Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 30/4/2013, 20:33
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I ♥ Severus


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Solitudine, di Alaide

CITAZIONE
Ed i rivoli colavano lentamente, cancellando quei volti, imbrattandoli del sangue che egli aveva sulle mani.
L’uomo continuava a fissare il vetro e la pioggia che continuava a disegnare la sua colpa e la sua pena.

Come sempre, una stupenda immagine dei suoi rimorsi.

CITAZIONE
Perché la bambina continuava a sorridergli?
Perché a lui?

Ormai è da un pezzo che anche i lettori si stanno facendo questa domanda.
Ma non ho altri indizi da elaborare, anche se sono certa che i disegni sono importanti. E anche gli aggettivi usati per i sorriso: timido e riconoscente.

Nella lunga parte finale (dopo il disegno) le continue ripetizioni sono diventate angoscianti: un battito sordo, ossessivo e cupo che rimbomba nelle orecchie e nel cuore.

Veramente tremenda questa tua Tetralogia: la storia incede lenta, trattenuta dal peso delle colpe di Severus e stilla sofferenza in uno scenario che percepisco come tetro e soffocante, quasi fosse una grotta, una prigione a centinaia di metri sotto terrra, senza luce, senza aria e solo quel cupo rimbombo dei suoi rimorsi...

Certo che, come sai far soffrire tu Severus, anche con un semplice sorriso, nessuno mai! (Il sadi-Club ti acclama!)


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:34
 
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view post Posted on 30/4/2013, 20:58
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Attesa, di Kijoka

Mi piace questo Harry: la sua evoluzione rispetto a quello della Rowling è motivata dallo scontro finale con Voldemort, dalla sua decisione di andare a morire. Un ragazzo che prende quella decisione è finalmente in grado di vedere oltre l’apparenza di Severus Piton, dietro alla sua maschera. E di farsi finalmente venire dei dubbi, la voglia di conoscere la verità e di fare domande. E attendere le risposte. Con umiltà.
È la stessa evoluzione che ho fatto compiere anche io al personaggio di Harry nella mia “Le stesse lacrime” ed è forse per questo che mi è stato facile immedesimarmi in lui.
CITAZIONE
Ho avuto dal proprietario le chiavi del castello e ora ne conosco tanti passaggi segreti... ma non tutti!

Che bellissimo modo per rendere le cose!
CITAZIONE
Deve essere stato così difficile lasciare a me quei frammenti della sua vita, proprio a me: ci ha messo anni a farsi odiare.
Deve essere stato come strapparsi pezzi di cuore.

Bravo ragazzo: arrivi con molto ritardo alla comprensione, ma ora sembri sulla buona strada…
CITAZIONE
Devo dirgli che quei ricordi sono al sicuro in un posto segreto, che quasi nessuno oltre a me ha potuto vedere ciò che mi è stato consegnato.
Tutto è stato riposto in un posto inviolabile, che solo Minerva McGranitt conosce, fino a che non potremo restituirli al legittimo proprietario.

Pensiero molto carino: scommetto che c’è lo zampino di Minerva…
CITAZIONE
So che non dimenticherò mai, ma nel profondo del mio cuore, quei ricordi sono diventati anche miei.

Commovente… anche perché Harry è nell’essenza di quei pensieri.
CITAZIONE
Anche per lui sarà un mondo nuovo: non è più l'assassino di Silente. Ora tutti sanno la verità.

Già, vero, giusta considerazione. Un mondo nuovo, da guardare finalmente senza maschere. Ed essere visto per l’uomo che realmente è.
CITAZIONE
Severus Piton riuscirà a lasciare che la speranza entri nel suo cuore e potrà valutare di ricominciare a vivere?

Spero proprio di sì… e credo che ci sarà comunque chi saprà aiutarlo…



La stanza verde, di Kijoka
Leggendo il breve riassunto, dopo “Attesa” ho subito immaginato che qui avrei saputo come è stata la prima notte di Severus a Hogwarts.
È stata una bella notte… ma già ha sofferto la grande perdita, quella che continuerà a subire per tutti gli anni della scuola e poi anche dopo, in modo anche peggiore: Lily. Tra i Grifondoro, tra le braccia di James e poi della morte…
Un piccolo Severus, già solo, “immobile, pensieroso” come sarà il Severus adulto.
Povero caro, già comincia a vivere di illusioni e la sofferenza non lo abbandona…
CITAZIONE
con lo sguardo verde smeraldo, scintillante di gioia e speranza, lo aveva accarezzato.

Una frase bellissima!
Poi, solo illusioni, nella notte e per sempre…



Consapevolezza, di Kijoka
CITAZIONE
Gli occhi di smeraldo ti stanno fissando.
Il viso roseo ti osserva assorto e, d'un tratto, s’illumina in un sorriso di smagliante orgoglio.
Ora sai cosa significa essere bravo in qualcosa. Ora hai fiducia nelle tue capacità, che non ti deludono quasi mai.

STUPENDO!
CITAZIONE
Sai che chi non ti ama potrebbe fraintendere e non vuoi metterla nei guai: forse, se non se ne accorgono, potranno perfino pensare che quel sorriso non sia dedicato a te.

Pensiero delicatissimo il primo, denso di tremenda sofferenza e svalutazione di sé il secondo.
CITAZIONE
Alla ricerca di ciò che è sconosciuto, vivi giorno per giorno, con l'impazienza della gioventù e l'insicurezza dell'infanzia.

Conclusione di frase bellissima!
CITAZIONE
Quanta innocenza c'era nel tuo cuore Severus, a quel tempo?

