Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 30/3/2013, 17:12
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2. Prima Giornata. Atto I. Canti lontani di Alaide

Devo dirti sinceramente che, nonostante il titolo, qui non sento musica, né canti, ma silenzio inframmezzato da qualche soffocato sospiro. Entrambi prendono allo stomaco e l’angoscia soffusa tra le parole non lascia il lettore fino alla fine. Nessuno potrebbe essere più abbandonato e solo di così: povero Severus e poveri bambini…
Su tutto questo emerge il dolore silenzioso e quasi amato da Severus, un dolore che è punizione e purificazione. I bambini cantano, ma il canto non arriva al cuore, né all’anima e quel suono d’infanzia resta anch’esso chiuso tra le mura gialle dell’ospizio e soffocato.
E’ triste e struggente questo brano, voglio sperare che volga al meglio, ma queste atmosfere sospese e rarefatte sono la tua specialità.
 
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view post Posted on 30/3/2013, 17:50
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Sorriso tra le lacrime di Ida59

Leggendo questa parte della storia non ho mai smesso di sorridere.
Finalmente! Mi è parso un soffio di aria fresca, una finestra aperta sulla primavera dell’anima di Severus.
Elyn ama ed è riamata, lo sa perchè può leggere nel cuore e nella mente dell’oggetto del suo amore, non con la violenza del malvagio Voldemort, ma con la leggerezza e l’attenzione che solo chi ama profondamente può usare.
CITAZIONE
Gli occhi neri del mago scintillarono, inondati dalla gioia di Elyn, mentre le sue labbra sottili si atteggiavano al dolce sorriso che aveva imparato a modulare solo per lei.

Poi la scintilla si trasforma nella fiamma di un sorriso che occupa gli occhi, specchio dell’anima e le labbra del mago bruno.
Severus desidera vivere, lo vuole per la prima volta e sono sicura che lo meriti immensamente.
So che lo otterrà!
 
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kijoka
view post Posted on 30/3/2013, 18:36




Sono in un mostruoso ritardo, lo so. Da oggi cercherò, con il tempo che riesco a ritagliarmi, di mettermi in pari con i miei commenti alle storie pubblicate.
Cercherò di andare in ordine.
Incomincio quindi dalle prime.

Alaide
Adagio Lamentoso

Con le tue parole sai creare atmosfere particolarissime: quasi quadri di un'altra epoca, ma ancorate nel presente.
Mi hai trasportato lì accanto ad Eileen e mi hai fatto condividere immediatamente il suo sentire.
Un attimo rubato all'eternità quello in cui una madre guarda davvero per la prima volta suo figlio.
Mi ha però fatto male al cuore ciò che le tue parole non hanno descritto, ma solo lasciato immaginare.
Può essere una vita tracciata e decisa dal momento della nascita?
Davvero può un nome definire il futuro?
Domande che credo molto importanti e che sono destinate a mille risposte diverse: per questo tipo di richiesta non esiste un'univoca verità.
Certo è stata piuttosto dura per me vedere Eileen già prostrata e sola, anche subito dopo la nascita di suo figlio.
Eppure non ho potuto fare a meno di pensare quanto orgoglio ci hai mostrato potesse essere già insito naturalmente in quel piccolo Severus, che già appena nato non si uniforma agli altri bimbi, ma che riesce ad essere subito diverso!
Forse, senza saperlo sua madre gli ha trasmesso, insieme ai suoi cromosomi, quell'autocontrollo che lo aiuterà così tanto nella sua vita di adulto!


Ellyson
E’ questo il suo posto.

Una storia breve e intensa, che (grazie allo splendido modo di scrivere dell'autrice) è il lettore stesso a riempire della profonda emozione che le parole sapienti sono capaci di evocare.
Quante volte ho pensato io stessa ad una scena come questa, ma quanto è stato bello leggerla, narrata con delicatezza e calore. Sì, l'ho trovata estremamente rispettosa e delicata.
La descrizione del momento è impagabile e diventa davvero toccante quando Harry si avvicina a quel letto solitario.
Con maestria Elly è riuscita, come sempre quando scrive di forti sentimenti, a farmi commuovere.
Forse anche per me questa scena sarebbe stata la vera continuazione di quella giornata che la Rowling non ha voluto narrarci perché, facendolo, forse avrebbe in parte annullato l'impatto dell'ultimo capitolo del settimo libro.
Per la mia sensibilità invece Elly è riuscita a chiudere il cerchio.
E non solo. Se dovessi prendere in considerazione il fatto che Severus fosse davvero morto, questa storia mi ha aiuterebbe ad oltrepassare una parte importante dell'elaborazione del lutto e del dolore: il perdono.

