Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 6/6/2013, 20:54
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I ♥ Severus


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Dolore, di Alaide.

CITAZIONE
Quell’uomo si stava punendo nel peggiore dei modi, martoriando il proprio corpo, impedendo il minimo gesto di gentilezza. Qualsiasi colpa avesse commesso in passato, fosse questa anche l’aver effettivamente ucciso i genitori di Judith, la stava espiando, l’aveva già espiata, con ogni probabilità, si disse Melusine.

Inutile dire che concordo in pieno con Melusine
CITAZIONE
«La prego, signor Piton, usi il quaderno.» lo interruppe con un mormorio Melusine.

L’ho già detto che “amo” Melusine?
CITAZIONE
E non ebbe la forza di fermarla.

Grazie al cielo! Era ora, un po’ di sollievo alla sua sofferenza. Grazie, o sadica fanwriter!

Sinceramente, non ho parole se non che “amo” Melusine per quello che è stata in grado di comprendere di Piton e per quello che ha cercato di farle (non farlo parlare e chiamare l’infermiera).
Per il resto, spero solo che tu abbia finalmente raggiunto l’apice della tua “sadica crudeltà” verso Piton e… ecco, vorrei tanto che la storia finisse qui, così la mia tortura (e quella di Severus, soprattutto) finirebbe e io potrei “decidere” come farla continuare, salvando quel pover’uomo da tremende sofferenze, perché ho ormai l’impressone che il tuo “meno peggio”, sia veramente “troppo peggio” per me.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:48
 
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kijoka
view post Posted on 7/6/2013, 20:52




Ok... devo avvisare.
Le mie prossime storie, da qui in poi, non saranno proprio spensierate.
D'altro canto non ho molta scelta: anche questo intervallo della vita di Severus va... esplorato.
Per capire, per seguire un filo e perché lui possa uscirne, come sempre, da vincitore!
Prometto di non dilungarmi troppo. Soprattutto cercherò di trovare comunque uno spiraglio di speranza, come sono abituata a fare.
Ki




Nr.22

Autore/data: Kijoka – 04 giugno 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Post Malandrini
Avvertimenti: AU
Riassunto: In attesa di un incontro maledetto.
Parole/pagine: 933/2.





Nero

Il freddo mi entra nelle ossa.
Come si può passare la vita in un antro, senza luce alcuna?
Come può un essere umano vivere in un simile posto?
Qualcuno, tempo fa, mi aveva avvisato: lui non è più umano.
Qualunque cosa sia,ora, la mia attesa è dovuta alla sua decisione se farmi portare al suo cospetto o no.
Le stanze sono colme di sobria eleganza, ma manca loro qualcosa.
Il calore non solo inteso come temperatura, ma anche come sensazione di vita vissuta.
Un brivido mi percorre la schiena: qui dentro è come se tutto fosse morto.
Non è come me lo immaginavo...
Ogni cosa pare immersa in un buio scurissimo, squarciato solo da fiaccole che emanano una tenue luce verdastra.
Un corridoio lunghissimo, spoglio e nero, mi ha accompagnato fino a qui.
Nero e freddo il pavimento di questa camera, dove i suoi adepti mi hanno cambiato d'abito.
Via i pantaloni di due taglie in più, ricavati da quelli di mio padre. Via la camicia chiara, che ho trovato nel fondo dell'armadio. Via le scarpe da Babbano.
Non posso lamentarmi di questa nuova divisa scura: in fondo ha i suoi pregi.
I pantaloni stretti sono comodi per muoversi velocemente, la camicia è fin troppo sfarzosa per me: i pizzi e gli svolazzi non sono mai stati di mio gusto. Però mi protegge il torace dalla stoffa ruvida della lunga giacca, anch'essa fin troppo ricamata perché possa piacermi, chiusa da un solo grande bottone dall'aspetto poco stabile.
Perché mi hanno vestito così?
Non che mi sia spiaciuto abbandonare vestiti che non sentivo comunque miei, ma tutta questa pomposa eleganza a cosa serve? Certo non saprà darmi pregi che per lui io non posseggo.
Non ho potuto specchiarmi per vedere il mio aspetto, ma comprendo da solo che in questi panni non mi sento comunque e a mio agio, non diversamente da prima.
Mi sarebbe piaciuto invece un bel completo nero, elegante e sobrio.
Una corazza nera contro il nero destino?
Sorrido.
In un modo che ormai mi è consono: occhi immobili e un lieve alzarsi di un angolo della bocca.
Ora solo questo è il mio sorriso.
Sì, anche se non ho modo di osservarmi ormai conosco bene l'espressione che mi si disegna sul viso.
E' nata in me e con me la porto in questa nuova vita che voglio abbracciare.
Un nuovo modo di pormi agli altri, meno timoroso e più determinato, ma scettico.
Riuscirò a trovare qui le mie risposte?
Dall'esterno tutto questo appare oscuro e sinistro.
Ho sentito moltissime leggende su di lui.
In effetti nessuno osa puntare il dito direttamente. Si inventano storie, più o meno terribili. Si vaneggia su riti crudeli e legami per la vita.
L'unica verità che ho potuto toccare con mano è che tutti lo temono.
Forse conoscerò direttamente quale sia la reale situazione dentro queste mura e valuterò quanto tutte le dicerie possano pesare sulla mia personale bilancia.
Non sono abituato a prendere decisioni sulle impressioni altrui. Devo sempre toccare con mano e valutare in modo diretto.
Nessuno ha mai saputo darmi o insegnarmi metodo migliore di questo.
Devo solo a me stesso la mia stessa vita.
Nessun essere umano potrà riuscire a farmi cambiare idea.
Solo io so cosa è giusto per me.
Niente ha più importanza se non il mio essere me stesso, a dispetto di chi mi vuole diverso.
Il Signore Oscuro mi riceverà?
I muri di questa stanza sono neri.
L'impressione che ne traggo è che a lui non piaccia la luce, se non quella tremolante del fuoco di un colore freddo, reso tale con la magia.
Perfino il soffitto, là in alto sopra la mia testa, è costituito da un intreccio di travi scure.
Ogni cosa è nera come il più profondo abisso.
Qui dentro anche il tempo pare sospeso.
Il mio passato non esiste più.
Tutto ciò che conoscevo non esiste più.
Da quando entrerò in quella stanza, alla sua presenza, dovrò dimenticare chi sono stato e diventare suo totale strumento.
Questo è ciò che mi hanno spiegato, con termini oscuri e giri di parole ampollose.
Sono pronto?
Ho desiderato per molto tempo e con passione di entrare qui.
Mi è sembrato di poter avere accesso ad una conoscenza particolare, ad un livello superiore di consapevolezza.
Chi entra in questa stretta cerchia conosce cose negate ai più.
La conoscenza: un regalo senza prezzo!
Riuscirò a farmi accettare in una simile congregazione?
Tocca a me: tutto dipende da quest'incontro!
Riuscirà il più grande mago di tutti i tempi a comprendere quanto sia importante per me sapere, indagare e rispondere alle mie domande?
Saprò interessarlo al mio punto di vista e alle mie capacità?
Troverà qualcosa di interessante anche in me che potrà farlo decidere a prendermi con loro?
Devo appartenere a qualcosa, devo essere venuto al mondo per uno scopo...
Conosco le mie capacità. Nessuno più potrà mettere in discussione il mio valore.
La lucentezza della parete, ricoperta di piastrelle nere, attira il mio sguardo.
La mia mano pallida spicca sul freddo rivestimento.
Neve all'inferno.
Mi aspetto che il rivestimento inghiotta la mia mano e me la restituisca scura e lucida, quasi fosse un guanto...
Di cosa ho paura?
Di perdermi.
Di donare me stesso e non avere nulla in cambio. Conosco questa situazione, l'ho già vissuta.
Io non dimenticherò più chi sono. Mai.
Ho dentro di me la forza per combattere e sarò capace di mantenere i miei principi e le mie certezze.
Davanti al più nero dei desideri, dentro il più buio degli antri, immerso nel più cupo dei momenti della mia vita e anche di fronte all'Oscuro Signore.

