Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 1/6/2013, 14:39
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L'alba di Kijoka

Un’alba rosata e ricca di sensazioni che vanno dal sollievo alla dolcezza. La descrizione del momento mi conquista, c’è l’anima delle cose nascosta in un’alba. I segreti rivelati e i desideri inespressi si mescolano.
L’infanzia e i ricordi di Severus, l’amore e la cura paziente del presente da parte di un’anima che vive per lui, e per lui solo.
Una domanda che mi ha fatto pensare: cosa resta della nostra infanzia? Tutto? Niente? La mancanza di affetti e la sicurezza perduta?
Non so cosa rimanga a Severus, forse l’innocenza? Ma Lei vorrebbe esserci comunque, per consolare rassicurare abbracciare il fanciullo chiuso ancora dietro le palpebre abbassate.
L’immagine dell’abito scuro è un vero colpo di genio, il nero rappresenta per un momento, nella mia fantasia, la possibilità di una guarigione e della vita, così ho interpretato quell’abito piegato e pronto; finchè, per un attimo, gli occhi si aprono, Severus è cosciente e Lei trema al pensiero di non saper essere all’altezza delle attese.
Tutto perfetto ed emotivamente introspettivo, le tue storie mi prendono direttamente al cuore senza passare attraverso la ragione.


Benvenuta nel mio mondo di Kijoka


L’altra parte del racconto precedente è un groviglio inestricabile di emozioni potenti che scorrono sotto i miei occhi.
Su tutte c'è l'immagine della nera porta aperta dalla mano gentile.
Il passato, i rimorsi, il dolore che si fa emergenza di riscatto, c’è tutto questo oltre la soglia?
Una cosa non c’è più di sicuro: la solitudine; al suo posto c’è un’ombra, una sagoma di donna con Severus, e lui non ha più paura di quella porta nera lei è lì :
CITAZIONE
Perché ricordare significhi dimenticare, perché il passato non torni mai più, perché tu possa comprendere chi hai aiutato, perché tu possa decidere se aiutarmi a vivere o darmi una mano a morire.

No, mai, Lei non ti aiuterà a morire, Lei che non ha occhi verdi, sa cosa c’è dietro la soglia.
Quanto mi sono piaciute le frasi incalzanti che hai usato con vera maestria, vorrei citarle una per una: sono emozionanti e mi hanno commossa.
Un brano da leggere e rileggere che fa pensare anche a se stessi e a quale sia la porta che teniamo chiusa dentro di noi.
 
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view post Posted on 1/6/2013, 15:09
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CITAZIONE (Alaide @ 31/5/2013, 19:48) 
Continuo nel mio tentativo di mettermi in pari con quattro delle storie di Ida.

Mi piacciono questi tuoi improvvisi recuperi, perchè mi danno modo di rileggere, passato diverso tempo, le mie storielline... e scoprire che mi piacciono!

CITAZIONE (Alaide @ 31/5/2013, 19:48) 
Di Capricci ciò che mi è balzato all'attenzione, dopo la lettura, l'ultima frase che racchiude in sé il senso profondo di questo nuovo bel capitolo del tuo racconto. L'umanità ritrovata di Severus che arriva anche - e soprattutto - tramite le "piccole" cose della vita.

Effettivamente, l'umanità è fatta proprio dalle piccole, minute cose di ogni giorno, normali e banali; quelle cose che Severus nella sua vita non ha mai avuto.

CITAZIONE (Alaide @ 31/5/2013, 19:48) 
Bellissimo l'incipit di Sorriso, dove la parola umano ritorna più volte, collegandosi, non solo in maniera cronologica laddove questa storia comincia dove era finita la precedente, ma anche in maniera concettuale, ribadendo, in una splendida aria, il tema dell'umanità di Severus (dove David funge da semplice pertichino). E bellissimo arriva il sorriso di Severus, un sorriso che il mago non sa nemmeno come s'è formato. Ho adorato la descrizione del sorriso (bellissima l'immagine del sorriso che spezza i vincoli del passato e rompe le catene della colpa), il modo con cui ogni parola segue l'altra permettendo di immaginare quel sorriso sconosciuto da troppi anni a quelle labbra sottili, aride d’amore., un sorriso veramente spettacolare!

Questo è un Severus un po' diverso da quello delle mie precedenti storie, un Severus "non morto", che è diverso da un Severus semplicemente sopravvissuto alla guerra. Perchè, in un certo senso, Severus è realmento morto e qui inizia la vita di un nuovo Severus, di un uomo che vuole finalmente concedersi la posibilità di viviere. Di conseguanza, basta maschere, basta impassibilità e controllo: Severus accetta la sua umanità e questo fa di lui un uomo diverso. Un uomo che, finalmente, scopre di saper sorridere. Di nuovo. E in modo nuovo.

CITAZIONE (Alaide @ 31/5/2013, 19:48) 
Di Occlumanzia ho amato decisamente la domanda che la chiude, quel cenno alla confusione del suo presente, quel presente colmo di luce. Ho apprezzato molto il contrasto che hai creato, oltre la seconda metà del racconto, tra l'oscurità del passato e la luce del presente. Bellissimo!

Amo molto i contrasti e, quindi, li uso spesso. Con Severus, poi, è facile giocare con le tenebre e la luce, con l'innocenza e la colpa, col passato, il presente ed il futuro. E, in questo particolare caso, anche con la confusione, la confusione del suo nuovo stato di umanità conquistata con il sacrificio della sua vita.