Quanto è sempre tremendamente dolorosa la parola innocenza nei pensieri di Severus…
CITAZIONE
Possibile che non sia stata in grado di rendersi conto dei tuoi sentimenti?
Forse semplicemente non aveva alcuna coscienza di quel che ti si agitava dentro: sei sempre stato molto bravo nel nascondere le tue emozioni.
Ma, rivedendo nel passato i tuoi sguardi, è così difficile equivocare...
Il merito è tutto dell'età e dell'esperienza.
In fondo è più facile valutare ogni situazione con il senno di poi.

Si potrebbe scrivere un trattato su queste poche frasi.
Non se n’è mai accorta? Non ha voluto accorgersene? Non poteva accorgersene?
Non ci pensare, Severus, dimenticala…
CITAZIONE
Voci dal passato e dal presente.

Bello il modo di unire il passato al presente!
CITAZIONE
Eppure, non so come, non sento più dolore.

Grazie al cielo, era ora!
CITAZIONE
E' magia, ne sono sicuro, anche se non riesco a spiegarmi il motivo di questa premura.

Oooh… tesoro! Premura… Te lo spiego io il motivo, amore mio!
CITAZIONE
Sembrano strappar via la sete

Aah frase stupenda!
CITAZIONE
Non riesco a stare sveglio per più di pochi secondi, e poi... poi voglio tornare da lei, a Hogwarts, quando i sogni erano sogni e il futuro ancora tutto da vivere.

Da nodo alla gola… mio povero amore… ma ce lo ha ancora un futuro, te lo giuro!

Le tue storie mi piacciono praticamente tutte, Monica, ma quando mi dai i suoi pensieri l'emozione sale a mille, il cuore batte forte ed entro nel mio sogno! Grazie!


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:34
 
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view post Posted on 2/5/2013, 09:37
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Autore/data: Alaide – 10-12 marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Ogni volta sorrideva all’uomo, timidamente, con riconoscenza, con sollievo.
Gli sorrideva sempre.
Nota: La storia è il continuo di Solitudine
Parole: 982

Tetralogia
7. Seconda Giornata. Atto II. Lampi


I giorni si trascinavano lenti, alternando giorni illuminati da un timido sole e giorni in cui la pioggia scendeva violenta.
Per uno strano scherzo del destino pioveva sempre quando Judith si recava all’ospedale.
Ogni volta sorrideva all’uomo, timidamente, con riconoscenza, con sollievo.
Gli sorrideva sempre.
E Melusine si chiedeva cosa vedesse Judith in quell’uomo e nella sua solitudine.
Uno spirito affine, forse.
Una figura paterna.
Oppure v’era dell’altro che lei non riusciva ad afferrare?
Anche in quel momento, mentre sedeva nella stanza dell’ospedale, Judith sorrideva all’uomo ed il suo corpo appariva rilassato, quasi si sentisse al sicuro, protetta, forse.
«Che libri vuole che le porti la prossima settimana, signor Piton?» domandò Melusine.
Era diventata una domanda quasi rituale.
Ogni volta gli portava tre libri ed ogni volta gli chiedeva quali titoli, tra quelli presenti nell’inventario della biblioteca dell’orfanotrofio, volesse leggere.
Era l’unica conversazione che aveva con lui.
V’erano giorni in cui era tentata di fargli altre domande o di commentare uno dei titoli che anche lei aveva letto, ma non voleva invadere la riservatezza dell’uomo.
V’erano momenti in cui cercava di comprendere l’enigma celato dietro quegli occhi neri e quel volto pallido.
Aveva unicamente compreso che era un uomo colto.
Uno studioso, forse. Anche se non riusciva ad intuire di cosa si occupasse.
Di certo era interessato a romanzi che parlavano di colpa e rimorso.
Un lampo illuminò il cielo plumbeo, quando l’uomo le allungò il foglio con i titoli dei libri.
Judith si irrigidì leggermente, mentre osservava un nuovo lampo che pareva troppo simile alla luce della luna crescente che illuminava la stanza di mamma e papà la notte in cui erano stati uccisi.
Il sorriso le morì sulle labbra, ma non si mosse. Fissò gli occhi sull’uomo, quasi si aspettasse che lui dicesse o facesse qualcosa.
Un nuovo lampo rischiarò quel cupo pomeriggio, mentre la pioggia cadeva copiosa.
«Cantiamo in coro, all’orfanotrofio.» disse improvvisamente Judith, dicendosi che lì era al sicuro, che quella luce biancastra che illuminava di tanto in tanto la stanza non era la luce della luna, che nessuno sarebbe entrato. «E delle volte…»
La voce le morì in gola, quando la luce venne a mancare.
La stanza era quasi totalmente immersa nell’oscurità, rischiarata di tanto in tanto dai lampi.
Severus, sebbene la scorgesse appena, riusciva a percepire la paura della bambina. Ne intravedeva il corpo teso sulla sedia. E riusciva ad immaginare fin troppo bene che non era una semplice paura infantile.
Non v’era nulla di veramente infantile nel comportamento di quell’orfana.
Ogni volta che la vedeva, lo comprendeva pienamente.
Ogni volta che la vedeva, le sue mani gli parevano ancora più lorde di sangue.
Ogni volta che la vedeva, si chiedeva per quale motivo gli sorridesse sempre, un motivo che, lo sapeva, sfuggiva anche alla signorina Fairchild, che accompagnava sempre la bambina e rimaneva con loro silenziosa e discreta.
Ogni volta i sorrisi della bambina sembravano aumentare la distanza che c’era tra la sua anima annerita dal delitto e l’animo puro di Judith.
Erano sorrisi lievi che, ogni volta, si trasformavano in una pugnalata al cuore, in un aumento esponenziale del peso della sue colpe.
Quello che aveva compiuto, i delitti che aveva commesso, diventavano più netti, più evidenti ai suoi occhi.
Era come se i sorrisi della bambina gli gridassero le sue colpe.
I lampi continuavano a rischiarare la stanza, facendo rabbrividire Judith.
Sapeva che lì c’erano Melusine ed il signor Piton e che non poteva accaderle nulla.
Ma era comunque spaventata.
Melusine si alzò lentamente in piedi.
Sapeva che Judith era terrorizzata. Nei primi giorni del suo arrivo all’orfanotrofio, quando ancora non riusciva a parlare, era spaventata dal buio, dai lampi e dalla luce pallida della luna.
In quel momento avrebbe voluto dire qualcosa, ma le parole che aveva sulle labbra le sembravano inutili e sciocche.
Fece per avvicinarsi a Judith, ma si bloccò di colpo.
La bambina si alzò in piedi di scatto e, senza dire una parola, si avvicinò all’uomo.
Un lampo illuminò la stanza, quando Judith, come avrebbe fatto una figlia con il proprio padre, si sedette sulle ginocchia di Severus, abbracciandolo in cerca di conforto.
La bambina colse l’uomo di sorpresa, facendogli percepire in maniera terribile quanto le sue colpe avrebbe dovuto rendere impossibile un gesto del genere.
Era un assassino e nessun bambino avrebbe dovuto cercare conforto da lui.
Non da lui che aveva le mani sporche del sangue di troppi innocenti.
Non da lui che non avrebbe mai trovato il perdono.
Un altro lampo illuminò la stanza.
Severus cercò lo sguardo della signorina Fairchild e notò, nel lucore rapido, che stava sorridendo.
Un sorriso dolce e gentile, che parve aumentare di intensità quando notò che la stava osservando.
Quella giovane non avrebbe dovuto sorridergli in quel modo e la bambina non avrebbe dovuto cercare conforto in lui.
Quel sorriso e quell’abbraccio gli fecero sentire tutto il peso delle sue colpe.
Avrebbe dovuto scacciare la bambina, allontanare da lui la donna, ma non lo fece.
Forse fu perché nessuno aveva mai cercato realmente conforto in lui. Nessuno gli aveva mai sorriso in quel modo.
Forse in quella bambina esisteva una speranza di perdono.
O semplicemente v’era la consapevolezza che né la bambina, né la signorina Fairchild gli chiedevano nulla in cambio.
Eppure non poté far altro che sentire amarezza, l’amarezza insita nella solitudine di una bambina che cercava conforto da lui.
Dall’assassino.
Eppure, per un attimo, gli parve che ci fosse qualcosa di stranamente confortante nella presenza di quella bambina. V’era la sensazione di quello che avrebbe potuto essere se egli non avesse compiuto quella scelta tremenda.
Tutto avrebbe potuto essere diverso.
E quel pensiero non fece che rendere le sue colpe un fardello immenso che gravava sulle sue spalle pronto a sommergerlo.
La luce ritornò all’improvviso, rischiarando freddamente la stanza.
Melusine Fairchild gli stava ancora sorridendo gentile.
Un sorriso che aumentò il peso che soffocava la sua anima.
 
