Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 11/4/2013, 20:09
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (chiara53 @ 11/4/2013, 18:30) 
Certo che il lenzuolino di Ida due parole te le strappa.... :woot: :blush:
Io strapperei il lenzuolino veramente, ma sono una signora per bene! Forza Elly, io sbircio :lol: :lol:

Ok, ok, ho capito: volete di più, molto di più... e io vi accontenterò! Molto presto...

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:23
 
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Sorriso n. 7
Titolo Raccolta: Una seconda possibilità
Titolo di questa storia: Hogwarts é la mia casa
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:
- Le ultime voci che mi sono arrivate, - disse mellifluo - era che stava per sposarsi con il giovane Wealsey ed iniziare una folgorante carriera nel campo dell'avvocatura magica.
Hermione abbassò per un attimo il capo osservandosi l'orlo della veste celeste che indossava.
- Sì, i piani erano quelli. - confermò alzando la testa fissandolo ancora negl'occhi.

Parole: 1563
Note: seguito di Nulla per cui sorridere

Hogwarts è la mia casa

Le stradine di polvere tremolavano sotto il sole battente di Luglio. Il mago stava lavorando nel suo studio personale, il calderone emanava un denso fumo grigiastro e uno lieve odore di uova marce e calzini bruciati, ma nonostante il calore e il sudore che gli imperlava la fronte non accennava a togliersi la sciarpa di seta nera che gli bendava il collo.
La scrivania era ingombra di libri e diverse pergamene con molti appunti e calcoli cancellati più e più volte.
Severus Piton lavorava a quella pozione da settimane.
Erano passati due anni dal suo ricovero al San Mungo, aveva passato diversi mesi in ospedale dove i guaritori gli avevano curato le ferite al collo, ma non erano riusciti a trovare una cura sufficientemente efficace per le corde vocali. Alla fine era uscito dall’ospedale fisicamente guarito, ma una voce più bassa e roca.
Gli avevano detto che avrebbe potuto andargli peggio.
Alla fine non gli importava poi molto, non aveva molte persone con cui parlare eccetto i colleghi ad Hogwarts.
La scuola, così come il mondo magico, l’avevano accolto alla sua nuova vita - alla sua seconda opportunità come diceva Minerva - con l'imbarazzo per non aver avuto fiducia in Silente e, quindi, in lui.
In molti si erano scusati, altri con una sfacciataggine che non credeva possibile, gli avevano confidato di non aver mai dubitato del suo ruolo, ma che non avevano potuto schierarsi apertamente durante la guerra per non metterlo in difficoltà.
Nonostante questo suo nuovo ruolo nella vita, era tornato ad Hogwarts come se nulla non fosse mai cambiato. Come se, invece di una guerra e di una lunga degenza in ospedale, si fosse assentato per un breve periodo di vacanza.
I suoi metodi di insegnamento non erano cambiati, neppure la gestione della scuola era cambiata, anche senza la minaccia dell’Oscuro Signore.
Minerva, nell’anno che lo aveva sostituito, aveva trovato validi insegnati di Babbanologia e Difesa Contro le Arti Oscure. Il lavoro di Preside occupava molto del suo tempo senza lasciargli lo spazio necessario per riflettere sul suo passato o quella vita priva ormai di scopo, ma che in qualche modo aveva deciso di affrontare.
Aveva accettato di revisionare le bozze della rivista Pozioni Moderne e di rivedere il Manuale di Pozioni avanzate per gli studenti degli ultimi due anni.
Si era immerso nel lavoro ignorando volutamente ogni protesta di Minerva e sorvolando sulle sue espressioni di disappunto ogni volta che le parlava delle sue attività.
- Non fare come me, Severus. – gli aveva detto una sera in sala professori – Non buttarti nel lavoro ignorando il mondo. Altrimenti arrivi alla mia età solo, vecchio e con più rimpianti che ricordi. Avrei dovuto spostare subito Elphinstone invece di aspettare così tanto e stare con lui solo pochi anni. Non smettere di vivere Severus, perché nessuno meglio di te merita una seconda opportunità per essere felice.
Aveva liquidato la questione con un cenno infastidito. Lui non voleva una seconda opportunità, non l'aveva mai voluta. Era stato salvato, ma non era intenzionato a vivere, solo sopravvivere.
Mentre mescolava in senso antiorario la pozione che stava diventando blu cobalto, sentì
qualcuno bussare alla porta. Mescolò ancora un paio di volte lasciano che la pozione arrivasse all’esatto punto di ebollizione, chiuse il calderone e abbassò il fuoco.
Quando aprì la porta di casa un sottile sopracciglio si incurvò all'insù.
- Cosa ci fa qui, signorina Granger?
Se la strega fosse intimorita dallo sguardo dell'altro non lo diede a vedere.
- Sono venuta a parlarle, Preside. - disse sostenendo lo sguardo indagatore – Posso entrare o devo esporre la mia richiesta sulla porta?
Severus si spostò quel tanto che bastava per farla entrare. Prima di chiudere la porta si guardò attorno, come se si aspettasse di vedere dietro un palo o dietro un angolo i suoi due amici del cuore.
- Sono sola. - disse Hermione alle sue spalle – Nessuno sa che sono qui.
Dopo la guerra si erano incrociati solo poche volte, dopo i M.A.G.O. non l'aveva più vista. Aveva sentito delle voci sul suo conto, ma nulla di più.