CITAZIONE (Alaide @ 31/5/2013, 19:48) 
E Confusione riporta in un battito d'ali alla confusione del presente citata nel finale della storia precedente. E ancora una volta emerge, come nei racconti precedenti, l'umanità di Severus, quell'umanità a lungo negata. Mi piace - ed è questo un tratto comune a tutte le storie, il modo con cui ogni storia diventa il flusso dei pensieri di Severus, passando con naturalezza da un pensiero all'altro. In questo caso, ho apprezzato come sei arrivata a Lily e di lì la riflessione sulla diversità tra Lily ed Elyn o, meglio, tra i sentimenti che hanno legato Severus alla prima e lo legano alla seconda. Ho apprezzato il modo in cui hai scelto ogni singola parola, così come ho apprezzato la parte finale. Si potrebbe dire che all'inizio c'è il tempo d'attacco, poi viene il cantabile che porta a Lily (prima strofa) ed Elyn (seconda), poi il tempo di mezzo, legato ad Elyn che porta alla cabaletta che riassume l'ultimissimo periodo del racconto. Complimenti (ovviamente puoi chiamare la neuro dopo questo delirio musicale :P)

Non solo non chiamo la neuro ma, al contrario, ti ringrazio moltissimo. Perchè, se paragoni la mia storia ad un brano lirico, vuol dire che non solo ti è piaciuta la storia, ma che l'hai trovata ben costruita e questo è quindi un bellissimo complimento per me.
Sono inoltre molto felice che tu abbia rilevato la naturalezza con cui scorrono i pensieri di Severus che, invece, sono costruiti a tavolino per arrivare a toccare i diversi punti che mi interessano; sapere che ti sembra che si svolgano con naturalezza significa che non ho dimenticato passaggi emotivi e/o logici e ne sono molto soddisfatta. E grazie anche per l'apprezzamento per le parole scelte: non sempre è facile trovare il sostantivo, l'aggettivo, l'avverbio o il verbo giusti per quella frase, quell'emozione, quel pensiero o sentimento, e ci impiego davvero tanto tempo, scriverndo e riscrivendo la frase più volte. Sapere che questo lavoro è apprezzato è un vero piacere.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:45
 
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view post Posted on 2/6/2013, 21:26
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Con queste recensioni, mi metto finalmente in pari con le storie di Ida! Dalla prossima settimana di sorrisi, riuscirò a recensire in presa diretta, mentre proseguirò nella messa in pari con le storie di Monica ed Elly.

Elyn fa piombare immediatamente il lettore nel ruolo del titolo e con esso arriva ciò che Severus ha percepito e con esso arriva il sorriso venato di tristezza della donna che teme il rifiuto. Bellissima la parte dedicata a quello che Elyn avrebbe trovato nella sua mente, qualora egli non la bloccasse. Fantastico il momento in cui lui allunga le dita e sfiora quelle di Elyn, veramente splendido (sto diventando ripetitiva), un gesto che dice tantissimo di quello che passa nell'animo di Severus. E poi la prima parola che riesce a dire (interessante il fatto che Severus l'abbia provato più volte), quell'Elyn che dà compiutezza alla storia, ma ancor più il racconto è reso compiuto dal sorriso colmo d'amore di Severus e le frasi conclusive che mi hanno fatta volare a leggere la storia successiva.
Amore trasporta ben presto nella parola che compone il titolo, uno stupendo cantabile in cui il sentimento amoroso emerge com chiarezza in tutte le sue sfumature. Un cantabile da assaporare nota per nota... o meglio, in questo caso, parola per parola, nella presa inesorabile - ma di un'inesorabilità buona - di coscienza del sentimento e della necessità di esternarlo (in una cabaletta, magari... sto decisamente congiungendo con la lettura l'ascolto di "Il balen del suo sorriso" da Il Trovatore). Bellissimo!
Chiaro di luna mi porta col suo titolo in ambiente musicale (prima di leggere tra l'altro), ma di chiari di luna (più o meno benigna, più o meno tetra, più o meno argentea) è pieno il mondo musicale. Deliri musicali a parte, ho apprezzato tantissimo tutto l'inizio del racconto dove introduci l'elemento della luce (tramite il sole, che traslato diventa Elyn [l'Hermione che in è in me, mi porta a pensare al fatto che la traslazione funziona ancor meglio laddove in tedesco sole è nome femminile]... o meglio Elyn che è raffigurazione personificata della luce del perdono). Poi i raggi di luna irrompono nella scena (un bellissimo effetto di luce) che porta il guardare fuori e di lì il guardare lontano nel tempo e nello spazio (e la luce della luna è perfetta per questo quadro). Ho apprezzato, come sempre, la scelta delle parole (le catene dell'altalena che non imprigionano più il cuore di Severus, per esempio), la traslazione da un'immagine all'altra, un'immagine del passato e della colpa, e poi il pensiero che va ad Elyn, al suo sorriso, al suo perdono. Splendido poi il finale, il sussurro che esce dalle labbra di Severus, la risposta di Elyn ed il sorriso, la luce che vince la notte.
 