Ida
Per lui

Se tutte le storie che posterai sono come questa, forse non avrò neanche abbastanza parole per commentarle tutte!
La sensazione di intensa felicità che sai far nascere è veramente indimenticabile.
Sei molto brava a usare la tua esperienza per dosare sensazioni nei tuoi scritti, ma in questa piccola storia sembra che tu sia riuscita a ponderare il profondo significato di ogni parola. Ho avuto la sensazione che tu sia riuscita a descrivere un concentrato esaltante dell'amore che ognuna di noi prova per Severus (a modo suo).
Leggendola mi sono venuti in mente solo due termini: magnifica e coinvolgente.


In questa stessa sede, oggi che ne ho il tempo, rispondo anche ai commenti sulla mia prima storia, ringraziando davvero tutte le persone che hanno avuto il tempo di dedicare qualche momento (e davvero splendide parole) alle mie storie.

Ida
Mi rendo conto che questo mio punto di vista sulla situazione possa sembrare un po' ingenuo, forse. D'altro canto non riesco proprio a privare Severus della speranza nei primi istanti di vita! Ci ha già pensato per anni a farlo la sua stessa autrice... Io voglio essere diversa. :wub:

Chiara
Grazie, Chiara. Sì, la mia strada è molto lunga (per scelta, naturalmente: anche 52 storie sono tante!!!) e spero di riuscire sempre a coinvolgervi nelle sensazioni che alcuni momenti della vita di Severus mi hanno sempre ispirato.

Alaide
Grazie anche a te. Ti devo proprio confessare che è stato emozionante leggere la tua storia e vedere che avevamo scelto per il "debutto" lo stesso argomento. Certo non potevamo affrontare la situazione in modo più diverso! Ma trovo che questo sia il motivo per cui è sempre bello leggere storie che trattano dello stesso argomento.
La mia "presa di posizione" su quel momento specifico l'ho spiegata poco sopra, ma è stato davvero intrigante vedere invece come tu vedi quella stessa particolare situazione.

A presto!
Ki

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:20
 
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view post Posted on 31/3/2013, 18:25
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CITAZIONE (kijoka @ 30/3/2013, 19:36) 
Ida
Mi rendo conto che questo mio punto di vista sulla situazione possa sembrare un po' ingenuo, forse. D'altro canto non riesco proprio a privare Severus della speranza nei primi istanti di vita! Ci ha già pensato per anni a farlo la sua stessa autrice... Io voglio essere diversa. :wub:

E io sono perfettamente d'accordo con te! ;)Canti lontani, di Alaide

Tremenda la domanda della bimba, la sua paura d'essere la causa delkla morte dei genitori. Eppure, è una cosa vera, tremendamente reale, che spesso i bimbi pensano.
Riguardo a Severus, come sempre sei sadicamente crudele con il mio povero amore: relegato fuori dal mondo magico, quasi muto e così debole da non riewuscire a reggersi in piedi a lungo. E dolore... che ovviamnete lui accetta quasi con gioia... Quale tremenda punizione gli hai irrogato!
E se la punizione corporea non è sufficiente, c'è sempre quella psicologica, che Severus può con ampoia generosità comminarsi da sè, carnefice e vittima al tempo stesso.
I miei sentiti complimenti! ;)

Ecco, io una idea ce l'avrei su cosa è successo alla bimba... chissà se è la stessa idea tua...

Sogni?, di Kijoka

Povero amore mio: mi sa che qui si comincia male, moooolto male... e quel suo pensiero sulla "terra della pena eterna" ne è un terribile esempio.

Ti avverto, a margine della storia sono annotati i miei urli disperati: aaah... povero amore mio! Ma tu sei milkle volte peggio di me nel farlo soffrire! E' veramente tremendo ciò che hai scritto: sadicissima fanwriter!

Povero, povero, dolce e adorato amore mio! Altro che sorrisi: questo è un calvario!!!

Poi, ecco, imporvviso e inaspettato, un totale cambio di sensazioni. E' cambiata la realtà (come vorrei che fosse proprio così!) oppure è solo un momentaneo sogno (come da titolo)?

CITAZIONE
Sento il suono di un sorriso

Assolutamente sublime!

