Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 27/6/2013, 21:02
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (chiara53 @ 27/6/2013, 18:11) 
Mi congratulo con Ida che ha saputo descrivere lo stato d’animo di Severus alla perfezione: è così che si sente chi esce da un tunnel, tremante e felice di mettersi alla prova.
Devo dire che Severus ci mette anche del suo testardo e determinato:
CITAZIONE
Un altro breve passo e arrivò ai piedi del letto. Doveva aggirarlo per raggiungere la finestra dall’altro lato. Scendere dall’altra sponda del letto, già comodamente davanti all’obiettivo, non gli avrebbe dato il gusto della sfida con se stesso.


Anche l’emozione di Elyn è perfettamente vera.
Che gioia vedere il suo uomo finalmente rinato, sorridente e orgoglioso di sé, è un momento indescrivibile, un’emozione che toglie il fiato: la speranza rinasce!

Spaventapasseri? No, grazie, è solo un po’ dimagrito! :rolleyes:
Bello, bello e molto vero.

Grazie! Per i complimenti e per la comprensione della realtà di ciò che ho descritto (che racconta un dolore condiviso, ma anche un obiettivo raggiunto), psicologia di Severus compresa!





14. Terza Giornata. Atto III. Una scelta, di Alaide

Già, e' vana la speranza di Melusine, così come quella di noi lettori, ormai rassegnati che nessun sorriso possa superare la gelida corazza di rimorsi che avvolge Severus nel suo tormento. Perfino Severus s'e' rassegnato che il sorriso di Melusine per lui non si trasformerà mai in odio, ma questo non cambia la sua assoluta determinazione a punirsi per colpe non commesse.
Non si può certo dire che Melusine non abbia perorato con grande passione la causa di Judith, ma anche in lei, ormai, una rassegnata tristezza ha annullato ogni speranza, cosa che da un pezzo e' accaduto anche a me leggendo la storia. Così il sorriso le muore sulle labbra ed io non ho più altre parole da aggiungere e mi limito a sospirare amaramente assistendo alla irreversibile scelta con cui Severus cerca di rovinare in modo definitivo la sua vita. Solo mi sfugge un ultimo, flebile: povero Severus mio adorato!
Sì, avevo immaginato che si autodenunciasse, anche se non ho capito bene in quale modo riesca a far si' che la bimba non venga interrogata, cosa che gli romperebbe le uova nel paniere.
Mi piange il cuore... non tanto per la prigione in sé (non credo che la sua vita cambierà poi molto, e mi auguro che continuino a fargli prendere l'antidolorifico - a rigor di logica, dovrebbero confinarlo li' in ospedale e nulla di sostanziale cambierebbe) ma perché sembra che nessuno sia in grado di aiutarlo. Che dici, in carcere ci sarà un servizio di supporto psicologico? :-p
Così cerca di salvare la bimba da se stesso (tremendo) quando e' lui stesso ad essere la salvezza per Judith: che disastro, Severus, che disastro, e quale tremenda tristezza stringe il mio cuore nel pugno di ferro di questa sadica fanwriter...
Poi, almeno un po' di logica gli e' rimasta: non vuol danneggiare la bimba (già, lui solo deve essere punito...) distruggendo le sue certezze (sono certezze, quelle di Judith, non illusioni; non e' la bimba che sta sbagliando... Ma che lo dico a fare a chi non vuole ascoltare?) sulla bontà di Severus che, invece, si illude (e le sue sì che sono illusioni!) che Judith possa un giorno odiarlo.
L'ultima frase più d'ogni altra e' straziante e, soprattutto, non oso -meglio - non posso permettermi di illudermi che la continuazione della storia possa essere positiva.
Concludo con un lungo sospiro: quanta triste e rassegnata amarezza in questa storia colma di cosi' tanti bei sorrisi...


Errori, di Kijoka

Del problema di OOC sull'amicizia tra Lucius e Severus nata negli anni di scuola (uno solo, visto che Lucius ha 6 anni più di Severus) ti ho già detto, quindi attendo di rileggere la storia modificata.
Su questa versione posso solo dire che e' stato terribile sentire parlare di Severus in termini che non condivido minimamente, che però fanno ben comprendere che lui fin dall'inizio non e' mai stato un 'vero' Mangiamorte: non e' certo il coraggio o le capacità che gli difettano, bensì la volontà di uccidere!
Povero amore mio, quale tragica prova lo attende, ora, per entrare a pieno titolo in quella schiera di assassini!