- A cosa devo il piacere della sua visita inaspettata?
Hermione non si guardò attorno, non si soffermò sul mobilio Babbano del salotto, neppure sulla cucina invasa dal sole cocente di quell'estate, dove lui sapeva che il linoleum del pavimento era scolorito nei punti in cui il sole batteva più forte e per più ore del giorno. Non staccò lo sguardo da lui, lo fissava negli occhi con una sicurezza che credeva non le appartenesse.
Era strano per Severus, nessuno lo fissava più negli occhi da quando si era svegliato nell'infermeria di Hogwarts.
Nessuno a parte Minerva.
Era cresciuta, constatò, sembrava molto più grande. Si ricordava di una petulante ragazzina dai cespugliosi capelli crespi; una stupida Grifondoro che cercava di liberare gli Elfi domestici di Hogwarts.
Ma non c’era più quella ragazzina in quello sguardo deciso. Era lo sguardo di chi sa e di chi ha visto molto più di quello che desiderava.
- Sono qui per vedere il Preside Piton, non il mago. - precisò la strega.
L'altro annuì solamente, incrociando le braccia al petto.
Quel momento rappresentava una rottura della sua routine.
Avrebbe dovuto esserne infastidito, invece era vagamente incuriosito.
- Ho bisogno di un lavoro. - disse Hermione tutto d'un fiato, come se stesse pronunciando qualcosa di sgradevole.
Se ne fosse stato capace Severus sarebbe scoppiato a ridere.
- Le ultime voci che mi sono arrivate, - disse mellifluo - era che stava per sposarsi con il giovane Wealsey ed iniziare una folgorante carriera nel campo dell'avvocatura magica.
Hermione abbassò per un attimo il capo osservandosi l'orlo della veste celeste che indossava.
- Sì, i piani erano quelli. - confermò alzando la testa fissandolo ancora negli occhi.
C'era una leggera stanchezza in quella voce, e ora che la vedeva bene, il suo sguardo non era solo quello di una ragazza che era dovuta crescere troppo in fretta. In quello sguardo c'era anche un dolore che Severus conosceva fin troppo bene.
Il dolore di un cuore spezzato.
Provare simpatia per quella ragazza era più fastidioso che avere Minus che ficcanasava nei suoi oggetti privati.
- A pochi mesi dal matrimonio Ronald mi ha fatto sapere che una vita con me sarebbe stata troppo difficile da gestire e che non voleva esser conosciuto come il marito di Hermione Granger. A quanto pare la mia intelligenza lo mette in imbarazzo cosa che, da quello che so, non succede con il cervello di Calì Patil.
Calò un pesante silenzio. Hermione iniziò a guardarsi attorno improvvisamente a disagio per la confessione appena fatta.
- Non vedo cosa c'entri l'imbecillità di Weasley con la ricerca di un nuovo lavoro. - disse lentamente, aveva quasi il terrore di trovarsi una donna in lacrime sulla soglia di casa.
- Non voglio lavorare al Ministero. Harry e Ron inizieranno l'addestramento per Auror... passeranno lì la maggior parte del loro tempo. Non voglio incrociarli. Ho bisogno di tempo per capire cosa fare nella mia vita. Ho pensato che Hogwarts fosse il posto migliore per pensare.
- Hogwarts é una scuola Granger, non un centro di riabilitazione cuori infranti.
- Lo so... ho pensato... - la sua sicurezza sembrava svanita nel nulla - mi va bene qualsiasi cosa, Preside Piton. – sembrava che calcasse volutamente quelle parole - Posso fare da assistente a Gazza... mi va bene anche fare la guardia a Pix.
Avrebbe voluto cacciarla. Chiuderle la porta in faccia e lasciarla con il suo cuore spezzato come era successo a lui vent'anni prima.
- Hogwarts é la mia casa. - continuò la strega – Mi ha sempre aiutato a trovare la soluzione ai miei problemi. Non faccio più parte del mondo dei Babbani, credevo di aver trovato la mia strada nel mondo magico, ma non ne sono più così certa. Forse volevo lavorare al Ministero per non staccarmi da... - si interruppe rendendosi conto che il suo discorso stava diventando più lungo del previsto, e molto probabilmente più penoso, del previsto - Non voglio farle pena, ma ho bisogno di un luogo sicuro. Di un luogo dove pensare.
Severus la capiva.
Hogwarts era sempre stata anche la sua di casa. Era ancora la sua casa. In passato, prima dell'arrivo del ragazzo, aveva avuto qualche possibilità di trovare altrove la sua strada, ma era sempre rimasto al castello.
Aveva sempre usato la scusa di Silente, oppure aveva usato Lily, la promessa di proteggere il giovane Potter, ma la realtà era che Hogwarts era uno dei pochi luoghi dove poteva essere se stesso. Dove si era sentito libero di piangere per un amore non corrisposto, doveva aveva urlato il suo odio in una stanza vuota o dove era rimasto ore a fissare il nulla cercando le soluzioni più improbabili ai suoi problemi.
- La professoressa McGranitt sta cercando un assistente. - dichiarò – Ha intenzione di andare in pensione nel giro di un paio di anni e non vuole che la sua cattedra vada in mano a qualche professore inetto.
Sul volto della donna comparve l'ombra di un sorriso.
- Non è una promessa di lavoro, Granger. - si affrettò a precisare – Può fare da assistente alla McGrannitt quest'anno.
Il sorriso si allargò sul volto della giovane, era un sorriso di gratitudine che Severus raramente aveva ricevuto.
- Grazie. - mormorò Hermione – Grazie mille.
- Aspetti a ringraziarmi. Nell'ultimo anno Minerva ha già fatto scappare tre assistenti.














