
Il ragazzo era in pericolo?
Era importante quel che era successo, troppo importante per sprecare attimi a fare congetture.
L'andatura fiera l'aveva portato velocemente all'ingresso coi Gargoyles.
- Devo parlare con il Preside. E' urgente!
La statua si animò subito, come se non stesse aspettando altro.
Prese un lungo sospiro e salì sulla scala di pietra grigia, che prese a muoversi.
Pochi momenti dopo si trovava nello studio rotondo.
I quadri erano immobili, anche se era perfettamente conscio che non attendevano altro che di ascoltare qualche succulenta novità.
- Severus... cos'altro è successo?
La voce calma proveniva dall'angolo cieco, dove si trovava un piccolo tavolino con i soliti aggeggi ronzanti davanti ad una bacheca piena di piccole ampolle di ogni colore.
- Preside, non mi piace arrivare senza essere atteso, ma era importante...
L'alto mago si voltò piano, carezzandosi la lunga barba bianca:
- Niente di grave, spero...
Gli occhi neri di Severus dardeggiarono di preoccupazione:
- Non so cosa pensare, dovevo informarla, parlarne con Lei.
Silente appoggiò una piccola ampolla trasparente sul tavolino e si diresse verso la sua scrivania.
Per Piton il gesto fu un chiaro invito a parlare. Raggiunse il Preside alla scrivania e, fermandosi ad un metro da essa, si stagliò in tutta la sua altezza mentre raccoglieva le idee per esprimere al meglio ciò che aveva da comunicare:
- Silente, Potter è un Rettilofono. Poco fa ha parlato Serpentese, durante un esercizio al Club dei Duellanti...
Il viso dell'anziano mago si distese in un misurato, quanto enigmatico, sorriso.
A Severus sembrò che la strana espressione sul volto affilato indicasse, in qualche misura, un ponderato tripudio.
Ma fu solo un momento.
Subito dopo la voce profonda e ferma del preside rispose:
- Dunque questa bizzarra idea ha comunque sortito qualche particolare novità...
Intrecciò le mani sulla scrivania e si protese verso Severus, con sguardo indagatore:
- Dunque Severus, com'è andata?
Il mago non era abituato a racconti lunghi e descrittivi, ci impiegò quindi pochi momenti a mettere a corrente Silente dell'episodio appena avvenuto.
Albus continuò a fissarlo, durante tutta l'esposizione, annuendo appena e aggrottando le ciglia di quando in quando.
Alla fine della breve narrazione restò in silenzio per qualche minuto.
Per Piton il tempo fu così lungo che arrivò a pensare che non avrebbe più parlato.
Quando sembrava che il tempo si fosse fermato, una breve frase arrivò a spezzare l'attesa:
- Dunque, ecco qui. E' successo...
Severus ebbe un moto di incredulità e alzò il sopracciglio, in attesa di altre spiegazioni, che però non arrivarono.
Silente restò in silenzio, continuando a fissarlo.
- Preside, che significa? Lei sapeva...
- No, certo che no! Non ero assolutamente al corrente! Eppure... eppure avevo una particolare idea, che evidentemente quest'ultimo fatto imprevisto non fa che rinvigorire.
Piton era quanto mai confuso:
- Ma come può stare a pensare... Solo il Signore Oscuro aveva questa particolarità! Come fa il ragazzo...
Silente lo fissò da sopra gli occhiali a mezzaluna e quasi compitò le frasi seguenti:
- E questo evolversi della situazione ti sembra davvero così sorprendente, Severus? - Si appoggiò allo schienale della poltrona riprendendo l'espressione enigmatica che gli era propria. - Se fossi in te proverei a rifletterci sopra.
Severus era allibito.
Aveva passato anni a pensarci sopra, aveva trascorso serate intere a cercare di capire cosa davvero fosse accaduto quella lontana notte.
I fatti erano chiari, ma solo Silente sembrava riuscire a tirare le esatte conclusioni sulla faccenda. O almeno questo era quello che lasciava credere.
Anche questo episodio non era inaspettato per lui.
Forse, semplicemente non aveva in mano tutte le carte, non era a conoscenza di alcuni particolari che avrebbero potuto portarlo alla verità.
- Potter può essere in pericolo?
Il viso del Preside si distese in un sorriso sereno:
- No. Credo proprio di no. - Abbassò la voce in un sussurro appena udibile. - Ho davvero sentito una nota di preoccupazione nella tua voce, Severus? Mi vuoi dire che ti sei affezionato al ragazzo?
A Piton le viscere si contorsero come se il serpente di poco prima se lo fosse ingoiato.
Aprì appena le labbra, ma non parlò. Restò per pochi secondi immobile, gli scuri occhi lampeggianti fissi in quelli azzurri e divertiti.
Sapeva che Silente amava punzecchiarlo a riguardo e non voleva cadere nel tranello.
Rimase in silenzio con il muscolo della mascella guizzante, fino a che fu l'anziano mago a replicare alla sua stessa asserzione:
- Ottimo lavoro, Severus. Devi ancora riuscire a non far contrarre quel muscolo disobbediente, ma sei stato bravo a trattenere la tua rabbia.
Il sorriso calmo sembrava non aver voglia di lasciare le labbra del Preside:
- In ogni caso credo che al momento non ci sia nulla da temere. E' importante quanto successo, anche se ancora non so se il flusso dei miei pensieri e delle mie intuizioni mi stia portando più vicino o più lontano dalla realtà...
Strano che Silente ammettesse di non essere un passo davanti agli altri, pensò Severus. Eppure il fatto che avesse riconosciuto che neanche lui aveva le idee totalmente chiare era già di per se stesso quasi un miracolo.
Che avesse cominciato ad avere veramente fiducia in lui?
- Ti prego, Severus, segui con profonda attenzione come si evolve questa situazione e tienimi subito al corrente di variazioni o nuovi elementi con sollecitudine...
Ora l'anziano mago aveva un'espressione compunta, quasi preoccupata.
- Sì, certo signore. Come sempre...
Il Preside arrivò di fronte a Severus con pochi passi.
Gli posò la mano sulla spalla, mormorando:
- Lo so, Severus. So sempre che posso contare su di te. - Poi si allontanò appena. - Ci sono poteri che devono essere compresi per essere combattuti. Ora va', devo riflettere e posso farlo se sono completamente solo. Cerca di avere sempre gli occhi ben aperti. Quest'oggi un altro tassello si è aggiunto al mosaico. Riuscirò ad intuirne il disegno, ne sono certo...
Silente si allontanò verso il mobile dove teneva il Pensatoio e Severus scese i gradini per raggiungere l'uscita.
Chiudendosi la porta alle spalle prese a domandarsi quando la partita a scacchi con la vita di Potter e il ritorno del Signore Oscuro sarebbe diventata una vera guerra.