Intuizione, di Kijoka

Non conosco neppure il nome di questa donna, ma mi piace il suo amore e la sua abnegazione per Severus: sono quindi convinta che avrà tutta la forza necessaria per seguire il suo cuore innamorato nel viaggio negli orrori del passato di Severus. Anche se 'rivivere' e non solo vedere nei suoi ricordi, quei periodi orribili dev'essere davvero tremendo.
Quel breve flash nel passato che si chiude con la domanda della donna ha fatto scattare in me mille domande: ma allora si conoscono? C'era un accordo tra loro? Severus stesso ha organizzato qualche strano incantesimo?
Ma tu rimani del tutto misteriosa e dopo uno squarcio di luce nascondi di nuovo tutto nell'ombra.
Passando al ricordo, certo che dopo la presentazione paurosa della voce, la frase pronunciata da Voldemort nei confronti di Severus è davvero da brividi!
Mi e' piaciuta molto l'interazione che hai creato tra i lampi e gli squarci di luce nell'oscurità del passato di Severus... e il tuono al posto del grido d'orrore!




Tra leggere e recensire le vostre storie, non riesco più a trovare il tempo per scrivere le mie. mi sa che devo assolutamente accorciare i miei commenti...


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 14:02
 
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view post Posted on 28/6/2013, 09:01
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CITAZIONE (Ida59 @ 26/6/2013, 22:18)
Tetralogia - 13. Terza Giornata. Atto II. Affetto, di Alaide

Un momento dolcissimo, grazie a Judith, un raggio di sole che per un attimo raggiunge il cuore di Severus, troppo congelato dai suoi rimorsi, però, per aver speranza di scongelarsi. Cosa mai dovrà fare la bimba per convincerlo? Chi mai potrà obbligare Severus ad ammettere che non riuscire a salvare degli innocenti NON equivale ad ucciderli?

L'autoconvincimento può raggiungere apici terribili, quasi patologici (in effetti Severus è molto vicino alla patologia in questa storia... lo so, sono crudele [riesco ormai a dirmelo da sola]), però Judith in effetti riesce di tanto in tanto a portare qualche piccolo raggio di sole.

CITAZIONE
Povera, piccola Judith che cerca affetto e protezione in braccio all'uomo che l'ha salvata, e dolcissimo Severus ancora una volta a proteggerla, anche se temo che di nuovo se ne andrà via per scontare le sue colpe (ho un pessimo presentimento...).

E fai bene ad avere pessimi presentimenti (però sono nell'ambito del meno peggio come finale di Tetralogia, non di Sinfonie di cui il finale è già stato definito e sul quale non darò indicazioni).


CITAZIONE
Tetralogia - 14. Terza Giornata. Atto III. Una scelta, di Alaid

Già, e' vana la speranza di Melusine, così come quella di noi lettori, ormai rassegnati che nessun sorriso possa superare la gelida corazza di rimorsi che avvolge Severus nel suo tormento. Perfino Severus s'e' rassegnato che il sorriso di Melusine per lui non si trasformerà mai in odio, ma questo non cambia la sua assoluta determinazione a punirsi per colpe non commesse.

Ti assicuro che non è stato affatto facile scrivere questo capitolo (ancor più è stato difficoltoso scrivere Dolore), ma il centro di Tetralogia era, fin da subito (al di là della possibilità di trovare il finale miglore), l'autoconvinzione di Severus, quindi il suo desiderio di punirsi. Ed in contrasto le certezze di Judith.

CITAZIONE
Non si può certo dire che Melusine non abbia perorato con grande passione la causa di Judith, ma anche in lei, ormai, una rassegnata tristezza ha annullato ogni speranza, cosa che da un pezzo e' accaduto anche a me leggendo la storia. Cos il sorriso le muore sulle labbra ed io non ho più altre parole da aggiungere e mi limito a sospirare amaramente assistendo alla irreversibile scelta con cui Severus cerca di rovinare in modo definitivo la sua vita. Solo mi sfugge un ultimo, flebile: povero Severus mio adorato!
Sì, avevo immaginato che si autodenunciasse, anche se non ho capito bene in quale modo riesca a far sì che la bimba non venga interrogata, cosa che gli romperebbe le uova nel paniere.

Melusine non può fare altro che arrendersi di fronte alla scelta di Severus. Per quanto dotata di ottime intenzioni, non è una psicologa (e rispondo in anticipo, nessun supporto psicologico in carcere) e non ha gli strumenti per aiutare in maniera efficacie l'uomo.
Quanto al far modo che la bimba non venga interrogata, Severus costruisce una storia che fornisce automaticamente le risposte che cerca l'ispettore (il quale pone le sue domande. Judith non ha mai detto granché, se non di aver sentito le voci di due persone. Di fronte alla domanda sulle due voci, Severus costruisce una menzogna perfetta, così come dà una spiegazione, ovviamente falsa, della sopravvivenza della bambina). Fuori scena, l'ispettore parla con la psicologa che ha seguito l'interrogatorio di Judith due anni prima, la quale, di fronte alla perfetta menzogna di Severus, dice che non è necessario tormentare la bambina, ma basta usare la testimonianza di Judith agli atti. Mettici anche che l'ispettore è troppo eccitato per la chiusura di un caso insoluto per andare troppo per il sottile. E prendi il tutto come una licenza poetica (nella realtà la bambina sarebbe stata interrogata nuovamente, almeno credo). Severus non fa altro che confermare perfettamente la deposizione di Judith.