Sorriso n. 8
Titolo Raccolta: Una seconda possibilità
Titolo di questa storia: Vivi una vita felice, Severus

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Lily Evans
Pairing: Severus / Lily... lieve... lievissimo... anzi diciamo che non c'é pairing
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:
- Non sei reale. Questo è solo frutto della mia fantasia.
- Può essere. – ammise la presenza – Oppure…- Lily fece uno dei suoi soliti sorrisi enigmatici – posso essere un fantasma che è venuto a recapitare un messaggio.


Parole: 1006
Note: seguito di Hogwarts é la mia casa
Tra il sorriso n. 7 e n. 8 é passato almeno un anno.

Vivi una vita felice, Severus

Era di nuovo nel parco giochi.
Ancora una volta su quella collina dove le altalene cigolavano sotto il soffio del vento.
Era un sogno. Lo sapeva.
Non era la prima volta che lo faceva.
Eppure era così reale da confonderlo.
Sentiva il vento tiepido sul volto, il calore del sole primaverile sulla pelle i profumi della natura che fioriva attorno a lui.
Tutto maledettamente reale.
Si incamminò verso l'altalena, la vernice era lucida così come le catene che reggevano i seggiolini di legno. Sembrava che nessun bambino le avesse mai utilizzate.
Si guardò attorno senza aspettarsi di vedere qualcuno. Era sempre solo in quel sogno.
Almeno all'inizio.
Si sedette sulla prima altalena, in attesa di qualcuno che presto sarebbe arrivato.
Era sempre così.
Restò in silenzio, godendosi quel sogno così reale, assaporando il profumo della stagione, la luce del sole e il calore sulla pelle.
E poi la sentì arrivare. Una presenza accanto a lui. Il suo profumo che meravigliosamente si amalgamava con la fragranza di primavera.
- E' da tanto che non vieni qui. - disse la presenza.
- Mi dispiace. - rispose abbassando lo sguardo sui mocassini che indossava – Avevo bisogno di tempo per pensare.
- Tu pensi troppo, Sev.
Il mago si voltò. Lily aveva preso possesso dell'altalena accanto e si stava dondolando lievemente.
Stava sorridendo.
Sorrideva sempre nei suoi sogni.
- E' vero. - ammise ricambiando appena il sorriso.
La strega si diede una spinta più forte, le catene cigolarono appena.
Severus osservò i capelli ramati volarle attorno al viso coperto di leggere lentiggini.
Era bella.
Era sempre bella nei suoi sogni così come lo era nella realtà
E proprio come nella realtà anche nei suoi sogni era irraggiungibile.
Quella volta si era presentata a lui come la Lily adulta. La Lily moglie e madre.
Solitamente prendeva vita la Lily bambina o adolescente.
Una Lily non ancora legata a Potter.
Una Lily che, forse, poteva ancora amarlo.
Ma questa volta era diverso.
E forse sapeva il perché.
La strega diede un’ultima forte spinta e si lasciò andare, spiccando un balzo e atterrando in perfetto equilibrio sull’erba morbida che li circondava.
Sollevò le braccia al cielo trionfante e lo guardò divertita.
- Molto maturo. – sentenziò il mago sollevando un sopracciglio fine.
- Sei sempre il solito, Sev! – rispose la donna con una smorfia divertita.
Era tutto troppo reale.
Serrò le mani in due pugni stretti.
- Tu sei morta. – aveva bisogno di dirlo ad alta voce.
Aveva bisogno di tornare alla realtà.
A quella realtà dove dell’altalena non era rimasto che un mucchio di ruggine e legno scheggiato. Dove la donna che aveva di fronte era stata sepolta sotto una coperta di marmo assieme al marito. Dove il sole non gli baciava la pelle e la natura non fioriva ai suoi piedi.
Dove il profumo di Lily era stato definitivamente portato via dal vento.
Dove lui era un mago che nessun osava guardare in faccia.
Quasi nessuno.
- Non è una cosa carina di dire, Sev. – lo sgridò la strega mettendo i pugni sui fianchi – Comunque... sì, sono morta.
- Non sei reale. Questo è solo frutto della mia fantasia.
- Può essere. – ammise la presenza – Oppure…- Lily fece uno dei suoi soliti sorrisi enigmatici – posso essere un fantasma che è venuto a recapitare un messaggio.
- Un messaggio? Quale messaggio?
- Devi vivere Severus.
Il mago sussultò colto alla sprovvista.
- Io non capisco.
- Invece sai bene di cosa parlo. – ribatté prontamente l’altra chinandosi per prendere una margherita – E, visto che potrei essere un parto della tua mente, so su cosa sono concentrati i tuoi pensieri. – sollevò gli occhi dal fiore e gli fece l’occhiolino – O forse dovrei dire su chi sono concentrati i tuoi pensieri, Sev.
Severus si sentì arrossire. Spostò lo sguardo altrove, anche la Lily della sua mente era in grado di metterlo in imbarazzo.
Sentì la sua risata cristallina esplodere per tutta la collina.
- Non preoccuparti. Ne sono felice!
- Ho giurato di amarti per tutta la vita. Sempre.
- Non tutto può durare per sempre, Severus. – rispose Lily avvicinandosi a lui – Ed è giusto che tu vada avanti.
- Ma tu sei morta.
- E tu sei quasi morto salvando Harry. Anzi possiamo anche dire che sei morto per qualche secondo in quella casa, Sev. Quindi tu mi hai amato per tutta la tua prima vita. Hai tenuto fede al tuo giuramento.
Severus sentì la mano della strega posarsi sulla sua guancia. La pelle di Lily era calda e profumata, sollevò lo sguardo incrociando le iridi color smeraldo di lei. Si era accucciata davanti a lui, sorrideva come solo Lily sapeva fare. Un sorriso dolce e delicato che gli aveva sempre fatto battere il cuore.
- Non sono l’unica che ti sorride, Severus. – disse la presenza – Lo sai.
- Lily…
Vide la strega avvicinarsi al suo viso lentamente unendo poi le loro labbra.
Un bacio delicato e leggero.
Severus sentiva il calore della bocca dell’altra, sentiva il suo sapore, la sua lingua che lentamente lambiva e cercava la sua.
Era il bacio che aveva sempre desiderato. Quello che aveva sempre sognato.
Eppure tutto ora era diverso.
Quando si separarono Lily sorrideva ancora.
Sorrideva sempre nei suoi sogni.
- E’ stato come lo avevi immaginato, Severus? – gli domandò con dolcezza accarezzandogli il volto.
- No…- sospirò il mago, nella voce c’era una vaga punta di delusione – cosa vorrà dire?
La strega sorrise ancora di più, appoggiò la fronte sulla sua e chiuse gli occhi.
- Vuol dire che sei pronto.
Severus sentì che stava per svegliarsi. Il calore sulla pelle stava diminuendo, il profumo si affievoliva, perfino Lily stava diventando sempre più impalpabile.
- Lily… io… ti amato per così tanto tempo… non so…
Nonostante il corpo di Lily fosse quasi del tutto sparito, Severus vide ancora il suo radioso sorriso.
- Vivi una vita felice, Severus. – echeggiò la voce della donna nell'ombra di quel sogno che per settimane, mesi aveva accompagnato le sue notti solitarie – Vivi come non hai mai vissuto in questi lunghi anni.
 
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view post Posted on 11/4/2013, 22:39

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Deglutisco.
Una volta.
Due volte.
Tre volte.
Ok.
Elly, ma perchè ogni volta che pubblichi qualcosa la mia autostima piglia una pala, si mette a scavare e si autoseppellisce? :cry:

Domani le rileggo entrambe con calma, mi rintano a singhiozzare altrove.
Miseriaccia, quanto sono belle queste storie... :wub:
 
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E' troppo Elly. Veramente troppo :sob: :stupore:

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:23
 
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CITAZIONE (pingui79 @ 11/4/2013, 23:39) 
Elly, ma perchè ogni volta che pubblichi qualcosa la mia autostima piglia una pala, si mette a scavare e si autoseppellisce? :cry:

E perché la tua autostima esegue una sepltura non autorizzata?
 