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I ♥ Severus


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Titolo: Occlumanzia
Autore/data: Ida59 – 21 gennaio/ 3 febbraio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, romantico
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Sorrisi, sussurri, brividi e pensieri impresentabili. È il seguito di “Sorriso”.
Parole/pagine: 521/2.



Occlumanzia



Nonostante il sole di luglio scaldasse più che a sufficienza la stanza del San Mungo in cui Severus era ricoverato da oltre due mesi, il mago aveva dannatamente bisogno di quel copriletto dalla spessa consistenza… ed Elyn ne aveva perfettamente compreso la ragione.
Era per quello che lo aveva definito umano.
A dire il vero, la Guaritrice aveva precisato adorabilmente umano, e lo aveva sussurrato con infinita dolcezza, ripetendo anche il suo nome, come sempre.
E di quella sua umanità, soprattutto, Elyn era stata felice.
Severus sorrise con indulgente imbarazzo a quel se stesso così fragilmente umano con il quale era obbligato a venire a patti.
Del resto, non aveva altra scelta: non poteva certo correre rischi.
Aveva l’assoluta necessità di indumenti intimi per contenere e nascondere gli incontrollabili impulsi del suo corpo che, con assurda prepotenza, non solo voleva risvegliarsi del tutto, ma anche conquistare quella pienezza di vita che mai aveva avuto prima.
Tutta colpa di quel brivido che sempre provava quando Elyn entrava nella stanza.
Un indubbio brivido di piacere che si acuiva quando gli sorrideva e pronunciava il suo nome in quel dolce sussurro che il mago sapeva essere colmo d’amore, mentre le iridi nocciola brillavano riflettendosi nel cristallo nero del suo sguardo.
Aveva dovuto usare di nuovo l’Occlumanzia, proprio come con Voldemort, anche se adesso il motivo era molto diverso: ancora non poteva parlare e quindi Elyn doveva per forza avere acceso alla sua mente per comprenderne i pensieri, ma era decisamente meglio che certi suoi pensieri rimanessero rigorosamente privati.
Pensieri impresentabili, che di sicuro Elyn avrebbe considerato irrispettosi nei riguardi della propria persona. Pensieri che Severus stesso non capiva come potessero mai formarsi nella sua mente. E continuare a ripetersi ossessivi e impudenti. Era quando Elyn si avvicinava troppo, si sedeva sul letto e gli sfiorava le labbra con una lieve carezza.
Severus lo faceva apposta.
Sapeva che quel particolare sorriso regalato alla maga, e da lei così gradito – sì, aveva visto quel gradimento nella mente di Elyn - sarebbe stato premiato con quel dolce sfioramento, e poi il suo nome di nuovo sussurrato con intensità d’amore.
Così il mago lasciava accedere Elyn alla confusione imbizzarrita dei suoi pensieri, solo negandole quelli di cui più si vergognava.
Povera Elyn! Come avrebbe potuto comprendere i sentimenti che il mago provava, quando lui stesso non era capace di districarsi del tutto dai fantasmi del passato che ogni tanto ancora si intromettevano nella luce del presente gettandovi ombre scure?
La Guaritrice, che con la propria devota ostinazione gli aveva salvato la vita, conosceva tutto del suo passato: lo aveva letto nei suoi occhi neri, spalancati senza alcuna protezione nel delirio febbrile causato dal quasi letale attacco di Nagini. Elyn aveva visto le sue orrende colpe e vissuto i suoi strazianti rimorsi; aveva compreso così a fondo i suoi sentimenti ed emozioni da essersi perfino innamorata di lui ed avergli concesso l’inestimabile perdono che Severus ancora considerava immeritato, così come il suo amore, dichiarato dalla maga quando ancora lo credeva addormentato e senza coscienza.
Elyn conosceva tutto del suo passato, ma cosa aveva capito della confusione del suo presente?