CITAZIONE
Mi piange il cuore... non tanto per la prigione in sé (non credo che la sua vita cambierà poi molto, e mi auguro che continuino a fargli prendere l'antidolorifico - a rigor di logica, dovrebbero confinarlo lì in ospedale e nulla di sostanziale cambierebbe) ma perché sembra che nessuno sia in grado di aiutarlo. Che dici, in carcere ci sarà un servizio di supporto psicologico? :-p
Così cerca di salvare la bimba da se stesso (tremendo) quando e' lui stesso ad essere la salvezza per Judith: che disastro, Severus, che disastro, e quale tremenda tristezza stringe il mio cuore nel pugno di ferro di questa sadica fanwriter...

Purtroppo l'autoconvinzione può avere esiti disastrosi. E ti assicuro che la sadica fanwriter non ha avuto vita facile a scrivere un tale disastro. C'è sempre una netta differenza tra il progettare una storia e scriverla. Ma era questo il tema che volevo indagare in Tetralogia. In Sinfonie il centro tematico si sposterà lentamente.

CITAZIONE
Poi, almeno un po' di logica gli e' rimasta: non vuol danneggiare la bimba (già, lui solo deve essere punito...) distruggendo le sue certezze (sono certezze, quelle di Judith, non illusioni; non e' la bimba che sta sbagliando... Ma che lo dico a fare a chi non vuole ascoltare?) sulla bontà di Severus che, invece, si illude (e le sue sì che sono illusioni!) che Judith possa un giorno odiarlo.
L'ultima frase più d'ogni altra e' straziante e, soprattutto, non oso -meglio - non posso permettermi di illudermi che la continuazione della storia possa essere positiva.
Concludo con un lungo sospiro: quanta triste e rassegnata amarezza in questa storia colma di così tanti bei sorrisi...

Il rapporto illusione / certezza è forse più di ogni altro il fulcro centrale della storia.
Sulla continuazione della storia non posso far altro che tacere, ovviamente. L'unica cosa che posso dire è che si allungherà su più anni e conterrà un buon numero di lettere.
Ti ringrazio per la bellissima recensione!
 
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view post Posted on 28/6/2013, 11:29
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CITAZIONE (Alaide @ 28/6/2013, 10:01) 
Il rapporto illusione / certezza è forse più di ogni altro il fulcro centrale della storia.
Sulla continuazione della storia non posso far altro che tacere, ovviamente. L'unica cosa che posso dire è che si allungherà su più anni e conterrà un buon numero di lettere.
Ti ringrazio per la bellissima recensione!

Prego, la storia meritava ampiamente la recensione.
Sulla prossima storia, no, troppo amarezza in questa per permettermi di coltivare ore qualsiasi illusione che, forse, l'ampliamento dell'ambito temporale potrebbe anche far trasparire. Del resto, un Severus che continua a soffrire ritenendosi colpevole fin quando avrà quasi i capelli bianchi, non è proprio il genere di lieto fine che mi piace.
Leggerò e soffrirò in silenzio.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 14:03
 
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CITAZIONE (Ele Snapey @ 27/6/2013, 12:08)
Lascio naturalmente il mio commento al brano postato da Leonora anche da questa parte ;)

Una delle cose che mi sono ripromessa di fare è leggere dal principio questa tua bellissima fiction, che anche in quest'ultima parte intrisa di malinconia ma anche di stupenda tenerezza, mostra da sola di come valga assolutamente la pena di gustarsi in tranquillità l'intera opera. Meravigliosa la risposta epistolare del Signor Piton alla piccola Judith, stringatissima e solo apparentemente brusca e fredda, scevra da qualsiasi forma di sdolcinatezza ma comunque densa di significato, in cui c'è tutto il Severus che amo: un uomo di poche parole ma di molti fatti, dal sapore agro ma dall'essenza dolce, una presenza sicura e indispensabile di cui non si può più fare a meno, così come ha capito la bimba dotata dell'innocente perspicacia che hanno tutti i bimbi.
Judith si accontenta di quelle quattro parole vergate sul foglio, perchè sa perfettamente che in quel caso sono tanto più preziose di una lunga lettera: il signor Piton le ha risposto, e questo basta perchè lei gli vuole bene e gliene vorrà per sempre! Un episodio commovente e delicato, bellissimo come tutto il resto, complimenti Leonora! :wub:

Grazie mille, Ele, per le tue parole (e credo che di malinconia e tenerezza saranno intrisi molti altri capitoli)!
La risposta di Severus mi ha fatta decisamente sudare. Sapevo che rispondeva alla lettera di Judith, ma non sapevo cosa fargli rispondere. Credo di averla riscritta non so quante volte, fino ad arrivare alla versione definitiva che sono felicissima tu abbia apprezzato! Alla fine ho scelto le parole della lettera di risposta, in base anche a Judith, a quello di cui la bambina aveva "bisogno", ma come dici tu a lei basta pochissimo perché vuole bene a Severus.
Ti ringrazio ancora, Ele!

