Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 24/4/2013, 18:02
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,844
Location:
Dalla luna...

Status:


Oooooh dopo la storia di Ida sembra fatto di proposito! :woot:

n. 13
Titolo: Il sorriso di Severus Piton
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Ron, Luna
Pairing: Hermione / Severus
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Ron non capiva.
Ce la stava mettendo tutta.
Ma non capiva.

Parole: 836

Il sorriso di Severus Piton

Ron non capiva.
Ce la stava mettendo tutta.
Ma non capiva.
Seduto ai margini della pista da ballo osservava le coppie che ballavano sul luccicante pavimento argentato che suo padre aveva fatto comparire dopo la cerimonia che aveva unito Ginny e Harry in matrimonio.
Aveva capito la rottura del fidanzamento con Hermione. Aveva sempre saputo che lei era veramente troppo per un tipo ordinario come lui. Aveva capito la scelta di Hermione di cercare la sua strada altrove iniziando a lavorare al San Mungo come medimaga. Aveva capito, perfino, l'inizio di quella strana amicizia nata proprio all'ospedale dove lui era stato ricoverato per quasi un anno.
Aveva capito tutto questo.
Eppure questa sua scelta proprio non riusciva a capirla.
E più la guardava ballare al centro della pista con il suo compagno meno la capiva.
Il mago inclinò la testa di lato per analizzarlo meglio.
Per prima cosa era vecchio.
Non serviva un'analisi accurata per capirlo.
Era più grande di lei di svariati – troppi - anni. Poteva essere suo padre.
Non era un bell'uomo, ma quando si parlava di Hermione Jane Grager la bellezza esteriore non contava poi molto. Insomma neppure Krum era bello! E lui non sarebbe mai entrato nella classifica dei maghi più belli del Settimanale delle Streghe.
Ma Severus Piton non aveva proprio nulla di bello.
Insomma aveva i soliti capelli lunghi e che molto probabilmente con gli anni erano ancora più unticci. Il naso troppo grande, la pelle era meno olivastra poiché non viveva più nei sotterranei, ma era comunque pallido come il fantasma che viveva nella soffitta della Tana. Vestiva sempre di nero...
Com'era quella favola Babbana? Ah sì, la Bella e la Bestia.
Come poteva Hermione vivere nella stessa casa con quell'uomo?
Socchiuse gli occhi.
Piton non era cambiato dopo la guerra, neppure dopo la sua miracolosa guarigione. Era sempre scorbutico e non aveva smesso di terrorizzare gli studenti a Hogwarts. Non aveva smesso di preferire i Serpeverde. E, nonostante fosse Preside, se poteva togliere punti a Grifondoro non se lo faceva ripetere due volte.
Hermione non aveva mai cercato di spiegare quella strana relazione.
Un pomeriggio assolato aveva lanciato la notizia bomba lasciando tutti di stucco alla Tana.
Anche il fantasma della soffitta.
Alla fine, vedendo che tra di loro le cose andavano bene, tutti avevano capito ed accettato la novità.
Lui, invece, non riusciva proprio a capire.
- Stai cercando di vedere i Nargilli? - domandò Luna sedendosi accanto a lui.
- Cosa? - sussultò guardandosi attorno improvvisamente distolto dai suoi pensieri – I Nargilli?
- Oh sì. - continuò Luna con i suoi occhioni sgranati e l'aria sognante – Amano i fiori dai colori accesi. Ho detto a Ginny che i fiori rossi non erano l'ideale per il matrimonio, ma non ha voluto ascoltarmi.
- No... stavo solo guardando...
- Oh... - fece Luna intercettando il suo sguardo – stai guardando loro. Credo che sia normale, tu e Hermione siete stati fidanzati per tanto tempo. Anche se ho sempre pensato che lei fosse troppo intelligente per te.
- Grazie, Luna – rispose il rosso non sapendo se sentirsi offeso o meno.
- Prego, non c'è di che. - fece lei prendendo una tortina al rabarbaro – Credo che lei e Piton abbiano molto in comune.
- Tu dici? - le domandò il mago.
- Guardali, sembrano così felici.
Ron tornò a guardare la pista da ballo.
Sua madre e suo padre ballavano stretti, sorridevano entrambi.
Anche Bill e Fleur stavano ballando, lui le accarezzava il pancione, sorridevano entrambi.
Harry e Ginny fecero un giro di pista, i loro sorrisi avrebbero potuto illuminare tutto il giardino della Tana.
Hermione e Piton non sorridevano.
O meglio.
Hermione sorrideva, mentre Piton si limitava a fissarla.
Non sembrava arrabbiato, ma neppure felice.
Indossava una fredda maschera di indifferenza.
- A me non sembrano felici. - dichiarò – Piton ha una faccia da funerale.
- Uh... - mormorò Luna ingoiando l'ultimo boccone di pasticcino – credevo che volessi fare l'Auror.
- Io sto facendo l'addestramento da Auror!
- Allora dovresti osservare meglio le persone. Oh... uno gnomo da giardino.
Ron la osservò allontanarsi con il suo solito passo saltellante. Il modo schietto di parlare di Luna era in grado di pietrificarlo, anche Harry restava senza parole con lei. Perfino Hermione faceva fatica a risponderle a volte e lasciare Hermione senza parole era difficile.
Tornò a guardare la pista da ballo.
La musica stava per finire. Si ritrovò ad osservarli di nuovo, soffermandosi sul Preside.
Effettivamente i lineamenti di Piton sembravano meno duri quel pomeriggio, perfino le sue labbra non erano piegate nel solito beffardo sorriso. La profonda ruga che gli solcava la fronte era appena accennata.
E poi lo vide.
Il suo sguardo.
Quegl'occhi neri e profondi, che gli avevano sempre ricordato gli occhi freddi ed inespressivi della bambola di pezza di Ginny, erano illuminati da una luce nuova. Sembravano vivi, intensi e fissi sulla sua compagna.
Severus Piton non stava sorridendo apertamente ad Hermione. Eppure le stava sorridendo a modo suo.
Ron sgranò gli occhi incredulo.
Ora capiva.