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:34
 
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:( :( :(
Nessuno ha detto neppure una parolina sul mio sorriso per Severus della settimana scorsa.
Eppure... è proprio il suo sorriso (infatti si intitola per l'appunto "Sorriso"), bellissimo e prezioso... :( :( :(


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:35
 
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Io avevo commentato dillà, Ida. :(
 
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Lampi, di Alaide.

Come ho già scritto e ti ho ripetuto di persona al raduno: come lo sai far soffrire tu con un sorriso... E più il sorriso è bello e aperto, e più Severus soffre: sei bravissima!
Severus predilige romanzi che parlano di colpe e rimorsi: ma vah?! Non lo averei mai immaginato! :P
All'inizio, con i pensieri della bimba che cercano di negare/controllare la sua paura hai saputo creare davvero una notevole tensione.

Qui troviamo altri aggettivi che riguardano la bimba che, vicino a Seevrus si sente rilassata, sicura e protetta.
La mia idea di ciò che è accaduto la notte della morte dei suoi genitori viene confermata dal comportamento di Judith, e insieme a Kià (che aveva la stessa mia idea) abbiamo elaborato una spiegazione per comprendere l'attuale comportamento di Severus, che non quadra con la nostra idea, a ameno che... Sì, una spiegazione può esserci.

Mamma mia, da nodo alla gola quando gli è saltata in braccio.
E poi, sì, poi sapevo che sarebbero arrivati i suoi pensieri, i rimorsi e le colpe: lo ammetto, li stavo pregustando.

E Severus non si sottrae all'abbraccio, non scaccia donna e bimba. Perchè "nessuno aveva mai cercato realmente conforto in lui". Tremendo, straziante...
CITAZIONE
Forse in quella bambina esisteva una speranza di perdono.

Ooh sì, sì, sì, certo che sì!
CITAZIONE
V’era la sensazione di quello che avrebbe potuto essere se egli non avesse compiuto quella scelta tremenda.

E qui, di nuovo, forte, intenso e profondo è arrivato il nodo alla gola...
E, ancora, sempre più strazianti, i suoi pensieri, i rimpianti e i rimorsi che gli attanagliano l'anima: è un sossiso si tramuta in sofferenza...


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:35
 
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view post Posted on 5/5/2013, 18:52
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Cerco di rimettermi in pari. Entro domani ce la posso fare ;)
Leonora

Tetralogia. 6. Seconda Giornata. Atto I. Solitudine
Le tue storie sono pugni nello stomaco. Bellissime immagini e sensazioni devastanti. Rileggerle rinnova il dolore per Severus.
Dolore e rimorsi sono acuiti nel contrasto con il sorriso e l’ingenua affettuosità della piccola Judith, una presenza che non addolcisce la colpa e il rimorso, ma le rinnova le rende palpabili le ricorda presenti e vive.
Leonora è molto brava nel trovare ritmi nella prosa, nelle iterazioni che sono frecciate continue e evocano incessanti contrasti; ci sono tre “come” e tre “nessun” che si ripetono, per offuscare e amareggiare i pensieri di chi legge e di Severus, per negarlo alla redenzione e al perdono, una negazione cristallizzata nei due “mai” finali.
Come. Nessuno. Mai.


Tetralogia. 7. Seconda Giornata. Atto II. Lampi
CITAZIONE
Per uno strano scherzo del destino pioveva sempre quando Judith si recava all’ospedale.
Ogni volta sorrideva all’uomo, timidamente, con riconoscenza, con sollievo.

Questo capitolo, nonostante la pioggia è appena più leggero dei precedenti. Cerco di intuire qualcosa dal comportamento della bambina che teme la luce pallida della luna, il buio e i lampi.
Come sempre Severus martirizza se stesso e non accetta remissioni, ma il gesto tenero di Judith e il sorriso di Melusine illuminano per pochi momenti la sua vita.
Bisogna che me li faccia bastare, bisogna che mi consoli con pochi attimi di conforto, perché presto Leonora torna a soffocare ogni mia speranza.
Ammirevole e tragico Severus, vive per poco quello che poteva essere e non è stato, tragico, veramente inconsolabile e tragico.