CITAZIONE (chiara53 @ 27/6/2013, 18:28) 
1. Sinfonia in sol minore op.2 n.1
Primo movimento. Corrispondenza
di Leonora


Sapevo che la corrispondenza mi avrebbe commosso più dei dialoghi, quelle poche righe di entrambi, Severus e Judith, contengono tutto un mondo.
So chepoi il buio torna nella cella, so che il corpo di Severus prova dolore, ma una piccola luce si è fatta strada tra quelle ombre e quei rimorsi.

Severus spera nell’odio di Judith e la bimba, invece, stringe al cuore le poche parole vergate da Severus come un dono bellissimo. Teneri entrambi, la tristezza aleggia imperterrita, ma il pensiero di Judith è dolcissimo e colmo di speranza, un piccolo pensiero da bambina:
CITAZIONE
Prima di addormentarsi, con la lettera ben stretta in mano, sorrise con affetto, sperando che, in qualche modo, quel sorriso arrivasse fino in Francia.
Così il signor Piton avrebbe saputo che gli voleva bene.
E che gliene avrebbe voluto sempre.


Capito Severus, SEMPRE!
Grazie Leonora per aver addolcito lo strazio della prima parte, stavolta sono riuscita a piangere, ed è un passo avanti!

Ed io ringrazio te, Chiara, per le tue parole!
Può darsi che prima o poi Severus capisca che Judith gli vuole bene e gliene vorrà sempre (ma non posso promettere nulla).
Le lettere sono state difficili da scrivere (quella di Severus decisamente di più di quella di Judith) e sono felice che siano riuscite a contenere tutto un mondo.
Grazie ancora!
 
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view post Posted on 29/6/2013, 10:47
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CITAZIONE (Ida59 @ 28/6/2013, 12:29) 
Prego, la storia meritava ampiamente la recensione.
Sulla prossima storia, no, troppo amarezza in questa per permettermi di coltivare ore qualsiasi illusione che, forse, l'ampliamento dell'ambito temporale potrebbe anche far trasparire. Del resto, un Severus che continua a soffrire ritenendosi colpevole fin quando avrà quasi i capelli bianchi, non è proprio il genere di lieto fine che mi piace.
Leggerò e soffrirò in silenzio.

Quello detto da te, non è nemmeno il mio genere di lieto fine (il mio genere di lieto fine, è una storia che finisce bene, con una nota leggermente amarognola, ma di certo non è un lieto fine nemmeno per me un Severus che continua a soffrire ritenendosi colpevole fino alla fine della storia).
L'ampiamento temporale si aggira sui sei anni. Di fronte a me (ma ho già deciso, questa volta) ci sono un peggio ed un meglio.

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 14:03
 
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view post Posted on 29/6/2013, 13:10
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CITAZIONE (Alaide @ 29/6/2013, 11:47) 
L'ampiamento temporale si aggira sui sei anni. Di fronte a me (ma ho già deciso, questa volta) ci sono un peggio ed un meglio.

Sob! Non voglio sapere...

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 14:05
 
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kijoka
view post Posted on 30/6/2013, 21:59




Nr.25

Autore/data: Kijoka – 30 giugno 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Riflessioni in guizzi di coscienza
Parole/pagine: 976/2.
Note: In questa storia ho dato una mia personalissima versione di fatti e/o personaggi che non vuole essere verità assoluta, ma solo un'opinione.