n. 14
Titolo: L’angelo nero che andò a prenderla
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: Triste
Personaggi: Minerva, Severus
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno
Avvertimenti: missing moment
Riassunto:
Sembrava che stesse dormendo e, dal sorriso che aveva, sembrava che stesse facendo un bel sogno.
Parole: 1104
Note: Se la vostra è stata una giornata di cacca non leggetela. Per dirla alla Silente: vi prego…

L’angelo nero che andò a prenderla

Minerva McGranitt si considerava una donna fortunata.
Era una strega in gamba, sopravvissuta a due guerre magiche.
Era stata innamorata ed era stata amata.
Aveva conosciuto maghi di eccezionale valore.
La sua vita era stata piena, intensa sia con momenti brutti che con momenti belli.
Decisamente non poteva lamentarsi.
C’erano stati maghi che non avevano avuto altrettanta fortuna.
La strega appoggiò sulle gambe, coperte dal plaid di tessuto scozzese, il lavoro a maglia che aveva iniziato per la nuova pronipotina in arrivo e guardò fuori dalla finestra.
Il cottage che aveva acquistato dopo anni di sacrifici si affacciava sul mare.
In primavera ed in estate il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli e l’odore di salsedine erano i suoi compagni della giornata.
In autunno ed inverno il vento cullava la casa come farebbe una madre col proprio figlio.
Era un bel posto dopo passare il resto della vita o quello che ne restava.
Dall’ultima battaglia erano passati anni, molti, molti anni. Era vecchia anche per il mondo magico.
Sapeva che se si guardava allo specchio avrebbe visto una donna anziana, con i capelli candidi, leggermente ingobbita dal tempo, il volto attraversato dalle rughe.
Era stanca.
Guardò il lavoro a maglia appena iniziato.
Il lavoro coi ferri l'aiutava a perdersi nei suoi ricordi e a tenere a bada il tremore alla mano che sovente l'accompagnava impedendole anche di reggere la bacchetta.
Non era certa che l'avrebbe finito. Era sempre così quando iniziava un nuovo lavoro, ed ogni volta lo finiva prima del tempo.
Ma questa volta c'era qualcosa di diverso... forse il suo vecchio cuore aveva deciso di abbandonarla.
Allungò la mano e prese la tazza di the appoggiata al tavolino accanto alla sedia.
La mano tremò, la strega fece un profondo respiro cercando di tenerla il più ferma possibile, poi la portò alle labbra.
Bevve un sorso e la riappoggiò con un lieve sospiro. Il vento ululava fuori dalla finestra e il mare in burrasca di scontrava con forza sugli scogli.
Riprese a lavorare mentre ripercorreva gli anni della sua gioventù e quelli di donna adulta troppo impegnata nel lavoro per pensare all'amore. Ripensò ai brevi anni passati con Elphinstone, alle risate che quel mago riusciva a strapparle la sera davanti al camino acceso. Al suo amore incondizionato, a quanto l'aveva resa felice anche se per poco, pochissimo, tempo.
Gli mancava.
Così come gli mancava Albus.
Il suo amico che aveva sempre un consiglio da darle, lui che l'aveva consolata in sala professori quando aveva saputo del matrimonio di Dougal.
Le mani quasi lavoravano da sole mentre ripercorreva ogni anno della sua lunga vita. Ogni punto era una persona amata.
Ogni punto era un'azione che aveva compiuto.
Ogni punto era un parola che non era riuscita a dire.
Ogni punto era una parola che avrebbe voluto rimangiarsi.
- Buonasera, Minerva.
Le mani si fermarono bruscamente e, dopo un attimo di stupore, le labbra si incurvarono in un sorriso.
Sollevò lo sguardo dal lavoro a maglia.
Davanti a lei c'era un uomo che non era invecchiato con il tempo.
Forse perché dove stava lui il tempo non aveva importanza.
Indossava gli stessi abiti con cui era stato sepolto, li riconosceva, li aveva scelti lei.
Un gesto insignificante, ma le sembrava il modo migliore per chiedere scusa. Era stata un'idea sciocca, il senso di colpa per come si era comportata l'aveva schiacciata per anni.
Appoggiò il lavoro a maglia sulle gambe.
- Sei venuto per vendicati?
Il mago sollevò un sopracciglio fine.
- Vendicarmi?
- Ti ho ostacolato in ogni modo in cui mi era stato possibile.
Il mago sorrise appena.
- Era giusto così.
- Ti ho lasciato solo.
- Io non ero mai solo.
- Avevi bisogno di un'amica.
- No, avevo bisogno di qualcuno che proteggesse gli studenti. – fece un sospiro e a Minerva sembrò si sentire il suo respiro sul volto. Ma i morti non respirano. - Anche da me.
- Ti ho chiamato codardo...
Una lacrima solcò la guancia della vecchia strega, la lasciò scendere lungo la mascella per poi perdersi nel plaid che le copriva la gambe.
- Non ho avuto fiducia in Albus e neppure in te, Severus. – continuò mentre un’altra lacrime percorreva lo stesso sentiero della prima.
- Nessuno poteva avere fiducia in un assassino.
- Tu non sei un assassino! - gridò, per quanto il suo vecchio corpo stanco glielo permettesse.
Per un attimo si sentì di nuovo la professoressa che sgridava uno studente scoperto nei corridoi dopo il coprifuoco.
Il mago vestito di nero davanti a lei sorrise ancora.
- Mi dispiace, Severus. - disse Minerva – Mi dispiace tanto.
- Lo so. - rispose l'altro – Ho visto... ho sentito... ma tu non devi scusarti. Non devi farlo mai più, Minerva.
- Ma... Severus io...
- Mi sei stata vicina per anni. Sei stata mia amica a volte anche una madre. Io ero quello da odiare. Quello era il mio compito. Dovevi focalizzare le tue forze su di me, su quello che rappresentavo. Ti ha permesso di non lasciarti andare, Minerva. Sei stata forte, hai combattuto.
- Ho combattuto contro di te.
- Era giusto così. - disse di nuovo la presenza.
Minerva sospirò e chiuse gli occhi un istante.
- Perché sei qui?
- Perché, ora, ho un altro compito.
- Sei venuto a prendermi?
- Sì.
La strega aprì gli occhi.
Severus le stava porgendo una mano invitandola ad alzarsi.
Abbassò lo sguardo sul lavoro a maglia che non avrebbe finito.
- Me lo sentivo questa volta…- sorrise allungando poi una vecchia mano.
Si era quasi convinta che la sua mano avrebbe trapassato quella di Severus. Era certa di afferrare l’aria. Invece la stretta del mago fu salda, forte e un brivido le attraversò il corpo.
Sentiva di nuovo le forze di un tempo, era quasi certa che se si fosse guardata allo specchio avrebbe visto la giovane Minerva di un tempo. Forte e in salute, con ancora il mondo e la vita davanti a sé.
Ma non era più la vita che stava guardando ora.
Severus le sorrideva, come non aveva mai fatto da vivo. Sembrava in pace, sereno. E si sentì serena e in pace anche lei.
Le strinse la mano.
- Dobbiamo andare, - le disse – ci stanno aspettando.
- Sì.
Il giorno dopo quando il nipote la andò a trovare, la trovò ancora seduta sulla sedia a dondolo.
Il capo reclinato con grazia di lato, il lavoro a maglia appoggiato sulle ginocchia.
Le mani abbandonate di lato.
Sembrava che stesse dormendo e, dal sorriso che aveva, sembrava che stesse facendo un bel sogno.
 