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view post Posted on 12/4/2013, 08:57
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Leggi QUI, Elly: salvo che Kià voglia cederti il suo posto, potrai (dovrai) pubblicare i tuoi sorrisi domenica e lunedì.
 
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Leggi QUI, Elly: salvo che Kià voglia cederti il suo posto, potrai (dovrai) pubblicare i tuoi sorrisi domenica e lunedì.

Va bene.
 
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view post Posted on 12/4/2013, 10:34

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CITAZIONE (ellyson @ 12/4/2013, 08:47) 
CITAZIONE (pingui79 @ 11/4/2013, 23:39) 
Elly, ma perchè ogni volta che pubblichi qualcosa la mia autostima piglia una pala, si mette a scavare e si autoseppellisce? :cry:

E perché la tua autostima esegue una sepltura non autorizzata?

Nu nu, è autorizzatissima da me medesima. :cry:
(Impara, kià, impara! :sberla: )
 
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view post Posted on 12/4/2013, 10:45
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CITAZIONE (pingui79 @ 12/4/2013, 11:34) 
CITAZIONE (ellyson @ 12/4/2013, 08:47) 
E perché la tua autostima esegue una sepltura non autorizzata?

Nu nu, è autorizzatissima da me medesima. :cry:
(Impara, kià, impara! :sberla: )

Ma va là!!!! :consola:

Ragazze Lily l'ha lasciato libero!!!
Dovete vedere quella parte della storia. Basta lascrime.
 
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CITAZIONE (ellyson @ 12/4/2013, 11:45) 
Ragazze Lily l'ha lasciato libero!!!
Dovete vedere quella parte della storia. Basta lascrime.

EVVAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII, ciai raggione Elly! :D :D :D
 
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view post Posted on 12/4/2013, 16:00

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CITAZIONE (ellyson @ 12/4/2013, 11:45) 
Ragazze Lily l'ha lasciato libero!!!
Dovete vedere quella parte della storia. Basta lascrime.

Infatti attendiamo con somma ansia il seguito. Ora voglio vedere cosa fa Severus. :D
 
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3. Prima Giornata. Atto II, scena 2. Stille di pioggia

di Alaide
Le scene descritte sono sempre realisticamente drammatiche, Leonora, sei ricca di sensibilità e la trasmetti a piene mani.
Il tuo Severus è un uomo piegato,e sofferente e imperdonabile.
CITAZIONE
Sentiva in bocca un sapore amaro ed aspro.
Il sapore del rimorso e della colpa.

Quella bambina è così tanto consapevole del male, come solo i bambini violati sanno fare, con ingenuità e acutezza.
CITAZIONE
llungò una mano e prese il foglio. La luce fredda della morte illuminava un uomo ed una donna, all’ombra di spogli alberi invernali.
I genitori della bambina.
Uccisi.

Le immagini e i pensieri di Severus sono stati strazianti, mentre leggevo; immagini vivide di un dolore fisico e psicologico ampliato dalla persistenza intollerabile del ticchettio della pioggia.
Dolore allo stato puro.
Eccellente. Bravissima. Trasmetti emozioni palpabili .
A presto

Angelo del perdono di Ida

Sarebbe una favola poter parlare con il pensiero, solo ad Ida poteva venire in mente un'idea così per permettere a Severus di essere se stesso.
Elyn non si fa spaventare dai ricordi dai rimorsi e dalle colpe, vive e combatte per lui e c’è tutta Ida lì dentro.
CITAZIONE
Elyn era sempre rimasta al capezzale, a combattere per la sua vita, e avevo assistito ai suoi lunghi deliri febbrili quando, con gli occhi neri sbarrati nel nulla, il mago sprofondava inesorabilmente nel tormento delle colpe del passato.
- Nella tua mente… - un nuovo sospiro tremulo ad intrappolare parole pesanti, troppo difficili da dire, - … ho scoperto tante cose di te…

Basta dolore!
CITAZIONE
E ho imparato ad amarti, Severus!

Adesso solo perdono, amore, pace e sorrisi .
Se li meritano tutti: Severus, Elyn e Ida.
 
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Hogwarts é la mia casa di Elly


Due anni dopo, potrebbe intitolarsi questa puntata.
Trovo difficile commentare le tue storie Elly.
Mi prendono troppo e mi emozionano, devo rileggerle con calma per far emergere pensieri coerenti.
Il primo è il perno della storia
CITAZIONE
Hogwarts é la mia casa. –

Intorno a questa frase gira la vita di Severus e di Hermione: una Hermione delusa e sola, (finalmente!) lontana dai suoi due sodali impiccioni e con lo sguardo di chi ha molti più anni dei suoi
CITAZIONE
Di chi sa e di chi ha visto molto più di quello che desiderava
C’è poi una Minerva raccontata e vissuta in modo splendido, lei che più di ogni altro ha ferito Severus e che più di ogni altro gli è cara
Non smettere di vivere Severus, perché nessuno meglio di te merita una seconda opportunità per essere felice.
Aveva liquidato la questione con un cenno infastidito. Lui non voleva una seconda opportunità, non l'aveva mai voluta. Era stato salvato, ma non era intenzionato a vivere, solo sopravvivere.