**************




Ida
Sorriso

Un respiro di sollievo attraversa questo brano dall’inizio alla fine e racconta umanità e perdono, amore e promesse.
Severus finalmente “condannato alla sua umanità”, tanto nascosta in passato e finalmente liberata dai vincoli che la stringevano e la soffocavano.
E scintilla, quasi senza che lui se ne renda conto, il suo sorriso, incredibile e inaspettato, si apre sulle labbra e su quel viso che ha conosciuto solo espressioni indecifrabili e gelo.
E’ un sorriso meritato, e dedicato a Elyn, la rappresentazione stessa delle promesse di un futuro possibile.
Voglio accennare alla scenetta iniziale per complimentarmi con Ida: mi è sembrato di vederlo povero Severus un po’ maltrattato e vestito dall’infermiere. Non sarebbe stato altrettanto realistico se si fosse trattato di un’infermiera, Elyn credo che ci abbia fatto apposta ( e anche Ida).


Occlumanzia

Ho una terribile voglia che devo reprimere, come Severus, fare un commento da BM. No, non posso concedermelo e lo nascondo insieme con il pensiero, o meglio, con il risveglio fisico di Severus, lì, sotto la coperta!
Ho letto tutte le righe della storia con un beato sorriso sulle labbra: ma quanto è umano il nostro amore!
Quanto è imbarazzato e confuso dalla marea di emozioni emanate dalla bella Medimaga. Quanto è realistico e imbranato, diciamolo, nella sua infinita e credibilissima fragilità.
I sentimenti espressi così vigorosamente non sono il forte di Severus!
Commovente l’impegno pari a quello speso con Voldemort per nascondere certi pensieri.
Elyn non l’aiuta certo con le carezze sulle labbra e chiamandolo dolcemente per nome: tuttavia Piton è pur sempre Piton.
Ma quanto potrà resistere? Eh Ida? Quanto?
 
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view post Posted on 5/5/2013, 20:58
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CITAZIONE (chiara53 @ 5/5/2013, 19:52) 
Ida
Sorriso
Voglio accennare alla scenetta iniziale per complimentarmi con Ida: mi è sembrato di vederlo povero Severus un po’ maltrattato e vestito dall’infermiere. Non sarebbe stato altrettanto realistico se si fosse trattato di un’infermiera, Elyn credo che ci abbia fatto apposta ( e anche Ida).

Be', è voluta per forza: come facevo a fargliela desiderare, Elyn, se gliela concedevo subito? :P
CITAZIONE
E scintilla, quasi senza che lui se ne renda conto, il suo sorriso, incredibile e inaspettato,

Grazie, felice che tu abbia gradito il sorriso che, è vero, all'inizio Severus neppure sa di avere sulle labbra.

CITAZIONE (chiara53 @ 5/5/2013, 19:52) 
Occlumanzia

Ho una terribile voglia che devo reprimere, come Severus, fare un commento da BM. No, non posso concedermelo e lo nascondo insieme con il pensiero, o meglio, con il risveglio fisico di Severus, lì, sotto la coperta!

Ecco, adesso sono curiosa di conoscere il pensiero... e anche il commentino...

CITAZIONE
Ma quanto potrà resistere? Eh Ida? Quanto?

Eeeh... tu lo conosci, il mio Piton, vuol fare le cose per bene, praticamente perfette; e poi lei è anche una Medimaga, assai attenta e severa nel proteggere la salute dell'uomo che ama, quindi... Ecco, questa è la storia n. 17, io ho scritto fino alla n. 30 e... be', qualche voglietta se l'è anche tolta, ma il "grosso" ancora manca... :D :P ;) Però ti assicuro che Severus è felice. :lovelove:


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:35
 
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kijoka
view post Posted on 5/5/2013, 22:42




nr.17

Autore/data: Kijoka – 05 maggio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: Pensieri liberi in una notte insonne
Parole/pagine: 697/2.
Note: In questa storia ho dato una mia personalissima versione di fatti e/o personaggi che non vuole essere verità assoluta, ma solo un'opinione.