Top
view post Posted on 24/4/2013, 18:14

Pozionista provetto

Group:
Bannati
Posts:
11,225
Location:
Sapphire Planet

Status:


Elly... e dopo questa io aggiornerei la tua firma: Hermione 4 - Lily 0! ;)
Mò tengo il conto. :lol:

"n. 14
Titolo: L’angelo nero che andò a prenderla."

Oh... Elly.
Sì, da lacrimoni.
Ma non di tristezza, questo no.
E' qualcosa di, di... non so.
Però è semplicemente meravigliosa. :wub:
 
Web  Top
view post Posted on 24/4/2013, 18:22
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,844
Location:
Dalla luna...

Status:


CITAZIONE (pingui79 @ 24/4/2013, 19:14) 
Elly... e dopo questa io aggiornerei la tua firma: Hermione 4 - Lily 0! ;)
Mò tengo il conto. :lol:

Direi che dopo 3 round Lily é più che K.O. :P :P :P :P :P


CITAZIONE
"n. 14
Titolo: L’angelo nero che andò a prenderla."

Oh... Elly.
Sì, da lacrimoni.
Ma non di tristezza, questo no.
E' qualcosa di, di... non so.
Però è semplicemente meravigliosa. :wub:

Non doveva uscire così.
Ma é arrivata, mio marito quando l'ha betata mi ha guardato così :orrible:
 
Top
view post Posted on 24/4/2013, 20:17

Pozionista provetto

Group:
Bannati
Posts:
11,225
Location:
Sapphire Planet

Status:


No no, nessuno sguardo orrorizzato.
Ma anzi, un immenso sguardo di tenerezza verso questo Severus che fa qualcosa che non ci si aspetterebbe mai: va lui incontro a Minerva.
E' qualcosa di splendido... sarà che ho proprio questa concezione del "dopo", quindi mi tocca e commuove ancora di più.