Si toccano le anime di Hermione e Severus, senza riconoscersi ancora, ma è bellissimo pregustare…..

Vivi una vita felice, Severus di Elly

Nonostante l’innata e annosa simpatia che Elly prova per Lily, questo sogno le rende onore e merito.
Finalmente Lily libera Severus del suo peso ( del peso di Lily) e Elly fa pronunciare al mago le parole che ho atteso da una vita
CITAZIONE
- Tu sei morta. – aveva bisogno di dirlo ad alta voce.
Aveva bisogno di tornare alla realtà.
A quella realtà dove dell’altalena non era rimasto che un mucchio di ruggine e legno scheggiato. Dove la donna che aveva di fronte era stata sepolta sotto una coperta di marmo assieme al marito. Dove il sole non gli baciava la pelle e la natura non fioriva ai suoi piedi.
Dove il profumo di Lily era stato definitivamente portato via dal vento.

Là dove i sogni si spengono e si apre una realtà diversa, fatta di cose vere, non sognate, fatta di donne innamorate e non immaginate.
O no?
Brava!
 
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CITAZIONE
Nonostante l’innata e annosa simpatia che Elly prova per Lily,

Lily mi é simpaticissima.... :shifty: :shifty: :shifty: :shifty: :shifty:

Continuo con gli aggiornamenti va che é meglio.

n. 9
Titolo Raccolta: Una seconda possibilità
Titolo di questa storia: Il nervosismo di un Mangiamorte impacciato

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger
Pairing: nessuno
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Due anni in cui la sua compagnia aveva iniziato a piacergli.
Due anni in cui aveva iniziato a
desiderare la sua compagnia.
Parole: 1397
Note: seguito di Vivi una vita felice, Severus
E' passato un altro anno dal sorriso precedente.

