Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 27/7/2013, 16:46
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I ♥ Severus


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Solo oggi sono riuacita a leggere, con un pochino di calma, i vostri bellissimi commenti; lieta che abbiate particolarmente gradito l'accoppiata con Minerva: doveva essere una sola storia, ma i due èersonaggi hanno preteso molto più spazio e ho dovuto per forza accontentarli...

Prometto di rispondere a tutti quanti, ma mi ci vorrà del tempo e non so se riuscirò a farlo quando sarò al mare, perchè credo che dormirò moltissimissimo per recuperare tutta l'attuale stanchezza.
Ma lo farò, statene certe. Intanto, vi ringrazio.

EDIT -
Be' gli ultimi commenti di Anastasia li vedo solo ora, ovviamente, e mi ci fiondo subito, ringraziandola moltissimo visto che sta facendo uno strabiliante recupero... e ha voluto onorarmi cominciando proprio dalle mie storie.


Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:09
 
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view post Posted on 30/7/2013, 09:51
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n. 20

Titolo: Porcospino
Autore:
Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating:Per tutti
Genere: Romantico
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: Hermione / Severus
Epoca: Epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:

- Prima di uscire come una furia dal mio ufficio mi hai paragonato ad un porcospino.
- Perché è quello che sei! – rispose Hermione gesticolando incontrollata - Ti chiudi a riccio e quando qualcuno vuole aiutarti lo pungi con le tue spine.


Nota 1:
Questa one shot si collega ad una raccolta che sto già scrivendo e che perfezionerò in vacanza.
Per voi sarà assurdo ma in questa storia praticamente vi svelo il finale della raccolta. Questo perché il finale di per sé è importante fino ad un certo punto. Non è la meta, ma il percorso quello su cui sto cercando di basare le storie.
E’ scritta in modo un po’ strano, con salti temporali dal presente al passato che, in effetti, potranno mandare in confusione fino alla fine.
Tutto è, comunque, voluto. XD
Nota 2:
Questa è l’ultima storia che posto prima delle ferie. L’ultimo mese tra i casini lavoro/famiglia e il caldo ho scritto poco, spero di rifarmi al mare.
Vi auguro, quindi, buone, buonissime vacanze!
E che Severus sia sempre nei vostri sogni e sorrisi!

Parole: 1378

Porcospino

Hermione camminava in cerchio nel salotto della sua casa.
Avevano litigato.
Di nuovo.
Ormai non facevano altro da giorni e la cosa iniziava ad infastidirla.
A volte i loro battibecchi erano solo un violento preliminare, fare l’amore dopo un litigio era sempre dannatamente eccitante. Lui era passionale, focoso e sfogava tutta la sua rabbia sul suo corpo, facendola sua in un modo tale che la sorprendeva ogni singola volta.
Un paio di volte lo aveva istigato di proposito.
Ma in quegli ultimi giorni era diverso.
Severus era nervoso e suscettibile. Lo capiva, a dire il vero, sapeva che nei giorni che precedevano l’anniversario della morte di Silente era sempre agitato e più terribile del solito, ma questa volta era diverso.
C’era qualcosa che lo turbava, che lo preoccupava e, nonostante tutto quello che era successo tra di loro, non voleva confidarsi. Così si limitava a mugugnare qualcosa, chiudersi nel suo guscio nero impedendole di entrare. Impedendo a chiunque di entrare.
L’aveva sopportato per giorni interi, poi era scoppiata.
Avevano urlato nella presidenza. I Presidi alle pareti si erano tappati le orecchie. Perfino Silente li aveva fissati stupito ed incredulo.
Non si sarebbe stupita se le loro grida si fossero sentite fino ad Hogsmeade.
Quell’ultima lite poteva essere la fine della loro relazione.
Sbuffò e percorse il salotto con più veemenza imprecando mentalmente.
L'apertura della porta di casa bloccò ogni sua maledizione. Si fermò osservando trucemente il suo compagno entrare in casa.
- Non si usa più bussare? - domandò irritata incrociando le braccia al petto.
Il mago chiuse la porta lanciandole un’occhiataccia.
- Vuoi lanciarmi addosso degli uccelli? - chiese ironico ignorando la domanda.
- Stai attento Severu Piton, - lo minacciò lei puntandogli un dito – potrei lanciarti qualcosa di più pesante di uno stormo di canarini.
- Dobbiamo parlare. - disse lui fermo davanti alla porta di casa.
- Io non voglio parlare.
- Prima di uscire come una furia dal mio ufficio mi hai paragonato ad un porcospino.
- Perché è quello che sei! – rispose Hermione gesticolando incontrollata - Ti chiudi a riccio e quando qualcuno vuole aiutarti lo pungi con le tue spine.
Il mago si limitò a sollevare un sopracciglio sottile.
- Vattene, Severus! Vai a sfogare il tuo malumore e il tuo cinismo da qualche altra parte.
- Vuoi consumare il pavimento del salotto e lanciarmi silenziosi insulti?
- Sì!
- Non te lo permetterò.
- Tu non me lo permetterai? - urlò la strega furiosa. Un paio di libri tremarono pericolosamente sulla libreria – Tu non puoi darmi ordini. Non sono più una tua studentessa. Non lo sono più da anni.
Per un attimo le sembrò che Severus avesse fatto un passo indietro, come se fosse spaventato dalla sua rabbia. Ma Severus Piton non si faceva spaventare da nulla, neppure dalla sua donna furiosa.
Come a dare conferma dei suoi pensieri, si avvicinò al divano. Hermione lo seguì, ma non si sedette. Sapeva che la vicinanza a lui poteva essere pericolosa.
- Non ho usato le parole giuste, né qui né nel mio ufficio. - fece lui sedendosi sul cuscino nel centro – Mi dispiace.
Una scusa da Severus poteva valere oro, ma non bastava per chetare la sua rabbia.
- Non basta. - gli disse fissandolo, tenendo sempre le braccia incrociate.
- Lo so. - rispose l’altro appoggiando la testa sullo schienale e chiudendo gli occhi.
Sembrava vulnerabile, come se stesse combattendo una battaglia interiore.
Battaglia a lei preclusa.
- So come sei e ti accetto per questo, ho accettato il tuo carattere testardo il giorno in cui ho ammesso di amarti e non ti vorrei diverso, ma ti stai isolando da giorni. Non mi dici quello che hai, non mi permetti di aiutarti. So che si avvicina quella data, ma…
- Non c'entra Albus. - ammise il mago – E, questa volta, non puoi aiutarmi.
- Vuoi lasciarmi, Severus? - gli domandò a bruciapelo con un groppo in gola.
Piton sollevò la testa di scatto e la fissò.
- No. - disse quell'unica sillaba con decisione e seriamente. L'anima e il cuore di Hermione tirarono un sospiro di sollievo.
- Allora dimmi cosa c'è.
- Non sono bravo con le parole. Specialmente quando c'è di mezzo una donna. Le cose si complicano se amo quella donna.
Severus non le diceva mai che l'amava, glielo dimostrava tutti i giorni questo sì, ma non c'era mai stata una dichiarazione vera e propria. Ogni volta che vedeva Harry e Ginny scambiarsi delicate effusioni davanti a tutti – compreso un Severus sempre più schifato – sentiva una lieve invidia. Avrebbe voluto anche solo sfiorargli una mano davanti a tutti, ma lui non glielo permetteva. Era sempre rigido, in disparte e bisbetico quando era circondato dalle teste rosse Weasley.
In fin dei conti le andava bene così, quando quelle lunghe e chiassose serate finivano Severus la sorprendeva con baci mozzafiato nel momento in cui erano soli, una volta l’aveva spinta nel capanno degli attrezzi di Arthur incapace di aspettare fino a Hogsmeade.
Hermione non poté reprimere un lieve sorriso felice.
- Non uso le parole giuste. - continuò lui, nella sua voce c’era ancora un lieve senso di colpa per il passato. Un passato così distante da sembrare un’altra vita. La vita di qualcun altro.
Sporca mezzosangue.
La strega strinse i pugni, con il passare degli anni aveva imparato ad amare Severus in ogni sfumatura e più lo amava, più si era ritrovata a portare rancore per la madre di Harry. Lily l'aveva reso insicuro del proprio cuore e della propria anima.
Proprio come in quel momento.
- Io non sono Lily, Severus.
Vide le labbra sottili di lui – quelle labbra sottili che amava anche più dei suoi occhi scuri e profondi e delle sue perfette mani – incurvarsi in un sorriso.
- Questo lo so, Hermione. - la fissò di nuovo e la donna si sentì tremare dentro – Tu mi hai salvato.
- Ti sei salvato da solo.
- Ma tu mi hai dato una scelta.
- A quanto pare non basta per avere la tua fiducia. – non avrebbe voluto dirlo, ma era troppo in collera. E quando era arrabbiata diceva sempre cose superflue.
- La fiducia non c'entra.
La strega sbuffò.
- Non pensare alle parole. – gli disse – Dimmelo e basta.
Il mago non le aveva tolto gli occhi di dosso per un momento, era rimasto seduto sul suo divano. Una macchia nera sul sofà color crema.
Si fissarono negli occhi per lunghi minuti silenziosi.
Fu Piton il primo a parlare.
- Sposami.
Hermione sgranò gli occhi, sentì le gambe cedergli e il corpo formicolare dalla testa ai piedi.
Sposami.
Le stava chiedendo di sposarlo? Lui. Severus Piton.
Non poteva essere vero.
- Non puoi parlare sul serio. – balbettò incredula.
Senza più dire nulla Severus prese una scatoletta dalla tasca interna del mantello, l’aprì e l’appoggiò sul tavolino basso davanti al divano.
Hermione spostò diverse volte lo sguardo dall’oggetto sul tavolo al volto del suo uomo.
- Oh Godric, Helena, Tosca e Salazar…- mormorò sedendosi, anzi forse era meglio dire sprofondando pesantemente, accanto al suo compagno – parli sul serio.
Allungò tremante una mano verso la scatoletta.
- E’ bellissimo, Severus.
Restò in silenzio fissando l’anello nella sua custodia, intimorita anche al solo pensiero di sfiorarlo con le dita. Non aveva mai pensato a loro due come a marito e moglie, non c’era un motivo specifico, semplicemente non ci aveva mai pensato. Non era mai stata una di quelle donne che programmano la loro vita sul matrimonio. Lei aveva sempre avuto dei sogni tutti suoi, sogni che erano andati a farsi benedire un pomeriggio nella Stamberga Strillante.
Ma quel pomeriggio le aveva portato Severus e, tutto sommato, le cose erano andate meglio del previsto.
Certo c’erano state lacrime. Amarezza. Litigi e altre lacrime. Ma, decisamente, ne era valsa la pena.
Sentì la mano di Severus spostarle un boccolo dietro l’orecchio, sentì il suo calore sulla pelle e, ancora prima che parlasse, il suo alito caldo sul collo.
- Allora… - le sussurrò piano facendola rabbrividire – vuoi diventare la signora porcospino?
Hermione ridacchiò continuando ad osservare l’anello, sentendo la punta della lingua di lui tracciare una leggera scia sulla sua pelle.
- Sì. – sospirò spostando la testa di lato dandogli più spazio e più pelle da assaporare – io amo i porcospini.