Anche se no, non riesco a far morire Minerva e credo non lo farò mai. :cry:
 
Web  Top
view post Posted on 24/4/2013, 21:01
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Autore/data: Alaide – 8-9 marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Gli sorrideva.
Non parlava, né pareva aspettarsi che fosse lui a farlo.
Gli sorrideva soltanto.
Nota: La storia è il continuo di Una Supplica
Parole: 668

Tetralogia
6. Seconda Giornata. Atto I. Solitudine


Pioveva.
L’acqua scendeva a tratti con violenza, a tratti lentamente sull’orfanotrofio e sull’ospedale. La pioggia bagnava i vetri della stanza di Severus, creando dei rivoli che parevano riprodurre figure inquietanti.
Il volto di Silente.
Il volto di Lily.
Ed i rivoli colavano lentamente, cancellando quei volti, imbrattandoli del sangue che egli aveva sulle mani.
L’uomo continuava a fissare il vetro e la pioggia che continuava a disegnare la sua colpa e la sua pena.
Soltanto quando qualcuno bussò alla porta, distolse lo sguardo.
Sapeva che avrebbe incontrato gli occhi della bambina.
Quello che non si aspettava di incontrare fu il suo sorriso.
Un sorriso timido.
Un sorriso riconoscente.
Sapeva, dalle parole della signorina Fairchild, che era la prima persona alla quale la bambina sorrideva dalla notte in cui i suoi genitori erano stati uccisi.
E quel secondo sorriso era inspiegabile al pari del primo.
Perché la bambina continuava a sorridergli?
Perché a lui?
Perché non alla donna che l’accompagnava e che era di certo più degna di lui di ricevere un sorriso?
«Le ho portato un disegno, signor Piton.» disse la bambina, quando gli fu di fronte.
Melusine osservò Judith avvicinarsi lentamente all’uomo e allungargli il disegno. C’era qualcosa di strano nel modo in cui la bambina si comportava con il signor Piton. Era come se Judith volesse dire qualcosa che né lei, né l’uomo riuscivano a comprendere del tutto.
Alla giovane sembrava che ci fosse come una barriera, la barriera della solitudine, forse, che pareva come bloccare i tentativi di comunicazione di Judith.
O forse a colpirla, al di là di ogni altro pensiero, era il senso di solitudine che pareva avvolgere tutta la stanza in maniera quasi asfissiante.
C’era qualcosa di strano in quella solitudine, anche per un ospite di quell’ospedale.
Non l’aveva visto il giorno in cui i bambini avevano cantato e da quel che aveva colto da alcune conversazioni sapeva che non si univa mai agli altri pazienti, ma rimaneva confinato nella sua stanza, al pari di un prigioniero.
Avrebbe voluto comprendere cosa si celasse dietro quella solitudine. Ma era certa che non l’avrebbe mai saputo, così come non avrebbe mai compreso le ragioni che l’avevano guidato ad accettare di incontrare Judith, dopo quei rifiuti che parevano inderogabili.
Dopo quelli che parvero secoli alla bambina, l’uomo prese in mano il disegno.
Un disegno inquietante quanto il primo.
Tutto era cupo. Una fioca luce biancastra illuminava un orsacchiotto dal volto quasi umano.
Un volto spaventato.
Il gioco che la bambina teneva in mano, forse, quando i genitori erano stati uccisi.
La fine dell’infanzia di Judith, si disse Severus.
Il momento in cui, a causa di qualcuno che, come lui, si era macchiato le mani del sangue degli innocenti, era diventata adulta di colpo.
Ed era ironicamente tragico che quella bambina sorridesse proprio a lui.
Ad un assassino.
Anche in quel momento gli sorrideva.
Come quando era entrata nella stanza.
Gli sorrideva.
Non parlava, né pareva aspettarsi che fosse lui a farlo.
Gli sorrideva soltanto.
Timidamente.
Con riconoscenza.
Come se fosse felice che lui avesse accettato di incontrarla di nuovo.
Come se fosse felice di vederlo.
Come se fosse felice di aver davanti a lei un assassino.
Ma nessun bambino avrebbe dovuto essere felice nell’incontrarlo.
Nessun bambino avrebbe dovuto essere felice di vederlo.
Nessun bambino avrebbe dovuto essere felice di aver davanti a se qualcuno come lui.
Un assassino.
Ancor di più una bambina, come Judith, che aveva perso i propri genitori a causa di un assassino.
Gli parve che, alla luce di quel sorriso, le sue colpe centuplicassero.
Di fronte all’innocenza di quella bambina, cresciuta troppo alla svelta, le sue mani diventavano più rosse di sangue.
Ed egli sentiva maggiormente l’ironia amara e tragica di quel sorriso.
Il sorriso dell’innocente rivolto all’assassino.
E sentì il sapore amaro della colpa in bocca.
Ed il peso della colpa sulle sue spalle.
E mai come allora la sua anima gli parve nera e perduta.
E mai come allora il perdono era simile ad una chimera lontana ed irraggiungibile.
 
Top
view post Posted on 25/4/2013, 10:46
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,844
Location:
Dalla luna...

Status:


CITAZIONE (pingui79 @ 24/4/2013, 21:17) 
No no, nessuno sguardo orrorizzato.

Non era orrorizzato, ma più uno sguardo da "che allegria oggi... andato male il lavoro? :lol: "


CITAZIONE
Ma anzi, un immenso sguardo di tenerezza verso questo Severus che fa qualcosa che non ci si aspetterebbe mai: va lui incontro a Minerva.

L'ultima parola di Minerva a Severus é stata codardo sono certa che Minerva lo rimpiangerò fino alla fine.