Tutto cambia

Sì, l'ho fatto.
E da quel momento sono diventato ciò che tutti pensavano già fossi: una spia.
La mia stessa indole li portava a crederlo: la mia mitezza, l'essere sempre in disparte, la mia mancanza di amicizie.
Sicuramente ebbe la sua parte anche il mio fissarli, studiarli e osservarli senza tregua.
Chissà perché nessuno ha mai pensato che fosse solo timidezza...
La verità era che ero curioso di capire come si potesse vivere una via normale, senza liti e discussioni notturne, senza percosse giornaliere e con tanti amici.
Mi ero promesso, negli anni, di cercare e desiderare per me stesso solo il meglio.
A quell'epoca ero davvero stanco, molto di più: stufo di essere ciò che non ero.
Non volevo più fingere che i compiti assegnati mi rendessero fiero. Non volevo più eseguire senza pensare. Non volevo più essere il braccio senza pietà della magia più oscura.
Quel giorno ho avuto un'occasione e non l'ho sprecata!
Il destino mi ha servito meravigliosa merce di scambio da dietro una porta socchiusa.
Ho sentito ed ascoltato parole senza senso. Mi sembrarono sogni di una donna insignificante e invece percepii qualcosa di speciale.
Quegli strani vagheggiamenti mi colpirono profondamente e compresi quasi subito quale importanza avessero.
Ora possedevo informazioni, certezze in un mare di domande.
Uniche risposte.
Esattamente ciò che mi serviva per uscire dall'incubo, per riorganizzare la mia vita.
Avevo un segreto importante che avrebbe potuto significare affrancarmi dalla schiavitù.
Svelando quanto udito potevo esigere un premio.
Ormai l'avevo capito anch'io: niente si faceva per niente nella mia nuova famiglia.
Perciò quello che avevo udito poteva avere un prezzo alto, altissimo.
Grazie al caso ero in grado di pretendere, avrei potuto guadagnare importanza e chiedere per me stesso dei profondi miglioramenti.
La fiducia che avrei guadagnato mi avrebbe permesso di smettere di uccidere, senza dover ogni volta trovare un inattaccabile sotterfugio.
Magari avrei potuto dedicarmi allo studio, armeggiare con incantesimi e pozioni, che sembravano essere ciò che mi riusciva meglio.
Avrei sicuramente migliorato la mia vita!
Nella mente mi nasce un mezzo sorriso amaro: quale ingenua e ironica mancanza di preveggenza!
Allora ero un altro, diverso, e l'ho fatto.
Senza timore sono andato da colui che teneva in pugno la mia vita e la mia morte e ho raccontato la Profezia.
Ora, oggi, steso in questo letto sconosciuto senza sapere dove esattamente mi trovo, posso confessarlo a me stesso: quel giorno cambiò tutto.
Non solo cambiai io e la mia vita, ma tutta la realtà che mi circondava.
Quella rivelazione modificò la mia posizione, ma anche le vite di persone che allora odiavo e anche di quelle che amavo...
La chiave di volta della mia vita è stata quell'azione in quel giorno.
Riuscii ad ottenere quella che vidi come una promozione: divenni una vera spia.
Presi a dedicarmi a sotterfugi non meno mortali.
Perché non provo nulla nonostante il pugnale rovente del rimorso continui a straziarmi il petto?
Perché riesco ad analizzare ogni cosa senza che il respiro si mozzi e mi senta soffocare, come sempre?
Sono ancora vivo? Sono capace di provare ancora qualcosa, dei sentimenti?
Non molto dopo compresi che nessuna buona azione resta impunita.
Il gesto più avventato della mia vita è stato l'unico che ho fatto solo per me stesso.
L'unica azione completamente egoista che abbia mai concepito, mi ha portato a distruggere ogni parte della mia stessa esistenza.
Nel passato, nel presente e nel futuro.
Eppure...
Nonostante tutto fu proprio quel gesto sconsiderato che mi portò a ragionare, a valutare di tornare sui miei passi.
Tornare al mondo che avevo conosciuto nella mia infanzia e pensare che anch'io avevo una scelta.
Avrei dovuto soffrire quanto mai in vita mia per prendere la decisione che mi avrebbe portato di nuovo dalla parte giusta.
Ricordi di un dolore così profondo che sembrava non potesse avere mai fine.
Quanto ha potuto influenzare il futuro del mio mondo quella decisione di riportare una parziale rivelazione?
Le implicazioni più ampie di quella terribile decisione sono poco importanti per me.
Per le conseguenze legate più direttamente al mio essere... già solo per quelle sono certo di meritare di morire.
E allora perché sono ancora qui?
Cosa faccio in una stanza senza riferimenti e con la mente che prende il sopravvento senza preavviso, quando il dolore mi lascia solo?
Perché non sono morto?
Sento il viso bagnato, ma non ho abbastanza forza né per alzare le palpebre per vedere la mia vergogna, né per sollevare una mano per asciugarlo.
Possono essere lacrime, queste?
Forse sono solo poche gocce di tutto il sangue che ho versato, che è tornato per bagnarmi il viso?
Non merito perdono né vita, perché sono ancora qui?
Il dolore sta tornando e con esso se ne andrà la consapevolezza.
Forse il futuro deve riservarmi altro...
Dei passi fuori dalla porta. Sarà lei?
Riesco ad odiarla... Mi ha condotto a ritroso nel tempo ed ora dov'è?
No, non è odio: so che non mi ha abbandonato perché sento dentro di me una strana, nuova forza che non mi appartiene.
E' lei che torna...
No!
Non posso rivelarle quale mostro io possa essere stato!
Lei è l'unico essere vivente che ha voluto oltrepassare le apparenze, l'unica che riesce a farmi immaginare un domani, lei...
Ho paura di pensarlo e ancor più di sentirlo con il cuore, ma lei è il mio futuro.
Quella donna sconosciuta che mi ha strappato dal veleno di Nagini riesce a donarmi la serenità di pensare di avere una via d'uscita.
Lei, di cui non conosco neanche il nome, è il nuovo amuleto contro la mia anima nera.
Non posso rendere tutto vano mostrandole ciò che ho fatto!
Lei non deve vedere, lei non deve sapere...
Il buco scuro dell'incoscienza è ancora così allettante, ma io non sono un vigliacco!
Sono qui e qui resterò a fronteggiare qualunque situazione: Severus Piton non si arrende!