Fine

Nota 3:
Non ho scritto la descrizione dell’anello perché voglio lasciare a voi la libertà di immaginarlo. D’oro, d’argento, di platino, con i diamanti, gli smeraldi, pietre nere… libertà di fantasia!
Personalmente vado molto sul semplice: montatura di platino con un diamante solitario. Semplice e delicato, lo trovo perfetto per una donna come Hermione.
 
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view post Posted on 30/7/2013, 17:14
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Elly non importa il prima o il dopo, spero di leggere presto il durante.
p.s. la pietra è un diamante nero... per me :lol:
Buone vacanze e grazie per questo gioiello delizioso, solo tu sei capace di pensare a situazioni contorte così e tirare fuori un coniglio dal cappello!
Complimenti. :wub:
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 30/7/2013, 18:14) 
Elly non importa il prima o il dopo, spero di leggere presto il durante.
p.s. la pietra è un diamante nero... per me :lol:
Buone vacanze e grazie per questo gioiello delizioso, solo tu sei capace di pensare a situazioni contorte così e tirare fuori un coniglio dal cappello!
Complimenti. :wub:

Grazie! Sono felice che ti sia piaciuta!

Perché contorte? :shifty: :shifty: :shifty: :shifty: :shifty:
Loro due sono così semplici!!!! :wacko: :wacko: :wacko: :wacko:
Mi faranno diventrare matti, più della mia bestiacciolina.
 
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Autore/data: Alaide – 14-16 giugno 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Ed in quella consapevolezza aleggiava un sorriso affettuoso, il sorriso di una figlia che scriveva al padre lontano.
Nota: La storia è il continuo di Disillusione
Parole: 1032

Sinfonie.
6. Sinfonia in do minore op 2, n°2.
Secondo movimento. Corrispondenza estiva


15 giugno 2000
Caro signor Piton,
mi dispiace di rispondere in ritardo. Ho avuto la varicella e sono guarita oggi.
Mi dispiace anche che lei deve restare in Francia ancora a lungo. Ma quando sarò grande verrò a trovarla. E allora potremo parlare per molto tempo.
Le voglio bene,
Judith

Un sorriso gentile ed affettuoso.
Ogni parola lo faceva emergere, si disse Severus, mentre teneva in mano quella lettera che aveva seguito di pochi giorni l’ultima visita della signorina Fairchild.
La lettera conteneva un’illusione. Non avrebbe più rivisto la bambina, com’era giusto che fosse. E quando avrebbe letto, tra qualche tempo, una lettera colma d’odio, avrebbe avuto ciò che meritava.
Severus si obbligò ad ignorare il calore che le parole ed il sorriso affettuoso di Judith facevano sorgere nella sua anima.
La sua vita era unicamente destinata alla punizione per le sue colpe e quel pensiero distruggeva qualsiasi pallido barlume di speranza.