Mi sa che sarà un lungo e doloroso cammino...
Per fortuna "lei" gli è vicina e lo sostiene. Non ho alcun dubbio: lei è sicuramente una lei, e lo ama. Non so perchè e per come, ma sono certa che è così! Anzi, se non ho capito male dalle storie precedenti, lei combatte per la vita di Severus, in qualche magico modo...




Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:21
 
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view post Posted on 31/3/2013, 21:27
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CITAZIONE (chiara53 @ 30/3/2013, 18:12) 
2. Prima Giornata. Atto I. Canti lontani di Alaide

Devo dirti sinceramente che, nonostante il titolo, qui non sento musica, né canti, ma silenzio inframmezzato da qualche soffocato sospiro. Entrambi prendono allo stomaco e l’angoscia soffusa tra le parole non lascia il lettore fino alla fine. Nessuno potrebbe essere più abbandonato e solo di così: povero Severus e poveri bambini…
Su tutto questo emerge il dolore silenzioso e quasi amato da Severus, un dolore che è punizione e purificazione. I bambini cantano, ma il canto non arriva al cuore, né all’anima e quel suono d’infanzia resta anch’esso chiuso tra le mura gialle dell’ospizio e soffocato.
E’ triste e struggente questo brano, voglio sperare che volga al meglio, ma queste atmosfere sospese e rarefatte sono la tua specialità.

Anche il silenzio è musica (frase più o meno traslata... non ricordo le parole esatte... pronunciata da Claudio Abbado), così come i soffocati sospiri. Io però avevo in mente cori terribilmente struggenti quando scrivevo.
So che la storia è angosciosa (e puoi bene immaginare che non sia facile scrivere qualcosa del genere... per quanto non sia un'autrice che tende ad immedesimarsi) e non ti assicuro nulla per il finale. Il dolore sarà comunque un tema ricorrente nella storia. Felice ovviamente che ti sia piaciuta!

CITAZIONE (kijoka @ 30/3/2013, 19:36)
Alaide
Adagio Lamentoso

Con le tue parole sai creare atmosfere particolarissime: quasi quadri di un'altra epoca, ma ancorate nel presente.
Mi hai trasportato lì accanto ad Eileen e mi hai fatto condividere immediatamente il suo sentire.
Un attimo rubato all'eternità quello in cui una madre guarda davvero per la prima volta suo figlio.
Mi ha però fatto male al cuore ciò che le tue parole non hanno descritto, ma solo lasciato immaginare.
Può essere una vita tracciata e decisa dal momento della nascita?
Davvero può un nome definire il futuro?
Domande che credo molto importanti e che sono destinate a mille risposte diverse: per questo tipo di richiesta non esiste un'univoca verità.
Certo è stata piuttosto dura per me vedere Eileen già prostrata e sola, anche subito dopo la nascita di suo figlio.
Eppure non ho potuto fare a meno di pensare quanto orgoglio ci hai mostrato potesse essere già insito naturalmente in quel piccolo Severus, che già appena nato non si uniforma agli altri bimbi, ma che riesce ad essere subito diverso!
Forse, senza saperlo sua madre gli ha trasmesso, insieme ai suoi cromosomi, quell'autocontrollo che lo aiuterà così tanto nella sua vita di adulto!

Per la prostrazione e la solitudine di Eileen credo che la colpa sia da imputare al troppo Hardy letto (quindi l'Inghiltterra è legata, in qualche modo, a situazioni senza via di fuga, dove le illusioni cadono infrante... ed è in questo modo che immagino Eileen e Tobias, una copia preda della disillusione) o forse alle troppe opere di Britten (composte tra il '45 e gli anni sessanti) ascoltate.
Ho apprezzato molto il tuo commento e, come dici poco sotto, è bellissimo come una situazione simile possa dare due esiti così differenti! Grazie veramente per la bellissima recensione!


CITAZIONE (Ida59 @ 31/3/2013, 19:25) 
Canti lontani, di Alaide

Tremenda la domanda della bimba, la sua paura d'essere la causa delkla morte dei genitori. Eppure, è una cosa vera, tremendamente reale, che spesso i bimbi pensano.
Riguardo a Severus, come sempre sei sadicamente crudele con il mio povero amore: relegato fuori dal mondo magico, quasi muto e così debole da non riewuscire a reggersi in piedi a lungo. E dolore... che ovviamnete lui accetta quasi con gioia... Quale tremenda punizione gli hai irrogato!
E se la punizione corporea non è sufficiente, c'è sempre quella psicologica, che Severus può con ampoia generosità comminarsi da sè, carnefice e vittima al tempo stesso.
I miei sentiti complimenti!