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view post Posted on 3/6/2013, 08:38
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CITAZIONE (Alaide @ 2/6/2013, 22:26) 
Elyn fa piombare immediatamente il lettore nel ruolo del titolo e con esso arriva ciò che Severus ha percepito e con esso arriva il sorriso venato di tristezza della donna che teme il rifiuto. Bellissima la parte dedicata a quello che Elyn avrebbe trovato nella sua mente, qualora egli non la bloccasse. Fantastico il momento in cui lui allunga le dita e sfiora quelle di Elyn, veramente splendido (sto diventando ripetitiva), un gesto che dice tantissimo di quello che passa nell'animo di Severus. E poi la prima parola che riesce a dire (interessante il fatto che Severus l'abbia provato più volte), quell'Elyn che dà compiutezza alla storia, ma ancor più il racconto è reso compiuto dal sorriso colmo d'amore di Severus e le frasi conclusive che mi hanno fatta volare a leggere la storia successiva.

Felice che tu abbia gradito la storia e di essere riuscita a farti immedesimare in Elyn e nel suo timore di rifiuto, scoprendo invece cosa aleggia nella mente confusa di Severus. E lieta che anche tu abbia apprezzato quel lieve sfiorar di dita, che chiede attenzione, che dà attenzione cercando un contatto profondo.
Riguardo alle prove, il mio Severus è un perfezionista e voleva essere assolutamente certo, non solo di riuscire a pronunciare il suo nove, ma di farlo anche con la dolcezza e l’enfasi voluta!

CITAZIONE (Alaide @ 2/6/2013, 22:26) 
Amore trasporta ben presto nella parola che compone il titolo, uno stupendo cantabile in cui il sentimento amoroso emerge com chiarezza in tutte le sue sfumature. Un cantabile da assaporare nota per nota... o meglio, in questo caso, parola per parola, nella presa inesorabile - ma di un'inesorabilità buona - di coscienza del sentimento e della necessità di esternarlo (in una cabaletta, magari... sto decisamente congiungendo con la lettura l'ascolto di "Il balen del suo sorriso" da Il Trovatore). Bellissimo!

Wooow! Quando la lirica enbtra nei tuoi commenti, sono sicura che hai gradito in modo particolare, musicale, la storia. Sì, hai ragione, è un cantabile che va in crescendo così come cresce la consapevolezza di Severus e la sua accettazione per quel sentimento che, in parte, ancora gli fa paura, per cui non si sente ancora del tutto pronto. Però la cabaletta ancora manca o, meglio, è muta e fatta solo di pensieri. Riguardo alla colonna sonora che hai scelto per la lettura, direi che è perfetta.

CITAZIONE (Alaide @ 2/6/2013, 22:26) 
Chiaro di luna mi porta col suo titolo in ambiente musicale (prima di leggere tra l'altro), ma di chiari di luna (più o meno benigna, più o meno tetra, più o meno argentea) è pieno il mondo musicale. Deliri musicali a parte, ho apprezzato tantissimo tutto l'inizio del racconto dove introduci l'elemento della luce (tramite il sole, che traslato diventa Elyn [l'Hermione che in è in me, mi porta a pensare al fatto che la traslazione funziona ancor meglio laddove in tedesco sole è nome femminile]... o meglio Elyn che è raffigurazione personificata della luce del perdono). Poi i raggi di luna irrompono nella scena (un bellissimo effetto di luce) che porta il guardare fuori e di lì il guardare lontano nel tempo e nello spazio (e la luce della luna è perfetta per questo quadro). Ho apprezzato, come sempre, la scelta delle parole (le catene dell'altalena che non imprigionano più il cuore di Severus, per esempio), la traslazione da un'immagine all'altra, un'immagine del passato e della colpa, e poi il pensiero che va ad Elyn, al suo sorriso, al suo perdono. Splendido poi il finale, il sussurro che esce dalle labbra di Severus, la risposta di Elyn ed il sorriso, la luce che vince la notte.

Questa volta anche io ho seguito l’ispirazione musicale per il titolo, ed era Chopin nel mio caso.
La luce - del perdono, dell’amore o del sorriso – è essenziale in questa storia (intendo proprio la raccolta intera) e la traslazione sole/Elyn è sicuramente corretta.
Felicissima che tu abbia visto i raggi di luna irrompere e li abbia considerati degna cornice della scena, e ancora più felice che tu abbia notato il richiamo alle catene dell’altalena in contrapposizione alla attuale libertà del cuore di Severus, e di nuovo il passato e la colpa che si dissolvono nel sorriso di perdono e d’amore di Elyn, luce essenziale intorno la quale tutto gira.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:45
 
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view post Posted on 3/6/2013, 21:25
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L’alba, di Kijoka

Sempre belle le tue storie, narrate dal punto di vista innamorato, delicato e rispettoso di questa tua misteriosa “lei” sempre dolcissima, attenta e premurosa nei riguardi di Severus, il nostro comune amore! Mi ì facilissimo immedesimarmi in lei, ed anche io sorrido in silenzio, quasi trattenendo il fiato… e le carezze che vorrebbero sfuggirmi dalle mani!
Interessante il riferimento alla potenza magica che emana da lui nonostante le condizioni fisiche, poi quell’accenno al fatto che lui avesse previsto tutto… Più leggo, più indizi trovo e più domande sorgono nella mia mente, in continuazione, ad ogni nuova frase che svela e, al tempo stesso, nasconde con studiata perizia.
CITAZIONE
Allungo lentamente la mano e poggio appena le dita sul tessuto che gli copre la gola.
Sembra che questo gesto gli dia sollievo: ogni volta le labbra si muovono appena, tremando. Ogni volta il silenzio si colma di un lievissimo sospiro.

Oooh… una frase stupenda!
CITAZIONE
Soli neri, brillanti e attenti.

I suoi occhi!!!
CITAZIONE
Sto guardando nell'abisso del mio cuore che si specchia nello sguardo scuro.