Lione 27 giugno 2000
Stai bene ora. Null’altro importa.

La bambina rilesse diverse volte la lettera e sorrise perché il signor Piton era felice che lei fosse guarita dalla varicella.
Lo reputava importante, forse allo stesso modo in cui lei riteneva importante che il signor Piton guarisse e tornasse.
Ed allora sarebbero stati sempre insieme. Di questo era certa.


10 luglio 2000
Caro signor Piton,
ho finito tutti i compiti delle vacanze. Ho fatto con cura quelli di inglese, per poter scriverle senza errori.
Melusine mi sta insegnando a suonare la viola. Voglio diventare bravissima così, quando verrà a casa dalla Francia le suonerò qualcosa.
Le voglio bene,
Judith

V’era una grande sicurezza in quella lettera, una sicurezza riposta in un evento irrealizzabile.
Ed in quella consapevolezza aleggiava un sorriso affettuoso, il sorriso di una figlia che scriveva al padre lontano.
Un sorriso sbagliato perché rivolto a chi il padre l’aveva ucciso.
Eppure non poteva fare a meno di provare un moto d’orgoglio per l’impegno che Judith poneva in ogni cosa che faceva. Era un orgoglio che si riempiva rapidamente di disgusto verso se stesso che ai genitori della bambina aveva tolto la vita.
Non avrebbe nemmeno dovuto immaginare di poter essere orgoglioso di Judith, perché quello era un sentimento riservato a chi aveva fatta il bene della bambina. Un sentimento riservato ai genitori che non erano più, alla signorina Fairchild che era come una nuova madre per Judith, ma non a lui, non all’assassino, non a chi aveva distrutto da tempo qualsiasi possibilità di poter essere padre, anche solo nei suoi pensieri.


Lione 19 luglio 2000
La viola è una buona scelta.

Judith sorrise a quelle parole.
Il signor Piton approvava la sua scelta di accettare la proposta di Melusine che, prima di scegliere la direzione di coro, aveva studiato per sei anni viola, e questo la rendeva colma di orgoglio.
Ed era certo che quando l’avrebbe ascoltata suonare anche Severus sarebbe stato orgoglioso di lei.


25 luglio 2000
Caro signor Piton,
ho imparato le scale di do e sol ed ho fatto diversi esercizi di solfeggio. Melusine dice che sono brava.
Ieri siamo andati a cantare all’ospedale. Mi è dispiaciuto che lei non c’era ed ho provato tristezza a non vederla.
Mi manca tanto.
Judith.

Severus riuscì a sentire il sorriso sconsolato della bambina nelle ultime parole, il sorriso malinconico e triste di chi si attende di vedere qualcuno, anche se sa che non sarà lì. Sentiva il senso di mancanza delle ultima parole.
Aveva fatto soffrire la bambina, ma ne stava, per lo meno, preservando l’innocenza e la stava proteggendo da se stesso, dall’assassino dei suoi genitori.
Aveva fatto soffrire la bambina e gli sembrò che un’altra colpa piombasse su di lui come un macigno.
In ogni modo, finiva col farle del male.
E non importava se, tra le parole di Judith, emergesse un sorriso affettuoso ben più forte della tristezza delle ultima frasi.
Forse avrebbe dovuto distanziarsi dalla bambina, ma sapeva che non era la scelta migliore, non in quel momento. Ci sarebbe stato poi un giorno in cui sarebbe stata Judith a distanziarsi da lui, dall’assassino.
Doveva unicamente trovare le parole giuste per rispondere alla bambina, parole che in quel momento gli sfuggivano.


16 agosto 2000
Caro signor Piton,
è successo qualcosa in Francia? La prego, dica di no. È pasato così tanto tempo da quando le ho spedito la mia letera.
Sono così in pensiero.
Non voglio perdere anche lei.
Judith

Severus sentì il sapore amaro della colpa montargli in gola. Non aveva risposto all’ultima lettera di Judith. Non era riuscito a trovare una risposta adatta e questo aveva portato unicamente sofferenza.
Era stato un codardo.
Era un mostro, un essere abbietto per il quale quella bambina non avrebbe dovuto preoccuparsi.
Ed era ancora più abbietto perché l’affetto di Judith scaldava il gelo della sua anima ed illuminava l’oscurità della sua colpa, per quanto tentasse di soffocare quel calore e quella luce.
La bambina era talmente preoccupata per lui che aveva fatto degli errori di ortografia nella lettera.
Ed egli sentiva la colpa opprimerlo, una nuova colpa, una nuova sofferenza causata da lui.
E seppe che non avrebbe più evitato di rispondere, rimandando all’infinito il giorno per farlo, anche a costo di mettere a nudo parte della propria anima con la bambina, di mettere a nudo l’affetto che, se ne rendeva pienamente conto in quel momento, provava per Judith.


Lione, 19 agosto 2000
Judith,
in Francia non è accaduto nulla.
Non mi perderai.

La bambina piangeva e sorrideva. La lettera del signor Piton le era arrivata in pochissimo tempo, decisamente più alla svelta delle altre.
Ed era un lettera lunga, che la faceva sentire protetta ed amata. Forse non era un caso che la lettera gli fosse arrivata proprio quel giorno d’agosto.
Ma era certa che quella notte, stringendo a sé il plaid e la lettera di Severus, si sarebbe sentita al sicuro.
Un sorriso riconoscente le si disegnò sulle labbra, un sorriso che era certa il signor Piton avrebbe in un qualche modo percepito.
«Non mi perderai.» rilesse a voce alta.
Ed il sorriso si allargò e si caricò d’affetto, di tutto l’affetto che aveva nel suo cuore per quell’uomo silenzioso che le aveva salvato la vita, la notte di tre anni prima.
 
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view post Posted on 31/7/2013, 06:55
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Corrispondenza estiva di Leonora

Commovente e bellissima questa parte della storia.
Sono veramente commossa, le lettere che sei riuscita ad immaginare sono splendide, l'ultima è una resa di Severus ai sentimenti, all'autopunizione ed al dolore.
Forse tutto questo tornerà, ma ora inizio la giornata con le parole di questo capitolo struggente e delicato.
Grazie Leonora.
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 31/7/2013, 07:55) 
Corrispondenza estiva di Leonora

Commovente e bellissima questa parte della storia.
Sono veramente commossa, le lettere che sei riuscita ad immaginare sono splendide, l'ultima è una resa di Severus ai sentimenti, all'autopunizione ed al dolore.
Forse tutto questo tornerà, ma ora inizio la giornata con le parole di questo capitolo struggente e delicato.
Grazie Leonora.