Ecco, io una idea ce l'avrei su cosa è successo alla bimba... chissà se è la stessa idea tua...

Chissà se l'idea è veramente la stessa!
Ma cosa dici... io sadica?! ;) ... forse solo un pochino :P
I pensieri dei bambini sono sempre profondi e tremendamente disarmanti.
L'idea di Severus quasi muto e quasi immobile mi ronzava nella testa da un pezzo e, con essa, l'idea di relegarlo al di fuori del mondo magico. Grazie mille per i complimenti! Spero di non deluderti con il proseguo della storia (e ti ricordo che l'ispiratore musicale - non di trama ovvio - è Wagner, che in fatto di sadismo può giocarsi la palma con Verdi)
 
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view post Posted on 3/4/2013, 10:15
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Autore/data: Ida59 – 21 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: flash-fic
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, romantico, commedia
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Una scoperta imbarazzante, un sorriso e una risata per vederla… bella. È il seguito di “Sorriso tra le lacrime”
Parole/pagine: 377/2.



Bella




Dopo oltre due mesi dal morso di Nagini, Severus Piton cominciava lentamente a riprendere possesso del proprio corpo: la nuova pozione distillata con perizia dalla Guaritrice del San Mungo seguendo i consigli del mago stesso era infine riuscita a far cicatrizzare l’ampio squarcio nel collo impedendo così la continua e debilitante perdita di sangue.
Severus mosse un braccio, piegò la gamba, distese le dita e sfiorò appena la pelle della coscia; portò l’altra mano sul petto, con lenta circospezione, e ancora trovò solo la pelle a proteggere il suo cuore che di nuovo batteva.
Era nudo.
Spalancò gli occhi: Elyn era lì, come sempre, il sorriso sulle labbra rosse.
Severus arrossì di colpo.
Per la prima volta dal suo risveglio alla vita, il mago schermò rapidamente la mente a proteggere la vergogna della propria nudità.
Elyn si accorse subito che l’accesso ai pensieri di Severus le era impedito. Era strano, perché era il loro unico modo di “conversare” visto che il mago ancora non riusciva a parlare; notò anche l’imbarazzato rossore, così insensato sul volto sempre esangue. Infine, vide il movimento del braccio sotto il lenzuolo leggero e intuì il… problema.
Sorrise indulgente, divertita. Interessata.
Severus osservò il sorriso farsi malizioso ed aleggiare leggero sulle labbra della sua Guaritrice personale, ed arrossì ancora di più.
Elyn scoppiò in una risata cristallina, i ridenti occhi nocciola soffusi di luce:
- Io sono una Guaritrice ricercatrice: distillo pozioni e curo la tua ferita…
La maga si perse per un attimo nell’intenso scintillio degli occhi neri, spalancati nell’attesa della vergogna. Deglutì e si riscosse:
- Altri si sono presi cura della pulizia del tuo corpo, – rivelò infine, ridacchiando allegra. – e io non ho mai curiosato sotto le lenzuola!
Era bella, Elyn, quando rideva. Gli occhi le brillavano di divertita malizia.
Severus rettificò il proprio pensiero, ben protetto da qualsiasi potenziale intrusione.
Era bella, Elyn.
Punto.
- Però ho curiosato parecchio nella tua mente…
Bella.
Bella, e anche impertinente.
Severus cercò di rilassarsi.
Bella.
Quel pensiero si stava facendo ossessivo.
Un pensiero che non riusciva a dominare.
Un pensiero che dilagava incontrollato nel suo corpo che ad ogni minuto ritrovava sempre più la forza di un tempo, travolgendo ogni sua razionale determinazione.
Bella e sorridente.
Il mago sospirò piano.
Troppo bella

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:21
 
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Visto che ultimamente abbiamo un po' di affanno a coprire i sorrisi giornalieri, ripesco l'iniziale regolamento della sfida settimanale dei sorrisi che prevedeva che anche quelle storie entrassero nel computo dei sorrisi giornalieri.