Il nervosismo di un Mangiamorte impacciato

Con uno sbuffo contrariato il Preside firmò la pergamena appena arrivata dal Ministero.
Odiava le questioni burocratiche.
La giornata stava per giungere al termine e con lei anche l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie.
L'indomani il castello si sarebbe svuotato dagli studenti chiassosi lasciando un soave silenzio tra i corridoi.
Amava quel periodo dell'anno.
E il Natale non aveva nulla a che fare con quella sensazione di pace che gli quietava l'anima
Mentre siglava l'ultima pergamena del Ministero lanciò un'occhiata alla porta dell'ufficio.
- Aspetti qualcuno, Severus? - domandò Albus alle sue spalle.
- No. - ripose il mago arrotolando la pergamena per poi restituirla al gufo reale che attendeva sul trespolo un tempo appartenuto a Fanny.
- E' la terza volta che guardi la porta nel giro di pochi minuti.
Il mago lo ignorò come faceva spesso nell'ultimo periodo, annodò la pergamena alla zampa del gufo e lo fece uscire dalla finestra. Tornò alla scrivania e prese la Gazzetta del Profeta.
- E' la seconda volta che la leggi, oggi. - puntualizzò il mago nel ritratto senza nascondere un risolino divertito.
Severus aprì il giornale senza ribattere, la risatina irritante di Albus aumentò di volume.
Passarono pochi minuti prima che il vecchio Preside tornasse all'attacco.
- Tutto questo nervosismo è dovuto al tuo viaggio a Londra di qualche giorno fa?
Il mago voltò lentamente la pagina del giornale restando in silenzio.
- Andiamo Severus! Le giornate sono così noiose ultimamente. Abbiamo bisogno di nuovi pettegolezzi!
- Ti sto ignorando, Albus. - rispose pacato l'altro voltando di nuovo pagina.
Passò un'altra mezz'ora prima che qualcuno interrompesse le insistenti richieste del vecchio Preside e l’ostinato silenzio di Piton.
- Avanti.
La professoressa di Trasfigurazione si affacciò alla porta.
- Sei occupato? - domandò con un lieve sorriso.
- No, - rispose Severus ripiegando il giornale – entra pure. Ho finito da poco.
Albus continuava a ridacchiare alle sue spalle.
Severus maledisse mentalmente l'autore del dipinto.
- Ho finito l'ultima lezione. - disse la strega – Gli alunni del settimo anno non erano molto entusiasti della quantità di compiti che ho assegnato per le vacanze. Temo di ricevere qualche fattura per Natale.
- Minerva ti ha insegnato bene, Hermione. – disse Silente – Questo è il tuo primo M.A.G.O. come insegnante vedrai che gli studenti ti ringrazieranno quando prenderanno una E in Trasfigurazione.
- Lo spero, Silente. - rispose la donna sedendosi su una delle sedie accanto alla scrivania – Harry continua a dirmi di non essere troppo dura, altrimenti si ricorderanno di me come la professoressa più antipatica della scuola.
- Credo che quel ruolo sia già stato assegnato tempo fa. – ridacchiò il dipinto lanciando un’occhiata alle spalle di Severus.
Hermione spostò lo sguardo sul mago vestito di nero e trattenne un sorriso divertito.
Quella situazione stava diventando surreale. Severus avrebbe voluto prendere Hermione e portarla in un luogo più sicuro dove parlare, ma era certo che in qualcuno luogo andasse Silente avrebbe sempre saputo tutto.
Hermione.
Erano passati due anni da quel pomeriggio di Luglio. Due anni di riunioni scolastiche, esami, pattugliamenti dei corridoi, partite di Quidditch e vacanze.
Due anni dove aveva imparato a conoscerla meglio, dove aveva iniziato ad apprezzare le discussioni e i continui confronti sul metodo di insegnamento migliore. I pomeriggi uggiosi a parlare di magie antiche e incantesimi proibiti. O le mattine assolate dove passeggiavano sulle rive del lago lontano dagli sguardi degli studenti pronti a tutto per diffondere qualche pettegolezzo.
Due anni in cui la sua compagnia aveva iniziato a piacergli.
Due anni in cui aveva iniziato a desiderare la sua compagnia.
Quando, qualche mese prima, l'aveva vista ad Hogsmeade con un mago biondo conosciuto durante una conferenza sulla trasfigurazione umana multipla, aveva capito che gli piaceva - e che desiderava - qualcosa di più della sola compagnia.
E così aveva passato settimane in silenzio, escludendo il resto del mondo come faceva quando doveva riflettere su qualcosa di importante.
L'aveva osservata di nascosto utilizzando ogni trucco da spia-doppiogiochista che conosceva. Sentendosi spesso ridicolo.
Una mattina si era svegliato con una sola certezza: si era innamorato di Hermione Granger.