Grazie a te, Chiara!
Le lettere sono sempre la parte più difficile da scrivere e tra i due scriventi è più complesso riuscire ad immaginare la risposta di Severus. L'ultima lettera (quella che giustamente tu definisci lettera di una resa) l'avrò riscritta non so quante volte.
Sono quindi felicissima che le lettere ti siano piaciute! E con essere il capitolo. In futuro ci saranno altri capitoli "epistolari" e sperso di riuscire (o meglio esser riuscita, dato che sono già scritti) a scrivere comme il faut anche quelle lettere future.
 
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view post Posted on 31/7/2013, 21:39
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I ♥ Severus


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N. 30

Titolo: L’offerta
Autore/data: Ida59 – 26 aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: drammatico, introspettivo, romantico
Personaggi: Severus, Personaggio originale, Minerva
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Riscrivere il futuro che una scelta sbagliata aveva distrutto tanti anni prima, sprofondandolo in un abisso senza fine di dolore. È il seguito di “Affetto”.
Parole/pagine: 885/3



L’offerta




- No, non posso! – ribadì di nuovo Severus, secco.
- Perché no? – insistette ancora la Guaritrice, testarda, uno strano sorriso di sfida sulle labbra.
Sorrideva sempre, Elyn: ma come diavolo faceva?
- Lo sai benissimo: dopo quel tremendo anno come Preside dei Mangiamorte, come potrei tornare a Hogwarts? – mormorò, la voce soffocata dal dolore. – Chi mai mi vorrebbe? Come potrei…
- Minerva ti vuole, - ribatté decisa la maga, - ed è sicura che ti vogliano anche studenti e genitori: hai sentito ciò che ti ha detto!
- Non la voglio quella stupida onorificenza! – sbottò Severus. - Non me la…
- Non azzardarti a dire che non meriti l’Ordine di Merlino di Prima Classe! – lo interruppe Elyn, i chiari occhi nocciola che lampeggiavano.
Però sorrideva, sorrideva ancora, con quelle sue bellissime e sensuali labbra.
Il mago non voleva discutere, no, voleva solo baciarla. Subito.
E lei fu tra le sue braccia, come sempre capace di intuire i suoi pensieri anche senza più leggerli nei suoi occhi neri.
La desiderava, tanto, ma sapeva di non avere ancora abbastanza forze per amarla come voleva lui, con tutta la devota e instancabile dedizione del suo amore. Doveva aspettare, ancora: era costretto ad accontentarsi di quei languidi baci appassionati che, il desiderio, sapevano solo farlo aumentare a dismisura…
Chiuse gli occhi e si abbandonò al bacio, dolce e ardente, da togliergli il fiato, da farlo impazzire mentre la stringeva sempre più forte a sé insinuando le dita tra i bottoni del camice verde acido a cercare la serica pelle nuda.
La voleva, sì, la voleva, con tutta la virile esuberanza del suo corpo ritornato alla vita. Ed Elyn lo sapeva, lo sapeva benissimo, e ne approfittava, anche…
A fatica si sciolse dal bacio e, ansante, rimase ad osservarla, sempre stringendola al proprio corpo che urlava di desiderio.
- Accetterai? – sussurrò la maga, il malizioso sorriso sempre sulle labbra invitanti che sapevano di vittoria.
Come poteva dirle di no? Come poteva resistere se nel riflesso delle chiare iridi nocciola vedeva nere fiamme di passione divampare incontrollate nei propri occhi? Come poteva non accontentare la donna che, conoscendo ogni sua più orribile colpa, lo aveva perdonato e lo amava?
Tornò a sfiorarle le labbra, languido:
- Sì, - rispose in un ardente sussurro colmo di voluttà, - sì, adorabile strega, perché non so negarti nulla…
Elyn sorrise vittoriosa, quindi di nuovo gli offrì le labbra, agognato premio della sua capitolazione, e mentre il mago scendeva a lambirle sussurrò:
- Preside…
Il sospiro amaro che gli sfuggì ascoltando la parola, non impedì a Severus di gustare a fondo anche quel secondo, lunghissimo, inebriante bacio che di nuovo lo lasciò senza fiato a rimirare la sua bellissima Elyn che sapeva comprendere ogni suo pensiero. E recondito desiderio.
Preside.
Di nuovo.
Eroe di guerra, Ordine di Merlino, Prima Classe.
Lui, lui che aveva ucciso.
Severus scosse il capo e socchiuse gli occhi per un istante, tremando appena.
A Hogwarts.
Un lungo sospiro uscì dalle sue labbra sottili, colmo dell’amarezza dei ricordi e della sofferenza di un’intera vita: la speranza del futuro di un bimbo, l’illusione d’amore e di potere di un adolescente, la morte del sogno di un giovane uomo.
Era stata la sua casa e la sua prigione. Il sogno e la disillusione. La caduta e la redenzione.
Tutto tra quelle vecchie, possenti mura.
Aveva sognato, aveva amato e aveva lottato. Poi aveva perduto, tutto. Anche la speranza ed il futuro. Ed era tornato a lottare, ad espiare le sue colpe rischiando ogni giorno la vita, senza più cercare alcun futuro ma solo vivendo degli strazianti rimorsi del passato.
Minerva gli aveva offerto la carica di Preside di Hogwarts.
In pratica gliela aveva quasi imposta: diceva di sentirsi vecchia, di non farcela più. E qualcuno doveva pur occuparsi della scuola, qualcuno in cui riponesse fiducia. E lui era l’unico, di cui si fidasse pienamente, in grado di ricoprire quella gravosa carica.
Ma non era così. Mentiva. Mentiva spudoratamente. E la vecchia insegnante non cercava neanche di nascondergli la menzogna, mentre gli sorrideva con affetto, felice di quel figlio creduto perduto ed invece ritrovato.
Minerva aveva voluto regalargli di nuovo un futuro, per farsi perdonare l’odio di cui lo aveva inondato per tutto l’anno precedente.
Severus scosse piano la testa, sempre fissando in silenzio Elyn, lasciando che capisse fino in fondo i suoi pensieri grazie alla sua rara sensibilità di Legilimante, quella che le aveva permesso di scoprire tutto il passato del mago quando era arrivato al San Mungo, delirante di febbre avvelenata dopo il morso di Nagini.
Povera Minerva, senza alcuna colpa…
Tornare a Hogwarts, Preside.
Riscrivere il futuro che una scelta sbagliata aveva distrutto tanti anni prima, sprofondandolo in un abisso senza fine di dolore.
Minerva glielo aveva offerto, accorata, aveva insistito davanti al suo reciso rifiuto, ancora e ancora.
Le labbra di Elyn si stavano aprendo nel suo meraviglioso sorriso, dolce e bello.
Sapeva di avere vinto.
Minerva gli aveva offerto il futuro. Con tutto il suo affetto
Ed Elyn era riuscita a farglielo accettare. Con tutto il suo amore.