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:39
 
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view post Posted on 8/9/2013, 13:46
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Dalla luna...

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Allora metto i link ai miei tre lunghi sorrisi, che diventano il sorriso n. 21; 22 e 23.

Il momento giusto per dire "Ti amo"


Il seguito: Posso avere un bacio?

Rialzarsi


Edited by reoplano - 28/10/2017, 11:22
 
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view post Posted on 10/9/2013, 08:51
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CITAZIONE (chiara53 @ 6/9/2013, 17:10) 
Terzo movimento – Confronto di Leonora

Un brano coinvolgente e bellissimo, un aggettivo generico che nasconde l’emozione post lettura.
Tu sai come far odiare un personaggio, e il giudice sinceramente io lo odio.

Povero giudice :P. La sua figura è decisamente odiosa e comparirà anche nel continuo della storia.

CITAZIONE
Naturalmente occorre contestualizzare le sue parole, egli teme che la figlia sia innamorata o interessata ad un assassino, fin qui va bene, ma quando entra nel merito delle scelte di vita di Melusine, lì, non mi è davvero piaciuto. Ci sono tanti padri che ragionano così, purtroppo, non solo nelle FF e tu sei stata molto brava, se non ne hai esperienza, nel dipanare il battibecco tra padre e figlia.

Il giudice Fairchild avrebbe desiderato che la figlia studiasse legge e diventasse giudice, come lui (e come ha fatto la sorella maggiore di Melusine, che è un personaggio assolutamente secondario che verrà nominato giusto di passaggio). Ha accettato che facesse il conservatorio, ma sognando per lei una sfolgorante carriera (già il direttore di coro non è quasi mai famoso. Ce ne sono veramente pochissimi che raggiungono una certa celebrità). Quindi non riesce ad accettare le sue scelte, come avviene anche nella vita reale. Quanto al battibecco tra padre e figlia, oltre al basarmi sulla vita reale, non posso che essere influenzata da tutti quei "simpaticissimi" padri che circolano nel mondo operistico :)

CITAZIONE
Stavolta Melusine è stata eccezionale: mi è sembrato di sentire risuonare una decisione irrevocabile nel dialogo acceso con il padre; lei guarda Severus allontanarsi e mantiene il segreto per accontentare l’uomo malato e oscuro, ma tanto buono.

Feliccima che tu abbia trovato Melusine eccezionale!

CITAZIONE
Sembra che Lei dica per sempre.
Al di là dell’interesse per Judith, qualcosa cambia nella valutazione di Severus in Melusine, il suo atteggiamento cambia, come cambia il suo sorriso.

Ad un certo punto era anche comparsa la parola sempre, poi eliminata in fase di copiatura, ma è lì sottintesa.
 
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view post Posted on 11/9/2013, 09:30
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Autore/data: Alaide – 18 - 21 luglio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: In quella lettera il sorriso affettuoso di Judith emergeva come mai era emerso prima.
Quelle ultime parole, in cui il sorriso della bambina pareva diventare più intenso, quasi accecante, portavano con loro la luce della speranza e l’oscurità della certezza che quella speranza era vana.
Nota: La storia è il continuo di Confronto
Parole: 1252

Sinfonie.
12. Sinfonia in re maggiore op 2, n°3.
Quarto movimento. Disillusione e speranza


30 luglio 2001
Caro Severus,
adesso che sono in vacanza, sento, alle volte, nostalgia della scuola. Nell’ultimo mese, prima delle vacanze, come ti ho già detto, sono riuscita a parlare veramente con i miei compagni. Non che sia riuscita a dire molto, ma senza i tuoi consigli non ce l’avrei mai fatta.
Riesco a tenere a bada la paura, quando entro in classe.
La maestra pensa che è scomparsa, ma non lo è.
Però riesco a non darlo a vedere, proprio come mi hai detto di fare tu.
Mi piacerebbe poter venire in Francia, ma Melusine mi ha detto che il direttore dell’orfanotrofio non lo permetterà perché sono ancora troppo piccola.
Forse l’anno prossimo, sempre tu non guarisca prima, verrò a trovarti.
Ti voglio bene,
Judith.
Le lettere della bambina si erano fatte più lunghe e scritte meglio di quanto avrebbe fatto qualsiasi altra bambina della sua età.
Severus non riuscì ad evitarsi un moto d’orgoglio, pensando all’impegno di Judith, ai suoi progressi.
Ogni lettera aveva manifestato i suoi progressi, quelli nel campo della scrittura e, soprattutto, quelli che lo colpivano maggiormente.
Le sue labbra si tirarono in un sorriso appena accennato, un sorriso colmo di orgoglio per il continuo migliorare della bambina nel riuscire a tenere a bada la sua paura in classe, fino a far credere alla maestra che tutto si era sistemato.
Quando non era così.
Non sarebbe mai stato così.
Severus era convinto che quella paura non avrebbe mai realmente abbandonato la bambina. Judith aveva imparato a celarla agli altri, ma sarebbe stato impossibile vincerla del tutto.
Era un pensiero orribile, un pensiero che mandò in frantumi il sorriso che gli era comparso sulle labbra.
Solo su di lui ricadeva la responsabilità di quella paura.
Sapeva razionalmente che non avrebbe potuto far altro, quella notte, se non nascondere la bambina.
Ma questo non diminuiva il rimorso che provava, né la certezza di non essere riuscito a salvare i genitori di Judith.
Innocenti di cui lui aveva indegnamente preso il posto.