La mente e il cuore

Credo esistano persone che non capiscono cosa significhi.
Neanche quando lo leggono negli occhi delle persone che amano.
Eppure non è così complicato intuire la verità.
Il ragazzo nascosto al mondo dalle tende verde smeraldo del suo letto a baldacchino, lasciato da solo, lo urlava con lo sguardo.
Stanotte ogni volta che cerco di chiudere gli occhi ritrovo la stessa immagine, straziante, che me li fa riaprire.
Non avrei dovuto, lo so. Eppure ho letto i suoi ricordi senza malizia e senza intenzione alcuna di farlo.
Nel momento in cui ha aperto gli occhi, mentre ancora la sua mente non era vigile, né presente a se stessa, senza rendermene conto, io ho visto.
Deve essere l'incantesimo il colpevole di tutto ciò, perché non ho pronunciato la formula per entrare nella sua mente.
Solo mi sono trovata proiettata in un'infanzia che non era la mia: due occhi neri spalancati nel buio, in un'angoscia indescrivibile.
Il drammatico senso dell'abbandono si poteva quasi toccare.
Povero piccolo Severus!
Nessuno ha mai saputo quando tu fossi solo, quanto tu desiderassi sentirti accettato, essere parte di qualcosa, condividere con qualcuno quell'esperienza meravigliosa che stavi vivendo.
L'unica persona che poteva starti vicina te l'avevano strappata via.
Quanto era importante lei per te!
Non solo perché l'amavi, non solo perché ti conosceva, ma soprattutto perché sembrava capirti e condividere i tuoi pensieri sul mondo. Nessun'altro sarebbe stato capace di tanto!
La solitudine può portare a pensieri terribili.
La mente vacilla e l'ovvio diventa profondo dubbio.
Ecco cosa davvero ti hanno tolto: le certezze.
La tua vita invece ne aveva assoluto bisogno.
Chissà se i tuoi insegnanti di allora se ne sono resi conto...
Chissà se, guardandoti con occhi diversi, anche tua madre avrebbe potuto capire cosa stava succedendo dentro di te.
Ciò che ti circondava non sembrava offrirti appoggio o comprensione e, quindi, hai cominciato a cercare.
La via era quella sbagliata, i compagni erano quelli sbagliati, ma tu cercavi. Con testardaggine e curiosità, da sempre innate in te, continuavi a cercare là dove sembravano esserci verità.
Loro parevano avere sempre la risposta più giusta, avevano libri interessanti, sapevano incantesimi che nessun'altro conosceva.
Mi si blocca il respiro mentre penso a come in un soffio la tua vita abbia imboccato una strada tortuosa e buia .
Nessuno ti amava così tanto da rincorrerti per raggiungerti là dove ti stavi inoltrando, per fermarti.
Nemmeno lei, che si professava ancora tua amica!
Sorrido di me stessa.
Forse è fin troppo facile comprendere adesso, quando tutto si è compiuto.
L'ironia si stempera nella tenerezza. Il mio sorriso è tutto per te adesso.
Uno scricciolo spaventato e solitario che, rannicchiato nel suo letto con le braccia attorno alle ginocchia su cui appoggia il mento aguzzo, cerca con la mente una soluzione che solo il cuore può dargli.
Già da allora avevi paura di soffrire, vero?
Come non capirti, dolce, piccolo Severus?
Come non pensare che solo un briciolo d'amore in più avrebbe potuto donarti la forza per renderti sordo alle lusinghe delle facili persuasioni, della falsa comprensione e dell'inganno più nero?
Nella mente stringo a me quel bimbo fermo sulla soglia dell'esistenza, solo per regalargli la tenerezza di un abbraccio.
Stanotte i sogni non vogliono portarmi in quel regno irreale che mi permette di offrire all'uomo, lontana ombra del ragazzo di un tempo, quell'amore che sembra essergli sempre stato negato e che ha negato a se stesso per tutta la vita.
Tiro a me le coperte e provo a dormire.
Domani sarà un'altra dura giornata.
Tutto ciò che mi fa andare avanti è sapere che sono riuscita nel mio intento e che ogni giorno il suo corpo diventa più forte, combattendo contro il veleno del serpente. Domani sarà meglio di oggi, e ogni giorno sarà meglio del precedente: così dicono i medici.
Non riesco a guardare oltre, per adesso.
Eppure la ragione conosce i desideri che albergano nel mio cuore. Quelli non riesco a scacciarli, al pari del pensiero non mio che non mi permette di prendere sonno.
La mia unica speranza ormai è che possa esserci un futuro e a questa ottimistica visione devo attenermi, sognando di notte ciò che di giorno non posso permettermi neanche di pensare.
 
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view post Posted on 6/5/2013, 15:25
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Kijoka

La stanza verde

Un capitolo che all’apparenza mi è sembrato mi sollevasse lo spirito. Monica è brava, molto brava a descrivere i sentimenti profondi, non è introspezione, ma vero e proprio specchio del vissuto di molti.
Parlo di autoconsolazione che i bambini usano per non sentirsi soli e abbandonati. Essi sono capaci di aggrapparsi alla speranza ed al domani.
Gli adulti leggono diversamente gli eventi e sanno discernere il bene e il vero dal falso.
Il piccolo Severus è solo, ma in fondo si consola, lei non c’è, ma l’ha guardato, l’ha accarezzato con lo sguardo e gli ha augurato la buona notte con il pensiero.
Il camino rappresenta la casa e gli affetti e Severus bambino è accanto al camino: sì davvero è a casa.
Un brano stupendo che mi ha rapito emotivamente.

Consapevolezza

Emozionante questo brano, soprattutto quando il confronto con il presente si fa più serrato.
Una parola dopo l’altra entro nel cuore di quel giovanissimo Severus che riceve il meritato e auspicato plauso. Ma la sensazione più bella è poter vivere insieme con lui la consapevolezza delle sue capacità: la magia scorre potente, ma la sua utilizzazione è merito di una mente curiosa e acuta.
Quando mai a casa sua qualcuno glielo ha detto?
CITAZIONE
Il cuore ti scoppia nel petto

Lily ti apprezza, colei che per prima ha saputo toccare la tua anima e ti rende felice, lì, in un’aula, quasi di nascosto. Ma a Severus che importa del resto del mondo?
E’ cosciente delle sue capacità naturali di pozionista, ma nulla eguaglia la gioia dell’approvazione che Lily gli tributa.
Ahimè, poter tornare a quei giorni ingenui e felici: ti prego sogna Severus; per favore lasciati portare via dalla prosa perfetta di Monica e sogna…
 
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view post Posted on 6/5/2013, 15:47
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Elly

Il sorriso di Severus Piton

E’ strano, ma l’interpretazione di Elly, molto originale, del sorriso di Severus mi ha commosso e tanto. Evidentemente ci sono piccole leve e controlli nell’anima di ciascuno di noi che vengono manovrati da parole e situazioni particolari.
Elly con me fa quasi sempre centro.
Forse perché le immagini che costruisce sono quelle che tengo nascoste in fondo in fondo e lei sa esprimerle con le parole che io non so usare.
La danza, le coppie, Ron e la schiettezza di Luna sono solo una cornice per giungere al sorriso perfetto.
Un sorriso che è solo negli occhi di chi sorride e nel cuore di chi riceve il sorriso: basta osservare… con l’aiuto di Elly che ovviamente era lì.
Mi hai particolarmente emozionato. La lettura si è conclusa con qualche lacrima. Perchè? Non lo so, ma è così...
 