Severus dischiuse le labbra nel suo sorriso, dedica di dolce passione per la donna che amava, quindi l’attirò di nuovo tra le braccia, con delicato impeto, e le sfiorò ancora le labbra, tremante di desiderio, sorridendo al futuro:
- Ti amo…

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:09
 
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kijoka
view post Posted on 4/8/2013, 21:43




Nr. 29

Autore/data: Kijoka – 2 agosto 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Albus Silente
Pairing: nessuno
Epoca: Post malandrini
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: Pensieri liberi in un momento difficile
Parole/pagine: 1.554/3.
Note: In questa storia ho dato una mia personalissima versione di fatti e/o personaggi che non vuole essere verità assoluta, ma solo un'opinione.

Per il bene superiore

Il silenzio era di nuovo calato nella stanza.
I presidi nelle cornici erano lentamente tornati al loro solito pisolino tranquillo.
Il vecchio mago si alzò dalla poltrona, dove si era sprofondato pochi momenti prima.
Prese un profondo sospiro e si avvicinò al trespolo, dove Fanny, la Fenice, becchettava tranquilla il suo osso di seppia.
La sensazione era quella di essere quanto mai vecchio.
Ciò che mai avrebbe voluto indovinare era infine accaduto e molte persone stavano già soffrendo.
Il giovane uomo che era appena uscito dal suo ufficio ne era la prova vivente.
Si era impegnato a fondo, e quando era stato quasi sicuro di avercela fatta, scelte non sue avevano inficiato ogni sforzo.
Eppure Albus aveva riflettuto a fondo, e per molto tempo, sulle conseguenze di decisioni che, nel momento in cui erano state prese, sembravano geniali soluzioni.
Si era impegnato a fondo, aveva fatto di tutto per proteggere e nascondere i Potter, ma perché non era riuscito a convincerli a trovare un più affidabile Custode Segreto? Forse non aveva insistito abbastanza...
Oh, via, che senso aveva pensarci adesso?
Ogni cosa si era ormai compiuta.
Benché non fosse affatto sicuro che tutto quanto fosse davvero estraneo all'avverarsi della profezia...
Ora doveva ragionare freddamente e preparare il contrattacco.
Doveva pensare più in grande, pensando al bene comune, al bene superiore.
Doveva relegare in un angolo del cuore e della mente il dolore che lui stesso provava per quelle vite innocenti spezzate.
Non potevano permettersi di abbassare la guardia, dovevano rimanere all'erta per essere pronti!
Ciò che era successo doveva avere un'altra chiave di lettura, che al momento non era chiara alla sua logica, ma non al suo intuito, affinato in anni di pratica.
Sentiva che qualcosa gli sfuggiva nel quadro d’insieme.
Il destino aveva in riserbo qualche altra sorpresa per loro.
Ne era ogni attimo più convinto.
Il piano originale del mago più crudele mai vissuto non poteva essersi, così, compiuto.
Lo sapeva, sentiva dentro di sé che, nonostante l'inspiegabile piega presa dagli eventi, qualcosa ancora eludeva la luce della ragione e si aggirava nel buio dell’ignoto.
Non riusciva a credere che tutto il male del mondo potesse essere svanito in un attimo, senza lasciare traccia di sé.
Aveva abbastanza conoscenze magiche da ritenere più che probabile il fatto che Voldemort sarebbe ricomparso.
A dispetto del sollievo che aveva anche provato, non riusciva ad essere appagato e felice nel pensare che il loro mondo si fosse finalmente liberato da un tale potere malvagio.
C’era una nota stonata, qualcosa cui forse nessuno aveva ora il tempo nemmeno di pensare, qualcosa che avrebbe potuto far tornare l’incubo, presto.
Fanny continuava nel suo rito quotidiano senza degnarlo di un’occhiata.
Prese allora a carezzare con delicatezza le lucide piume color di brace, seguendo più profondamente la corrente dei suoi pensieri.
Quel dolore senza fine, quel pozzo buio dove Severus sembrava essere stato risucchiato, quel non comprendere le parole che gli aveva rivolto, quel lamento straziante, gli erano rimasti nella mente e nel cuore come marchiati a fuoco.
Molti mesi prima, sul colle ventoso, era stato attento a non cadere nella trappola.
Non aveva voluto credergli subito, nonostante gli fosse parso totalmente sincero.
Era rimasto sulla difensiva perché non si fidava. Non era riuscito a credere che quel ragazzo magro, sempre pallido tanto da sembrare malato, e senza alcun tipo di fascino, avesse davvero deciso di dare una svolta così radicale alla sua vita.
Aveva poi potuto appurare quanta verità ci fosse in ciò che gli aveva da allora riferito.
Nel tempo passato insieme ad Hogwarts aveva avuto mille riprove della sincerità del passaggio compiuto da Piton.
Eppure aveva sempre la tentazione di tenerlo d'occhio, quasi non lo sentisse completamente sincero, quasi gli nascondesse sempre qualcosa.
Questo anche perché, per carattere e per partito preso, non dava mai totale fiducia a traditori, da qualsiasi parte essi provenissero.
Piton si era rivelato un ottimo professore, ma il suo distacco e la sua ferrea disciplina non lo facevano entrare nei cuori degli alunni.
Tutti lo temevano, lo tenevano a distanza e Silente era pressoché convinto che questo fosse cercato e ispirato dallo stesso Severus.
Era talmente gelido con il prossimo che lui stesso aveva preso a ritenersi quasi certo che il giovane mago non possedesse nemmeno più un'anima, che avesse abbandonato tutto sotto il dominio del Signore Oscuro.
Allora si era incaponito a cercare di scoprire ciò che si celava dietro quel nero sguardo di ghiaccio.
Nonostante i numerosi sforzi gli sembrava, ogni giorno di più, di non riuscire a scalfire minimamente la dura corazza che proteggeva il vero Severus.
E invece quel giorno qualcosa era cambiato.
Possibile che nonostante i suoi indubbi poteri e il suo innato sesto senso non avesse davvero compreso?
Possibile che quel ragazzo giovane ed inesperto fosse riuscito ad ingannare anche lui? L'amore adolescenziale per la Evans, che gli aveva appena dimostrato quanto fosse diventato adulto, aveva stupito anche lui, che da mesi lavorava fianco a giovane mago.
E non era mai riuscito a leggergli nei pensieri e nel cuore!
Aveva intuito che avesse una grande ed innata propensione verso l’Occlumanzia, lo aveva notato nelle lunghe chiacchierate fatte con lui, senza riuscire a leggere nulla del suo vero io, né con la sincerità, né con gli inganni.
Lo aveva sempre tenuto a distanza, quasi non potesse permettersi di lasciarsi andare.
Ed ora...
Quel dolore era così straziante e autentico!
Forse, in fondo, anche Severus Piton aveva ancora un’anima.
Un'anima che Silente aveva dato per lacerata e persa, si era invece mostrata a lui, in tutta la sua inconsolabile sofferenza.
E poi quella richiesta...
Quasi una supplica, rivolta proprio a lui.
Severus voleva nascondere al mondo ciò che qualsiasi altro avrebbe voluto mostrare.
Chissà cosa si agitava davvero nel fondo di quell'anima che non aveva mai pensato ancora esistesse!
Naturalmente si era prontamente ravveduto e ora riusciva a concepire benissimo che anche quel ragazzo ne avesse una, che non l'avesse persa nel periodo in cui uccideva e terrorizzava.
Adesso riusciva a pensarlo come un uomo e non più come un Mangiamorte, non più come un assassino.
Un uomo che ha guardato negli occhi il Male può avvincere così stretta la vita da continuare ad amare?
Quella manifestazione di profonda angoscia e rimorso testimoniavano un amore, certo.
Forse un amore ancora legato all’egoismo giovanile, ma manifestato da vera disperazione.
Eppure sapeva che quel terribile dolore, di cui poco prima era stato testimone, non sarebbe svanito velocemente.
Perché, a dispetto di ogni sua logica elucubrazione, il giovane mago amava.
Aveva profondamente amato, si era illuso ed ora soffriva.
Conosceva quel dolore, diverso, ma sempre uguale.
Perdere per sempre una persona amata.
Il cuore si strinse in una morsa e i vivaci occhi azzurri tradirono un attimo di debolezza.
Fanny alzò il capo e lo piegò su un lato, quasi a chiedere spiegazioni.
Silente sospirò piano riprendendo a carezzare il capo dell’amica piumata.
Quante volte aveva ripensato al tempo del suo terribile errore, quante volte avrebbe voluto essere così saggio in quel momento da comprendere e rimediare, aggiustare tutto!
Quanto avrebbe voluto poter abbracciare un'ultima volta la bimba che ricordava e domandare uno straziante, quanto tardivo, perdono!
Sia lui che Severus avevano davvero commesso un terribile errore: riporre la loro fiducia in qualcuno che non la meritava affatto.
I risultati erano stati catastrofici. Per entrambi.
Prese a percorrere lo studio a grandi passi.
Dunque c'era qualcosa che curiosamente li accomunava, anche se al solo pensiero un fugace, ironico sorriso, aleggiò sul volto del vecchio mago.
Quanto doveva essere costato a Piton accettare di difendere e proteggere il figlio di un uomo che l’aveva umiliato per anni in mille modi?
Ma aveva dovuto scuoterlo, con affermazioni e provocazioni dure e insensibili.
Doveva portarlo fuori da quell'incubo di dolore trovando una motivazione che potesse spronarlo.
Il suo compito ora era di dargli uno scopo, seppur difficile e pieno d’insidie.
Doveva farlo, nonostante la possibilità che, perseguendo quello scopo, anche Piton avrebbe potuto morire.
In realtà capiva bene quanto quel mago, ancora giovane e senza grossa esperienza, avrebbe potuto essere un formidabile complice e un preparatissimo alleato.
Lo avrebbe aiutato, gli sarebbe stato vicino e avrebbero imparato insieme a costruire nuove difese. Era certo di riuscire a trasformarlo in un fantastico strumento come era sicuro che, negli anni a venire, ne avrebbe avuto disperato bisogno.
Entrambi, per un verso o per l'altro, avrebbero dovuto agire per il bene superiore, per la sicurezza e la felicità del loro mondo, sacrificando ciò che avrebbero dovuto immolare, perfino loro stessi!
Fanny si scosse e, dimenticando l'osso di seppia, piegò il capino sotto l'ala per dormire.
Silente si allontanò verso le piccole ampolle nella teca di vetro.
Era la cosa giusta da fare? Era giusto sacrificare se stessi, persone e affetti profondi sullo stesso altare?
Non avrebbe mai pensato di perdere i Potter...
Non avrebbe mai pensato di comprendere a fondo un dolore non suo, svelato, sincero e reale.
Non avrebbe mai pensato di dover ripercorrere il passato per anticipare l'avvenire.
Si riscosse dagli oscuri pensieri: ora Fanny lo chiamava dal trespolo.
Si riscosse, come sempre quando si metteva a riflettere il tempo volava via.
Sorrise piano alla compagna di tante avventure.
- Tranquilla Fanny. Sto bene. Ora almeno tu dormi un po’. Domani sarà il primo giorno di un nuovo futuro e avremo moltissimo da fare.

