Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 16/8/2013, 12:50
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I ♥ Severus


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Ho riletto ma, davvero, credo che la sensualità sia negli occhi di chi legge, in questo caso.

Invece, mi è venuto in mente che io avevo appena scritto questo brano quando Cla ha inserito il suo banner per l'estate (questo) e a me era sembrato assolutamente perfetto per "illustrare" questa mia breve storia.


Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:23
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 15/8/2013, 10:41) 
Paure di Leonora


La prima parte di questo capitolo è molto tenera e triste, è tutta giocata sul non detto o il non dicibile. Ci sono le bugie raccontate a fin di bene che strappano a Melusine un sorriso triste, sempre più triste, mentre segue i suoi pensieri e le sue riflessioni, mentre continua a raccontare false verità alla piccina.

Il tema delle false verità diventerà uno dei fulcri dei prossimi capitoli, fino a quando le false verità si accortocceranno su se stesse.
CITAZIONE
La bambina che si avvolge nella coperta fa stringere il cuore, perchè quel gesto simula l'abbraccio che vorrebbe ricevere, l'amore che avrebbe da dare
CITAZIONE
a quell’uomo buono che si ostinava a definirsi un assassino.

Parole dure da digerire per una come me che ama tanto Severus.
Qui addirittura nasce il timore che non potrà arrivare mai a scontare la pena, ma morirà e, conoscendoti, ho provato un fremito...

Quanta scarsa fiducia :P. Il timore c'è comunque e forse tornerà a farsi sentire.
E le parole dure, sono dure anche da scrivere, alcune più di altre.
CITAZIONE
La lettera racconta tutto il mondo di paure e esperienze negative di Judith e il tremito di Severus è più che giustificato. Sei molto brava nello scrivere queste missive infantili, ma piene di sentimenti e parole che si possono leggere facilmente tra le righe. Parole che Severus comprende e che lo preoccupano.

Scriver le lettere mi diverte, anche se alle volte mi complico la vita.

CITAZIONE
Paure che sente di aver provocato, che sente ricadere sulla sua anima, ma poi, all'improvviso, ho visto nelle frasi che hai scritto, aprirsi uno spiraglio, alla fine, nell'ultima frase. Quanto amore potrebbe dare a Judith Severus? Quanta sicurezza? Ormai la luce risplende e per l'uomo piegato dalla sofferenza, per l'assassino che voleva per sè solo odio, nasce la paura di riceverlo davvero.
Complimenti Leonora, l'ultima parte mi ha veramente commossa.

Grazie mille a te, Chiara! Questa luce, questa paura potrebbe essere un primo passo avanti (sempre che Severus non faccia tre passi indietro).
 
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view post Posted on 16/8/2013, 13:42
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CITAZIONE (Ida59 @ 16/8/2013, 13:50) 
Ho riletto ma, davvero, credo che la sensualità sia negli occhi di chi legge, in questo caso.

Invece, mi è venuto in mente che io avevo appena scritto questo brano quando Cla ha inserito il suo banner per l'estate (questo) e a me era sembrato assolutamente perfetto per "illustrare" questa mia breve storia.

Tu l'hai trasmessa, evidentemente fa parte del tuo corredo genetico. :lol: :lol:
Sì, è possibile che sia negli occhi di chi legge (miei nella fattispecie), ma, trascurando la prima parte in cui preparano i bagagli, la descrizione di lui che passeggia con la camicia svolazzante a piedi nudi e con i capelli al vento mi ha -come dire - un po' scosso :P ;)

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:22
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 16/8/2013, 14:42) 
Sì, è possibile che sia negli occhi di chi legge (miei nella fattispecie), ma, trascurando la prima parte in cui preparano i bagagli, la descrizione di lui che passeggia con la camicia svolazzante a piedi nudi e con i capelli al vento mi ha -come dire - un po' scosso :P ;)

Aaah... ecco, hai "visto" Severus mezzo nudo sulla spiaggia e non hai capito più nulla... :lol: :P
Io, invece, ero con Elyn sul terrazzo ad attenderlo... per la notte! ;) :D


Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:24
 
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Continuo con le storie di Ida.

#11 – Maschera infranta

Quando la maschera s’infrange, la vera vita esce potente e la felicità ormai è ad un passo dall’essere afferrata, e il sorriso, semplice e sottovalutato gesto, è la scintilla che innesca la miccia, e corre, corre fino a far saltare quel muro impenetrabile che ha diviso Severus dalla vera vita felice.
Non posso che essere contenta che questa maschera sia infine esplosa, e il sorriso di Severus è non solo un sorriso a quella donna che lo ama – e che forse anche lui ama –, ma è un sorriso a quella seconda possibilità che la vita gli ha concesso e che non va sprecata, è un sorriso di consapevolezza che anche lui può essere finalmente felice perché merita di essere felice.

CITAZIONE
Non era il sorriso colmo d’affetto impaurito di una madre che ingannava il marito sulla vera e magica natura del figlio.
Non era il sorriso ingenuo e straripante d’entusiasmo di una bimba che scopriva l’esaltante magia del suo futuro.
Non era nemmeno il sorriso sereno e pacato di un vecchio cui aveva imparato a voler bene come ad un padre.

Mi sono piaciute molto queste tre frasi: poche semplici parole così colme di significato, a raccontare tre importanti affetti nella vita di Severus.