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view post Posted on 7/5/2013, 07:25
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Lentamente tento di mettermi un po' in pari con i commenti alle vostre storie.

Ho letto di filato alcune delle storie di Kijoka.
Ho trovato veramente particolare e poetico l'incipit di Un fiore nel deserto, che poi porta ai pensieri di Severus. Mi è piaciuto moltissimo il modo con cui fai arrivare i sentimenti di Severus, il modo con cui riesci ad entrare nella mente di un bambino. Ho trovato veramente bello il modo con cui hai ripreso la metafora iniziale del sole, per farla ritornare nei pensieri di Severus che osserva Lily. Fantastico infine il finale! Realistico (la siepe che si muove, Lily che ci guarda dentro) e pieno dei pensieri di Severus, perfettamente delineati.
Un nuovo amico trasporta subito il lettore in un sorriso. Il sorriso di Lily, un sorriso che lei non si sa spiegare benissimo. Mi sono piaciuti molto i pensieri della bambina, che sono a tutti gli effetti i pensieri che qualsiasi bimba nella stessa posizione potrebbe avere (molto carino quando si chiede perché Severus non le abbia detto che era una Fata). Di lì i pensieri della piccola Lily seguono un percorso assolutamente "logico" (i bambini hanno una logica ferrea, a loro modo) ed il finale è veramente ben congegnato, con, alla fine, quel raggio di sole che illumina la poltrona vuota.
Il posto felice immerge immediatamente il lettore nel rifugio di Severus. Si percepisce la ruvidità del tronco, il mormorio del fiume, il profumo dell'aria ed il senso di protezione che l'albero offre al bambino. È il luogo segreto che tutti abbiamo avuto da bambini (anche se per motivi diversi da quelli di Severus). La presenza di Lily arriva all'improvviso, ma è preziosa, perché rende tangibile l'importanza che ha per Severus, per un bambino che condivide con un altro il posto che è solo suo. Ed il fatto che con Lily il posto diventi il più bello del mondo non fa che acuire questa impressione. Il finale poi è bellissimo! I bambini si comportano in maniera naturale (bravissima perché non è facile creare un dialogo tra bambini) ed il momento è assolutamente ben congegnato. Complimenti!
 
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view post Posted on 8/5/2013, 16:42
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Prima di pubblicare il sorriso di questa settimana, ringrazio tantissimo per i commenti ai due sorrisi precedentei (volevo rispondere, ma non ho proprio avuto il tempo materiale per farlo). Grazie mille!!!

Autore/data: Alaide – 13-16 marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Severus sentì nuovamente la bile montargli in gola, quando la bambina pronunciò quelle parole, quando gli sorrise nuovamente.
Era tutto drammaticamente sbagliato.
Era l’odio ciò che meritava.
Nota: Come accennato anche al raduno, questo capitolo è il capitolo in cui avviene parte dello svelamento della verità riguardante Judith. Non tutto è ancora detto (mancano diversi dettagli, che verranno svelati nei prossimi capitoli).
La storia è il continuo di Lampi
Parole: 1012