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 14:05
 
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view post Posted on 1/7/2013, 22:14
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Sono un caso disperato, ma ce la farò a mettermi in pari (ed almeno a rimanerci laddove riesca ad arrivarci).
Riparto con le ultime tre storie di Ida, sperando poi di riuscire a rimettermi in pari con le storie di Monica ed Elly.

Sussuri di futuro
Mi è piaciuta tantissimo l'immagine iniziale con il sole che prende lentamente il posto della luna e quell'abbraccio, quei volti vicini. E soprattutto quel sorriso splendido. Mi è piaciuto tantissimo l'arrivo del sussurro e le parole che definiscono le parole (quelle parole più importanti di sempre):
CITAZIONE
Erano parole che dipingevano il futuro, chiudevano un’epoca di dolore e aprivano la porta su un’altra vita, finalmente felice e piena dell’amore cui sempre aveva anelato, ma cui s’era condannato a rinunciare per espiare le sue imperdonabili colpe.

Un'immagine bellissima ed intensa che arriva direttamente al lettore (ovviamente Severus sta cantando un'aria con una bellissima mezza-voce). Così come arriva direttamente al lettore tutta la parte successiva, il sorriso raggiante di Elyn (che io immagino mezzo-soprano e non chiedermi per quale motivo) ed il nome del mago sulle sue labbra.
CITAZIONE
Tutto ciò che gl’importava era Elyn, il suo sorriso, il suo amore ed il perdono che, insieme alla vita, gli aveva regalato un nuovo futuro in cui anche lui, nonostante tutte le sue colpe passate, poteva finalmente essere felice ed amare.

Bellissimo questo passaggio che contiene così tanto e che, grazie alla tua consueta ottima scelta di parole, riesce a far arrivare ogni singolo moto dell'animo al lettore.
Decisamente interessanti la parte delicata ad Elyn e tutta la parte finale del racconto. Con il futuro, un futuro pacificato e colmo d'amore, che prende (ma già era lì che scalpitava da qualche parte sul palco) pienamente la scena.

Il futuro è già cominciato
L'incipit del racconto mi è veramente piaciuto molto (e devo dire di essere una lettrice che guarda moltissimo all'incipit di una storia) con il sorriso di Elyn, il sorriso dell'amore corrisposto. Mi è piaciuto tantissimo entrare nella mente di Elyn, seguire il suo percorso e guardare con lei Severus. Ed in queste parole:
CITAZIONE
La Guaritrice sapeva che era stato il proprio amore a compiere il miracolo, e la comprensione profonda da cui era nato il perdono.
E il suo sorriso.
Il sorriso che Severus definiva dolce e bello.
Il sorriso colmo d’amore e di perdono.

il lettore entra e riafferra l'essenza di molto di quanto già letto, in quello che si può definire il cantabile di un'aria di Elyn. Bellissime le immagini di tranquillità sul volto di Severus, con una scelta di parole veramente splendida!
La parte successiva mi ha veramente conquistata (tempo di mezzo e cabaletta... o forse è un'aria senza tempo di mezzo o con doppio cantabile). Tutto appare perfettamente naturale nel susseguirsi dei pensieri di Elyn, nel passaggio dal presente al passato per poi tornare al presente e all'amore.
E poi lo stupendo finale con quello scambio di battute che porta al futuro.

Primi passi
La prima cosa che mi è balzata agli occhi scorrendo la storia, prima di leggerla godendomi parola per parola, sono state le parole in corsivo che diventano una vera storia nella storia. O meglio momenti significanti che creano la sottotraccia del racconto.
Mi è piaciuto molto il ritmo con cui procede il racconto (del quale non credo di citare nulla perché altrimenti lo citerei tutto) in quello che diviene in definitiva una sorta di inno alla vita e alla volontà di vivere e di vivere in pienezza accanto ad Elyn (con ritmo da cabaletta e non chiedermi perché).
Mi è piaciuto il realismo con cui hai poi fatto muovere Severus, assolutamente perfetto. E come sempre ho trovato perfetto il modo con il quale pensieri e gesti si concatenano l'uno all'altro, con assoluta naturalezza (e so perfettamente quanto impegno ci voglia per rendere il racconto naturale).
Ma soprattutto mi è piaciuta la frase finale, che si ricollega al titolo e circolarmente rende assolutamente bello e prezioso questo momento.
 