#12 – Sorriso tra le lacrime

CITAZIONE
Voleva ricominciare a vivere dopo tutti gli anni trascorsi nella gelida e silenziosa tomba che era il suo sotterraneo.
Voleva vivere, per bearsi del sorriso colmo d’amore e di perdono di Elyn.
Voleva vivere, per sorriderle, proprio come stava facendo in quel momento, come faceva ormai da giorni, mente il suo cuore si liberava dalle pesanti catene della solitudine abbracciata per punire le sue colpe.

Quei tre “voleva” sono la cosa migliore che si possa leggere, perché il volere è qualcosa di molto potente, e Severus non aveva mai voluto tutto questo, invece adesso sì, e questo è assolutamente meraviglioso, e il sorriso non è solo del mago o di Elyn, ma è anche di chi legge, lungo e costantemente lì ad incurvare le labbra.
E altrettanto belle sono le lacrime di sollievo, le lacrime di felicità e le lacrime d’amore che non fanno altro che rendere più luminoso il sorriso di Elyn.
E la vita di Severus.


#13 – Bella

Molto divertente questa flash, immaginarsi Severus in preda ad un tremendo imbarazzo non ha assolutamente prezzo :lol: e troppo carina lei che gioca spudoratamente con il mago facendolo vergognare ancora di più.
Altro che impertinente, Elyn è, come si dice dalle mie parti, gajarda! :D
Perdonami, ma al momento non mi veniva aggettivo migliore e più serio :P

#14 – Angelo del perdono

Amore e Perdono, due parole così difficili per chiunque, ma tremendamente “impossibili” per Severus, per un uomo che per lunghi ed interminabili anni non ha fatto altro che chiudersi al mondo, rinunciare alla vita e alla felicità, perché semplicemente pensava di non meritare nulla di tutto ciò, tantomeno l’amore e il perdono, due sentimenti così alti e importanti, da risultare quasi stonati accostati al suo nome.
E invece l’amore e il perdono sono lì, nel caldo di un sorriso, pronti ad abbracciarlo ancora e ancora e finalmente, come mai era stato abbracciato.
Beh, bellissimo, frantumata questa serie di scogli si spalanca il mare aperto.


#15 – Capricci

Sì, dai, Elyn è veramente gajarda, mi piace molto come gioca senza il minimo pudore con il povero Severus che è in preda altro che hai capricci di un normale paziente :lol:
Mi piacciono questi intermezzi più leggeri e da commedia, ha ragione Elyn, lo rendono adorabilmente umano, e poi immaginarsi tutta la scena è un assoluto spasso :lol:
Povero Severus :lol:


Ok, al prossimo turno di 5 :D
 
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view post Posted on 16/8/2013, 18:16
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I ♥ Severus


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Per ora leggo i vostri commenti alle mie storie, gongolo e ringrazio: appena possibile risponderò andando in ordine cronologico di storia.
E riprenderò anche a recensire, promesso.


Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:24
 
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kijoka
view post Posted on 17/8/2013, 17:27




Con moltissimo ritardo, procedo coi commenti.
Questa volta tocca ad Alaide.

Nr.6

Trio in sei movimenti
3. Andante


Molto bello questo piccolo racconto che, nel suo essere solo un frammento di un disegno più grande, include una chiara sensazione di finitezza. Severus non ha più interesse, nelle persone a lui estranee men che meno, ma non riesce ad essere scostante con una persona che, è più che evidente, in quel momento sta peggio di lui.
Chissà se si è chiesto se quella donna lo conoscesse, chissà se si è chiesto quale fosse il motivo che la portava a rivolgergli la parola... ma forse sto anticipando, devo continuare a seguire il filo della storia e le mie mille domande avranno una risposta. Mi è molto piaciuta l'atmosfera che hai creato e come in un secondo l'hai trasformata.
Prima tranquilla e rilassata, poi e in un attimo, l'hai proposta con occhi nuovi:tetra ed in attesa di un qualcosa di tragico.
Con poche parole hai fatto virare l'attenzione da Severus alla donna che, forse in questo momento ha problemi più importanti dei suoi, eppure sorride.

Nr. 7

Trio in sei movimenti
4. Andante moderato




Ti ammiro moltissimo per come sai dipingere dei quadri, quando scrivi. Leggendo mi sembra di vedere i personaggi muoversi in un'opera di Monet, del Tiziano. So che forse è solo un mio vedere le cose nel modo sbagliato, ma la sensazione che ne traggo è sempre questa.
Con poche parole hai dato a chi legge una vivida sensazione di quanto la vita sia fugace: il vento. Le folate che accarezzano le parole del libro e sembrano portarle via, così il tempo sembra rubare momenti preziosi a quella donna, che sa che morirà e cerca di trovare una continuazione di abitudini nel breve tempo che le rimane.
Ed è anche profondamente drammatica quella sua richiesta. Come se non ci fosse nessun altro di cui si può fidare, in quel luogo, se non colui che è in assoluto il colpevole.
Drammatico e bellissimo perché quella nuova vita che sboccia e che lei gli affida potrebbe muovere colui che sembra immobile verso una nuova vita.