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:09
 
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Per il bene superiore di Monica

Questo capitolo della storia mi ha particolarmente colpito: stai compiendo un esame puntuale e introspettivo delle ragioni e dei sentimenti dei vari personaggi e qui il punto di vista non è di Severus, ma di Silente.
La figura di Silente delineata nel capitolo coincide con la mia visione del personaggio, non condivido il suo comportamento ed i suoi pensieri, ma ritengo che lui la pensasse esattamente come tu lo hai descritto.
Il racconto del percorso che Albus attraversa per cominciare a fidarsi davvero di Severus mi è sembrato probabile e narrato in modo realistico: dolorosamente vero.
Silente si guarda dentro, e, per una volta si confronta anche con i suoi di fantasmi, tuttavia anche in questo brano emerge il fine macchinatore, l'uomo del bene superiore che può - all'occorrenza - passare sopra ai sentimenti e agli affetti. In guerra è così purtroppo, e Silente sa che la guerra è solo all'inizio.
Attraverso i pensieri di Silente ho visto lo strazio dell'anima di un giovane Severus, mi hanno toccata le parole che descrivono il suo dolore: tangibile segno della vitalità di un'anima luminosa e presente.
Pochi i sorrisi, Monica, ma sono troppo belli questi brani! Complimenti per la tua sempre gradevole e scorrevole prosa.

Edited by chiara53 - 6/8/2013, 18:02
 
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Sniff sniff... Chiara ha commentato la storia di Monica ma ha saltato la mia... :(

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:10
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 6/8/2013, 20:05) 
Sniff sniff... Chiara ha commentato la storia di Monica ma ha saltato la mia... :(

E qui ti sbagli!