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view post Posted on 2/7/2013, 18:57
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DOMANDA Io ho due storie. Due one shot nuove, che devo inviare a Ms nei prossimi giorni.
Ci sono i sorrisi, a dire il vero SONO nati come sorrisi, ma poi hanno preso vita propria e ho deciso di farci due storie separate da tutto il resto.
Posso poi mettere qui il link come sorriso n. 18 e 19?
 
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view post Posted on 2/7/2013, 19:37

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Elly... io non ho capito dove sta il problema, scusami.
Sono due storie con un sorriso per Severus?
Ci stanno benissimo, ti cito qui il regolamento:

"le storie possono essere del tutto separate le une dalle altre, oppure, a discrezione dell’autore, una o più storie, o al limite anche tutte, possono far idealmente parte di un’unica storia ed essere l’una il seguito dell’altra o, comunque, essere in qualche modo collegate tra loro. In questo caso l’autore dovrà specificare tali legami nella premessa alla storia;"

Perchè dovresti mettere il link e non le storie? Sono VM?

Chiedo però conferma ad Ale o Ida, posso sempre aver sbagliato a risponderti.
 
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CITAZIONE (pingui79 @ 2/7/2013, 20:37) 
Elly... io non ho capito dove sta il problema, scusami.
Sono due storie con un sorriso per Severus?
Ci stanno benissimo, ti cito qui il regolamento:

"le storie possono essere del tutto separate le une dalle altre, oppure, a discrezione dell’autore, una o più storie, o al limite anche tutte, possono far idealmente parte di un’unica storia ed essere l’una il seguito dell’altra o, comunque, essere in qualche modo collegate tra loro. In questo caso l’autore dovrà specificare tali legami nella premessa alla storia;"

Perchè dovresti mettere il link e non le storie? Sono VM?

Chiedo però conferma ad Ale o Ida, posso sempre aver sbagliato a risponderti.

Concordo in tutto e per tutto con Kià.
Puoi tranquillamente inserirle qui e contestualmente mandarle a MSS.
A meno che tu consideri che il sorriso sia "residuale": in questo caso puoi tranquillamente mandarle a MSS, però poi puoi inserirle nel Gioco annuale, come storie già edite, ma non più come storie della sfida.
Riassumendo. Se ritieni che il sorriso sia preponderante, mettile nelle sfida settimanale e poi mandale a MSS; altrimenti mandale a MSS e poi inseriscile nel Gioco annuale inserendo il link come storie già edite.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 14:06
 
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view post Posted on 2/7/2013, 21:30
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Sono storielle lunghe.
 
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view post Posted on 2/7/2013, 21:39
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I ♥ Severus


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Ok, allora mandale a MSS e poi metti il link come storie già edite nel gioco annuale dei sorrisi.
Oppure, a tua scelta, metti un estratto della fic incentrato sul sorriso, sempre nel gioco annuale dei sorrisi, tra le storie già edite, e aggiungi anche il linlk alla storia.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 14:06
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 2/7/2013, 22:39) 
Ok, allora mandale a MSS e poi metti il link come storie già edite nel gioco annuale dei sorrisi.
Oppure, a tua scelta, metti un estratto della fic incentrato sul sorriso, sempre nel gioco annuale dei sorrisi, tra le storie già edite, e aggiungi anche il linlk alla storia.

O.K.
Finisco la seconda parte e poi mando il tutto. :B):
 
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view post Posted on 3/7/2013, 15:41
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Autore/data: Alaide – 19-20 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Sorrise tristemente come tante volte aveva sorriso all’uomo.
Le sembrò per un istante di vederlo, mentre si presentava nell’aula di tribunale e raccontava una menzogna a cui tutti aveva creduto.
Nota: La storia è il continuo di Corrispondenza
Parole: 885