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:49
 
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view post Posted on 7/6/2013, 21:47
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CITAZIONE (Alaide @ 6/6/2013, 09:48) 
Sogno di Ida

Ecco la cabaletta! (Così ho 4 storie che possono fare un'aria... chissà che non riesca a trovarne una che più o meno si adatti!).

Hihihi... mi piacerebbe assai ascoltarla! :) :) :)

CITAZIONE
L'incipit mi è piaciuto tantissimo, con quel suo riallacciarsi alla storia precedente, con la luce della luna che entra luminosa nella stanza e subito si crea un parallelismo tra la luce della luna e il sorriso di Elyn (ed io adoro queste immagini!).

Effettivamente anche io amo molto i parallelismi con la natura: di solito faccio descrizioni "naturali" solo quando mi serve collegare lo stato d'animo del personaggio con quello della natura, oppure mi serve un effetto coreografico. O entrambi allo stesso momento! ;)
Il riallacciarsi alla storia precedente mi è assolutamente necessario, invece, perchè ho deciso di pubblicare ogni storia come una one-shot a se stante, pur se facente parte di una raccolta, quindi ho per forza bisogno di ricreare l'ambiente...

CITAZIONE
Mi piace come riesci a riandare indietro ogni volta ed ogni volta usando parole ed immagini diverse. Veramente splendido!

Grazie per il complimento... alla fantasia, direi. Come ho detto sopra, volendo pubblicare delle one-shot separate in ognuna di loro devo per forza inserire un "riassunto" degli avvenimenti salienti...
CITAZIONE
Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui Severus inizia a parlare, quali parole sceglie, subito dopo aver paragonato Elyn ad un angelo, così come ho adorato il continuo ritorno (quasi un Leitmotiv) della luce della luna.

Visto che ho scritturato la luna, tanto vale usarla, no? E quella stessa luna rivedrete fra un mese, cioè tra circa dieci storie, per un'altra notte molto speciale...
Riguardo ai dialoghi, è sempre difficilissimo gestirli e scegliere le parole adatte: coi pensieri è faciulissimo, ma tutto il resto... Lieta che ti sia piaciuta la mia scelta.

CITAZIONE
Bellissime le parole di Elyn (quasi da pièce teatrale, splendido!) - che nella mia cabaletta stanno diventando pertichini -, così come ho apprezzato la frase che precede le nuove parole di Severus (sempre splendido il lavoro di scelta delle parole).