27 agosto 2001
Signor Piton,
Judith è caduta e si è rotta il braccio destro. Mi ha pregato di scrivere la lettera al suo posto.
Ha chiesto di lei, appena si è accorta di essersi fatta male, dicendo che avrebbe voluta averla qui e, all’ospedale, mi ha detto che stava pensando a lei, per non pensare che stava dando le spalle alla porta.
Vorrei anch’io che lei non fosse nel luogo in cui si trova, ma qui, perché è ciò che è giusto.
Judith è qui accanto, impaziente, perché vuole dettarmi la sua lettera. Ed io non la farò attendere oltre.
Melusine Fairchild.
Caro Severus,
sono stata poco attenta ieri e sono caduta malamente. Mi dispiace di non riuscire a scriverti di persona, ma Melusine ha accettato di scrivere al mio posto.
So che non avrei dovuto correre in quel modo, ma ieri sono venute due persone che cercavano un bambino da adottare. Ed io non volevo che mi vedessero perché non voglio essere adottata. Alla fine hanno deciso di adottare Joseph.
Ma io non potevo saperlo allora.
Così sono scappata in cortile e sono caduta.
Melusine è stata sgridata dal direttore perché non mi è stata abbastanza attenta.
È stata sgridata per colpa mia ed io non volevo. Melusine mi ha appena detto che non devo preoccuparmene, ma non voglio che qualcuno venga sgridato per colpa mia.
Però io non voglio che nessuno mi adotti perché non ho bisogno di una nuova famiglia.
Ho te, Severus, e spero che presto potrò vederti di nuovo.
Ti voglio bene,
Judith.
Severus lesse con attenzione la lettera. Doveva dar merito alla signorina Fairchild di essere stata accettabilmente sottile nella prima parte della lettera, dove dimostrava di continuare a seguire la sua convinzione, quella convinzione che l’aveva portata ad anteporlo al padre.
V’era qualcosa di strano nel non vedere l’abituale grafia di Judith, ma fu un pensiero di breve durata.
Le parole di Judith erano colme di affetto, di un affetto così profondo, che parve scuotere Severus.
In quella lettera il sorriso affettuoso di Judith emergeva come mai era emerso prima.
Quelle ultime parole, in cui il sorriso della bambina pareva diventare più intenso, quasi accecante, portavano con loro la luce della speranza e l’oscurità della certezza che quella speranza era vana.
Eppure l’affetto profondo di Judith gli scaldava il cuore e Severus non poteva far altro che sentire il suo stesso affetto, il desiderio di poter chiamare la bambina, a cui aveva ucciso i genitori, figlia.
Era un desiderio colmo di senso di colpa, colmo di calore.
Era un desiderio dolce come il sapore del perdono e amaro come il sapore della disillusione e della colpa, come la consapevolezza che presto o tardi Judith l’avrebbe odiato.


Lione, 22 settembre 2001
Judith,
la signorina Fairchild ha sicuramente ragione. Non devi preoccuparti, né sentirti responsabile se il direttore dell’orfanotrofio l’ha ripresa. Ti consiglio, però, in un’altra occasione del genere di agire con maggiore sottigliezza.
Parlane con qualcuno prima di prendere qualsiasi decisione avventata.
Immagino che la prossima lettera riporterà nuovamente la tua grafia.
Severus.
«Non sarei dovuta scappare, Melusine. Ha ragione Severus, anche se non sapevo che altro fare. Ero così spaventata.» mormorò Judith, dopo aver letto ad alta voce la lettera dell’uomo.
La giovane non disse nulla per diverso tempo. Notò l’affetto che emergeva da quella lettera, seppur mai esplicitato.
«Adesso lo sai Judith. Puoi venire da me e puoi scrivere una lettera a Severus e chiedergli consiglio.» disse Melusine, un sorriso triste sulle labbra.
Ogni volta che Judith riceveva una lettera dal signor Piton, ogni volta che lei andava a trovarlo in carcere, sentiva tristezza e dolore montare dentro di lei, per quell’uomo che aveva deciso di pagare per una colpa che non aveva commesso.
Ed accanto a quello, la certezza che avrebbe tenuto fede alla sua promessa.


30 settembre 2001
Caro Severus,
mi sarebbe piaciuto averti al mio fianco il primo giorno di scuola, mi sarebbe piaciuto che tu mi avessi potuta accompagnare a scuola. E non solo quel giorno, ma tutti i giorni.
Quest’anno le cose vanno meglio.
Sono riuscita a rimanere tranquilla, anche se il mio banco è il più lontano dalla porta.
C’è un nuovo bambino in classe. È il mio nuovo vicino di banco e mi sembra disorientato. Magari ha dovuto lasciare degli amici nella scuola dov’era prima.
Dopo scuola, ho cominciato ad andare, due volte a settimana, a lezione di viola. Melusine dice che non può più essere lei ad insegnarmi. Il maestro mi piace e mi ha detto che, se continuo ad impegnarmi, potrò fare il conservatorio, quando sarò grande.
Io credo sia un’ottima idea, così potrò diventare una concertista, girare il mondo e venire a trovarti.
Ti voglio bene,
Judith
La lettera era colma del sorriso affettuoso e fiducioso, una fiducia ed un affetto che si sarebbero infranti.
Così come si sarebbe infranto il sorriso di Judith.
Eppure, in quel momento, con in mano quella lettera colma di speranza, Severus non riusciva ad impedirsi di sperare a sua volta.
Sperare che la signorina Fairchild avesse ragione.
Sperare, quindi, che Judith non giungesse mai ad odiarlo.
Sperare in quei sorrisi.
Sperare nel perdono che si celava in essi.
Sapeva che quelle speranze erano mere illusioni, che si sarebbero presto infrante, ma almeno, per quel breve istante, Severus si concesse il lusso di sperare.
 
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view post Posted on 11/9/2013, 11:03
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Quarto movimento. Disillusione e speranza di Leonora

I miei più vivi complimenti per l'effetto straziante che sai trarre dalla corrispondenza tra Severus e la piccola Judith. In quelle parole scritte davvero è difficile non immedesimarsi e sperare.
Persino Severus sorride, un sorriso tirato, ma un sorriso.
Ho provato un senso di perdita e disperazione, pensando all'ingiustizia a cui si è sottoposto Severus, troppo doloroso il cammino che percorre, troppo buio il futuro che ha voluto imporsi.
Finalmente ha preso atto che la bambina lo vede e lo considera un padre, solo per lui si sforza di non aver paura. E adesso?
Adesso almeno gli hai regalato un barlume di speranza e alleviato - se pur per un istante - la pena di Severus.
Bellissimo quarto movimento, spero nel quinto.
 