Oooh… stupore!
CITAZIONE
Giro lo sguardo velocemente verso il vestito scuro appoggiato sulla poltrona in fondo alla stanza. L’hanno portato qui, nuovo e pulito, per quando potrà rialzarsi. Gesto prematuro, ma pieno di una speranza inespressa.

Scommetto che è stata Minerva a portarlo…
CITAZIONE
Sembra faticare a tener gli occhi anche solo socchiusi.

Povero amore mio…
CITAZIONE
E' presente a se stesso e lui stesso può leggermi dentro.
Ciò che ci lega permette questo contatto senza alcuna altra magia. Un danno collaterale, non conosciuto né cercato.
Ne ho approfittato ampiamente in questi giorni, ora potrebbe toccare a lui.
Lo sguardo nero continua a frugarmi dentro.
Eppure sembra non trovare nulla, come se al mio posto ci fosse solo uno schermo bianco.

Queste frasi che mi erano piaciute ma non ero riuscita a comprenderne il vero significato, diventano più belle ora che ho letto anche la storia successiva, perché ora ogni intrinseco significato è svelato… Ed è un bellissimo significato. Molte cose ancora mi sfuggono, ma qualcuno l’ho finalmente compresa…
CITAZIONE
E' stato un momento pieno di emozione, come se fossimo per qualche secondo uniti, non solo nei pensieri.

Ed infatti, siete stati uniti, intimamente uniti… Anche io ho provato una sensazione stupenda (rafforzata dalla storia successiva) ed invidio l’unione che questa donna ha con Severus, una magica unione la porta ed essere dentro di lui, un tutt’uno con i suoi ricordi.

Così sono sempre più curiosa di capire quale magia li lega, come funziona e quali ricadute ha su di loro, da cosa ha avuto origine e perché. Ho mille indizi, ma mi manca la chiave, la veduta d’insieme…





Amarezza, di Alaide.


Tu lo fai apposta, crudele e sadica scrittrice, a farlo soffrire… e a far soffrire me che leggo e guardo quel boccettino di antidolorifico ignorato, e poi buttato via…
Straziante, tremendo! Basta, ti prego, pietà per lui, basta!
Povero amore mio: vivere solo per odiarsi e soffrire, e soffrire e odiarsi…
Perché, perché nessuno può aiutarlo a perdonarsi?
Altro che neve ad agosto: qui bisogna fare una sommossa e sottrarre quel povero martire dalle grinfie di questa sadica fanwriter!

Melusine ha chiesto e la bimba ha raccontato. Non lo avrei neppure mai sperato. Da brividi!

CITAZIONE
«Ha quindi compreso che io sono l’assassino.» affermò Severus, assaporando il dolore che divorava il suo corpo e la sua anima.

Aaaaaah… il mio amore!!!
CITAZIONE
Un sorriso che la donna – un’adulta, non una bambina che poteva travisare la realtà – non avrebbe mai dovuto rivolgergli.
Non a lui.
Non ad un assassino.

La questione vera è c he sei tu, Severus, a travisare la realtà, purtroppo, inchiodato dai tuoi sensi di colpa e imprigionato nelle bellissime parole di questa crudele fanwriter che ti sta spietatamente torturando…


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:46
 
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view post Posted on 4/6/2013, 07:24
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CITAZIONE (Ida59 @ 3/6/2013, 22:25) 
Amarezza, di Alaide.

Tu lo fai apposta, crudele e sadica scrittrice, a farlo soffrire… e a far soffrire me che leggo e guardo quel boccettino di antidolorifico ignorato, e poi buttato via…
Straziante, tremendo! Basta, ti prego, pietà per lui, basta!
Povero amore mio: vivere solo per odiarsi e soffrire, e soffrire e odiarsi…
Perché, perché nessuno può aiutarlo a perdonarsi?
Altro che neve ad agosto: qui bisogna fare una sommossa e sottrarre quel povero martire dalle grinfie di questa sadica fanwriter!

Ma povera fanwriter... mmmh, forse è meglio se il 6 arrivo al pranzo dopo aver assunto della Polisucco, così evito la sommossa :P.
Judith (che non ha affatto idea di cosa passi per la mente di Severus) potrebbe aiutarlo benissimo, se lui volesse. Il grande problema è la forza che può raggiungere l'autoconvinzione (mi sono consultata con la mia amica psicologa per aver conferma di star scrivendo qualcosa di realistico).
CITAZIONE
Melusine ha chiesto e la bimba ha raccontato. Non lo avrei neppure mai sperato. Da brividi!

Ci sono delle motivazioni dietro la decisione di Judith che verranno rese note nel prossimo capitolo. Posso solo anticipare che la scena continuerà da dove l'ho lasciata. Melusine non si è ancora scoraggiata.

CITAZIONE
La questione vera è c he sei tu, Severus, a travisare la realtà, purtroppo, inchiodato dai tuoi sensi di colpa e imprigionato nelle bellissime parole di questa crudele fanwriter che ti sta spietatamente torturando…

La fanwriter teme di non aver ancora toccato l'apice della sua crudeltà (sono sempre più convinta che il 6 debba venire al pranzo sotto falsa identità). Come detto sopra autoconvincersi fermamente di qualcosa - e non importa se questo qualcosa è un travisamento della realtà - può avere conseguenze terribili.
 
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CITAZIONE (Alaide @ 4/6/2013, 08:24) 
Ci sono delle motivazioni dietro la decisione di Judith che verranno rese note nel prossimo capitolo. Posso solo anticipare che la scena continuerà da dove l'ho lasciata. Melusine non si è ancora scoraggiata.