Sono molto contenta che tu le apprezzi, anche se so che non è così per molti altri che le trovano probabilmente molto false e stucchevoli e preferiscono una piatta e squallida descrizione della realtà, quella in cui tutti possono immedesimarsi perchè la vivono ogni giorno. Ma, a dire il vero, io non trovo affatto interessante descrivere ciò che normalmente può accadermi: quello lo vivo, quando leggo preferisco spaziare con la fantasia e, col sogno, conquistare l'impossibile. No, della normalità proprio non mi accontento.
CITAZIONE
CITAZIONE
- Le incantate lacrime di fenice regalano la vita, - sussurrò piano, la voce roca non più abituata a parlare, - le tue mi hanno donato ciò che per me era ancora più importante: il perdono…

Queste frasi di Severus meriterebbero un Lied tutto per loro. Vi è racchiuso un intero mondo. Splendide!

Ancora grazie, anche se il mio commento - sì, un poco amaro, direi - è ovviamente uguale al precedente. Dubito alquanto che qualcuno nella realtà le pronuncerebbe; del resto, Severus nella realtà non esiste, e rendere "normale" un personaggio come lui, che è tutto meno che "normale", trovo che sia una grande mancanza di rispetto, un tentativo di togliergli qualcosa per tirarlo verso il basso, al livello in cui vivono le persone normali. E questo non mi piace proprio, perchè un eroe tragico-romantico come lui non è proprio adatto per essere appiattito nella normalità. E tu che vivi d'arte lirica sono certa che puoi ben capirmi: come mettere Tosca a sbattere le uova per fare la frittata. Certo, anche lei cucinerà, ma non è quella la parte importante del suo personaggio!
Scusa Leonora, tu naturalmente non c'entri nulla, perchè di sicuro nelle tue storie non fai certo quello che ho appena criticato: non so come m'è venuto di dirlo, ma visto che le paole sono sgorgate inarrestabili, le ho scritte.

CITAZIONE
Mi è piaciuto tantissimo come sei arrivata al sogno del titolo, il sogno d'amore (il Liebestraum - oggi sono molto liederistica, quindi sbuco fuori con il tedesco :P - di Severus) sorto dalla rinascita dell'uomo.

Bè, quando si sa dove si vuole arrivare e si decide cosa far fare ai peronaggi, invece di farsi trascinare da loro, non è poi difficile centrare l'obiettivo. Faticoso farlo per bene, ma possibilissimo.

CITAZIONE
Splendida tutta la parte successiva, con immagini bellissime, che portano al cuore o alla mente del lettore i sentimenti di Severus.

Grazie!!! Effettivamente il connubio cuore/mente del lettero è il mio ambizioso obiettivo e raggiungerlo mi fa molto felice.

CITAZIONE
CITAZIONE
Amava la donna che aveva saputo amare le sue colpe.

E tra tutte, le parole qui sopra sono quelle che più mi hanno colpita, forse perché amo espressioni di questo tipo, forse perché racchiudono tantissimo.

Grazie di cuore, davvero! E' una frase che anche io ho amato molto. Un'altra frase che esula dalla banale normalità.
... mi rendo conto d'avere il dentino piuttosto avvelenato, qeusta sera, ma non ho voglia di frenarmi: sarà il mioo modo di sfogare la stanchezza e la stizza accumulate in queste ultime settimane di intenso lavoro. Di sìcuro non ce l'ho con te. ;)

CITAZIONE
Poi lo splendido finale, dove tutto arriva - comprese le tanto agognate parole, ovviamente la chiusa della cabaletta in un dolce smorzando, che è ben più poetico di un acuto urlacchiato... l'opera non è realistica e non importa che Severus non possa di certo cantare acuti - con suprema e stupenda naturalezza.

Hihihi... ecco l'inno esaltante alla negazione della normalità: evviva Severus e gli acuti che non può cantare, ma che brillano nei suoi occhi neri.

Davvero, ancora grazie per tutti i tuoi bellissimi complimenti. :) :) :)


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:49
 
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CITAZIONE (kijoka @ 7/6/2013, 21:52) 
Ok... devo avvisare.
Le mie prossime storie, da qui in poi, non saranno proprio spensierate.
D'altro canto non ho molta scelta: anche questo intervallo della vita di Severus va... esplorato.
Per capire, per seguire un filo e perché lui possa uscirne, come sempre, da vincitore!
Prometto di non dilungarmi troppo. Soprattutto cercherò di trovare comunque uno spiraglio di speranza, come sono abituata a fare.
Ki

So bene qual è il filo che segui ed anche il perchè della scelta mi è ben chiaro all'interno della trama, soèrattutto dopo l'ultima storia letta. So che non mi aspettano storie liete, ma so anche che un barlume di speranza lo troverò sempre in ognuna delle tue storie, per non parlare del lieto fine. Ad ogni modo, la tua promessa è molto gradita. :)

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:50
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 7/6/2013, 22:47) 
Hihihi... mi piacerebbe assai ascoltarla!

Se trovo l'aria adatta la posterò nell'apposita discussione.


CITAZIONE
Visto che ho scritturato la luna, tanto vale usarla, no? E quella stessa luna rivedrete fra un mese, cioè tra circa dieci storie, per un'altra notte molto speciale...
Riguardo ai dialoghi, è sempre difficilissimo gestirli e scegliere le parole adatte: coi pensieri è faciulissimo, ma tutto il resto... Lieta che ti sia piaciuta la mia scelta.