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view post Posted on 12/9/2013, 11:17
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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N. 36.

Autore/data: Ida59 – 9, 13 e 29 giugno 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: introspettivo, romantico, drammatico
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Scoprirsi l’un l’altro, poco per volta, imparare a conoscersi e riconoscersi… È il seguito di “Tra passato e futuro”.
Parole/pagine: 1804 /4




Conoscersi



Tutto era pronto per la partenza: Elyn aveva già sistemato ogni cosa nella valigia con la magia, anche tutti i libri che avevano accompagnato le loro tranquille vacanze, scandite dal sorriso della Guaritrice che ogni giorno si rinnovava regalandogli serenità e amore.
Dal terrazzo a picco sulla spiaggia, Severus osservava l’oceano, per l’ultima volta respirandone il profumo, sorbendo a lunghi sorsi la calma serenità del lento movimento delle onde che luccicavano sotto il sole di fine settembre. Nei riflessi dorati delle acque gli sembrava di cogliere lo scintillio degli occhi nocciola della donna che amava ed il brillio del sorriso che lo aveva riportato alla vita.
In quelle indimenticabili settimane, immerso nel solitario mare di quel luogo protetto dalla magia e lontano da ogni altro, Severus era andato ben oltre il puro sorriso di Elyn che era quasi riuscito a rendergli l’innocenza dell’anima da troppo tempo perduta. L’aveva conosciuta in profondità, nel corpo e nell’anima, nel cuore e nella mente; ne aveva lambito l’essenza tra languidi sussurri e sfiorato l’intimità con il suo sguardo nero.
In quei lunghi giorni in cui sogni e realtà si erano congiunti dando vita a felicità e intensa passione, il mago aveva avuto modo di scoprire chi era la Guaritrice che s’era innamorata di lui solo dopo aver conosciuto l’orrore delle sue colpe e lo strazio dei suoi rimorsi; non solo la donna che con il suo perdono, col sorriso e con l’amore gli aveva restituito la vita e il futuro, ma anche l’intraprendente ricercatrice poco più che trentenne, già affermata e conosciuta, che aveva distillato innovative pozioni per curare morsi di creature magiche fino ad allora considerati mortali, salvando numerose vite. Come la sua, ad esempio, anche se Elyn insisteva a dire che senza l’aiuto del calderone della sua mente (1), nel quale Severus le aveva permesso di affacciarsi, non sarebbe mai riuscita a scoprire l’esatta formulazione per neutralizzare l’impressionante quantità di veleno che il morso di Nagini, squarciandogli il collo, aveva immesso nel suo corpo.
Il mago deglutì muovendo appena il capo, l’estesa cicatrice che ancora increspava la pelle sottile del collo. Elyn era sempre attenta e delicata quando la sfiorava facendo l’amore: sapeva che in alcuni punti la sensibilità era ridotta, ma sapeva anche in quali altri il più lieve sfioramento creava un ritorno mille volte più potente e profondo rispetto ad ogni altra parte del suo corpo. Severus abbozzò un sorriso compiaciuto: la Guaritrice sapeva sfruttare a meraviglia le sue conoscenze!
La maga non solo se la cavava molto bene davanti a un calderone, anche se riteneva d’essergli di molto inferiore – lui, del resto, aveva passato anni interminabili a rimestare in solitudine un paiolo nella fredda oscurità del suo sotterraneo! – ma amava anche studiare ed approfondire le questioni in modo rigoroso, proprio come lui, e, soprattutto, leggere. Aveva stipato di libri anche lo scrigno di cristallo che, sulla scogliera che si affacciava sulla lunga spiaggia, proteggeva il loro amore e passavano ore a leggere sotto la frondosa ombra del terrazzo, l’uno di fianco all’altra, ogni tanto sfiorandosi la mano o scambiandosi languidi sguardi d’amore, accarezzati dalla tiepida brezza profumata dell’oceano.
Altre cose importanti li univano nei gusti e nei pensieri: un tramonto rosseggiante, un cielo nero tempestato di stelle o il tenue perlato dell’alba che si specchiava nel mare accendevano in loro intense emozioni che li accomunavano. Ma Elyn era anche incredibilmente diversa da lui, così solare e piena di voglia di vivere, ottimista ed estroversa, vivace e amabile: quasi l’opposto rispetto all’orso solitario che il mago era sempre stato, in parte per la sua natura, ma in parte anche per ciò che la vita aveva fatto di lui. Severus sospirò. No, per ciò che lui stesso aveva arrecato alla propria vita, con le sue scelte sbagliate ed i suoi errori, e a quella di tanti altri. Il sospiro si fece più profondo e cupo. Sì, anche alla vita di Lily.
Il mago chiuse gli occhi, li serrò stretti reprimendo un tremito: dimenticare era impossibile, né voleva farlo. Ma andare avanti, sì, quello era necessario, essenziale: era stato il perdono di Elyn che glielo aveva permesso, quel perdono donato con amore, col sorriso di chi conosce e comprende la tremenda sofferenza del rimorso.
Severus non sapeva perché, per quale motivo Elyn riusciva ad essere così, ma aveva sperimentato su se stesso la sua grande umanità e capacità di comprendere a fondo le persone; quell’incredibile empatia che riusciva a creare e che le aveva permesso di esercitare con mirabile maestria e sensibilità la Legilimanzia nei suoi confronti, non solo quando giaceva tra la vita e la morte, gli occhi sbarrati nel delirio febbrile mentre il veleno del serpente lo relegava nell’orrenda oscurità del suo passato, ma anche dopo, quando non riusciva ancora a parlare e aveva scoperto di poter conversare con la maga lasciandola accedere ai propri pensieri che lei sapeva interpretare in ogni minima sfumatura, senza mai sbagliare.
Fino a quando di quei pensieri aveva cominciato a vergognarsi perché, invece dell’amore del suo cuore, ancora imbrigliato nei lacci del passato, le avrebbero rivelato l’ardente desiderio del suo corpo impudente.
Certo, in Elyn, come in ogni persona, del resto, non c’erano solo pregi, ma anche difetti.
Severus sorrise di nuovo, silenzioso.
Il problema, se tale poteva dirsi, era che si ritrovava ad amare anche i difetti della sua donna, perfino cose che gli sembrava di non aver mai sopportato prima, ma che ora nella luce del sorriso di Elyn sembravano svanire e confondersi, perdere di definizione e sfuggire alla percezione della sua mente analitica, ammaliata dal sentimento d’amore e sedotta dalla voluttà.
Insomma, amava Elyn per ciò che era. Per i suoi pregi e per i suoi difetti. E lo stesso era per la maga, solo che Severus sapeva bene che, al contrario della Guaritrice, i propri difetti erano ben più numerosi e gravi dei suoi pochi pregi.
Per non parlare delle sue colpe, poi! Eppure, gli sembrava quasi che Elyn lo amasse anche per quelle, che si fosse innamorata di lui forse proprio per quella tremenda scelta sbagliata, e per tutta la sofferenza che gliene era derivata. Che il mago sapeva di avere ampiamente meritato, a dire il vero, quale giusta espiazione dei suoi errori. Per questo, in fondo, l’aveva sempre accettata senza lamentarsi, anzi, quasi cercandola, richiudendosi nella buia e fredda solitudine del suo sotterraneo e cercando di farsi odiare da tutti, perché lui per primo si disprezzava. Rinunciando a vivere, incatenato al passato e ad un amore mai nato. Per punirsi di tutto…
Severus scosse il capo e sospirò, quindi rientrò nella stanza e terminò di indossare il consueto abito che portava a Hogwarts.
Elyn affermava che aveva ormai sofferto abbastanza nel suo lungo percorso di redenzione.
Finì di allacciare l’interminabile fila di piccoli bottoncini neri, quelli che Elyn si deliziava ogni volta a slacciargli con estenuante lentezza e sensuale desiderio.
Elyn non voleva più che soffrisse.
Elyn lo aveva perdonato.
Elyn lo amava.