Sinfonie.
1. Sinfonia in sol minore op.2 n.1
Secondo movimento. Solitudini



«Sono felice che tu sia uscita da quell’orfanotrofio, Melusine.» la voce della donna si perse per un attimo e la giovane sperò che la madre non ritornasse sul solito discorso. «Stai buttando via la tua vita. Dovresti essere a Londra a seguire Master Class in direzione corale, a perfezionarti. Hai venticinque anni e dovresti pensare al tuo futuro. Hai sempre sognato…»
Melusine non stava più ascoltando la donna. Sapeva che avrebbe sentito quel discorso ed in quel momento avrebbe voluto trovarsi con i bambini, come la sera della Vigilia di Natale, quando avevano cantato all’ospedale delle carole natalizie.
Avrebbe voluto essere accanto a Judith che aveva passato le vacanze ad esercitarsi a scrivere perché era certa che al signor Piton avrebbe fatto piacere.
Il giorno in cui era arrivata la risposta dell’uomo, la bambina era stata terribilmente eccitata.
Felice.
Melusine era stata sorpresa ed aveva condiviso il sorriso della bambina. Il signor Piton aveva accettato che Judith gli scrivesse, ma la giovane non si era attesa una risposta.
Ed aveva provato un’immensa gratitudine per quell’uomo che stava pagando per una colpa che non aveva commesso.
«C’è una bambina di nome Judith Dyer nel tuo orfanotrofio?» domandò improvvisamente suo padre, facendola sobbalzare, per quanto si fosse attesa quella domanda per tutta la cena.
«Sì, perché?» mormorò comunque, per quanto già conoscesse la risposta.
«Si è costituito l’uomo che ha ucciso i suoi genitori. I giornali non ne hanno parlato, ma tu potresti farle la notizia. Sono certo che le farà bene.» l’uomo si interruppe un attimo per bere un sorso di vino. «Quel bastardo. Ha vissuto felice e beato per due anni dopo aver ammazzato quelle due povere persone.» la forchetta di Melusine cadde a terra con un tonfo sordo. «Cos’hai, Melusine? Sei pallida come un cadavere.»
«Quanti anni gli avete dato?» biascicò la giovane, raccogliendo la posata con mani tremanti.
«Trenta. Troppo pochi, secondo me. Reo confesso di un duplice omicidio premeditato. Ed ha parlato con una calma inquietante durante tutta la sua deposizione. Non è pentito affatto, te lo dico io. Secondo me, ha voluto approfittare dei suoi problemi al sistema nervoso per avere una pena ridotta. Un mostro, ecco cos’è. un uomo che rende orfana una bambina.»
Melusine strinse con forza le mani in grembo. Avrebbe voluto urlare, piangere, dire al padre che il signor Piton meritava rispetto e non quel disprezzo.
Ma non fece nulla.
Il signor Piton aveva compiuto la sua scelta, una scelta terribile.
Aveva scelto il carcere per punirsi. Ed al processo si era punito ancora di più parlando.
Non importava se lo sorvegliavano perché prendesse l’antidolorifico, il dolore doveva essere stato immenso.
E nessuno aveva tentato di fermarlo.
Sorrise tristemente come tante volte aveva sorriso all’uomo.
Le sembrò per un istante di vederlo, mentre si presentava nell’aula di tribunale e raccontava una menzogna a cui tutti aveva creduto.
Il sorriso si fece se possibile più triste. Era come se stesse sorridendo all’uomo e per un istante si disse se non avesse fatto meglio ad andare ad assistere al processo, come aveva pensato in un primo momento, arrivando ad informarsi sui giorni di udienza. Era stata la convinzione che avrebbe pianto al processo che l’aveva trattenuta. E la presenza del padre come giudice.
In quel momento si diceva che sarebbe stata l’unica a conoscere la verità, quella verità che il signor Piton aveva scelto di tenere nascosta, che avrebbe potuto rivolgergli il sorriso che stava in quel momento rivolgendo al nulla.
Un ultimo sorriso prima che fosse rinchiuso in carcere.
Le labbra le tremolarono appena.
C’era un’infinita tristezza ed un’infinita solitudine in quell’uomo.
Ed in carcere sarebbe stato ancora più solo che nell’ospedale.
Avrebbe avuto unicamente le lettere di Judith.



Il sole splendeva sulla cittadina quella giornata di gennaio.
Ma Severus non se ne accorse.
Teneva davanti a sé una nuova lettera di Judith che era arrivata il giorno precedente.
Ed ancora una volta vide l’affetto della bambina, il suo sorriso affettuoso nel tentativo di scrivere meglio e più a lungo.
3 gennaio 2000
Caro signor Piton,
sono così felice di aver ricevuto la sua risposta.
È stato gentile da parte sua. Melusine mi ha detto che è andato in Francia per le corde vocali (l’ho scritto giusto?).
Mi manca teribilmente venire a trovarla.
Un abbraccio,
Judith

La bambina lo teneva a tal punto in considerazione da dirsi felice per quelle poche parole che aveva scritto.
Lo definiva gentile e riusciva a vedere un sorriso, un altro sorriso affettuoso rivolto a lui.
Una parola che non poteva essere applicata a lui.
Non era una persona gentile.
Era un assassino.
Un assassino che meritava il carcere.
Un assassino che avrebbe dovuto morire per il morso di Nagini.
Invece viveva, ma per lo meno stava pagando.
Avrebbe meritato la prigione a vita, ma in quei trent’anni scontava tutti gli omicidi che aveva commesso. Eppure sapeva che trent’anni erano troppo pochi per poter scontare la pena per tutti gli orrori che aveva commesso e non era riuscito ad evitare.
Ma davanti a lui giaceva la seconda lettera di Judith.
Il suo affetto.
La sua riconoscenza.
Il suo sorriso.
Quel sorriso che sapeva di non meritare, ma che, per pochi flebili istanti pareva illuminare la sua vita fatta di colpe imperdonabili, che gravavano su di lui, fedeli compagne del dolore del suo corpo.
 
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