CITAZIONE (Ida59 @ 9/1/2013, 01:09) 
la sfida è abbinata al Gioco Creativo “Un anno di Sorrisi per Severus”: le storie scritte per la sfida valgono anche ai fini del Gioco e l’autore potrà inserire il link alla sua storia nella discussione del Gioco Creativo

Inizialmente c'era piuttosto ressa nell'inserire i sorrisi giornalieri, quindi avevo tenuto da parte i sorrisi settimanali che da oggi rientrano invece nel gioco a pieno titolo.

Quando una delle quattro sfidanti inserirà la sua storia settimanale nella Sfida, la inserirà poi anche nel gioco Creativo nel primo giorno libero, ovviamente evitando di inserire due storie nello stesso giorno e sfruttando quindi l'elenco delle prenotazioni che ora aggiorno e che successivamnete potrete consultare nella discussione del Gioco Creativo "Un anno di sorrisi per Severus".

Prenotazioni per la 13a settimana di Sorrisi per Severus:

Mercoledì 3: Ida
Giovedì 4: Leonora/Chiara
Venerdì 5: Fede
Sabato 6:
Domenica 7:
Lunedì 8:
Martedì 9:


Se e quando Monica e Elly inseriranno la loro storia settimanale potranno poi inserirla anche qui, il primo giorno libero possibile.


Ho inserita Chiara domani, come eventuale sostituto di Leonora, se non dovesse inserire nulla lei.
 
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view post Posted on 3/4/2013, 18:36
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CITAZIONE (Ida59 @ 3/4/2013, 15:53) 
Quando una delle quattro sfidanti inserirà la sua storia settimanale nella Sfida, la inserirà poi anche nel gioco Creativo nel primo giorno libero, ovviamente evitando di inserire due storie nello stesso giorno e sfruttando quindi l'elenco delle prenotazioni che ora aggiorno e che successivamnete potrete consultare nella discussione del Gioco Creativo "Un anno di sorrisi per Severus".

Dato che ormai capisco meglio il francese dell'italiano :P , chiedo giusto un chiarimento per vedere se ho compreso tutto.
In questa sede, il racconto lo posso postare oggi (devo solo rileggerlo) e domani lo riposto nella discussione del Gioco Creativo, giusto?
 
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view post Posted on 3/4/2013, 19:15

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CITAZIONE (Alaide @ 3/4/2013, 19:36) 
CITAZIONE (Ida59 @ 3/4/2013, 15:53) 
Quando una delle quattro sfidanti inserirà la sua storia settimanale nella Sfida, la inserirà poi anche nel gioco Creativo nel primo giorno libero, ovviamente evitando di inserire due storie nello stesso giorno e sfruttando quindi l'elenco delle prenotazioni che ora aggiorno e che successivamnete potrete consultare nella discussione del Gioco Creativo "Un anno di sorrisi per Severus".

Dato che ormai capisco meglio il francese dell'italiano :P , chiedo giusto un chiarimento per vedere se ho compreso tutto.
In questa sede, il racconto lo posso postare oggi (devo solo rileggerlo) e domani lo riposto nella discussione del Gioco Creativo, giusto?

Esattamente. :)

Vuoi che ti prenoti per domani per quanto riguarda il Gioco creativo?
 
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view post Posted on 3/4/2013, 19:45
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CITAZIONE (pingui79 @ 3/4/2013, 20:15) 
Esattamente. :)

Vuoi che ti prenoti per domani per quanto riguarda il Gioco creativo?

Perfetto! Prenotami per domani!
 
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view post Posted on 3/4/2013, 19:54

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CITAZIONE (Alaide @ 3/4/2013, 20:45) 
CITAZIONE (pingui79 @ 3/4/2013, 20:15) 
Esattamente. :)

Vuoi che ti prenoti per domani per quanto riguarda il Gioco creativo?

Perfetto! Prenotami per domani!

Faccio subitissimo. :)
 