Nr.8

Trio in sei movimenti
5. Allegro



Davvero bellissimo questo dialogo tra due persone così lontane tra loro. Un dialogo fatto di semplicità e di verità. La verità che Severus non ha mai potuto dire sembra lo porti verso una disarmante e quasi cruda sincerità nei riguardi di una bimba che non sa. Eppure quella bimba accetta e riconosce nelle parole dell'uomo, quasi sconosciuto, una sicurezza e una stabilità che finisce con il sentirsi protetta, nonostante l'uomo stesso non la protegga dalla dura realtà che la mamma presto non ci sarà più.
Altre pagine piene di tenerezza e speranza, nonostante la vicinanza a quella tragedia imminente.
Un rapporto delicato, basato sulla fiducia.
Fiducia tra due anime che non potrebbero essere più diverse,ma che forse sono state accomunate dalla ricerca della verità.

Nr.9

Trio in sei movimenti

6. Lento maestoso

Non ti nascondo che ero ansiosa di vedere la fine!
Ti ringrazio di non aver deluso le mie aspettative e di aver chiuso la storia nel modo in cui io continuavo a sperare.
Anche l'epilogo della storia è dolce e lento, come un'onda leggera del mare sul quale la Maison sur la Mer si affaccia.
Sembra per un momento che tutto l'universo sia immobile e che Severus ne sia il centro.
Solo l'arrivo della piccola Emma dà movimento alla scena.
CITAZIONE
...forse perché nessuno credeva, giustamente, che l’innocente potesse stare accanto al colpevole.

Ho trovato questa frase realmente splendida. L'accostamento non avviene sono nelle parole, ma nella mente di chi legge passa in un momento la vita di Severus e la si paragona quasi senza accorgersene alla vita della bimba, piccola e innocente.
Anche i colori sono contrastanti, lucente e solare la bimba (anche se profondamente triste per la pesante perdita), mentre cupo e scuro l'uomo accanto... bellissimo!
Il dialogo sulla partenza di Severus mi ha spezzato il cuore.
Mi sono subito immedesimata nella piccola che si sente abbandonata, oltre che dalla madre, anche dall'unico punto fisso che evidentemente era quell'uomo scuro e solitario.
Speravo tantissimo nel fatto che la bimba facesse quella domanda, che trovasse il coraggio per mostrare quando l'uomo scuro fosse riuscito ad entrarle nel cuore, senza finzioni o sotterfugi, solo con la sua triste presenza.
E quando la domanda arriva io mi sento bene, anche se ho ancora paura della risposta di Severus...
Una piccola domanda che accende di altre domande la mente di Severus, domande che potrebbero portare adu un epilogo molto diverso...,ma tu Alaide non mi hai deluso e mi hai aperto la mente ad una miriade di possibilità e, la più importante è che, in questo modo, le due persone più sole di quella casa di sono regalate a vicenda un futuro, insieme.

A presto!
Ki

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:24
 
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kijoka
view post Posted on 17/8/2013, 22:36




Commento storia di Alaide

Nr.10
Ciaccona per violino solo


Una storia piena di consapevole amarezza, ma aperta da un momento dolcissimo e pieno di speranza.
Che bella idea hai avuto!
Mi sono ritrovata in quell'insegnante così speciale, in grado di guardare oltre le apparenze e di comprendere, con una sensibilità fuori del comune, di cosa avesse davvero bisogno quel bimbo solitario.
Senza saperlo la supplente ha regalato uno dei pochi momenti positivi, e importantissimi proprio per questo, nella vita di Severus.
Quanta tenerezza vedere la situazione con quel Severus bimbo sperduto...
Non ho potuto fermarmi a quello perché mi hai fatta subito precipitare nel presente e nella lettura disincantata che il Piton adulto fa di quell'episodio della sua infanzia.
Quanta amarezza pensare che tutta quella fiducia riposta in lui dall'insegnante sarebbe potuta diventare poi solo disprezzo e timore...
Però il regalo più bello a Severus l'ha fatto l'autrice della storia: quello di inserire un nuovo momento felice, seppur breve, nella vita solitaria del Severus adulto.
Ki

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:24
 
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kijoka
view post Posted on 18/8/2013, 21:55




Nr.31

Autore/data: Kijoka – 18 agosto 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Un incontro importante.
Parole/pagine: 1.316/3.



Una stella nel cielo


("There is a star in the sky
Guiding my way with its light
And in the glow of the moon
Know my deliverance will come soon"
Waiting for the night
Depeche mode - Violator - 1990)