Per i dialoghi credo che dipenda molto anche dal dialogo. Io ho momenti di crisi quando so che il dialogo è fondamentale per la storia. A quel punto mi metto a recitarlo (ovviamente quando non c'è nessuno in casa :P )

CITAZIONE
Sono molto contenta che tu le apprezzi, anche se so che non è così per molti altri che le trovano probabilmente molto false e stucchevoli e preferiscono una piatta e squallida descrizione della realtà, quella in cui tutti possono immedesimarsi perchè la vivono ogni giorno. Ma, a dire il vero, io non trovo affatto interessante descrivere ciò che normalmente può accadermi: quello lo vivo, quando leggo preferisco spaziare con la fantasia e, col sogno, conquistare l'impossibile. No, della normalità proprio non mi accontento.

Interessante il discorso sulla normalità del dialogo. Io sono fermamente convinta che il dialogo debba adattarsi alla situazione che si descrive. Se leggo qualcosa che descrive la quotidianità, non mi aspetto dialoghi colmi di poeticità (tanto che mi fa sempre sorridere quando nei Pagliacci che vorrebbero esser un'opera che si basa su un fatto vero, Canio usa la parola drudo per dire amante). Se leggo qualcosa che si svolge in una situazione eccezionale e non inerente alla quotidianità mi aspetto un dialogo come quello che hai scritto tu, per questa occasione, dialogo che ovviamente non stonerebbe se a parlare fosse una massaia e suo marito mentre fanno colazione come tutte le mattine.

CITAZIONE
Ancora grazie, anche se il mio commento - sì, un poco amaro, direi - è ovviamente uguale al precedente. Dubito alquanto che qualcuno nella realtà le pronuncerebbe; del resto, Severus nella realtà non esiste, e rendere "normale" un personaggio come lui, che è tutto meno che "normale", trovo che sia una grande mancanza di rispetto, un tentativo di togliergli qualcosa per tirarlo verso il basso, al livello in cui vivono le persone normali. E questo non mi piace proprio, perchè un eroe tragico-romantico come lui non è proprio adatto per essere appiattito nella normalità. E tu che vivi d'arte lirica sono certa che puoi ben capirmi: come mettere Tosca a sbattere le uova per fare la frittata. Certo, anche lei cucinerà, ma non è quella la parte importante del suo personaggio!
Scusa Leonora, tu naturalmente non c'entri nulla, perchè di sicuro nelle tue storie non fai certo quello che ho appena criticato: non so come m'è venuto di dirlo, ma visto che le paole sono sgorgate inarrestabili, le ho scritte.

Non dirlo troppo forte di Tosca che sbatte le uova per far la frittata, che poi passa di qui un regista psicopatico e la mette in scena ;) . Credo che Tosca si offenderebbe tra l'altro tantissimo, avrà avuto ovviamente una domestica preposta a questo compito. Già ho visto una indimenticabile regia del Ratto dal Serraglio dove, ad un certo punto, mettevano ad andare tutti gli elettrodomestici, compreso un frullatore. E tu sai che io amo le regie "moderne", ma devono sempre avere un forte legame con la drammaturgia.
Come detto sopra, credo che un dialogo debba essere realistico, nel senso che deve adattarsi alla realtà che rappresenta, sempre che non si voglia ingenerare un fenomeno di straniamento, che ovviamente si deve giustificare. Se sto leggendo di una storia che si rifà al romanticismo (ovviamente intendendo quello letterario e non il becero modo con cui il termine romantico viene usato normalmente) mi aspetto un dialogo che richiami quel mondo, quindi frasi come quella che ho citato e che mi è piaciuta molto, proprio per questo.
Io nelle mie storie faccio di peggio :D... nel senso che sto tra il meno peggio ed il peggio nella scelta dei finali (però ieri ho scritto un capitolo di Winterreise dove figura la parola luce)



CITAZIONE
Splendida tutta la parte successiva, con immagini bellissime, che portano al cuore o alla mente del lettore i sentimenti di Severus.

Grazie!!! Effettivamente il connubio cuore/mente del lettero è il mio ambizioso obiettivo e raggiungerlo mi fa molto felice.

CITAZIONE
Grazie di cuore, davvero! E' una frase che anche io ho amato molto. Un'altra frase che esula dalla banale normalità.
... mi rendo conto d'avere il dentino piuttosto avvelenato, qeusta sera, ma non ho voglia di frenarmi: sarà il mioo modo di sfogare la stanchezza e la stizza accumulate in queste ultime settimane di intenso lavoro. Di sìcuro non ce l'ho con te.

Tutto dipende cosa si intende per normalità (ma io conosco persone che sono andate in giro in un albergo di notte cantando la follia di Lucia :P), ma quella frase è "normale" nella situazione descritta, quindi eccezionale nella quotidianità.

CITAZIONE
Hihihi... ecco l'inno esaltante alla negazione della normalità: evviva Severus e gli acuti che non può cantare, ma che brillano nei suoi occhi neri.

D'altronde Werther canta dopo essersi sparato (e di solito ha una bella chiazza sul petto, giusto all'altezza, a volte del diaframma) e canta per una buona ventina di minuti. Severus può benissimo smorzare un acuto (adoro gli acuti emessi in pianissimo).
 
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view post Posted on 8/6/2013, 10:28
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CITAZIONE
(però ieri ho scritto un capitolo di Winterreise dove figura la parola luce)

Waaaaaoooo! :P

Per tutto il resto della tua risposta: grazie per la solidarietà, per aver compreso e per aver spiegato con calma e pacatezza ciò che ho scritto io ieri malamente di corsa. :)


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:50
 
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Un sogno. di Ida


CITAZIONE
Ma davvero nella notte la luna splendeva luminosa nel cielo, quasi quanto il sorriso adagiato sulle labbra di Elyn, apparsa come d’incanto al suo accorato richiamo, e che ora lo fissava in silenzio, in piedi di fianco al letto.