Da lì l'incubo.
Era vecchio.
Senza un futuro desiderabile.
Con un passato che era meglio dimenticare.
E poi c'era Lily.
E così si era chiuso in un silenzio ancora più silenzioso. Se la cosa era possibile.
E non aveva smesso di pensare.
Tu pensi troppo, Sev.
Quel sogno era stato la sua salvezza. Reale o no, al suo risveglio aveva deciso che, almeno, avrebbe provato a vivere.
Perché ora sentiva che anche lui meritava una seconda opportunità.
In fondo stava vivendo una seconda vita, come la sua Lily – reale o no – gli aveva ricordato.
Aveva iniziato a corteggiarla, in modo alquanto impacciato e maldestro.
Lui era un pozionista, un mago oscuro che per anni era vissuto sul ciglio del burrone che divideva la vita e la morte. Aveva saputo ingannare l'Oscuro Signore. Ma non sapeva nulla di corteggiamento, e, visti i risultati raggiunti fino a quel momento, non era certo che Hermione si fosse accorta di qualcosa.
Ma non avrebbe desistito. Non aveva più quattordici anni.
Era un uomo e si sarebbe comportato come tale.
O almeno ci avrebbe provato.
Non voleva più rimpianti.
- Ho una cosa per te. – le disse aprendo un cassetto della scrivania.
La strega prese la busta che il Preside le stava porgendo, l'apri e tirò fuori due rettangoli di carta.
Severus sentì il cuore scoppiargli in petto quando il sorriso di Hermione le illuminò tutto il viso.
- Severus...
- So che desideravi vedere quello spettacolo.
- Ma i biglietti erano esauriti da settimane. Come li hai avuti?
- Lo vuoi veramente sapere?
Vide nello sguardo di Hermione la scintilla della curiosità, mentre aveva iniziato a torturarsi l’angolo delle labbra con i denti, indecisa se chiedere di più.
Avrebbe voluto baciarla. In quel preciso momento. In quella precisa stanza.
Cosa poteva capitargli?
Al massimo l’avrebbe preso a schiaffi.
Poteva sempre farle un incantesimo della memoria.
- Forse è meglio di no. – rispose lei divertita osservando entrambi i biglietti.
- Ho letto sul programma la trama, - le disse celando con maestria l’imbarazzo – mi sembrava interessante. Pensavo di accompagnarti… se la cosa non ti disturba. – si affrettò ad aggiungere.
Hermione arrossì, il sorriso non aveva mai abbandonato le sue labbra.
Quelle meravigliose labbra.
- Mi farebbe piacere, Severus.
- So che è all’ultimo momento, ma c’erano solo questi posti disponibili.
La verità era che non aveva trovato il coraggio di invitarla prima.
Si sentiva un imbranato, ma la sua vita era stata un lunga e dolorosa – almeno la sua prima vita – e se c’era una cosa che aveva imparato era celare le emozioni.
Con disinvoltura prese l'articolo di Pozioni Moderne che doveva correggere per quel mese.
- Pensavo anche di cenare insieme. - buttò lì, allungando la mano per prendere la piuma d'oca.
Non sollevò lo sguardo, voleva essere il più disinvolto possibile.
Il silenzio che cadde nella stanza era il più opprimente che Severus avesse mai sentito. Improvvisamente desiderò di non aver parlato.
Hermione, probabilmente, stava trattenendo le risate oppure pensava il modo migliore per liquidarlo.
L'incantesimo della memoria gli sembrò ancora una buona, buonissima, ottima idea.
- Va bene. - disse invece lei rischiando di farlo sussultare – Sai già dove andare?
Certo che sapeva dove andare. Aveva cercato quel ristorante per ore, era un perfezionista e voleva che tutto fosse perfetto. Ma non poteva certo dirle che il ristorante era alla distanza giusta per fare una passeggiata fino al teatro senza però stancarsi troppo.
Oppure che l'atmosfera della sala era romantica, ma non melensa.
Che la musica che trasmettevano era perfetta per parlare, ma anche per riempire i silenzi della cena.
Oppure che aveva dovuto confondere il ragazzo che prendeva le prenotazioni perché per quella serata era già tutto prenotato.
- Sì, me l'ha consigliato Horace qualche tempo fa.
Grossa, enorme, madornale bugia.
Severus temette di aver esagerato.
Invece Hermione sembrava non essersene accorta.
- Alle sette ai cancelli? - gli domandò alzandosi dalla sedia.
Severus sentì qualcosa ruggire vittorioso in petto.
- Perfetto. - rispose iniziando a segnare frasi a caso sull'articolo, non poteva perdere la faccia ora. Proprio no! - A dopo allora.
La sentì allontanarsi.
- Era ora che mi chiedessi un appuntamento, Severus. Ci avevo quasi rinunciato.
Il mago sollevò il volto stupito, ma Hermione era già sparita oltre la porta.
Silente scoppiò a ridere.
 