Il rosso rubino m’invade la mente.
L'anello al suo indice brilla di luce propria.
La stanza rimbomba della voce fredda come una spada affilata.
- Uccidi!
Nego con la testa, dapprima lievemente, poi con sempre più decisione, senza interrompere il contatto visivo.
- Io lo esigo! Te lo ordino!
Gli occhi profondi e gelidi restano ancorati ai miei.
Occhi da predatore. ma non sarò io la preda, non oggi.
- No. - Ribadisco con calma glaciale. - Non lo farò. Nessuno può costringermi più a togliere una vita.
Guardo il pugnale d'argento nella mia mano e, con un gesto sicuro, lo lancio lontano, tornando a fissare il volto immoto del mio antico padrone.
Rapidissimo mi raggiunge e m’immobilizza con un gesto della bacchetta. Poi la mano ossuta e gelida mi artiglia la gola, affondando le unghie nella tenera carne alla base della mascella.
- Tu obbedirai... sì, lo farai...
La voce roca sibila sul mio volto il suo comando, con alito putrido.
Ora ho solo i suoi occhi nella mia mente, pupille enormi divenute brillanti rubini accesi.
Mi divincolo utilizzando ogni mezzo e con tutta la mia forza.
Mi manca l'aria e la presa sul collo è ferma, stretta e rovente.
Apro la bocca per rispondere, ma non ne esce un solo suono.
D'un tratto sento una forza incredibile nascermi dentro, l'adrenalina prende a far scorrere più veloce il sangue.
Con un gesto inaspettato e violento spingo il Signore Oscuro lontano da me, facendolo rotolare lontano.
Ma la trachea è chiusa, il respiro non si apre e i polmoni rimangono senz'aria. Spalanco la bocca per riuscire a respirare e avvicino la mano alla gola.
Sento del liquido caldo scorrere tra le mie dita.
Lascio la presa e guardo la mano: il palmo è rosso scarlatto, gronda il sangue che mi sta inzuppando la camicia candida...
Un urlo senza voce mi inonda la mente.
Poi sento.
Percepisco un sentimento potente e leggero, colmo di sicurezza e serenità.
La forza sta tornando in me e provo a muovere una mano.
Le dita carezzano una pelle fresca e morbida.
I polmoni pompano aria e l'incubo, in un momento, è solo un ricordo.
La sensazione di calda appartenenza che mi ritrovo dentro mi aiuta a sostenere la fatica di aprire gli occhi.
La stanza è calma e immersa nella fioca luce notturna, la lucentezza opaca proveniente dalla luna quasi piena, che fa capolino dallo spazio aperto del vano della finestra.
E' una notte luminosa e limpida. Le stelle sembrano così vicine che potrei afferrarne una solo tendendo la mano.
La mano...
Abbasso lo sguardo.
Ecco dunque chi mi sta aiutando.
Il profumo fresco, della creatura addormentata accanto a me, fa crescere d'improvviso un'ondata di tenerezza nel petto.
Ecco chi è riuscita a strapparmi dall'incubo, ecco chi ha colmato il mio cuore di speranza permettendomi di guardare al passato con il sufficiente distacco.
Una profonda gratitudine mi colma il petto.
Lei dorme.
Il viso chiaro rivolto verso di me e il respiro regolare.
Sembra stanca, ma il sorriso appena accennato che è posato sulle labbra rosee e carnose, sembra riportare ad un presente pieno di domani.
Le lunghe ciglia vibrano seguendo il movimento lento delle palpebre chiuse e la sua mano stringe più forte la mia.
Che strana sensazione… di cosa si tratta?
Un sentimento adulto e coinvolgente trova posto in me.
Non sono io. Deve provenire per forza da questa donna.
Eppure riesco a riconoscerlo, è diverso.
Un ricordo affiora come dalla nebbia del tempo, ma non ne è trascorso molto.
Stavo precipitando, schiacciato dai troppi, terribili ricordi.
Il rimorso graffiava forte il cuore e la speranza era lontana.
Ora ne sono certo: mi conduce, mi scorta, mi difende.
E' lei quella sensazione che occupa i miei pensieri quando dovrei provare dolore. E' lei che ferma il sangue della mia ferita con tocchi lievi, sicuri e mi dona sollievo. E' lei che mi porta attraverso i miei ricordi come una guida esperta ed è sempre lei che mi sta insegnando a sperare.
Davvero sono io ad avere questi pensieri?
Un spontaneo sorriso mi nasce dentro.
Mi sento così debole che forse anche le certezze vacillano, ma so che la donna addormentata accanto a me ha un ruolo importante in tutto questo.
Ciò che trovo ancor più strano è l’istintivo affidamento che sento nei suoi confronti. Non la conosco nemmeno: come faccio a fidarmi di un'estranea?
Ma se ciò che vagamente ricordo è vero, è stata lei a salvarmi e le devo, se non incondizionata fiducia, almeno riconoscenza.
Stasera mi sento meglio.
Oltre ad essere riuscito ad aprire gli occhi e a mettere a fuoco ciò che mi circonda, riesco ad avere anche qualche momento di reale discernimento.
Il sonno dell’incoscienza sembra lontano, anche se so che non è così.
Perché la mia mente continua a spingere i miei occhi su questi lineamenti sconosciuti?
Il viso ha un'armonia particolare, potrei dire che è bella...
Queste considerazioni da adolescente non mi si addicono per nulla, evidentemente non ho ancora ripreso completamente il controllo!
Strani pensieri, come ricordi, si aggirano nella mia mente.
Chiudo gli occhi.
Sento ciò che prova quando entra in me, anche se non capisco ancora come questo succeda.
Magia.
Con certezza si tratta di questo: incantesimi che mi permettono di testare con la mia anima ciò che un'altra persona sente.
Sentimenti ignoti e conosciuti, diversi e sempre uguali, rielaborati da altre esperienze, mi attraversano e fuggono lontano, lasciando scie lucenti che s'incuneano negli anfratti più bui, illuminandoli di nuove sensazioni.
Ricordo un oceano sterminato, tranquillo e senza tempo.
Nella lieve carezza di un soffio di vento mi trovo stretto in un abbraccio dolcissimo, mentre ascolto parole d'amore che non riesco a pensare possano essere a me dedicate.
Mi sento a casa, al sicuro.
Mi sento compreso, perfino amato, e finalmente le labbra riescono a stirarsi appena in un breve e fugace sorriso.
E’ questa la sensazione che mi ha permesso di raccogliere ogni briciolo di volontà nella mia mente e di aprire gli occhi.
Lo faccio di nuovo e torno a socchiudere le palpebre. Ancora fisso lo sguardo su quel viso abbandonato al sonno, di fronte a me, vicinissimo.
Stringo appena la mano che riposa nella mia, con quel poco di forza che riesco a trovare.
Grazie, sconosciuta.
Non era mia intenzione continuare a vivere, ma tu hai testardamente voluto che lo facessi.
Adesso sento solo la mia volontà di ringraziarti per questo.
E' strano, ma è come se io avessi sempre avuto un vuoto nel mio cuore, quasi un abisso senza fondo che tentava ogni giorno di risucchiarmi.
Tu hai colmato quel vuoto, hai saputo trovare il modo per procurarmi un senso per proseguire.
Sai ancora adesso tracciarmi la via.
Come la Stella Polare per naviganti, sei la mia stella più brillante nel cielo notturno, la luce che guida i miei passi e illumina il mio sentiero.
Grazie.
Non so nemmeno il tuo nome e conosco così bene il tuo cuore…
Attento, Severus! Già una volta hai frainteso scopi e sentimenti…
Eppure qui, con lei, non posso farlo: sento quanto lei sente, non ho modo di travisare ciò che mi attraversa il cuore. Non riconosco come mio questo sentimento potente e pieno di positività.
Non potrei dare un nome a quel che nel suo cuore si agita: non l’ho mai provato, non in questo modo.
I lunghi capelli corvini scivolano sulla mia mano, setosi, mentre lei si muove piano.
Ho dentro di me emozioni mai provate, che premono con violenza per vedere la luce.
Tu, senza alcuna pretesa, senza parole mi hai regalato un futuro.
Torno a guardare il soffuso chiarore della Luna che si affaccia nel riquadro della finestra.
Appena poco più lontano una piccola stella le fa compagnia, insieme spiccano sul velluto trasparente della notte scura.
Sembrano esortare al sogno, alla fiducia, alla speranza.
Ora lo so: domani il sole sorgerà, di nuovo.
Desidero esserci per contemplarlo.