Magia della luna e del sorriso, non può esserci nulla di più romantico di un sorriso nato sotto i raggi della luna, sono anche contenta per aver indovinato!
CITAZIONE
C’era un’altra ragione, oltre a volergli far godere a pieno della luce del sole, o della luna, se la Guaritrice lo aveva fatto trasferire nell’ala riservata del quinto piano del S. Mungo: anche lei dormiva in una di quelle stanze, magari proprio quella accanto alla sua.

Poi c'è la frase che più di tutte coinvolge il lettore, Elyn è il vero autentico insostituibile angelo di Severus.
Elyn è l'angelo di cui lui ha bisogno: il perdono, desiderato e impossibile, ma finalmente regalato.
CITAZIONE
Sembrava un angelo.
Era il suo angelo.
L’Angelo del Perdono che lo aveva riportato in vita insieme alle lacrime di Fanny.
- Vegli sul mio sonno… - sussurrò piano il mago, estasiato, gli occhi neri scintillanti d’argentei riflessi.

CITAZIONE
- Le incantate lacrime di fenice regalano la vita, - sussurrò piano, la voce roca non più abituata a parlare, - le tue mi hanno donato ciò che per me era ancora più importante: il perdono…
Gli occhi nocciola di Elyn brillavano come tremule gocce d’ambra nel chiaro di luna mentre un soave sorriso tornava ad addolcire il suo volto.
Le lacrime di Elyn, lacrime di perdono e di amore: questo lo aveva realmente riportato in vita!

Severus e il perdono : la vita non è importante quanto essere perdonato e qui finalmente l'autrice riesce in una stupenda operazione fargli accettare la vita ed essere perdonato attraverso ElYn anche da se stesso, il più potente degli accusatori.
CITAZIONE
Elyn lo amava.
Lo sapeva da settimane, da quella notte in cui glielo aveva rivelato piangente, disperata, credendolo avvolto nel consueto torpore dell’incoscienza del veleno e ormai condannato a morire dall’insensibile crudeltà umana.
E lui amava Elyn.
Lo sapeva da tanti giorni; si era lentamente innamorato del suo sorriso, dolce e bello, dell’incredibile dolcezza che sapeva infondere al severo suono del suo nome, della profonda comprensione che aveva saputo dargli con il suo perdono.
Amava la donna che aveva saputo amare le sue colpe.

Il perno della storia giunge ad aver compiuto un giro completo: Severus è amato per quello che è, anche per quello che ha fatto, per il male e per il bene, per i rimorsi e per l'ombra che si porta dietro. E' amato perchè è lui e non un altro migliore o più puro: a quel punto anche lui può amare e ama senza confini e senza remore.
Bellissima favola non ancora finita ( per fortuna) :wub:
Vai Idissima!
 
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Nero di Kijoka



freddo e buio, fuori, ma soprattutto dentro l'anima una descrizione eccellente e ricca di sensazioni visive e sensoriali forti, potenti, come solo un giovane Severus avrebbe potuto vivere.

CITAZIONE
Il freddo mi entra nelle ossa.
.....
Il calore non solo inteso come temperatura, ma anche come sensazione di vita vissuta.
Un brivido mi percorre la schiena: qui dentro è come se tutto fosse morto.
Non è come me lo immaginavo...
Ogni cosa pare immersa in un buio scurissimo, squarciato solo da fiaccole che emanano una tenue luce verdastra.

CITAZIONE
Non posso lamentarmi di questa nuova divisa scura: in fondo ha i suoi pregi.
I pantaloni stretti sono comodi per muoversi velocemente, la camicia bianca mi protegge il torace dalla stoffa ruvida della lunga giacca, chiusa da una fila infinita di piccoli bottoni di ossidiana nera.
Perché mi hanno vestito così?
Non che mi sia spiaciuto abbandonare vestiti che non sentivo comunque miei.
Non ho potuto specchiarmi per vedere il mio aspetto, ma in questi panni mi ci sento come a casa.
Una corazza nera contro il nero destino?
Sorrido.

Hai immaginato una soluzione diversa dalla mia per la scelta di quell'abito monacale che sarà suo per sempre; l'ho raccontato in una storia ed esattamente nella stessa identica circostanza. Severus si veste, o viene vestito così, prima di presentarsi a Voldemort per la prima volta. Sta imparando ad essere il futuro uomo dell'ombra e della maschera.
CITAZIONE
In un modo che ormai mi è consono: occhi immobili e un lieve alzarsi di un angolo della bocca.
Ora solo questo è il mio sorriso.

La sua dannazione comincia e tu, Monica la descrivi con parole e immagini perfette. Qui il colore è solo il nero, intollerabilmente onnipresente, e rappresentazione di futura oscurità da vivere e abbracciare

CITAZIONE
I muri di questa stanza sono neri.
....
Perfino il soffitto, là in alto sopra la mia testa, è costituito da un intreccio di travi scure.
Ogni cosa è nera come il più profondo abisso.

Sì, l'abisso in cui cadrà è esattamente quello, da cui un giorno si risolleverà graffiando quei neri muri con unghie e rabbia per essere stato ingannato ed essersi sbagliato, desiderando qualcosa che non esiste che non è come Severus l'ha immaginato
CITAZIONE
Ho desiderato per molto tempo e con passione di entrare qui.
Mi è sembrato di poter avere accesso ad una conoscenza particolare, ad un livello superiore di consapevolezza.
Chi entra in questa stretta cerchia conosce cose negate ai più.
La conoscenza: un regalo senza prezzo!