CITAZIONE
Anche se no, non riesco a far morire Minerva e credo non lo farò mai. :cry:

Questa é la mia "seconda volta" e, ammetto, é stata più difficile della prima (che nella prima é morta proprio di cacca). Forse é per il dialogo tra i due... non so...
 
Top
kijoka
view post Posted on 28/4/2013, 17:30




Con due storie in una volta mi metto in pari...
Spero possa andar bene senza in frangere alcun regolamento! :)
Quindi ecco qui: pt.1...

Nr. 15
Autore/data: Kijoka – 28 aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: Flash fic
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Malandrini
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: Pensieri liberi in una notte tanto attesa.
Parole/pagine: 491/1.

La stanza verde

Il camino scoppietta spandendo tutto attorno un piacevole tepore.
Sembra esserne contento: effettivamente nei sotterranei l'umidità è sensibilmente più pungente.
La stanza è enorme, piena di arredi antichi e preziosi, ben diversa da quanto fosse abituato.
La luce verdastra da una strana consistenza alle cose e rende tutto quasi irreale.
Ancora è un sogno quello di essere qui, al castello, nel posto di cui ha fantasticato per mesi, forse per anni.
Lo sguardo sembra non riuscire a staccarsi dagli elaborati arazzi che tappezzano le pareti, dai colori della casa cui è stato assegnato: Serpeverde.
Ne è estremamente felice: appartenere alla stretta cerchia di chi sa usare bene il cervello era ciò che aveva sempre desiderato! In fondo si sente di appartenervi in modo totale. Sa di avere una dote importante: un'intelligenza arguta e pronta che lo pone spesso un passo avanti agli altri. Stare qui lo fa sentire un po' speciale.
Il visetto magro è però atteggiato ad una strana espressione.
Potrebbe essere delusione, tristezza oppure semplicemente timore reverenziale di questo luogo antico.
L'impressione è che si senta spaesato, ma la verità è che si sente semplicemente solo.
Nei suoi pensieri quella prima notte era trascorsa tante volte, ma in modo totalmente diverso.
Ora era arrivata, finalmente si trova al castello, ma deve trascorrere questa prima, sospirata notte senza di lei.
Comprende appieno, ora, che dovrà cavarsela, senza alcuna persona amica a dargli sostegno.
Lily fa parte di un’altra casa e non potrà essergli vicina, né condividere i momenti che passerà in questa stanza, che spera saranno piacevoli e infiniti.
La sensazione è quella di essere davvero e completamente solo.
Non che questo lo spaventi molto, in fondo sono anni che deve arrangiarsi a vivere. Almeno non dovrà più sentire i litigi nel piano inferiore..
Abbassa lo sguardo dagli stendardi verde e argento e si rende conto che nella lunga e bassa stanza non c'è più nessuno.
E' naturale che tutti si siano già rifugiati tra le coperte, esausti dopo una giornata piena di emozioni.
Anche per il piccolo Severus è stata una giornata importante, ma, nonostante la stanchezza, il sonno non arriva.
Sprofonda in una vecchia poltrona di cuoio scuro, vicino alle fiamme scoppiettanti. Resta immobile, pensieroso.
Non è stato per niente facile guardarla andarsi a sedere a quel tavolo, vicino agli stessi ragazzi che lo prendevano in giro sul treno.
Eppure Lily ha voltato loro le spalle. Non solo, poco prima che i gruppi si riunissero per andare nelle proprie sale comuni aveva cercato il suo sguardo.
Era come se l'avesse salutato, augurandogli una buonanotte.
Anche se non erano insieme in fondo aveva pensato a lui, l'aveva cercato e con lo sguardo verde smeraldo, scintillante di gioia e speranza, lo aveva accarezzato. E' ancora sua amica, lo sarà per sempre.
Un lieve sorriso si disegna sulle labbra sottili.
Il focolare riscalda il suo corpo, quella certezza sostiene il suo cuore.
Hogwarts è una vera casa, tutto sarà diverso qui!




E pt.2!
Ki

nr.16

Autore/data: Kijoka – 25 aprile 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere:Introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Malandrini
Avvertimenti: Missing Moment
Riassunto: E' tutto più facile con il senno di poi.
Parole/pagine: 918/2.