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:25
 
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Una stella nel cielo di Ki

Un incubo fa da introduzione, un incubo assoluto e straniante. Forte e vivida la negazione di Severus, assassino per caso, no, lui non ucciderà più a costo di qualunque sacrificio, anche della stessa vita.
Il male contrasta con la serenità, con la vita, con il respiro calmo della notte e della persona che è vicina a Severus, e tutto ha il sapore della pace infinita e del sollievo che coglie chi riesce ad uscire dall'incubo. Nel caso di Severus un incubo vissuto, temuto e rinnegato. Ma si sa che la mente fa brutti scherzi, mentre si sogna, tutte le più nascoste paure emergono e solo il risveglio può consolarci.
Chi non ha provato queste emozioni umanissime e comuni?
Chi sei, benedetta sconosciuta, tu che porti certezza e sicurezza a Severus?
Forse sei la stella che brilla accanto alla luna? E' quello il tuo mondo? E' lì che abiti?
Ma il mago ti trova accanto a sè e sorride al sollievo che ha ricevuto.
Sorride!
Grazie, Monica, per il bellissimo e commovente sorriso che nasce dalle labbra sottili.
Complimenti anche per la descrizione della notte e del cielo, ho pensato di poterlo vedere, mentre ti leggevo.
Brava.

Edited by chiara53 - 27/8/2013, 07:56
 
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view post Posted on 21/8/2013, 09:12

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Ecco a voi il sorriso n. 33 di Leonora. :)

***

Autore/data: Alaide – 23 - 28 giugno 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Si rese conto di desiderare vedere in quelle righe il suo sorriso affettuoso, quel sorriso che si era negato per tanto tempo.
Il sorriso di una figlia al proprio padre.
Nota: il capitolo segue il modello epistolare di Corrispondenza estiva. Mancano però molte delle lettere tra Severus e Judith.
La storia è il continuo di Paura
Parole: 787

Sinfonie
9. Sinfonia in re maggiore op 2, n°3
Primo movimento. Consapevolezza



23 ottobre 2000
Caro Severus,
ho parlato con Melusine, dopo aver ricevuto la tua ultima lettera. C'è un momento come quello che descrivi tu.
Quando canto nel coro dell'orfanotrofio, non ho paura e non mi importa di essere lontana dalla porta.
Ecco, mi sento al sicuro, anche se non così tanto come quando penso a te, a quella volta quando è venuta mancare la luce all'ospedale.
Ti voglio bene,
Judith

Non c'era un sorriso affettuoso in quella lettera, ma unicamente preoccupazione ed insicurezza. Il direttore dell'orfanotrofio doveva essere un imbecille per non capire il disagio che la sua decisione poteva creare in una bambina come Judith.
Per un breve istante si chiese se non avesse commesso un errore irreparabile, quando aveva deciso di denunciarsi.
Ma fu un pensiero che Severus scacciò rapidamente dalla mente.
Un assassino meritava unicamente la prigione.
Eppure, per quanto credesse fermamente nella necessità di quella punizione, non riusciva ad evitarsi di pensare di aver abbandonato la bambina, della quale meritava sempre meno il sorriso, anche quello preoccupato e teso di quella lettera.
L'aveva lasciata sola.
E alla fine avrebbe meritato giustamente il suo odio.
Tra qualche tempo.
Ma era quello un pensiero che non diminuiva ciò che sapeva di dover fare, ciò che voleva fare. In un modo o nell'altro, con i mezzi di cui disponeva in quel momento, avrebbe aiutato Judith.