Due parole che mi hanno colpito: perchè quello che riceverai , Severus, non è senza prezzo e non è un regalo.
Sconvolgente anche la frase che segue, una frase che spiega molti perchè, il rifiuto del mondo verso Severus si tramuta in un rifiuto del mondo da parte di lui
CITAZIONE
Devo appartenere a qualcosa, devo essere venuto al mondo per uno scopo...
Conosco le mie capacità. Nessuno più potrà mettere in discussione il mio valore.
.....
Neve all'inferno.

Infine una dichiarazione che contiene la preveggenza del suo domani: Severus, sì, la forza è in te, ma quanti rimorsi e quanto dolore ti costeranno!
CITAZIONE
Ho dentro di me la forza per combattere e sarò capace di mantenere i miei principi e le mie certezze.
Davanti al più nero dei desideri, dentro il più buio degli antri, immerso nel più cupo dei momenti della mia vita e anche di fronte all'Oscuro Signore.

Un brano magnifico in attesa del prossimo. Complimenti Monica!
 
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Onde evitare che qualcuno erroneamente si ritenga l'oggetto delle mie invettive, è opportuno che precisi meglio il mio pensiero, ieri sera espresso un po' troppo stizzosamente e di fretta.

La risposta di Leonora al mio sfogo già dovrebbe renderlo più chiaro, perchè lei ha compreso ciò che intendevo dire e ha risposto a tono chiarendo le cose decisamente meglio di me.

Ad ogni modo, lungi da me l'idea di criticare chi scrive storie in cui Severus viene immerso nella quotidianità; anzi, i miei complimenti, perchè in quanto eroe fondamentalmente tragico-romantico (in senso di corrente letteraria) è tutt'altro che facile gestirlo nel quotidiano senza snaturarlo, come ad esempio sa fare molto bene Kià nelle sue delicate "piece of fluff" o "slice of life" (ammesso che si chiamino così).
Tra l'altro, proprio prendendo come esempio l'ultima storia di Leonora: lei gestisce Severus in un ambiente del tutto normale nella nostra quotidianità (un ospedale), ma certo non tratta Severus come una persona normale, con reazioni che tutti potremmo avere, proprio perchè quel tipo di personaggio non è "uno qualunque" e trattarlo come tale lo svilirebbe.
Con questo non dico neppure che vada trattato come un superuomo, perchè anche lui ha la sua totale, meravigliosa e fragile umanità, ma banalizzarlo no, renderlo uguale a uno qualsiasi che puoi incontare in treno e in metro proprio no!

La mia critica va a che gestisce Severus nella cornice sua propria, nel suo ambiente naturale, ma poi gli toglie la patina di eroismo e di tragica romanticità che ne fanno un personaggio unico, riducendolo a un personaggio che, a mio modo di vedere, potrebbe anche essere il vicino di casa, in tal modo dimostrando, come autore, un'incapacità di osare e di sganciarsi dagli schemi della realtà quotidiana. Mi danno l'idea di persone che non vorrebbero volare in alto ma che non hanno il coraggio di buttarsi, persone che non sanno sognare e che, per questo, vorrebbero che anche gli altri non sognassero.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:51
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 8/6/2013, 15:36




CITAZIONE (Ida59 @ 8/6/2013, 16:16) 


La mia critica va a che gestisce Severus nella cornice sua propria, nel suo ambiente naturale, ma poi gli toglie la patina di eroismo e di tragica romanticità che ne fanno un personaggio unico, riducendolo a un personaggio che, a mio modo di vedere, potrebbe anche essere il vicino di casa, in tal modo dimostrando, come autore, un'incapacità di osare e di sganciarsi dagli schemi della realtà quotidiana. Mi danno l'idea di persone che non vorrebbero volare in alto ma che non hanno il coraggio di buttarsi, persone che non sanno sognare e che, per questo, vorrebbero che anche gli altri non sognassero.

C'era un errore nel mio testo, un NON di troppo, che ora ho eliminato.

Sai che potrebbe venir fuori una bella discussione sulla gestione del personaggio?
A parte i brividi di leggere un Severus "sciapo" come questo a cui hai accennato (attenzione Severus NON è una persona normale (empietà!) NESSUNA delle presenti è una persona normale! :lol:), l'argomento trovo che sia interessante e forse ricollegabile ancora alla visione di ognuna di noi del personaggio o ancora con qualcosa di diverso a livello stilistico.

Magari spulcio un po' e, se mi dai il permesso, nel caso non ci fosse discussione esistente a cui aqgganciarsi, ne aprirei una nuova :D

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:51
 
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view post Posted on 8/6/2013, 15:38
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 8/6/2013, 16:36) 
Sai che potrebbe venir fuori una bella discussione sulla gestione del personaggio?
A parte i brividi di leggere un Severus "sciapo" come questo a cui hai accennato (attenzione Severus NON è una persona normale (empietà!) NESSUNA delle presenti è una persona normale! :lol:), l'argomento trovo che sia interessante e forse ricollegabile ancora alla visione di ognuna di noi del personaggio o ancora con qualcosa di diverso a livello stilistico.