Severus non riuscì a trattenere un sorriso, gli occhi neri che scintillavano nel riflesso dello specchio. Mangiamorte assassino, spaventapasseri spelacchiato od oscuro pipistrello che fosse l’immagine che vedeva davanti a sé, per la sua Elyn rappresentava solo il suo dolce ed appassionato cavaliere nero e null’altro contava al mondo, meno che mai i dolorosi ricordi del suo tenebroso passato.
Scrollò con decisione la testa quindi si drappeggiò con eleganza il mantello sulle spalle con un gesto sicuro, mille volte ripetuto, che assumeva ora anche il fascino nobiliare che Elyn gli aveva giocosamente attribuito; continuò ad osservare nello specchio l’uomo che, dopo tanti anni, adesso amava, finalmente riamato, la felicità impressa a fondo sul suo viso.
Nessuno lo avrebbe riconosciuto al primo colpo se non avesse indossato ancora il suo lugubre e severo abito nero.
In effetti, era lui stesso, per primo, a non riconoscersi.
Perfino l’esegue pallore del suo viso, che lo aveva sempre contraddistinto fin da ragazzino, era svanito dopo i due mesi di luce, aria e sole sfolgorante in cui Elyn lo aveva immerso grazie al suo smagliante sorriso, accampando subdole scuse mediche circa il recupero totale della forma fisica dopo la lunga degenza al San Mungo.
Il suo volto, però, era cambiato ancor più in profondità. Le sue labbra avevano perso la solita piega amara, stretta nel disgustato disprezzo di sé; l’apprezzamento di Elyn, e il suo perdono, erano finalmente riusciti, prima, a scalfire la sua corazza, e poi anche a fargli cambiare idea e ad accettare se stesso per quello che era: un uomo che aveva ancora diritto ad essere felice ed amare, nonostante tutti i suoi errori e le colpe commesse. E i rimorsi.
Le sue labbra, così, adesso erano morbidamente dischiuse nel limpido riflesso dello specchio, atteggiate nel dolce sorriso appassionato che Elyn tanto amava e desiderava sempre vedergli sul viso.
Con un sospiro di timore il mago si chiese cose ne sarebbe di tutto quel suo incredibile cambiamento, una volta tornato a Hogwarts.
Dietro a Severus, sulla superficie dello specchio magicamente apparve Elyn, quasi evocata dai suoi pensieri; si volse ad incontrarne lo sguardo sereno, cercando conforto ed incoraggiamento in lei:
- Tornare a Hogwarts… sarà…
V’era turbamento nella voce del mago, che abbassò il capo, i lunghi capelli neri a coprirgli in parte il volto e un sospiro esitante a impedire la conclusione della frase con l’esternazione delle sue preoccupazioni.
- Sarà bellissimo! – esclamò Elyn con un luminoso sorriso sulle labbra, terminando la frase con voluta irruenza al posto del mago, la gioiosa esclamazione quasi a voler spazzare via ogni incertezza.
Severus alzò lentamente lo sguardo: v’era desiderio e timore di rivedere Hogwarts nelle fiamme nere che ardevano nei suoi occhi, ma c’era anche l’ombra cupa dei ricordi del passato, sempre incombente e ricolma di dolorosi rimorsi.
Elyn allungò la mano a sfiorargli piano il viso scostando indietro i lunghi capelli corvini:
- Quando eri bambino, Hogwarts rappresentava la speranza di un mondo fatto su misura per i tuoi sogni di grandioso futuro. - disse dolcemente, la mano sempre tra i capelli del mago a carezzarli piano. – Hai trovato invece solo delusione, dolore e disperazione. – aggiunse sospirando, la mano che scendeva a stringergli la spalla, attenta a non sfiorare la lunga cicatrice. – Ma ora sarà diverso! Ora ci sono io. Non sarai più solo, Severus, e l’amore che per tanti anni hai dovuto tenere nascosto nel profondo del tuo cuore e la cui mancanza ti ha fatto tanto soffrire, ora quell’amore…
- Quell’amore vive nel tuo sorriso, Elyn! – sussurrò il mago stringendola a sé e sfiorandole le labbra in un dolce bacio, mentre ogni timore si stemperava nel sorriso della sua donna.
Sì, questa volta tutto sarebbe stato diverso, perché tutto era cambiato.
Lui stesso, per primo, era un uomo diverso.
Innamorato.
Ricambiato.
Felice!

E di nuovo capace di sorridere…


(1) Vedi la storia n. 9 della raccolta: Il calderone della mente.