Lione, 5 novembre 2000
Judith,
la prima volta che ti ritroverai a cantare in coro, concentrati sulle sensazioni che provi in quel momento. Se lo ritieni necessario, parlane con la signorina Fairchild.
Quando avrai ben chiaro questo, pensa a queste sensazioni prima di andare a letto. Non pensare a nient'altro, ma unicamente a quello.
Poi fai la stessa cosa a scuola.

La bambina rilesse più volte la lettera, cercando di comprendere al meglio quello che le consigliava.
L'unica cosa che riusciva a capire era che era una cosa difficile.
Comunque fosse, un sorriso le si disegnò sulle labbra, un sorriso affettuoso, colmo della certezza che quelle indicazioni sarebbero state utilissime.
Avrebbe fatto leggere la lettera a Melusine. Per il momento avrebbe continuato a comportarsi come nei giorni precedenti.
Avrebbe portato con sé una lettera di Severus, nascosta nel suo astuccio, in modo da avere meno paura.
Poi, nei giorni a seguire, avrebbe seguito i consigli dell'uomo e avrebbe fatto di tutto perché lui fosse orgoglioso dei suoi progressi.



12 gennaio 2001
Caro Severus,
ormai prima di andare a letto è diventato facilissimo fare quello che mi hai chiesto. Quando sono a a scuola è però decisamente più difficile. All'inizio riesco, ma poi la paura torna. Allora provo a pensarci di nuovo, al coro e alla sicurezza che ho sempre provato con te, ma non riesce quasi mai.
Gli altri bambini mi guardano sempre strano, anche se forse un po' meno di prima.
Quello che non riesco a fare è parlare con loro.
Però credo che le cose siano migliori rispetto a prima. Durante le prime ore, per lo meno.
Ho trovato anche un modo per tranquillizzarmi, quando la paura diventa troppa.
Sogno di vederti entrare nella classe perché sei venuto a portarmi via, al sicuro.
Per sempre.
Ti voglio tanto bene,
Judith

Severus si sentì quasi travolgere dall'affetto della bambina e, per un istante, contemplò l'immagine che Judith evocava per calmarsi.
Un'immagine che si disintegrò contro la realtà. Egli non avrebbe più visto la bambina.
Ne avrebbe letto, per qualche tempo ancora, le lettere, poi la verità avrebbe distrutto quel sorriso affettuoso e fiducioso.
Ed allora, la solitudine estrema avrebbe fatto a brandelli la sua anima, sommersa dalle sue colpe imperdonabili.
Tutto sarebbe stato distrutto, per lasciare spazio unicamente all'espiazione, al senso si colpa, all'impossibilità di trovare il perdono.
Ogni minimo barlume sarebbe stato annientato.
Com'era giusto che fosse.
Ma come non era più certo di volere che fosse.
Come non era più certo che gli fosse necessario l'odio della bambina ed il disprezzo della signorina Fairchild.
Si rese conto, in quel momento, di aver sempre atteso con muta trepidazione, una trepidazione che aveva sapientemente celato a se stesso le lettere di Judith.
Si rese conto di desiderare vedere in quelle righe il suo sorriso affettuoso, quel sorriso che si era negato per tanto tempo.
Il sorriso di una figlia al proprio padre.
Tentò di provare disgusto a quel pensiero. Egli non era il padre di Judith.
Eppure avrebbe voluto esserlo.
Sentì la bile montargli in gola.
Un sorriso tirato, colmo di amarezza, per ciò che egli stesso aveva distrutto ed avrebbe distrutto, gli comparve sulle labbra.
Non meritava quell'affetto.
Ma non poteva evitarsi di desiderarlo e di desiderare la luce che portava nella sua vita desolata.
E non poteva evitare di provare quell'affetto.
L'affetto di un padre per la figlia.
 
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Ed eccoci finalmente arrivati alla tanto sospirata "Notte d'amore" di Severus.

N. 33

Titolo: Notte d’amore
Autore/data: Ida59 – 18 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: VM14 (ma mooolto blando)
Genere: introspettivo, romantico, erotico
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Una notte d’amore, lunga e intensa, per rendere indimenticabile il sogno che dischiude il futuro. È il seguito di “La casa sulla scogliera”.
Parole/pagine: 1235/3