Magari spulcio un po' e, se mi dai il permesso, nel caso non ci fosse discussione esistente a cui aqgganciarsi, ne aprirei una nuova :D

Non hai alcun bisogno di chiedere permessi, ovviamente. :)

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:52
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 8/6/2013, 15:44




CITAZIONE (Ida59 @ 8/6/2013, 16:38) 
CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 8/6/2013, 16:36) 
Sai che potrebbe venir fuori una bella discussione sulla gestione del personaggio?
A parte i brividi di leggere un Severus "sciapo" come questo a cui hai accennato (attenzione Severus NON è una persona normale (empietà!) NESSUNA delle presenti è una persona normale! :lol:), l'argomento trovo che sia interessante e forse ricollegabile ancora alla visione di ognuna di noi del personaggio o ancora con qualcosa di diverso a livello stilistico.

Magari spulcio un po' e, se mi dai il permesso, nel caso non ci fosse discussione esistente a cui aqgganciarsi, ne aprirei una nuova :D

Non hai alcun bisogno di chiedere permessi, ovviamente. :)

Ok, allora vado e colpisco. ;)

Ohi gente! Non rispondete qui al post di Tiger, ma attendete fiduciosi il ritrovamento o l'inaugurazione di una discussione apposita su quest'intrippante tema!

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:52
 
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view post Posted on 8/6/2013, 18:03
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CITAZIONE (chiara53 @ 8/6/2013, 14:59) 
Un sogno. di Ida

Magia della luna e del sorriso, non può esserci nulla di più romantico di un sorriso nato sotto i raggi della luna, sono anche contenta per aver indovinato!

Lieta che qualche amante del romanticismo sia rimasta su questa terra.
E, sì, avevi proprio indovinato.
CITAZIONE
Poi c'è la frase che più di tutte coinvolge il lettore, Elyn è il vero autentico insostituibile angelo di Severus.
Elyn è l'angelo di cui lui ha bisogno: il perdono, desiderato e impossibile, ma finalmente regalato.

Bè, se voglio che Severus sorrida, e che sia un sorriso felice, qualche cosa dovrò ben regalargli, giusto? Magari ciò che più d'ogni altra cosa desidera...

CITAZIONE
Severus e il perdono : la vita non è importante quanto essere perdonato e qui finalmente l'autrice riesce in una stupenda operazione fargli accettare la vita ed essere perdonato attraverso ElYn anche da se stesso, il più potente degli accusatori.

Vero: la vita senza perdono per Severus non ha alcun valore. Quindi operazione difficile e complicata, perchè Severus è tipo da ricadute pericolose ed Elyn deve stare attenta a non lasciarlo da solo un attimo... ;)

CITAZIONE
Severus è amato per quello che è, anche per quello che ha fatto, per il male e per il bene, per i rimorsi e per l'ombra che si porta dietro. E' amato perchè è lui e non un altro migliore o più puro: a quel punto anche lui può amare e ama senza confini e senza remore.

Certo non vuole pietà o compassione. Nè può, o vuole dimenticare ciò che ha fatto. Quindi, sì, la donna che lo ama deve amarlo per quello che è, con le sue colpe e i suoi rimorsi. L'unica cosa che può fare e lenire i rimpianti dandogli di nuovo una speranza di futuro. E l'amore che non ha mai avuto.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:52
 
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kijoka
view post Posted on 9/6/2013, 18:21




Tengo a ringraziare tutte le persone che hanno avuto il tempo di dedicare una piccola parte del loro tempo per un commento alle mie storie.
Ringrazio perché dalle vostre considerazioni (tutte davvero molto belle e alcune anche "preoccupanti" per quanto ci avete azzeccato!) prendo spunto per nuove idee che mi permettono di proseguire con la scrittura.
In questi giorni sto disperatamente cercando di mettermi in pari con la lettura, ma vi assicuro che, appena avrò terminato la rincorsa e sarò a livello, risponderò a tutti. Dovrete, però, come sempre, perdonare il mio ritardo. :(
Ki

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:53
 
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view post Posted on 12/6/2013, 08:45
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Autore/data: Alaide – 4-6 aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Desiderava l’odio di Judith.
Il suo disprezzo.
Invece ne riceveva la fiducia e l’affetto.
Nota: La storia è il continuo di Dolore
Parole: 989