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:39
 
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Conoscersi di Ida

In questo capitolo di una memorabile storia d'amore non poteva mancare un pizzico di razionalità e un fruttolo di spiegazione.
Ida ci dice in cosa consiste la possibilità di essere felici insieme. L'amore è un sogno un sorrisouna favola ma dietro all'istinto, alla passione ci sono condivisione, rispetto e interessi comuni.
Tutto questo insieme fa l'amore duraturo, quello che resiste agli anni ed alle difficoltà, quello che non teme l'ingigirsi dei capelli e un corpo che cambia.
Severus sta rendendosene conto, ed è tenero nel suo costatare che anche le differenze lo uniscono ad Elyn perchè non esiste luna senza sole e da persona intelligente comprende che solo così ci si completa a vicenda.

Poi Severus torna sè stesso, un sè stesso maturato e cambiato anche nel fisico oltre che nel core Ida ci regala un'immagine indimenticabile.

CITAZIONE
Scrollò con decisione la testa quindi si drappeggiò con eleganza il mantello sulle spalle con un gesto sicuro, mille volte ripetuto, che assumeva ora anche il fascino nobiliare che Elyn gli aveva giocosamente attribuito; continuò ad osservare nello specchio l’uomo che, dopo tanti anni, adesso amava, finalmente riamato, la felicità impressa a fondo sul suo viso.

Bellissimo lui è quel mantello e Hogwarts è la sua metà: ancora una volta è il luogo magico quello dove Elin lo accompagna dopo che gli ha insegnato a sorridere.
Troppo belo e dolce questo Severus: tuo, mio.... di tutte noi. Finalmnte felice.

Edited by chiara53 - 13/9/2013, 15:46
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 13/9/2013, 15:20) 
Conoscersi di Ida

In questo capitolo di una memorabile storia d'amore non poteva mancare un pizzico di razionalità e un fruttolo di spiegazione.
Ida ci dice in cosa consiste la possibilità di essere felici insieme. L'amore è un sogno un sorrisouna favola ma dietro all'istinto, alla passione ci sono condivisione, rispetto e interessi comuni.
Tutto questo insieme fa l'amore duraturo, quello che resiste agli anni ed alle difficoltà, quello che non teme l'ingigirsi dei capelli e un corpo che cambia.

Spero che razionalità e spiegazioni non siano risultate noiose.
Del resto, come hai ben chiosato tu, per costruire un amore duraturo ci vogliono molti elementi e per me era importante che il lettore capisse che è un amore per la vita quello di Severus ed Elyn. Un vero amore "è per sempre", mentre non è detto che quelo per Lily, allo scontro con la realtà, fosse davvero tale...


Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:40
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 13/9/2013, 15:50) 
CITAZIONE (chiara53 @ 13/9/2013, 15:20) 
Conoscersi di Ida

In questo capitolo di una memorabile storia d'amore non poteva mancare un pizzico di razionalità e un fruttolo di spiegazione.
Ida ci dice in cosa consiste la possibilità di essere felici insieme. L'amore è un sogno un sorrisouna favola ma dietro all'istinto, alla passione ci sono condivisione, rispetto e interessi comuni.
Tutto questo insieme fa l'amore duraturo, quello che resiste agli anni ed alle difficoltà, quello che non teme l'ingigirsi dei capelli e un corpo che cambia.

Spero che razionalità e spiegazioni non siano risultate noiose.
Del resto, come hai ben chiosato tu, per costruire un amore duraturo ci vogliono molti elementi e per me era importante che il lettore capisse che è un amore per la vita quello di Severus ed Elyn. Un vero amore "è per sempre", mentre non è detto che quelo per Lily, allo scontro con la realtà, fosse davvero tale...

No, non sono affatto risultate noiose! La costruzione di un rapporto come quello tra Elyn e Severus è qualcosa che per la natura stessa di Severus deve durare e non è solo la passione delle prime giornate ciò su cui può basarsi. Ho trovato il brano molto adatto ad un pubblico maturo... :lol: :lol: :lol: ( a me per esempio).

Rialzarsi di Elly


Ricominciare da capo, questo era ed è il titolo della storia, ed ha una trama talmente bella e coinvolgente che avrebbe meritato più ampia stesura e maggior numero di pagine e parole.
Questa è la prima cosa che ho pensato appena ho finito di leggere. (considerala una critica! :P )
Te ne rimprovero, perché l’idea è molto originale, - hai fatto fuori Ron con affetto – hai creato ambiente e situazioni perfette e realistiche, hai raccontato due vite nello spazio di poche frasi, senza dimenticare niente e nessuno.
Poi, cara Elly, hai fatto di più: hai raccontato una storia nella storia, una trama spiritosa e reale. Lui che la trova a casa con il morbillo, lui, Severus, protettivo e sbrigativo, Lui: un Severus perfetto.
Un racconto commovente ( tieni presente che prima di leggerti preparo il klinex) ma con sprazzi di vero autentico umorismo. Solo chi ha avuto bambini per casa ( io come zia sono estremamente preparata) sa quanta verità c’è nella corsa di James sul divano e, le battute che fai pronunciare a Piton sono impagabili. Leggendoti ha davvero buttato un occhio in quella stanza, su quei due personaggi che uscendo dalla tua penna diventano persone in carne ed ossa.
Il resto è favola, favola e lieto fine.
Ma non dimentico quell’ombra scura seduta ogni giovedì per tre anni ad ascoltare le confessioni degli altri e a bere schifoso caffè.
Ho sbagliato analista, avrei voluto quello di Hermione e Severus.
Splendida e troppo corta! :wub:

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:40
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 13/9/2013, 16:22) 
Rialzarsi di Elly

CITAZIONE
Ricominciare da capo, questo era ed è il titolo della storia, ed ha una trama talmente bella e coinvolgente che avrebbe meritato più ampia stesura e maggior numero di pagine e parole.
Questa è la prima cosa che ho pensato appena ho finito di leggere. (considerala una critica! :P )

OMG!!! :blink: :blink: :blink: :blink: :blink: :o: :o: :o: :o: :o: :wacko: :wacko: :wacko: :wacko:
Hai ragione!!!!
Oddio!! Non ci avevo proprio fatto caso!
La trama é simile!! O SANTO CIELO!!!
L'ho scritta talmente di getto che non ho collegato le due storie!
Sono sconvolta....
E mi scuso, tento sempre di non rispolverare vecchie trame.
Sono i 30 anni Chiara... sono quelli che mi fottono! Vado a nascondermi paperbag1


CITAZIONE
Te ne rimprovero, perché l’idea è molto originale, - hai fatto fuori Ron con affetto – hai creato ambiente e situazioni perfette e realistiche, hai raccontato due vite nello spazio di poche frasi, senza dimenticare niente e nessuno.