Notte d’amore




La luna piena di nuovo argentava il cielo, proprio come nella notte in cui Severus aveva rivelato il suo amore alla maga, un mese prima. I candidi raggi inondavano la stanza irradiando una luce di sogno che illuminava i due corpi strettamente congiunti sul letto.
Finalmente Elyn era avvolta tra le sue braccia frementi, la pelle calda e morbida ad accarezzare la sua, ardente di desiderio. Il mago continuava a baciarla e accarezzarla, sempre più intimamente, con le labbra, con le mani, con la sua virile eccitazione, quasi incapace di lasciarsi andare ed amarla fino in fondo. Stava impazzendo di desiderio e voleva continuare a desiderarla, fino ad annegare in quella sconosciuta voluttà di sogno, sprofondando sempre di più in lei, gli occhi neri che scintillavano illuminati dalla luna e dal sorriso che non lasciava mai le sue labbra sottili languidamente dischiuse.
Era la prima volta che faceva l’amore… con amore, con desiderio, con passione, con dolce e ardente bramosia, con devota ed innamorata dedizione. Con la donna che amava, la maga che aveva saputo comprendere ed accettare il suo passato e perdonarlo, la donna che col suo sorriso d’amore lo aveva guarito dentro, liberandolo dalle spire delle sue colpe e rompendo i vincoli del rimorso che gli impediva di vivere.
Erano lontani, ormai sepolti nella nebbia densa e scura della memoria, i ricordi delle poche volte in cui, giovane Mangiamorte, aveva posseduto una donna. O, forse, era più corretto dire che era stato posseduto da lei: bella e spregiudicata nell’esperienza dei suoi quasi dieci anni in più; vestita solo della conoscenza di arcani sortilegi e dei lunghi capelli neri che come serpenti avvolgevano il suo corpo sinuoso; smaniosa e vogliosa solo di approfittare del suo giovane e prestante corpo dal quale esigeva piacere ed elargiva oscuro sapere . Non c’era mai stato amore, solo lo sfogo di un istinto animale, del fisiologico bisogno di un giovane uomo nel pieno delle forze. Di un ragazzo che voleva dimenticare amati occhi verdi e morbidi capelli rossi che erano diventati per sempre di un altro. Di un giovane disperato che aveva cercato di sostituire l’amore con il sapere e il potere.
Niente amore, in quegli amplessi dimenticati, e solo un’inutile e sbiadita imitazione del piacere intenso che ora provava anche solo desiderando Elyn. Sì, il suo corpo l’aveva desiderata per mesi, fin da quando era ancora immobilizzato nel letto del San Mungo, incapace di muoversi e di parlare; l’aveva desiderata ancor prima che la mente si rassegnasse ad accettare l’ineluttabile verità ben conosciuta, invece, dal suo cuore: la Guaritrice, con il suo sorriso colmo d’amore e di perdono, aveva ormai preso il posto che per tanti lunghi anni era stato di Lily. Al posto della sofferenza che l’aveva attanagliato con rimorsi e rimpianti, ora nel cuore del mago c’era solo un’immensa felicità che si rifletteva negli occhi neri e nel suo sorriso.
Per quattro interminabili settimane le loro notti al San Mungo erano state fatte di baci, carezze e desiderio, il suo corpo ancora troppo debole per amarla fino in fondo con la passione che divampava rovente nel suo cuore, ma con tutte le necessarie forze per desiderarla con virile impeto. Aveva a lungo assaporato a fondo il piacere sottile e bruciante del desiderio e della voluttuosa attesa, che mai aveva conosciuto prima, guardandola dolcemente negli occhi e stringendola a sé, proprio come stava facendo in quel momento. Con rispettoso amore aveva imparato a conoscere il corpo della maga nei minimi particolari, millimetro per millimetro, progressivamente, avvinti pelle a pelle durante le tiepide notti di luglio; con carezze e baci delicati, che da casti si facevano ardenti, aveva saputo regalare ad Elyn il piacere che, in fondo, ancora si stava negando.
Per continuare a punirsi? Perché ancora non credeva di meritarlo?
Severus sorrise a se stesso, continuando a muoversi con ardente passione nel corpo di Elyn.
No, non più. Solo per essere perfetto per lei, indimenticabile, in questa notte di sogno in cui aveva scritto a lungo l’amore sulla pelle di Elyn, con le sue carezze, i suoi baci e le salate lacrime del suo eccitato desiderio.
Per lei, solo per lei, per l’amore che la Guaritrice gli aveva donato, nato nell’atroce sofferenza dei suoi primi giorni di ricovero al San Mungo; solo tre mesi prima nel tempo reale, ma una vita intera per il suo cuore, non più imprigionato tra le colpe del passato ed ora finalmente libero di amare. Era stata Elyn che l’aveva sciolto da quelle soffocanti catene; aveva visto tutto il suo tremendo passato, le colpe, i rimorsi, i rimpianti e tutta la sua interminabile sofferenza scorrere nell’abisso senza fondo dei suoi occhi neri sbarrati nell’ avvelenato delirio febbrile indotto dal morso che gli aveva squarciato il collo, mentre il mago voleva solo morire rincorrendo l’oblio di perduti occhi verdi.
La Guaritrice aveva visto, aveva sofferto, aveva compreso e, infine, aveva amato. Lui, il Mangiamorte, l’ignobile assassino, il mago che odiava e disprezzava se stesso, l’uomo che aveva distrutto il proprio futuro rinunciando poi a vivere per espiare imperdonabili colpe.
Ma Elyn quel futuro aveva saputo ricostruirlo: poco per volta, con il suo sorriso dolce e bello; piano piano, con la voce che accarezzava le sillabe severe del suo nome ripetute con amore mentre con dita tremanti gli sfiorava piano le labbra facendolo rabbrividire d’un delicato piacere mai provato; con il suo incredibile perdono, che giorno per giorno leniva la sua povera anima lacerata dalle colpe guarendolo dalle ferite che le sue scelte sbagliate gli avevano procurato, molto più gravi di quella ancora sanguinante infertagli da Nagini.
Così l’amore di Elyn, il suo sorriso e il suo perdono lo avevano richiamato in vita strappando via i legami con il passato, permettendogli finalmente di vivere nel presente e sperare nel futuro. Un futuro felice e pieno d’amore. Sì, anche per lui, Severus Piton, un mago un tempo caduto nell’oscurità, che a fatica ne era uscito e l’aveva combattuta con coraggio, ogni giorno rischiando la vita per espiare le sue colpe alla ricerca di un perdono che credeva irraggiungibile, ma che infine aveva trovato, nei chiari e sorridenti occhi nocciola di Elyn che in quel momento risplendevano nel chiarore lunare, ebbri del piacere che le stava donando con i suoi movimenti, sempre più profondi e intensi.
Il mago, ora, non voleva più pensare: non ci riusciva più; il desiderio s’era fatto impellente, incontrollabile, impossibile da trattenere ancora. Sprofondò un’ultima volta in lei, con impetuosa passione: il riflesso ambrato delle iridi di Elyn gli raccontava le nere fiamme che ardevano nei suoi occhi insieme al sorriso che regnava sulle sue labbra sottili, mai stanche di baciarla.
Con un lancinante spasimo di piacere si riversò in lei, intensi e ripetuti zampilli di godimento che rendevano più intenso quello più volte offerto con devota e instancabile dedizione alla sua donna nella loro prima, interminabile notte d’amore.
Lentamente scese sulle labbra di Elyn a sfiorarle in un sussurro ardente che ancora ripeteva il suo amore, prima di baciarla di nuovo con passione, ancora muovendosi in lei per acuire gli ultimi rivoli di piacere.
Il mare mormorava dolcemente sugli scogli e la luna risplendeva nel cielo, nero velo trapunto di brillanti, mentre Severus stringeva a sé la più bella delle stelle, immensamente felice, un meraviglioso sorriso adagiato sulle labbra socchiuse che ancora le sussurravano il suo amore.