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kijoka
view post Posted on 13/4/2013, 17:56




I miei commenti per le storie nr. 2.
...Piano piano arrivo anch'io!
Ki

Alaide - Valse triste

Certo un raffronto simile solo tu potevi farlo e solo tu potevi renderlo così reale!
Un valzer sulle labbra di un uomo senza più speranza e con la volontà affogata in una bottiglia. Uno strano paragone per una musica che a me suona sempre come l'eleganza della gioia e la leggerezza della vita.
Sembra quasi stridere questo raffronto tra Tobias, ormai abbruttito dalle delusioni della vita e l'attaccamento all'alcool, e quel motivo che gli fai fischiettare, così lieve e gentile!
Forse è stata proprio quella musica così leggera a permettergli di lasciarsi andare ad un sorriso al piccolo Severus, pur sghembo che fosse si è trattato pur sempre di un gesto che lo ha fatto apparire, per un attimo, comunque umano, con un qualche tipo di cuore.
Anche Eileen sembra guardarlo con altri occhi, anche se i suoi pensieri restano cupi e realistici.
Una storia comunque triste, ma che io ho visto come un piccolo sprazzo di speranza nella vita terribile che hanno avuto sia Tobias che Eileen e, di conseguenza, il piccolo Severus.

Elly - l'orgoglio di una madre

Ecco perchè sul treno che lo portava ad Hogwarts Severus aveva da subito indossato la sua divisa!
Questo racconto di Elly mi ha subito fatto venire in mente quel momento del settimo libro.
Finalmente uguale agli altri, finalmente degno di camminare a testa alta, finalmente non doversi vergognare del suo essere un mago! Che sensazione meravigliosa deve essere stata per Severus.
Certo che sua madre era orgogliosa di lui e, con il senno del poi, forse davvero non l'ha mai delusa, come aveva promesso.
Severus è sul serio diventato un grande mago, il più grande di tutti.


Ida - Come il suo nome

Un altro piccolo, e troppo breve, capolavoro.
Solo alla fine ci fai comprendere qual'è il premio tanto agognato!
Prima ci tormenti coi ricordi di tutto quanto lo fa, e lo ha fatto, soffrire.
Non risparmi nulla, né a lui, né a noi che leggiamo.
Frasi brevi, ma che in un attimo richiamano alla memoria tutto ciò che è stato e ti infilzano il cuore con appuntiti spilloni.
Ciò che rimane è di una tenerezza disarmante e quanto è dolce aprire gli occhi insieme a lui!

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:24
 
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852 replies since 9/1/2013, 00:09   15299 views
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