Consapevolezza

Il miscuglio colorato sobbolle appena mentre tenti di abbassare la fiamma.
Era tutto quello che necessitava, ma in pochi ci stavano pensando.
Tu sei tu l'unico che lo stia già facendo.
Perché sembra essere così difficile per tutti gli altri ciò che per te è solo naturale?
Te lo chiedi quasi inconsciamente mentre, con l'ultima rimestata a sinistra, la pozione diventava completamente trasparente, sancendo la fine della prova.
Cerchi di travasare la pozione nella piccola ampolla senza sprecarne nemmeno una goccia quando lo sguardo si alza, quasi richiamato dall'altra parte della stanza, da dove seguono la lezione i Grifondoro.
Gli occhi di smeraldo ti stanno fissando.
Il viso roseo ti osserva assorto e, d'un tratto, s’illumina in un sorriso di smagliante orgoglio.
Ora sai cosa significa essere bravo in qualcosa. Ora hai fiducia nelle tue capacità, che non ti deludono quasi mai.
Rispondi titubante a quell’aperta manifestazione di confidenza.
Sai che chi non ti ama potrebbe fraintendere e non vuoi metterla nei guai: forse, se non se ne accorgono, potranno perfino pensare che quel sorriso non sia dedicato a te.
Ma lo sguardo verde è fisso nel tuo: non puoi sbagliarti.
Nonostante l'imbarazzato nervosismo finisci di riempire il piccolo contenitore senza sprecare il prezioso liquido.
Il cuore ti scoppia in petto.
Tra poco guadagnerai altri venti punti per Serpeverde, come l'ultima volta.
Anzi, oggi forse puoi sperare in qualcosa di più, perché la pozione era veramente difficile.
Tutti gli altri erano in difficoltà, ma non tu! Ogni volta si compie lo stesso miracolo: le tue mani lavorano senza indugio e la mente conosce in anticipo le mosse da fare.
Hai una speciale predisposizione per indovinare le esatte composizioni e l'essenza delle erbe, sai miscelare le sostanze nel modo giusto, come guidato da una mano invisibile. Sei in grado di riconoscere le proprietà delle piante e ne conservi un ricordo indelebile.
Che tuo padre avesse dunque ragione e tu abbia ereditato questo dono da suo padre, tuo nonno? Quel nonno al quale piaceva farti imparare i nomi delle piante che crescevano in giardino e mostrarti le loro speciali proprietà.
Difficile sapere, però questa è la materia in cui sai rivelare il vero te stesso.
Anche se non è la sola.
Senti la magia scorrere potente nelle vene e, senza rendertene conto, non sei mai sazio di apprendere nuovi incantesimi, di affinare nuove tecniche per piegare al tuo volere ciò che la natura ti offre.
Hai bisogno di conoscere e per ogni risposta trovi sempre una nuova domanda.
Sei sempre stato curioso, ma sapere di possedere doti speciali ti spinge a voler ancora di più.
Alla ricerca di ciò che è sconosciuto, vivi giorno per giorno, con l'impazienza della gioventù e l'insicurezza dell'infanzia.
Eppure senti di essere finalmente al posto giusto e nessuno ti farà tornare indietro!
Ti siedi al tuo poso in attesa di essere chiamato, ma pregusti con impazienza i compiti del tardo pomeriggio.
Da quando studiare è diventato così importante?
Inutile mentire a se stessi, non è solo lo studio!
E' stare vicino a lei.
Sempre gentile, sempre attenta a ciò che dici, sempre così morbida e profumata la sua pelle...
Come riesce ancora a starti vicino, quando nessuno sembra accorgersi di te, se non per prenderti in giro o farti vittima di qualche scherzo?
Per lei non è la stessa cosa, ma sembra esserti davvero affezionata...
Una cocente stilettata ti attraversa il cuore.
Sì, per lei sembra non ci sia niente altro che affetto, ma per te è diverso, tu...
Tu ci pensi da così tanto ormai!
Torni a guardarla.
Ormai è attenta alle parole dell'insegnate, mentre tu sei già proiettato nel futuro: seduto accanto a lei al tavolo della biblioteca.
Quanta innocenza c'era nel tuo cuore Severus, a quel tempo?
La forza dei tuoi sentimenti sembra quasi tracimare dalle immagini dei ricordi.
Possibile che non sia stata in grado di rendersi conto dei tuoi sentimenti?
Forse semplicemente non aveva alcuna coscienza di quel che ti si agitava dentro: sei sempre stato molto bravo nel nascondere le tue emozioni.
Ma, rivedendo nel passato i tuoi sguardi, è così difficile equivocare...
Il merito è tutto dell'età e dell'esperienza.
In fondo è più facile valutare ogni situazione con il senno di poi.

Cerco di aprire gli occhi.
Socchiudo appena le palpebre. E' giorno?
La luce artificiale è spenta e dalla finestra filtra solo il pulviscolo del tramonto.
Verde.
I rami frondosi dell'albero qui fuori danzano leggeri alla brezza serale.
Voci lontane, qualcuno che parla.
Voci dal passato e dal presente.
Sembrano discutere.
Una donna... un ragazzo...
Conosco questa voce! Dove l'ho sentita, dove...
D'improvviso le tende vengono tirate e cala il buio.
Chiudo piano gli occhi e una strana pace mi avvolge dolcemente.
Il veleno scorre ancora potente dentro di me, lo sento. La ferita sanguina ancora: mi cambiano spesso le bende che mi stringono il collo. Eppure, non so come, non sento più dolore.
E' magia, ne sono sicuro, anche se non riesco a spiegarmi il motivo di questa premura.
Ora, semplicemente, il mio corpo sembra avere vita propria: sa quando dormire e quando svegliarsi, ma non riesco a imporgli di muovere alcun muscolo.
Un respiro dolce mi vola sul viso.
Ancora le mani, fresche e gentili, che mi inumidiscono le labbra.
Sembrano strappar via la sete e donarmi una splendida sensazione di freschezza.
Sono stanco.
Non riesco a stare sveglio per più di pochi secondi, e poi... poi voglio tornare da lei, a Hogwarts, quando i sogni erano sogni e il futuro ancora tutto da vivere.

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:31
 
Top
view post Posted on 28/4/2013, 18:08

Pozionista provetto

Group:
Bannati
Posts:
11,225
Location:
Sapphire Planet

Status:


Splendide, Monica, assolutamente splendide.
Descrizione di ambienti e di sentimenti perfetta e calzante ad ogni momento.
Commovente la prima, quando ancora tutti i sogni sono lì, intatti e non infranti, protetti da un'infanzia che ancora spera.