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:25
 
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Notte d’amore di Ida


La luna impicciona illumina l’abbraccio tanto desiderato dai lettori tra Severus ed Elyn.
Delicatezza, desiderio e passione sono vive e palpitanti.
Mi è piaciuto molto, moltissimo lui, che gode dell’attesa che assapora il desiderio prima di viverlo

CITAZIONE
Stava impazzendo di desiderio e voleva continuare a desiderarla.
.......
Aveva a lungo assaporato a fondo il piacere sottile e bruciante del desiderio e della voluttuosa attesa, che mai aveva conosciuto prima,

Perché è la prima vera volta che Severus prova cosa significa amare con la mente, col cuore e con il corpo, una triade inscindibile e diversa dallo sfogo puramente fisico che aveva imparato e quasi subito.
Severus è stato usato anche in quello nel più nero periodo della sua vita.

CITAZIONE
O, forse, era più corretto dire che era stato posseduto da lei: bella e spregiudicata nell’esperienza dei suoi quasi dieci anni in più;



Un passo che mi ha colpito, perché tante volte ho immaginato che la vita da Mangiamorte contemplasse anche l’uso dell’amore come arte sottile di ricatto.

Invece Severus è sincerità e amore generoso e nobile, è l’uomo capace di amare anche senza ricevere nulla in cambio, Severus è l’uomo dell’amore totale e incondizionato: è l’amore di Elyn che lo riporta alla vita completamente e per sempre.
Ida è stata molto brava a descrivere, con giri di parole ed emozionanti perifrasi, la notte d’amore che sancisce la rinascita anche fisica di Severus.
E ci riesce (Ida) fino alla conclusione. Ho apprezzato la delicatezza delle parole usate e ho immaginato con quanta fatica siano state cercate e avvicinate l’una all’altra a comporre il sorriso più felice di Severus.
Grazie!
 
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view post Posted on 22/8/2013, 08:38
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CITAZIONE (chiara53 @ 22/8/2013, 08:29) 
Ida è stata molto brava a descrivere, con giri di parole ed emozionanti perifrasi, la notte d’amore che sancisce la rinascita anche fisica di Severus.
E ci riesce (Ida) fino alla conclusione. Ho apprezzato la delicatezza delle parole usate e ho immaginato con quanta fatica siano state cercate e avvicinate l’una all’altra a comporre il sorriso più felice di Severus.

Sì, ammetto che è stato più difficile del solito scrivere la scena d'amore, perchè non volevo assolutamente andare sul campo del VM, per cui ho dovuto prenderla da una prospettiva un po' particolare, facendo in modo che solo per chi conosce bene le cose fosse chiaro ciò che sta realmente avvenendo, mentre ho cercato di fare in modo che il resto dei lettori sprofondasse nei pensieri di Severus astraendosi dalla realtà. Spero d'esserci riuscita abbastanza bene.

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:26
 
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Consapevolezza di Leonora

Ho gioito nel trovare tra le righe un Severus più umano. Meno autolesionista, ma sempre convinto di dover patire le pene dell’inferno per le azioni che ha compiuto.
Ora ne è certo: Judith gli vuole bene, un bene sentito e scritto nelle lettere e neanche Severus può sottrarsi all’affetto incondizionato di una bambina. Qualcosa si muove anche in lui. La lettera di Severus profuma di insegnamenti preziosi, di protettività e anche di un filo di rimpianto per non poter stare vicino alla bimba.

Commovente Judith che tiene con sé la lettera per farsi coraggio come un baluardo, uno scudo contro il mondo e la lettera successiva è ancora più bella.
CITAZIONE
Ho trovato anche un modo per tranquillizzarmi, quando la paura diventa troppa.
Sogno di vederti entrare nella classe perché sei venuto a portarmi via, al sicuro.


E’ allora che Severus torna ancora una volta umano e desidera una cosa umanissima: essere un padre, ciò è irraggiungibile, ma è stato bellissimo lo svolgersi dei suoi pensieri lasciati liberi per un battito di ciglia.
Questi ultimi capitoli sono veramente emozionanti, complimenti Leonora.
 
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852 replies since 9/1/2013, 00:09   15299 views
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