Volevo che Hermione fosse realmente innamorata di Ron.
Scrivo sempre che la loro relazione finisce male,che lui la lascia, lei che lo chiama bambino. Per una volta volevo cambiare.
Ricominciare da capo l'avevo completamente eliminata dal mio archivio nel cervello!

CITAZIONE
Poi, cara Elly, hai fatto di più: hai raccontato una storia nella storia, una trama spiritosa e reale. Lui che la trova a casa con il morbillo, lui, Severus, protettivo e sbrigativo, Lui: un Severus perfetto.

Mi piaceva l'idea di lei malata in modo buffo (se mi venisse il morbillo a 30 anni riderei come una scema allo specchio, ma si sa io sono una mente semplice... mf_telletubbies)

CITAZIONE
Un racconto commovente ( tieni presente che prima di leggerti preparo il klinex)

Esagerata!

CITAZIONE
ma con sprazzi di vero autentico umorismo. Solo chi ha avuto bambini per casa ( io come zia sono estremamente preparata) sa quanta verità c’è nella corsa di James sul divano e, le battute che fai pronunciare a Piton sono impagabili.

Mi duole dirlo, ma al momento Rebecca é una piccola malandrina

CITAZIONE
Leggendoti ha davvero buttato un occhio in quella stanza, su quei due personaggi che uscendo dalla tua penna diventano persone in carne ed ossa.
Il resto è favola, favola e lieto fine.
Ma non dimentico quell’ombra scura seduta ogni giovedì per tre anni ad ascoltare le confessioni degli altri e a bere schifoso caffè.
Ho sbagliato analista, avrei voluto quello di Hermione e Severus.
Splendida e troppo corta! :wub:

Lo voglio pure io il loro analista!
Anzi voglio vedere Severus in abiti Babbani!

Grazie Chiara per il bellissimo commento.
Mandami la fattura per tutti i clinex che stai comprando!
E ti ringrazio - sul serio! - per avermi fatto notare le similitudini tra le due storie! Non ci avevo proprio fatto caso!
 
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view post Posted on 13/9/2013, 17:52
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CITAZIONE (ellyson @ 13/9/2013, 18:23) 
OMG!!! :blink: :blink: :blink: :blink: :blink: :o: :o: :o: :o: :o: :wacko: :wacko: :wacko: :wacko:
Hai ragione!!!!
Oddio!! Non ci avevo proprio fatto caso!
La trama é simile!! O SANTO CIELO!!!
L'ho scritta talmente di getto che non ho collegato le due storie!
Sono sconvolta....
E mi scuso, tento sempre di non rispolverare vecchie trame.
Sono i 30 anni Chiara... sono quelli che mi fottono! Vado a nascondermi paperbag1

Non è vero, hai fatto bene a chiamarla Rialzarsi. ed è tutt'altra cosa rispetto all'altra storia, ma quale trama e trama, questa è totalmente diversa! :soppracciglio:
La mia era solo una battuta. :lol: :lol:
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 13/9/2013, 18:52) 
Non è vero, hai fatto bene a chiamarla Rialzarsi. ed è tutt'altra cosa rispetto all'altra storia, ma quale trama e trama, questa è totalmente diversa! :soppracciglio:
La mia era solo una battuta. :lol: :lol:

Eh no invece! Sono simili.

In entrambe Ron nuore. Hermione é sconvolta e Piton l'aiuta. In questa l'aiuta meno ma é pur sempre un aiuto.
E poi si innamorano.
Ed entrambe la storia finisce a letto dopo aver fatto l'amore.


Rimedierò con altre trame! ;)
 
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view post Posted on 14/9/2013, 21:03
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Visto che avevo un po' di tempo prima di dedicarmi ad un altro impegno, continuo nell'impresa di mettermi in pari con Ida :woot: visto che poi avrò sempre meno tempo -_-


#21 – Chiaro di Luna

Trovo che in questa storia ci sia un qualcosa di più del “semplice” regalo che Elyn fa a Severus nel donarle una stanza tutta sua dove può far vagare la vista, ma ci leggo proprio la metafora di una rinascita, la rinascita di un uomo che torna alla vita, torna a vedere la luce dopo un’intera esistenza passata nell’oscurità, immerso tra le ombre.
Invece adesso può vedere il sole, può sentire l’aria fresca, può farsi accarezzare da quella luna che gli sussurra di un amore che è pronto a sbocciare tra i suoi raggi.
E la fine, poi, è bellissima, Elyn che è lì, che è sempre lì con lui, e Severus che sussurra il suo nome… che c’è di meglio? ^_^

#22 – Sogno

E finalmente il sogno tanto agognato si realizza, ed è stato molto bello leggerlo, è stato come un profondo e lungo sospiro di sollievo, ma quello che ho adorato di più, lo devo ammettere, è la descrizione iniziale, io adoro la notte e la luna – sono un animale notturno XD – ed è stato come respirarne ogni minuto, come chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalle ombre, che però non sono più le ombre che attanagliano l’animo di Severus, ma soltanto la bellezza del buio che fa rilucere maggiormente il sogno e l’amore.

#23 – Sussurri di futuro

Mi piace il silenzio di questa storia, mi piace che il lettore guarda ma rimane fuori, come se ci fosse una sorta di velo, come se quell’incantesimo fosse stato fatto non solo per gli avventori del San Mungo, ma più ampliamente per tutti coloro che si accostano a questa storia.
È un mutismo assordante il loro, che chi legge può solo sfiorare e non toccare, perché è giusto che quella presa sia solo di Elyn e Severus, sia il loro momento ed è troppo anche guardare, mi sono sentita così, di troppo, nel senso positivo della cosa ovviamente ;)


#24 – Il futuro è già incominciato

Il futuro è veramente iniziato, e in questo capitolo c’è tutto, il passato, il presente e il futuro si condensano in degli abbracci, in un sonno e in un sogno, ormai sereni e felici, illuminati da quella luce che filtra dalla finestra, ma più importante dai raggi che provengono dall’amore di Elyn, dai suoi sentimenti così profondi e sinceri che non sono hanno risvegliato il sonno di una vita, ma sono riusciti a dissipare quelle ombre che l’avevano inghiottita ed ora si fanno vela che la sospingono verso un futuro, un vero futuro.
Ed è ciò che Severus merita più di ogni altra cosa.