Molto particolare la seconda, con quella descrizione della lezione di Pozioni ed i piccoli turbamenti di un Severus già innamorato. Non mi aspettavo lo stacco temporale nella seconda parte, quindi sono rimasta un po' spiazzata, ma poi ad un'altra rilettura ho compreso come sia semplicemente un passato che bussa ancora nuovamente e viene visto sotto un'altra luce, quella dell'età adulta, così come esprimi benissimo.
Ho un solo dubbio su questa frase: "Che tuo padre avesse dunque ragione e tu abbia ereditato questo dono da suo padre, tuo nonno?"
Ora mi risulta che il padre di Severus fosse Babbano, a meno che non volessi dire "madre" ed allora tutto si spiega. :)
 
Web  Top
kijoka
view post Posted on 28/4/2013, 21:14




Grazie Pingui!
Sono contenta che ti siano piaciute le mie due storielle!
E' sempre molto "pericoloso" avere a che fare con Severus bambino e la rilettura con lui adulto mi aiuta moltissimo, anche se non a tutti può piacere il salto temporale con cui riesco a dare un significato più adulto alle sue esperienze da piccolo.
Non è granché nuova come idea, ma solo così riesco a far progredire la storia base (quella della vita di Severus) e la storia, chiamiamola secondaria, che ci ho costruito sopra (quella di un Piton sopravvissuto al morso di Nagini).
Io se non mi complico le cose non sono contenta, lo so! :lol:
Per quel che riguarda il nonno, ti ringrazio per il tuo attento appunto, ma io mi riferivo proprio al nonno paterno. D'altra parte non posso nemmeno pretendere che ci si ricordi di ciò che ho scritto 2 mesi fa! :)
In ogni caso in una delle mie prime storie dicevo che quel nonno era un amante delle erbe e della natura e a questo mi riferivo.
Forse non l'ho fatto nel modo giusto.
Ci lavoro su e vedo di sistemare quella frase.
Grazie ancora per il tuo aiuto!
Ki

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:32
 
Top
view post Posted on 28/4/2013, 21:41
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


CITAZIONE (kijoka @ 28/4/2013, 22:14) 
E' sempre molto "pericoloso" avere a che fare con Severus bambino e la rilettura con lui adulto mi aiuta moltissimo, anche se non a tutti può piacere il salto temporale con cui riesco a dare un significato più adulto alle sue esperienze da piccolo.
Non è granché nuova come idea, ma solo così riesco a far progredire la storia base (quella della vita di Severus) e la storia, chiamiamola secondaria, che ci ho costruito sopra (quella di un Piton sopravvissuto al morso di Nagini).

Ki

Prendo la palla al balzo e rispondo... alla tua risposta. Mi piace moltissimo in questa serie di racconti il salto temporale. Il bambino e i sentimenti di quel bambino accostati all'adulto ed ai suoi pensieri.
Mi piace molto.
Scrivere storie è sempre complicarsi un po' la vita... tuttavia è bellissimo, non trovi? :wub:

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:32
 
Top
kijoka
view post Posted on 28/4/2013, 21:55




Indubbiamente sì, sono d'accordo!
E' molto bello per me che scrivo.
E'poi ancora più bello se, quando gli altri leggono, si riesce a condividere almeno qualcuna delle emozioni che si è voluto evocare.
Non è facile trovare dei sorrisi nella vita di Severus e sono consapevole che, più avanti andrò, più sarà difficile.
Per questo mi sono complicata la vita: perché almeno il 52^ sorriso sia un sorriso di pura felicità! :wub:
Ki

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:32
 
Top
view post Posted on 28/4/2013, 21:58

Pozionista provetto

Group:
Bannati
Posts:
11,225
Location:
Sapphire Planet

Status:


CITAZIONE (kijoka @ 28/4/2013, 22:14) 
Per quel che riguarda il nonno, ti ringrazio per il tuo attento appunto, ma io mi riferivo proprio al nonno paterno. D'altra parte non posso nemmeno pretendere che ci si ricordi di ciò che ho scritto 2 mesi fa! :)
In ogni caso in una delle mie prime storie dicevo che quel nonno era un amante delle erbe e della natura e a questo mi riferivo.
Forse non l'ho fatto nel modo giusto.
Ci lavoro su e vedo di sistemare quella frase.
Grazie ancora per il tuo aiuto!
Ki

Monica, ti devo chiedere scusa non mille ma un milione di volte.
Non ho scusanti per dire che quel passo - che peraltro mi era piaciuto molto quando lo avevo letto - me l'ero scordato.
L'ho riletto e mi sono già cosparsa il capo di cenere.
Non serve che sistemi nulla, l'errore è tutto mio, mia è la dimenticanza.
Ancora scusa.
Ed ancora complimenti per tutto. :)

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:33
 
Web  Top
kijoka
view post Posted on 28/4/2013, 22:05




Ma stai scherzando?? ;)
Non serve proprio che ti scusi: avevi ragione, non era affatto chiaro!
Ho già provveduto poco fa.
Un paio di frasi è tutto dovrebbe essere più chiaro... almeno spero! :lol:
Grazie ancora della segnalazione: alcune volte sono troppo presa dallo scrivere e do' troppe cose per scontate!
Grazie! ^_^
Ki

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:33
 
Top
kijoka
view post Posted on 28/4/2013, 23:05




Continuo a commentare e a rispondere ai commenti.