Sono certa che le motivazioni ci sono, e posso magari anche intuirle. Per questo sono felice che Melusine non si sia scoraggiata.

CITAZIONE
La fanwriter teme di non aver ancora toccato l'apice della sua crudeltà (sono sempre più convinta che il 6 debba venire al pranzo sotto falsa identità). Come detto sopra autoconvincersi fermamente di qualcosa - e non importa se questo qualcosa è un travisamento della realtà - può avere conseguenze terribili.

O mamma mia! Quindi mi spetta anche di peggio! Anzi, non solo peggio, ma proprio terribile! :cry:


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:47
 
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view post Posted on 4/6/2013, 09:40

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CITAZIONE (Ida59 @ 4/6/2013, 10:11) 
CITAZIONE (Alaide @ 4/6/2013, 08:24) 
La fanwriter teme di non aver ancora toccato l'apice della sua crudeltà (sono sempre più convinta che il 6 debba venire al pranzo sotto falsa identità). Come detto sopra autoconvincersi fermamente di qualcosa - e non importa se questo qualcosa è un travisamento della realtà - può avere conseguenze terribili.

O mamma mia! Quindi mi spetta anche di peggio! Anzi, non solo peggio, ma proprio terribile! :cry:

:sob: :sob: :sob:

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:47
 
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Benvenuta nel mio mondo, di Kijoka

L’inizio credo sia tutto una metafora: lui è immobile sul letto, quindi non ci sono né porte né corridoi. Credo che tutto avvenga nella sua mente.
Mentre leggo mi rendo conto che ciò che accade in questa storia è solo il punto di vista di Severus rispetto a ciò che è accaduto nella storia precedente: infatti apre gli occhi… No, non riesce a vedere, eppure coglie il sorriso di Lei.
Di nuovo torna il corridoio: è la via che dall’incoscienza porta alla coscienza e viceversa?
Poi cominciano le domande di Severus stesso: belle domande, tra le tante che da un pezzo ho anche io!
La porta nera. E quella che porta all’incubo e alla sofferenza?
Severus si ribella, non vuole tornare indietro, nel suo passato, credo; ma non capisco, lei cosa c’entra in tutto questo? Non è realmente là con lui…
Ok, la porta nera è l’ingresso al suo passato: questo, almeno, lo avevo capito.
Ed è a quel mondo che le dà il benvenuto: si supponevo che si trattasse del suo mondo interiore dei ricordi.
In qualche modo, Severus percepisce la presenza della donna; non solo la donna della realtà fisica, ma anche quella del suo inconscio, quella che ha riaperto la porta nera. E’ strano, perchè lui non dovrebbe sapere e capire, eppure sa e capisce. Quale strana magia…
CITAZIONE
Tu avrai cura delle mie ali, spezzate da troppo tempo.

Che bella frase! E che strano, però, sentire questo Severus così… diverso, così determinato ad andare avanti, così fiducioso e incredibilmente pieno di speranza. E’ sempre l’effetto della magia di lei?
CITAZIONE
Perché ricordare significhi dimenticare, perché il passato non torni mai più, perché tu possa comprendere chi hai aiutato, perché tu possa decidere se aiutarmi a vivere o darmi una mano a morire.

Credo che queste frasi siano essenziali. Severus deve ripercorrere tutta la sua vita, nei suoi ricordi, per dimenticare, per seppellire il passato e, al contempo, per capire e scegliere. E ho l’impressione che non sia solo Severus il soggetto degli ultimi due verbi.

Ed ora, temo che cominceranno ricordi tremendi, quelli della “notte della ragione”. Ma Severus stringe forte la mano di lei che, ancora, rimane al suo fianco.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:47
 
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Autore/data: Alaide – 30 marzo – 2 aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: La voce della donna si era fatta accorata, così come accorato si era fatto il suo sorriso.
Era un sorriso che aveva un che di disperato, si accorse Severus.
Un sorriso che lo colpì come una frustata al pari delle parole della donna.
Nota: La storia è il continuo di Amarezza
Parole: 1154