Tetralogia

8. Seconda Giornata. Atto III. Scena I. Una domanda



Il sole illuminava la cittadina, rendendo meno austere le mura vittoriane dell’orfanotrofio, ma nulla poteva contro lo squallore dell’ospedale, né delle pareti giallastre delle sue stanze.
Judith sedeva nella camera di Severus, come sempre con un sorriso sulle labbra, un sorriso disteso.
In quel momento erano soli.
Melusine era andata a parlare con il direttore dell’ospedale e lei era rimasta con il signor Piton.
Forse, si disse, era quello il momento adatto per fargli la domanda che tanto le stava a cuore, la domanda che le frullava nella mente dal giorno in cui l’aveva visto.
Non sapeva però come porre quella domanda.
Si limitava a sorridere all’uomo.
O forse cercava di comunicargli con quel sorriso ciò che non era in grado di domandargli.
Era un sorriso riconoscente.
Disarmante, quasi.
Severus lo osservava con un senso di disagio crescente.
Non si trattava unicamente del fatto che sentiva sempre più il peso delle sue colpe, quanto piuttosto che, dal giorno in cui la bambina aveva cercato conforto rifugiandosi sulle sue ginocchia, gli pareva di aver già tenuto Judith contro di lui.
Ed era un pensiero inquietante, poiché gli veniva in mente una sola occasione in cui avrebbe potuto prendere in braccio una bambina.
Sapeva, d’altronde, di non essere mai stato prima di allora in quell’angolo di Inghilterra e, solitamente, i piccoli orfani venivano accolti dall’orfanotrofio della loro zona. E, per quanto ne sapeva, Judith avrebbe potuto rimanere orfana dopo la fine della Guerra Magica.
Eppure quella sensazione rimaneva persistente.
Per tutta la durata di quella settimana, aveva rievocato ogni particolare della Guerra. Esisteva una sola occasione in cui avrebbe potuto incontrare Judith.
Non riusciva, però, a stabilire se la bambina, incontrata due anni prima, con il visetto tondeggiante ed i capelli tagliati a caschetto era la stessa che gli stava davanti con i capelli lunghi ed il volto leggermente affilato.
Nella mente rivedeva ciò che era accaduto quella sera d’estate.
Sapeva che Judith aveva paura dei lampi e sapeva che quella notte la luna illuminava la stanza.
Aveva pensato, in un primo momento, che quel terrore fosse collegato alla morte dei suoi genitori.
Ma forse così non era.
«Melusine ci insegna a cantare.» disse improvvisamente la bambina rompendo il silenzio. «Ed è bello. Quando cantiamo dimentichiamo quello che è successo. Non solo io, ma tutti noi che siamo all’orfanotrofio.
«Dimentichiamo tutti che i nostri genitori sono stati uccisi.»
Le parole della bambina aumentarono il sospetto che da alcuni giorni stava tormentando la mente e l’animo dell’uomo.
In bocca sentiva il sapore amaro della colpa.
V’era qualcosa di strano e terribile in quell’orfanotrofio.
Un luogo che accoglieva soltanto bambini i cui genitori erano stati uccisi.
Ed improvvisamente si chiese se tra di loro vi fosse qualcuno a cui avesse assassinato il padre e la madre. Qualcuno oltre a Judith, sempre che i suoi sospetti fossero veri.
Ed egli voleva averne la certezza.
“Da che parte dell’Inghilterra vieni?” scrisse rapidamente, porgendo il quaderno alla bambina.
Il sorriso di Judith si allargò.
Era la prima volta che l’uomo si rivolgeva a lei e la bambina fremeva di curiosità e speranza.
Forse non avrebbe dovuto porre quella domanda che premeva sulle sue labbra per uscire.
«Il Norfolk. Abitavamo nella campagna vicino a Fakenham.»
Severus deglutì. L’amaro della colpa parve spandersi per tutto il corpo, insieme al dolore.
Nelle settimane successive all’uccisione di Silente, quando la sua anima era macchiata anche del sangue di quanto di più simile ad un padre avesse mai avuto, il Norfolk era stato preso di mira dall’Oscuro Signore.
Ed egli era stato spesso presente, impossibilitato a salvare le vite di quegli innocenti, impossibilitato, il più volte, a donare una morte veloce a quegli innocenti.
«Quando sei arrivata qui?» chiese l’uomo, benedicendo il dolore che gli attraversò il corpo ad ogni sillaba.
«Nell’agosto del 1997.» rispose prontamente Judith.
Severus sentì montare la bile in bocca.
Od era forse unicamente il sapore della colpa che stava centuplicandosi al punto che ne sentiva il peso, un peso che si trasformava nel dolore fisico che gli attraversava il corpo.
Era l’ultima conferma.
Tutto ciò che gli serviva per collegare Judith a quella notte, per confermare un sospetto che, probabilmente, la sua anima aveva sempre nutrito inconsciamente.
La bambina lo stava osservando, in attesa.
Forse, quando avrebbe capito che aveva davanti a sé l’assassino dei suoi genitori – colui che non era riuscito a salvargli – il sorriso che aveva sul volto si sarebbe spento.
E si sarebbe trasformato, com’era logico, in un sorriso colmo d’odio.
«Si ricorda di me?» domandò Judith, senza più riuscire a trattenere la domanda.
Severus annuì, attendendo, quasi con sollievo, il sopraggiungere dell’odio.
Invece il sorriso della bambina si fece più netto, colmo di riconoscenza e sollievo, quasi avesse avuto paura che lui negasse.
«Ne sono felice.» mormorò la bambina. «Ho sempre sperato di poterla incontrare di nuovo.»
Judith non aggiunse altro. Era certa che l’uomo avrebbe capito, che avrebbe compreso che voleva ringraziarlo perché le aveva salvato la vita.
Ed era per quello che gli sorrideva riconoscente.
Sarebbe stato bello se anche i suoi genitori si fossero salvati, ma credeva che quell’uomo fosse stato veramente un eroe, perché l’aveva salvata nonostante vi fossero gli uomini cattivi nella stanza di mamma e papà.
Severus sentì nuovamente la bile montargli in gola, quando la bambina pronunciò quelle parole, quando gli sorrise nuovamente.
Era tutto drammaticamente sbagliato.
Era l’odio ciò che meritava.
Non la riconoscenza.
Non un sorriso.
Avrebbe voluto gridare alla bambina di andarsene e lasciarlo solo, ma sapeva di non esserne in grado.
Avrebbe voluto gridare alla bambina di fuggire da lui che aveva ucciso i suoi genitori.
Da lui che non era riuscito a salvarli.
Da lui che aveva assistito impotente alla loro sofferenza e alla loro morte.
Li aveva uccisi.
E poco importava che non l’avesse fatto materialmente.
Ed il sorriso della bambina gli pareva ancora più terribile.
La bambina forse non l’aveva collegato agli assassini dei suoi genitori.
Doveva essere così.
Per quello gli stava sorridendo.
Ma quel sorriso avrebbe dovuto essere d’odio.
Perché era l’unico sentimento che meritava.
Che avrebbe sempre meritato.
 
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view post Posted on 8/5/2013, 17:32
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Monica e Leonora, sono in lacrime. Appena mi riprendo ve la faccio pagare :wub: :wub: :wub: :cry:
 
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852 replies since 9/1/2013, 00:09   15299 views
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