Storie nr. 4

Ida - Stanco
E' bello leggere nei suoi pensieri. Per come cambiano, per come evolvono.
Qui hai usato solo poche parole e moltissime per lo stupore di fargli trovare dentro di sé qualcosa che non sapeva nemmeno di avere.
Lo stupore fugace per qualcosa che non si è mai pensato. E la consolazione immensa che si può trarre da una sola unica cosa che è sempre sembrata un'inezia, ma in questo momento della sua vita, è tutto.

Alaide - Lento maestoso
Povero Severus sopravvissuto e pieno di pensieri che mai, neanche una volta si posano sulle ali di quella farfalla che "avrebbe attirato chiunque" Sempre e solo focalizzato sulla sua sciagurata vita e l'inopportuna non-morte, non riesce ancora a capire la leggerezza di avere una seconda occasione.
Pensieri resi con davvero bravura, tanto che in poche righe Alaide riesce a riassumere una vita di dolore. E quale terribile abitudine, quella del nostro professore, di riportare ogni cosa a sè.
Spero tanto che quella bimba e quella donna lo riportino presto alla bellezza di ciò che gli sta intorno, senza concorrere in alcun modo al suo congenito senso di colpa.

Ellyson - L'unica parte di te
Quante volte mi sono immaginata questa scena!
Anch'io ne ho scritto e devo dire che le nostre due visioni sono abbastanza vicine, ma naturalmente anche completamente diverse!
Tu fai notare moltissimi particolari, mentre il mio Severus era completamente ripiegato su se stesso.
Ho quindi letto con piacere questa tua storia che mi ha fatto rivivere ciò che deve/può essere successo quel giorno.
Ho apprezzato ancora di più la storia perché leggere ciò che si pensa scritto da un altro aiuta a vedere i lati anche oscuri che nella propria visione non si sono valutati. E questo me l'ha fatta apprezzare ancora di più!
Un Severus sempre fedele a se stesso che commenta, anche se in modo veloce ma sempre sagace, la camera di Sirius!
I momenti che vengono dopo sono quelli che mi aspettavo, ma descritti in modo davvero speciale, come tu sempre sai fare.
Tanto da farmi venire un nodo alla gola sulle ultime frasi, perché tu sai sempre cosa si dibatte nel cuore di Severus e lo sai rendere con speciale semplicità.

Risposta commenti alla mia storia nr. 4

Chiara

Ci sono frasi che non solo Severus dice o pensieri che non solo Severus ha. Quando penso a lui e scrivo di lui mi rendo conto che molti aspetti della sua vita (non tutti, per fortuna!) possono essere avvicinati a quelli della nostra. O almeno della mia. Per cui certe considerazioni mi escono spontanee! Sono contenta te ne sia accorta anche tu!

Ida

Sì, continua il mio Tobias atipico... non so se a tutti potrà andare a genio, ma a me piace pensarlo così, in un momento ancora felice della loro vita.
E meno male che qualche bel ricordo ce l'ha anche lui, non trovi?
Non è facile ma è stato bello cercare di trovare qualche momento che possa aver lasciato una emozione positiva nella sua vita.
Mi sto sforzando di cercare in qualche anfratto lontano nella memoria delle sensazioni che possano aver aiutato Severus nei suoi momenti più bui, o almeno ci sto provando. Speriamo di riuscirci!

Alaide

Effettivamente ce l'ho messa tutta per trovare attimi felici, almeno nella sua infanzia, che ho sempre pensato sia stata troppo breve!
E pensare che in quel periodo, anche se per poco tempo, Severus abbia potuto avere un papà, mi riempie il cuore di gioia. Ho voluto condividerla con voi, sperando di esserci riuscita!

Alla prossima!
Ki

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:33
 
Top
view post Posted on 30/4/2013, 20:10
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,397
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Il tuo nome sarà Albus Severus, di Ellyson
Indubbiamente un gran bell’omaggio a Severus nel finale. E molto apprezzati l'inciso del Preside e la libreria sullo sfondo.


Il sorriso di Severus Piton, di Ellyson
Decisamente bello quel sorriso “a modo suo”!


L’angelo nero che andò a prenderla, di Ellyson
CITAZIONE
Indossava gli stessi abiti con cui era stato sepolto, li riconosceva, li aveva scelti lei.

Cominciamo subito male. A volte basta anche solo una parola e il nodo alla gola arriva…

Bellissimo tutto il loro dialogo, soprattutto le risposte di Severus… sopsiro…
CITAZIONE
- Perché sei qui?
- Perché, ora, ho un altro compito.
- Sei venuto a prendermi?
- Sì.

Sempre compiti di merda, eh?!

Una storia molto dolce, tenera e triste. E commovente, da nodo alla gola.
Sicuramente la tua “seconda volta” con Minerva mi piaciuta molto di più della prima.

Certo che se per far sorridere sereno Severus, devi farglielo fare da morto… allora quasi quasi è meglio un sorriso triste…


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:33
 
Web  Top
852 replies since 9/1/2013, 00:09   15299 views
  Share