Tetralogia

12. Terza giornata. Atto I. Scena II. Dolore


Melusine stava ancora sorridendo all’uomo. Era da quando il giorno precedente Judith aveva trovato il coraggio di dirle cosa fosse accaduto quella tragica notte di agosto, che la giovane aveva deciso di tornare a parlare con il signor Piton, nel tentativo di convincerlo a cambiare d’avviso, ma le parole che l’uomo aveva pronunciato non le davano molta speranza.
Le pareva che il signor Piton volesse ad ogni costo negare il fatto che aveva salvato la vita a Judith e quello che disse poco dopo le fece male al cuore.
«Non riuscite né lei, né la bambina a vedere la verità. Io sono un assassino.»
«E quale assassino avvolgerebbe un plaid intorno ad una bambina?» domandò Melusine, fissando l’uomo negli occhi, sorridendogli leggermente, con gentilezza. «Non so cosa sia accaduto quella notte, solo quello che mi ha raccontato Judith. E dal suo racconto so con certezza che lei ha salvato la vita della bambina. Perché insiste a negarlo?»
Severus non disse, né fece niente per diverso tempo. Nel sorriso gentile della signorina Fairchild poteva vedere quei sentimenti che vi aveva letto quando gli aveva chiesto, tempo prima, di accettare di vedere la bambina.
Il sorriso che evocava i sentimenti materni che la giovane provava per Judith. Ed egli era certo che ciò di cui avesse bisogno la bambina fosse l’affetto ed il sorriso della signorina Fairchild, non di certo la compagnia dell’assassino dei suoi genitori.
Perché era quello che era.
L’uomo che non era riuscito a salvare quei due innocenti.
L’uomo che aveva lasciato che venissero torturati.
L’uomo che li aveva uccisi.
«È lei, signorina Fairchild, a negare la verità. Io sono l’assassino dei genitori della bambina.» disse infine, articolando ogni parola a fatica, provando una fitta di dolore ad ogni sillaba pronunciata.
«Forse entrambi neghiamo parte della verità, signor Piton.» disse Melusine, giocando nervosamente con le frange del foulard, un sorriso altrettanto nervoso sulle labbra «Eppure io so che Judith ha bisogno di lei. Chiede di lei ogni giorno. Mi ha supplicata di portarla qui in anticipo ed io le ho detto che non potevamo perché l’ospedale ha regole ben precise.»
«Dovrebbe invece dirle la verità.» sillabò Severus.
Le parole furono seguite da un violento attacco di tosse.
Melusine si alzò di scatto in piedi ed allungò una mano per premere il pulsante per chiamare l’infermiera, ma l’uomo le afferrò il polso.
La giovane lo fissò negli indecifrabili occhi neri e sentì montare in lei la più estrema tristezza.
Quell’uomo si stava punendo nel peggiore dei modi, martoriando il proprio corpo, impedendo il minimo gesto di gentilezza. Qualsiasi colpa avesse commesso in passato, fosse questa anche l’aver effettivamente ucciso i genitori di Judith, la stava espiando, l’aveva già espiata, con ogni probabilità, si disse Melusine.
«Signor Piton, credo che Judith veda in lei l’unica persona che possa darle sicurezza.»
L’uomo le lasciò andare il polso.
E Melusine, per quanto avesse voluto chiamare qualcuno che potesse lenire le sofferenze dell’uomo, abbassò il braccio, con un sorriso triste.
«La bambina mi ha raccontato tutto, quando la direttrice dell’orfanotrofio le ha proposto di sostituire il plaid che tiene sul letto, il plaid senza il quale non riesce a dormire. Judith si è agitata ed ha afferrato quella vecchia coperta quasi ne andasse della sua stessa vita.
«Quando sono rimasta sola con lei, la bambina mi ha spiegato perché vuole quel plaid sempre con sé.» Melusine si interruppe, cercando lo sguardo dell’uomo, quello sguardo che le pareva celare una solitudine ed un tormento incommensurabili. «Avevo sempre pensato che fosse qualcosa che le ricordava i suoi genitori. Invece le ricorda lei. Tiene così tanto a quel plaid perché lei, signor Piton, glielo ha avvolto intorno alle spalle quella notte, perché le ha salvato la vita e l’ha fatta sentire al sicuro. Come posso dire a Judith che lei non vuole più vederla? Come posso?»
La voce della donna si era fatta accorata, così come accorato si era fatto il suo sorriso.
Era un sorriso che aveva un che di disperato, si accorse Severus.
Un sorriso che lo colpì come una frustata al pari delle parole della donna.
Ricordava di aver avvolto una coperta intorno alla bambina, mentre aveva sentito montare in lui inesorabile la colpa, che gli aveva fatto ronzare il sangue nelle orecchie. L’ennesima orribile colpa. Era stata l’unica cosa che aveva potuto fare di fronte alla domanda della bambina. Poi l’aveva abbandonata a se stessa, dopo aver ucciso i suoi genitori.
Era un mostro.
Un mostro a cui quella donna non avrebbe dovuto sorridere in quel modo accorato, disperato quasi, ma sempre gentile.
Un mostro il cui corpo avrebbe dovuto essere dilaniato e poi bruciato perché non ne restasse traccia.
Un mostro che sarebbe stato logico odiare.
«Signorina Fairchild…»
«La prego, signor Piton, usi il quaderno.» lo interruppe con un mormorio Melusine.
Severus osservò per un istante la donna e notò che appariva preoccupata, ma egli non meritava quella preoccupazione, né il sorriso accorato della donna.
Fece per continuare a parlare, pronto ad assorbire nuovo meritato dolore, ma si interruppe. Sentiva la gola bruciargli, come se qualcuno vi avesse colato dentro della lava incandescente. Prese in mano il quaderno perché sapeva che non avrebbe potuto sopportare ulteriormente il dolore alle corde vocali.
“Tenga la bambina lontana da me.”
Melusine gli restituì il quaderno con mani tremanti. Non era quella la risposta che avrebbe voluto leggere. C’era qualcosa di terribilmente tragico in quell’uomo che rifiutava di vedere il bene che poteva fare a Judith, il bene che già le aveva fatto.
«Signor Piton… Severus, per l’ultima volta, la scongiuro, la supplico di pensare a ciò che il suo rifiuto può causare nell’animo di Judith.» mormorò Melusine, le mani giunte in una muta preghiera. Senza rendersene conto, si lasciò scivolare in ginocchio, come una supplice. Sulle labbra un sorriso nervoso e triste, nervoso per l’incertezza del futuro della bambina, triste per la vita a cui si costringeva l’uomo. «Non pretendo che lei veda Judith ogni giorno. Possiamo concordare la distanza di tempo che vuole. Una volta al mese… una volta ogni due mesi… qualsiasi cosa, ma non scacci Judith, non mi costringa a comunicarle questa decisione che la distruggerebbe.»
L’uomo avrebbe voluto urlare alla donna di rialzarsi, avrebbe voluto dirle di andarsene, ma il dolore era troppo intenso, così intenso che per un istante fu visibile sul suo volto.
E la sua mente era piena del ricordo di quando era caduto in ginocchio di fronte a Silente, di quando l’uomo l’aveva osservato con giusto disprezzo.
Il disprezzo che la donna avrebbe dovuto provare per lui.
Non quella preoccupazione che aveva mostrato poco prima.
Men che meno quel sorriso triste.
Prese in mano il quaderno, ma gli cadde a terra.
Il dolore gli attraversava il corpo come mille frustate, impossibile da sopportare. Vide la donna alzarsi in piedi sollecita, la sentì mormorare parole preoccupate.
Poi la vide premere il pulsante per chiamare l’infermiera.
E non ebbe la forza di fermarla.
 