L’offerta di Ida
Questo brano scalda il cuore. E' Il seguito pieno di baci, speranze e ricordi lontani della solitudine e del dolore patiti da Severus.
Ho amato la tenacia di Elyn che, come tutte le donne, riesce ad ottenere dal proprio compagno ciò che vuole. In questo caso è il bene di Severus, così meritato e giusto. Il suo uomo ha diritto al massimo e c'è poco da discutere quando il dialogo si conclude con la promessa di amore e passione! A quel punto ho apprezzato il lato Serpeverde di Elyn: per raggiungere lo scopo qualunque mezzo va bene (e vorrei anche vedere! Visto che fa lo sforzo di baciare appassionatamente Severus. :woot: )
Dolce e materna Minerva che, anche se non è presente fisicamente, lo sono le sue azioni e il suo amore indiscusso per quel suo figlio perduto e miracolosamente ritrovato.
CITAZIONE
Minerva gli aveva offerto il futuro. Con tutto il suo affetto
Ed Elyn era riuscita a farglielo accettare. Con tutto il suo amore.

In queste due frasi c'è, espresso in modo sintetico, tutto il mondo di emozioni che Ida ha raccontato diffusamente lungo questo brano.
Infine un'ultima osservazione, mi commuove sempre e comunque Severus quando pensa ad Hogwarts: casa, affetti, sogni, disperazione e redenzione sono per lui raccolti sotto un'unico tetto e uniti indissolubilmente nel suo cuore. Ho apprezzato molto le frasi che accennano all'emozione che prova Severus nel tornarci da Preside, e, per Merlino, nessuno lo merita più di lui, dico io!
Un capitolo ricco, difficile da commentare con poche frasi, perchè i temi sono tanti e investono sentimenti profondi dei personaggi e del lettore.
Complimenti Ida, ti confermi - come sempre- la Vestale (vedi il capitolo apposito in AC) del cuore di Severus.

p.s. Ma si può sapere cosa vuol combinare quest'uomo, a forza di aspettare e aspettare senza concludere? Gli farai venire un gran mal di testa! :P

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:10
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 7/8/2013, 08:36) 
p.s. Ma si può sapere cosa vuol combinare quest'uomo, a forza di aspettare e aspettare senza concludere? Gli farai venire un gran mal di testa! :P

Ma no, poverino, ancora fa fatica a reggersi in piedi, non ricordi durante l'incontro con Minerva?
Dagli tempo: lunghe vacanze di sogno lo attendono!


Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:10
 
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N. 31

Titolo: Dimissioni
Autore/data: Ida59 – 6/11 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: drammatico, introspettivo, romantico
Personaggi: Severus, Personaggio originale, Ippocrate Smethwyck
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Severus è libero di vivere, finalmente. Ma in quale luogo? È il seguito di “L’offerta”.
Parole/pagine: 1264/3



Dimissioni




Dopo tre mesi di ricovero al San Mungo, il Guaritore Responsabile del Reparto Dai 'Pernicioso' Llewellyn per morsi gravi di Creature magiche all’improvviso decretò che Severus Piton, l’eroe di guerra miracolosamente sopravvissuto al morso di Nagini, fosse infine dimesso.
Ippocrate Smethwyck lo comunicò freddamente in un torrido giorno di fine luglio guardando fisso negli occhi la Guaritrice con cui un tempo aveva accarezzato il progetto di sposarsi, pur se mai gliene aveva accennato. Forse, allontanando il rivale, poteva di nuovo sperare di…
Ma lei non aveva occhi, e raggiante sorriso, che per l’eroe purtroppo sopravvissuto al quale il Guaritore rifilò invece solo un’occhiata cupa, colma di rabbiosa gelosia: come diavolo aveva fatto Elyn, così bella e solare, ad innamorarsi di un uomo dal passato tanto tenebroso e ambiguo?
No, non sarebbe mai riuscito a capirlo.
E quegli idioti del Ministero gli avevano anche conferito l’Ordine di Merlino, Prima Classe.
A un ex-Mangiamorte.
A un assassino.
All’uomo che gli aveva rubato l’amore di Elyn.
Scosse il capo, infastidito dai pensieri della sua sconfitta, indicando le due pergamene sul tavolino:
- Le sue dimissioni, Signor Piton, e la sua onorificenza. – sputò con malagrazia prima di girarsi rigidamente su se stesso ed uscire dalla stanza senza neppure guardarlo in faccia.
Se lo avesse fatto, lo avrebbe visto sorridere.
Severus Piton sorrideva, felice, stringendo tra le braccia la sua Elyn.
- Finalmente fuori di qui! – esclamò la maga esultante. – Finalmente sei libero di vivere!
Il sorriso della Guaritrice era semplicemente radioso mentre si perdeva nei profondi occhi neri del mago.
Severus sospirò appena, celando la sua preoccupazione. Sì, era libero di vivere, adesso, libero di amare la sua Elyn. Ma dove? Le dimissioni erano giunte senza alcun preavviso: in pratica Smethwyck lo stava bellamente sbattendo fuori dall’ospedale… in pigiama!
- Non sono molto presentabile, però. – borbottò accennando a se stesso. – E, a dire il vero, non so neppure dove andare...
Infine il mago emise un lungo sospiro: il problema era quello e tanto valeva ammetterlo subito.
- E, soprattutto, non voglio andare da nessuna parte senza di te!
Sulle labbra di Elyn il sorriso si fece sfolgorante:
- Non avrai mica pensato che ti lasciassi andare via da solo, vero?
Il mago la guardò, titubante; la Guaritrice lavorava lì, al San Mungo: come poteva venirsene via con lui?
- Mai sentito parlare di vacanze, Severus? – domandò Elyn ammiccando, mentre al tocco della sua bacchetta l’anta dell’armadio si aprì rivelando degli abiti. – Avanti, vestiti che ce ne andiamo: abbiamo un meraviglioso mese tutto per noi!