#25 – Primi passi

Sono veramente i primi passi verso quel futuro che gli si è aperto davanti, e in questo racconto c’è tutto Severus, la sua tenacia, la sua forza, il suo continuare ad andare avanti passo dopo passo, ed è stato bello e realistico e tremendamente doloroso da leggere perché sono primi passi che mi portano alla mente altri primi passi, ma seppur circondata da questo ricordo, ho letto e sentito una profonda speranza, e ho sorriso anch’io con lui e gioito con Elyn mentre guardava l’uomo che ama rialzarsi da tutto.
Sono stati degli splendidi primi passi, aggiungere altro alle tue parole non servirebbe :)
 
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I ♥ Severus


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Grazie come sempre, Anastasia :wub: , per questi piacevoli (per me) recuperi: giuro, giuro giuro che molto presto ocmincerò a rispondere alle recensioni di tutte voi!

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:41
 
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Ecco il mio sorriso n. 24

n. 24

Titolo: Expecto Patronum
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: Malinconico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: Severus / Lily
Epoca: 6 anno di Severus
Avvertimenti: Missing Moment
Riassunto:
La nascita della cerva d’argento
Parole: 703

Expecto Patronum

La bacchetta tremò nello stretto pugno del giovane mago. La punta si illuminò di azzurro mentre un debole filo di fumo uscì avvolgendogli mano e polso.
Il ragazzo sorrise vittorioso, mentre osservava l’incantesimo prendere forma davanti a lui. Era difficile, di livello avanzato, oltre la portata di molti maghi ben più grandi e potenti di lui e questo non faceva che gonfiare il suo orgoglio e il desiderio di riuscire dove altri avevano fallito.
Si passò la punta della lingua sulle labbra sottili, pregustandosi il successo, la gioia di vedere un patronus, il suo patronus, prendere forma. Una forma vera, corporea e non semplice fumo insignificante.
Ma invece di prendere forma il fumo argento iniziò a dissiparsi fino a lasciare solo un debole bagliore.
Il giovane mago con il serpente cucito sul maglione grigio, si lasciò sfuggire un'imprecazione colorita mentre allentava la presa sulla bacchetta.
Era esausto. Ci stava provando da tutto il pomeriggio, avvolto dalla pietra del sotterraneo, mentre i suoi compagni esultavano al campo di Quidditch per l’ultima partita di campionato.
L'ultimo ricordo felice che aveva usato non era abbastanza forte. Eppure era certo che fosse quello giusto.
Nulla poteva essere più felice del ricordo di sua madre che gli diceva – solo l'estate prima – che suo padre li aveva abbandonati.
Rilesse per la millesima volta la formula, la pronuncia era esatta, la postura pure, perfino la sua concentrazione. Ma il ricordo non era abbastanza potente.
Si sedette su una sedia, pensieroso.
Aveva un altro ricordo da utilizzare e dentro di lui sapeva che quello avrebbe funzionato, ma non voleva usarlo.
Si rifiutava di darle così tanta importanza. Lei che lo aveva abbandonato per un'inezia, per una parola sibilata con stupidità, in una situazione per lui difficile e umiliante.
Lei si era aggrappata a quell'unico errore per mandarlo via, cacciarlo, lasciarlo indietro, vivendo la sua vita con l'odioso Potter.
A dire il vero si era sentito studiato da lei da diverso tempo, era come se fosse alla ricerca di una scusa plausibile per sbarazzarsi dall'amico imbarazzante.
Bene le aveva dato un motivo più che valido.
Aveva deciso di andare avanti, di dimenticarla come Lily aveva fatto con lui.
Se per lei era stato così semplice, perché per lui doveva essere così difficile?
Severus sapeva bene perché era tanto difficile dimenticarla, sradicarla dal suo cuore e dalla sua anima. Fingere che non fosse mai esistita.
Sapeva perché non poteva far a meno di cercala in Sala Grande o in aula quando avevano lezione insieme. O perché il suo cuore mancava un battito quando la sentiva ridere in corridoio, o il dolore che avvertiva in petto quando quella stessa risata aveva origine da Potter.
Era un mago intelligente Severus e sapeva bene cosa legava Lily al suo cuore.
Sospirò e chiuse gli occhi concentrandosi su quell'unico ricordo veramente felice che gli era rimasto. Si alzò e impugnò meglio la bacchetta, mettendosi nella posizione giusta.
Lasciò che il ricordo entrasse in lui.
La piccola spensierata bambina che giocava con lui.
Ricordò i suoi morbidi capelli profumati e il modo in cui brillavano sotto la luce del sole.
Il suo sguardo sempre allegro e solare, quegl’occhi di smeraldo che aveva imparato ad amare ancora prima di capire cosa volesse veramente dire.
Il suo sorriso luminoso capace di dargli pace.
La sua risata spensierata e la sua gioia di vivere.
La morbidezza della sua mano, la sua voce melodiosa.
Si lasciò andare al ricordo, si lasciò andare a lei.
Si lasciò invadere dal ricordo di Lily, della sua Lily, quella stessa bambina che aveva incontrato nel parco giochi.
Lily era il suo ricordo felice.
Non si accorse neppure di sorridere mentre la pensava.
Pronunciò piano l’incantesimo, sussurrando quasi la formula, come se solo una sua parola potesse sporcare l’immacolato ricordo di quella bambina che pendeva dalle sue labbra.
Sentì che c’era riuscito.
Quando aprì gli occhi e vide la cerva fissarlo aumentò il sorriso, vittorioso, felice ed entusiasta.
E mentre fissava l’opalescente animale si rese conto che per quanti sforzi avesse fatto Lily non se ne sarebbe mai andata dal suo cuore.
Era destinato ad amarla per sempre.
E quella triste consapevolezza, quella crudele condanna all’infelicità fece scivolare il sorriso dalle sue labbra.
E la cerva scomparve.
 
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