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Dolore... già dal titolo cominciamo male... :(

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:47
 
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Dolore di Leonora
Troppo bello, troppo straziante, troppo per un uomo solo e percosso dai sensi di colpa.
In questo brano ci sono frasi stupende e terribili.
Indimenticabili. Dopo la seconda e la terza lettura mi sembra ancora più devastante il male fisico e psicologico che si impone Severus.
Un grande, grandissimo Severus colpito dal destino e incapace di vedere quanto bene ha fatto, ma solo il male e il sangue sulle sue mani.
Quel colpo di tosse è stato, per me lettore, una coltellata: se parlare fa male cosa può aver provato in quell'attimo?
Severus non si arrende al proprio corpo ma...
CITAZIONE
Fece per continuare a parlare, pronto ad assorbire nuovo meritato dolore, ma si interruppe. Sentiva la gola bruciargli, come se qualcuno vi avesse colato dentro della lava incandescente. Prese in mano il quaderno perché sapeva che non avrebbe potuto sopportare ulteriormente il dolore alle corde vocali.
“Tenga la bambina lontana da me.”

Ma Judith vuole solo te Severus - mi è sorto spontaneo e inarrestabile il pensiero - tu l'hai protetta tu l'hai salvata.
E Melusine lo prega in ginocchio di accettare di rivedere la bimba, e qui ti sei superata Leonora:
CITAZIONE
E la sua mente era piena del ricordo di quando era caduto in ginocchio di fronte a Silente, di quando l’uomo l’aveva osservato con giusto disprezzo.
Il disprezzo che la donna avrebbe dovuto provare per lui.
Non quella preoccupazione che aveva mostrato poco prima.
Men che meno quel sorriso triste.
Prese in mano il quaderno, ma gli cadde a terra.
Il dolore gli attraversava il corpo come mille frustate, impossibile da sopportare. Vide la donna alzarsi in piedi sollecita, la sentì mormorare parole preoccupate.
Poi la vide premere il pulsante per chiamare l’infermiera.
E non ebbe la forza di fermarla.

Oltre ai rimorsi anche i ricordi, basta per pietà di Severus e nostra che lo amiamo tanto. :cry: :lovelove:
 
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Mi unisco all'implorazione di Chiara: basta, per pietà.
Per ora non riesco a trovare il tempo di commentare, Leonora, ma il succo è questo.


Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:48
 
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Ecco, finalmente ci siamo, dopo tanta attesa...

Titolo: Sogno
Autore/data: Ida59 – 24/26 marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: romantico, introspettivo
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Nella notte d’argento anche i sogni possono tramutarsi in realtà. È il seguito di “Chiaro di luna”.
Parole/pagine: 752/2.