Tetralogia

13. Terza Giornata. Atto II. Affetto


Pioveva.
Le gocce di pioggia ticchettavano contro il vetro della finestra, un ritmo che pareva scandire le sue colpe, si disse Severus. Oppure ogni goccia equivaleva ad ogni sua colpa ed ogni silenzio tra una goccia e l’altra all’impossibilità di ricevere il perdono per ognuna di esse.
Gli pareva che in quelle stille di pioggia vi fossero la sua vita e le sue scelte sbagliate.
Ed il volto di coloro che aveva ucciso.
Di coloro che non era riuscito a salvare.
Colpe per le quali non era ancora riuscito a scontare la pena.
Non si rese conto dell’aprirsi della porta, il rumore soffocato dal ticchettio della pioggia.
«Signor Piton, Melusine mi ha detto che è stato malato ed io…» la voce si spense di colpo, quando l’uomo si voltò.
La bambina era sola.
Ed aveva stampata sul volto un’espressione incerta.
Ed un sorriso affettuoso.
Il sorriso che si rivolge ad un padre.
La vita era crudelmente ironica, si disse l’uomo, se quella bambina sorrideva a quel modo a chi l’aveva privata dei genitori.
“E la signorina Fairchild sa che sei qui?” scrisse rapidamente, passando il quaderno a Judith.
Sperava sinceramente che quello non fosse un disperato tentativo della giovane di fargli cambiare idea.
Eppure era stato chiaro, prima di quella crisi, che l’aveva costretto ad una settimana di immobilità assoluta.
La sua scelta era irreversibile.
«Non propriamente.» rispose la bambina, osservandolo.
Solo in quel momento Severus notò che Judith era totalmente zuppa d’acqua. Sentì il peso della colpa montare dentro di lui, intenso e distruttivo.
Era a causa sua se quella bambina si rivolgeva a lui, all’assassino dei suoi genitori con quel sorriso, alla ricerca di una figura paterna di cui egli l’aveva privata.
«Melusine mi ha detto che è stato malato, signor Piton.» ribadì la bambina, continuando a sorridergli. «E sono dieci giorni ormai. Ed ero preoccupata ed ho pensato che lei era tutto solo qui e non è bello essere soli.»
Severus continuò a fissare la bambina.
Non avrebbe dovuto essere lui ad ispirare quei sentimenti.
Non lui.
Non un assassino.
Invece Judith era lì, ricoperta di pioggia e tremante.
Era andata da lui, senza che nessuno lo sapesse. Aveva sfidato la pioggia battente.
Ed unicamente perché riponeva fiducia ed affetto nella persona sbagliata.
Sentì la bile montargli in gola.
E sentì il sorriso della bambina mescolarsi alla colpa.
Sentì l’assenza di perdono avvolgerlo come una cappa.
E sentì il sorriso della bambina riscaldargli per un istante il cuore e renderlo ancora più certo della scelta, quella scelta che avrebbe dovuto comunicare alla signorina Fairchild.
La bambina tremava, troppo, notò.
Si alzò in piedi, appoggiandosi al tavolo.
Il dolore era insopportabile quel giorno, nonostante l’antidolorifico che lo forzavano ad assumere ogni mattina, ma, come ogni volta lo accolse con gioia perché sapeva che lo meritava, ancor più in quel momento, di fronte alla bambina che rischiava di ammalarsi perché non riusciva ad odiarlo, di quell’odio che egli desiderava e meritava.
Judith seguiva con ansia i movimenti dell’uomo.
Quando Melusine le aveva detto che era malato, si era decisamente preoccupata.
Non voleva perdere anche lui.
Non voleva che capitasse nulla all’uomo che le aveva salvato la vita.
Non voleva perdere il senso di sicurezza che l’uomo le infondeva.
Quando si sentì avvolgere in un panno, tornò a sorridere con affetto, un affetto che Severus sapeva malriposto.
L’uomo tornò a sedersi.
Judith continuava a fissarlo e a sorridergli, un sorriso affettuoso e riconoscente.
Si sentiva al sicuro in quel momento, come non le capitava da tempo, come non le accadeva da prima di quella notte in cui i suoi genitori erano stati uccisi.
Fece qualche passo verso l’uomo, poi, come quel giorno in cui la luce era venuta a mancare, si sedette sulle sue ginocchia, assaporando il senso di calma e di sicurezza che il signor Piton le trasmetteva.
Severus sentì nuovamente montargli la bile in gola.
Sapeva che Judith vedeva in lui una fonte di sicurezza – la signorina Fairchild glielo aveva ripetuto fin troppe volte – e razionalmente poteva comprenderne le ragioni, ma egli sentiva unicamente la colpa, il sangue dei genitori della bambina sulle mani.
Desiderava l’odio di Judith.
Il suo disprezzo.
Invece ne riceveva la fiducia e l’affetto.
E non era ciò che la sua anima nera meritava.
Chiuse per un istante gli occhi, come per mettere a tacere per un istante i pensieri che si rincorrevano nella sua mente.
Ma non era possibile raggiungere un solo istante di pace, com’era giusto che fosse.
La sua pace l’aveva lui stesso distrutta da tempo, da troppo tempo.
E di certo non meritava alcun sorriso.
A meno che non fosse una smorfia d’odio.
La bambina rabbrividì appena.
Severus avrebbe voluto, dovuto scacciarla, chiamare l’infermiera e dirle di riportarla all’orfanotrofio, ma non lo faceva.
E non riusciva a spiegarsene il motivo.
Allungò una mano verso il cassetto del tavolo.
Era forse perché solo Judith cercava conforto in lui?
Aprì il cassetto e ne estrasse la bacchetta.
Era forse perché Judith non gli chiedeva nulla in cambio, nemmeno che lui ricambiasse l’abbraccio?
Un movimento di bacchetta e la bambina fu completamente asciutta.
Era forse perché, per un breve istante, aveva sentito un raggio di luce farsi strada nel suo cuore?
Un raggio che fu subito soffocato dal rimorso e dalla certezza che per lui non vi fosse altro che tenebra e assenza di perdono.
La bambina non si accorse di nulla, non si rese conto di essere improvvisamente asciutta. Era unicamente felice di aver rivisto il signor Piton e di provare quell’infinito senso di sicurezza.
Non si rese nemmeno conto che la porta della stanza si aprì di scatto.
Non vide Melusine entrare, il volto colmo di preoccupazione ed avvicinarsi all’uomo.
Non notò il viso della giovane rilassarsi di colpo.
Non si accorse del sorriso che si disegnò sulle labbra di Melusine.
Severus vide quel sorriso.
Vide la domanda che era celata nello sguardo della donna.
E scosse lentamente il capo.
 
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