*


A quanto pareva, solo per il mago le dimissioni erano state una sorpresa, attentamente architettata alle sue spalle da Elyn che era svanita in un sorriso per andare a prendere la sua valigia, già pronta.
Severus osservò gli abiti appesi nell’armadio e con compiaciuta sorpresa riconobbe la sua casacca nera, in tutto e per tutto uguale a quella che era solito indossare a Hogwarts, ma in una stoffa più leggera, adatta a temperature molto più calde di quelle scozzesi. Stessa sorte era toccata alla candida camicia, diventata quasi trasparente, e gli attillati pantaloni neri. Solo la leggera sciarpa di seta nera era rimasta invariata, necessaria a proteggere la ferita sul collo.
Il mago sfiorò appena le vesti con la mano dalle lunghe dita sottili lasciandosi sfuggire un sospiro tremante: il passato ancora si annidava nelle pieghe dei tessuti e l’oscurità tenebrosa del mantello appeso a lato ancora cercava di ghermirlo.
Vestendosi pensò che la lotta per fugare le cupe ombre del passato sarebbe stata ancora lunga, e difficile: Elyn, però, sarebbe stata al suo fianco a sostenerlo e confortarlo in ogni istante.
Sollevò lo sguardo e vide il suo riflesso osservarlo dallo specchio sul lato interno dell’anta dell’armadio. Gli abiti erano ancora gli stessi del passato, ma com’era cambiato il mago che li indossava!
Sorrise all’uomo magro del riflesso, allo spaventapasseri che, complici gli abbondanti pasti imposti da Elyn per rinforzare il suo fisico, stava tornando ad assumere l’aria del vecchio pipistrello di un tempo; il mantello di raso sottile scelto dalla maga si dispiegava alle sue spalle: sembravano eleganti ali impalpabili che ondeggiavano leggere nella calda brezza proveniente dalla finestra aperta sul meriggio che si avviava a diventare crepuscolo.
Dove sarebbero andati?
Non vi era nessuno a Hogwarts, in agosto e, in ogni caso, ancora non si sentiva pronto ad affrontare quelle vecchie mura, tanto amate un tempo, poi detestate ed ora addirittura temute: troppo odio cercato ed ottenuto l’anno precedente dal Preside dei Mangiamorte, per potervi tornare adesso a cuor leggero. Sì, è vero, aveva promesso ad Elyn di accettare l’incarico di Preside che Minerva gli aveva praticamente imposto, e avrebbe tenuto fede al suo impegno, come sempre; ma aveva bisogno di tempo, ancora, per affrontare quella parte così importante del suo passato.
Del resto, non voleva neppure condurre Elyn nel triste squallore solitario e privo d’amore di Spinner’s End.
No, troppi brutti ricordi si celavano ancora in quelle stanze polverose, d’un ragazzino non amato, colpevole solo d’essere un mago.
La sua più grande felicità ed il suo immenso orgoglio nello scoprire d’essere dotato di poteri magici come sua madre erano stati funestati dalla rottura di ogni rapporto con suo padre che da quel momento s’era rifiutato d’essere tale, rinnegando il mostro cui aveva dato vita. Poi, in rapida successione, c’era stata la perdita del lavoro: l’uomo che un tempo gli era sembrato onnipotente era crollato su se stesso, sostenuto solo da quella puzzolente bottiglia di scadente liquore che ogni giorno di più gli bruciava le viscere. Gli sarebbe bastato alzare la bacchetta e sarebbe stato alla sua mercé, ma non lo avrebbe fatto per nulla al mondo. Così come anche sua madre non s’era mai difesa in tal modo.
Già, la mamma… Benché lei lo avesse sempre e ripetutamente negato, Severus era ancora convinto che la magia che scorreva potente nel suo sangue fosse stata l’unica e vera causa della fine dell’amore tra i suoi genitori.
Tra le pareti di quella casa, che il Severus adulto avevo invano stipato di libri cercando di tacitarle, risuonavano ancora le urla roca di suo padre, le accuse tremende e gli insulti feroci: quel luogo trasudava della sua colpa d’esistere e d’essere un mago, e per nulla al mondo vi avrebbe portato Elyn.
Osservò di nuovo il riflesso nello specchio odiando quella piega amara che di nuovo le sue labbra avevano assunto al ricordo del passato.
Diede un lungo sospiro e raddrizzò le spalle sfidando se stesso, quindi stirò a fatica le labbra in un sorriso tirato; sbuffò insoddisfatto: poteva far di meglio, lo sapeva.
Elyn meritava di meglio.
Il pensiero della maga compì il difficile incanto: le labbra sottili di Severus si schiusero nel dolce sorriso appassionato che lei tanto amava, mentre gli occhi neri scintillarono pieni d’amore e di fiducia nel futuro, il passato con le sue ombre tristi di nuovo ricacciato in fondo al cuore.
Elyn aveva parlato di vacanze.
Non gli erano mai piaciute le vacanze: da ragazzo significava lasciare il mondo magico per tornare tra le umilianti grida Babbane; da adulto voleva dire lasciare la tranquilla solitudine del castello, inframmezzata dalle serate con Albus e dalle schermaglie con Minerva, per tornare nel tetro e polveroso silenzio di Spinner’s End, la lettura, la solitaria ricerca di libri rari o ingredienti introvabili per le sue pozioni.
No, l’idea delle vacanze non lo aveva mai attratto, ma questa volta…
Il suo doppio, nello specchio, sorrideva.
Era un bel sorriso: ad Elyn sarebbe piaciuto.
Già, perché quelle vacanze sarebbero state diverse, con Elyn: giorni meravigliosi che non avrebbe mai scordato, ne era certo.

Edited by Ida59 - 15/7/2015, 15:11
 
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view post Posted on 7/8/2013, 17:30
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Dimissioni di Ida

Anche Severus ha bisogno di ferie!
Scherzi a parte, la prima parte mi ha fatto sorridere, povero Ippocrate (poi con un nome così...), geloso e arrabbiato, ma con Severus non c'è partita. Ida ci racconta di un primo sorriso alle spalle del Guaritore, è un sorriso motivato dall'abbraccio con Elyn, dalla gioia per la ritrovata libertà, ma, secondo me, qualcosa del vecchio Piton ci deve ancora essere e io ci ho visto anche un sorriso di trionfo con una punta di sarcasmo, Severus ha vinto e peggio per Ippocrate, ben gli sta!

La seconda parte è più introspettiva, è commovente pensare Severus riscoprire se stesso vestendo il suo abito. Dopo tutto quello che è accaduto, i ricordi si affollano ed è normale che sia così, gli basta poco per ripercorrere un passato così recente. Per fortuna lo specchio gli racconta un'altra storia e Elyn non lo lascia abbandonarsi al passato. Niente Hogwarts per ora, casa troppo amata e troppo difficile da affrontare con la sua ampia galleria di ricordi, nell'immediato; niente Spinner's End dove il dolore e il passato sono davvero strazianti: agosto e le prime vere vacanze della sua vita, questo spetta a Severus.
Ho amato molto la descrizione degli sguardi lanciati allo specchio, Severus si scopre uguale e totalmente diverso, ed è così perchè la sua anima è rinata con l'aiuto di Elyn. Mi sono commossa quando Severus si rende conto che, al seguito dei pensieri, è tornata sul volto la piega amara che è stata compagna della sua vita da sempre.
No! non deve essere così, finalmente non lo sarà e, con l'abile aiuto di Ida, Severus sorride, un sorriso bello e nato dal cuore, un sorriso di chi finalmente ha ritrovato la speranza.
CITAZIONE
...le labbra sottili di Severus si schiusero nel dolce sorriso appassionato che lei tanto amava, mentre gli occhi neri scintillarono pieni d’amore e di fiducia nel futuro, il passato con le sue ombre tristi di nuovo ricacciato in fondo al cuore.


Un capitolo collocato temporalmente in modo perfetto, agosto, caldo, vacanze e Severus , cosa si può desiderare di più?
Grazie Ida!
 
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852 replies since 9/1/2013, 00:09   15299 views
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