Sogno




Notte d’argento illuminata dal sorriso.
Un sogno.
Poteva essere solo un sogno.
E in quel sogno il cuore di Severus batteva forte, colmo di felicità, mentre il sorriso addolciva il suo volto pallido, contornato dai lunghi capelli neri.
Ma davvero nella notte la luna splendeva luminosa nel cielo, quasi quanto il sorriso adagiato sulle labbra di Elyn, apparsa come d’incanto al suo accorato richiamo, e che ora lo fissava in silenzio, in piedi di fianco al letto.
C’era un’altra ragione, oltre a volergli far godere a pieno della luce del sole, o della luna, se la Guaritrice lo aveva fatto trasferire nell’ala riservata del quinto piano del S. Mungo: anche lei dormiva in una di quelle stanze, magari proprio quella accanto alla sua. Solo in quel momento, vedendola apparire accanto a sé in piena notte, il mago lo aveva realizzato ricordando un brano di conversazione afferrato qualche giorno prima dalla bocca pettegola e maliziosa di una Medimaga invidiosa e scontenta.
Elyn dormiva all’ospedale da quando si era affacciata la prima volta sui suoi pensieri deliranti, i primi giorni del suo ricovero dopo il mortale attacco di Nagini. La Guaritrice aveva vissuto fin nel profondo della sua anima l’intimo orrore dei suoi incubi e il tormento straziante dei suoi rimorsi: era rimasta lì, vicina, per vegliarlo giorno e notte, per strapparlo alla morte ed alle imperdonabile colpe del suo passato.
Sempre sorridendogli, la maga si sedette sul bordo del letto, vicino a lui, la leggera camicia da notte illuminata in pieno dai candidi raggi lunari.
Sembrava un angelo.
Era il suo angelo.
L’Angelo del Perdono che lo aveva riportato in vita insieme alle lacrime di Fanny.
- Vegli sul mio sonno… - sussurrò piano il mago, estasiato, gli occhi neri scintillanti d’argentei riflessi.
Già, da quando Elyn gli aveva regalato il suo perdono colmo d’amore, anche gli spettri del passato che per tanti anni lo avevano torturato senza pietà erano scomparsi lasciandolo infine riposare in un sonno sereno.
Elyn emise un lungo sospiro che le appannò un poco il sorriso:
- Ho a lungo vegliato lo straziante delirio della tua sofferenza, quando tormentosi ricordi ghermivano la tua anima…
Severus tremò un poco.
- Ho pianto le mie lacrime negli atroci incubi del tuo passato…
La voce si incrinò ed Elyn si perse nella luminosa notte degli occhi neri del mago che allungò la mano a sfiorare la sua:
- Le incantate lacrime di fenice regalano la vita, - sussurrò piano, la voce roca non più abituata a parlare, - le tue mi hanno donato ciò che per me era ancora più importante: il perdono…
Gli occhi nocciola di Elyn brillavano come tremule gocce d’ambra nel chiaro di luna mentre un soave sorriso tornava ad addolcire il suo volto.
Le lacrime di Elyn, lacrime di perdono e di amore: questo lo aveva realmente riportato in vita!
- Ora vorrei solo poter vegliare i tuoi sogni, Severus. – mormorò, uno strano tremito nella voce soave.
Il mago sorrise, felice, gli occhi neri splendenti nell’argento della notte.
- Tu sei il mio sogno, Elyn, il mio sogno d’amore… - sussurrò con intensità.
La vide tremare appena, incredula; si avvicinò al suo fianco, nel letto, e le sfiorò il viso con una tenera carezza in punta di dita.
Elyn lo amava.
Lo sapeva da settimane, da quella notte in cui glielo aveva rivelato piangente, disperata, credendolo avvolto nel consueto torpore dell’incoscienza del veleno e ormai condannato a morire dall’insensibile crudeltà umana.
E lui amava Elyn.
Lo sapeva da tanti giorni; si era lentamente innamorato del suo sorriso, dolce e bello, dell’incredibile dolcezza che sapeva infondere al severo suono del suo nome, della profonda comprensione che aveva saputo dargli con il suo perdono.
Amava la donna che aveva saputo amare le sue colpe.
Era arrivato il momento di rivelarle tutta la verità.
Sì avvicinò ancora di più al suo viso, alle labbra che ancora sorridevano, proprio come la prima volta che l’aveva vista uscendo dal delirio della febbre e della colpa.
Rimase lì, vicinissimo, il respiro contratto mente il cuore gli martellava in petto, gli occhi fissi nelle iridi nocciola piene di luce.
Un lunghissimo istante di sogno.
Poi le sfiorò piano le labbra con le sue, tremando, le parole tanto attese che fluivano in un ardente sussurro:
- Ti amo, Elyn, ti amo!
- Severus, amore mio!
L’attirò piano a sé, delicatamente, e avvolse il suo sogno tra le braccia, gli occhi neri sfolgoranti di felicità, il volto pallido illuminato dalla luna e da un meraviglioso sorriso d’amore.

Edited by Ida59 - 13/7/2015, 13:48
 
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view post Posted on 6/6/2013, 08:48
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Sogno di Ida

Ecco la cabaletta! (Così ho 4 storie che possono fare un'aria... chissà che non riesca a trovarne una che più o meno si adatti!).
L'incipit mi è piaciuto tantissimo, con quel suo riallacciarsi alla storia precedente, con la luce della luna che entra luminosa nella stanza e subito si crea un parallelismo tra la luce della luna e il sorriso di Elyn (ed io adoro queste immagini!). Mi piace come riesci a riandare indietro ogni volta ed ogni volta usando parole ed immagini diverse. Veramente splendido!
Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui Severus inizia a parlare, quali parole sceglie, subito dopo aver paragonato Elyn ad un angelo, così come ho adorato il continuo ritorno (quasi un Leitmotiv) della luce della luna.
Bellissime le parole di Elyn (quasi da pièce teatrale, splendido!) - che nella mia cabaletta stanno diventando pertichini -, così come ho apprezzato la frase che precede le nuove parole di Severus (sempre splendido il lavoro di scelta delle parole).

CITAZIONE
- Le incantate lacrime di fenice regalano la vita, - sussurrò piano, la voce roca non più abituata a parlare, - le tue mi hanno donato ciò che per me era ancora più importante: il perdono…

Queste frasi di Severus meriterebbero un Lied tutto per loro. Vi è racchiuso un intero mondo. Splendide!

Mi è piaciuto tantissimo come sei arrivata al sogno del titolo, il sogno d'amore (il Liebestraum - oggi sono molto liederistica, quindi sbuco fuori con il tedesco :P - di Severus) sorto dalla rinascita dell'uomo.
Splendida tutta la parte successiva, con immagini bellissime, che portano al cuore o alla mente del lettore i sentimenti di Severus.

CITAZIONE
Amava la donna che aveva saputo amare le sue colpe.

E tra tutte, le parole qui sopra sono quelle che più mi hanno colpita, forse perché amo espressioni di questo tipo, forse perché racchiudono tantissimo.

Poi lo splendido finale, dove tutto arriva - comprese le tanto agognate parole, ovviamente la chiusa della cabaletta in un dolce smorzando, che è ben più poetico di un acuto urlacchiato... l'opera non è realistica e non importa che Severus non possa di certo cantare acuti - con suprema e stupenda naturalezza.
 
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852 replies since 9/1/2013, 00:09   15299 views
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