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Autore/data: Alaide – 26-28 febbraio
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Sicuramente quella bambina non aveva alcun motivo per sorridergli.
Non in quel momento.
Né mai.
Nessun bambino avrebbe dovuto sorridergli.
Nota: La storia è il continuo di Prima Giornata. Atto I. Canti lontani.
Tutti i riferimenti all’importanza dell’arte nell’educazione sono ispirati dal progetto pedagogico Dix mois d’Ecole et d’Opéra dell’Opéra National de Paris, che prevede, lungo il corso di due anni scolastici, di accogliere all’Opéra (visite, incontro con artisti e personale del teatro, visione di spettacoli, lavoro in atelier artistici) 33 classi provenienti dai quartieri più difficili della zona parigina o da zone particolarmente lontane dalla possibilità di accedere alla cultura o con problemi legati all’handicap. Lo scopo non è di creare artisti o cercare nuovo pubblico, ma di aiutare, tramite l’arte, i ragazzi nel loro modo di esprimersi e di comportarsi, il tutto in collaborazione con l’équipe pedagogica, in modo da far sì che il lavoro svolto all’Opéra si ripercuota su tutte le materie scolastiche. Per esempio in matematica (per costruire le scene bisogna conoscere i teoremi di geometria), la chimica ecc… Leggete quindi il fatto che Melusine diriga un coro di bambini che vivono una situazione difficile come un omaggio a questo splendido progetto.
Parole: 998

Tetralogia

3. Prima Giornata. Atto II, scena I. Un dono


La bambina sedeva, come sempre, tra la porta e la credenza.
Sola.
Gli altri bambini, presenti nella stanza, l’avevano invitata a giocare con loro, ma Judith aveva rifiutato perché starsene al centro di una stanza non era sicuro.
Al di fuori pioveva, una pioggia violenta ed incessante che ticchettava sulle finestre della vecchia casa vittoriana.
Melusine notò subito Judith, isolata dagli altri, e le si strinse il cuore. Avrebbe voluto che la grande casa fosse vuota, che l’orfanotrofio, creato per accogliere gli orfani i cui genitori erano morti di morte violenta, secondo l’ultima volontà di una donna morta nel 1898, non esistesse.
Sembrava strano che proprio nel centenario dalla fondazione fossero arrivati così tanti bambini i cui genitori erano stati uccisi, per quanto lei non sapesse se gli assassini fossero mai stati trovati, né come fossero morte quelle povere persone.
La donna incontrò lo sguardo del piccolo Jeremy che aveva compiuto da poco i tre anni. Quando i suoi genitori erano stati uccisi, era al parco con la baby-sitter. Accanto a lui Anne sembrava giocare tranquilla, ma Melusine sapeva che la bambina, prossima agli undici anni, era colma di rabbia per quello che era avvenuto, mentre lei era a dormire a casa di un’amica. Anche Elisabeth, con cui Anne stava giocando, era a casa di amici, ma durante il sonno chiamava la madre che non poteva più rispondere.
Soltanto Judith, però, aveva assistito alla morte dei genitori. La piccola Judith che sedeva sempre in quella posizione, che ancora faticava a parlare con gli altri bambini.
Melusine le si avvicinò e le sorrise gentile.
Quando aveva accettato di lavorare in quell’orfanotrofio tre anni prima, aveva pensato fosse una soluzione provvisoria, un modo per racimolare un po’ di denaro per continuare i suoi studi musicali, prima di coronare il sogno di poter, un giorno, dirigere un coro.
In quel momento si rendeva conto che la sua vita apparteneva a quei bambini, a cui aveva insegnato a cantare. Amava ognuno di loro e avrebbe voluto poterli aiutare maggiormente, ma quello che riusciva a fare era soltanto tentare di usare l’arte per aiutarli ad esprimere qualcosa di quello che portavano dentro, o forse a riuscire a rimanere insieme, uniti.
Ad esprimersi, in qualche modo, con maggior sicurezza.
«Judith, ti andrebbe di venire con me?» le chiese, dopo aver lasciato passare diversi istanti.
«Dove?» domandò la bambina.
«All’Ospedale.»
«Porterai altri disegni?»
Melusine scosse il capo.
«No. Si tratta di un progetto stipulato tra la direttrice del nostro istituto e l’ospedale.»
«Ed andrai anche dal signore a cui hai dato il mio disegno?» domandò la bambina nervosamente.
Il fatto che lei fosse stata l’unica a non incontrare chi aveva ricevuto un disegno, il giorno in cui erano andati a cantare, le faceva temere che nessuno la volesse veramente.
Forse nemmeno Melusine.


La pioggia ticchettava contro i vetri dell’ospedale senza posa, rendendo ancora più squallida la stanza dalle pareti giallastre. Severus sedeva immobile, fissando le gocce di pioggia che picchiavano contro le finestre, creando un suono irregolare e, a tratti, dissonante, come dissonante era la sua vita.
Una vita costellata da decisioni sbagliate e terribili che era certo di non poter mai realmente espiare. Il perdono era precluso a chi aveva agito come lui.
Il perdono era irraggiungibile per chi non sapeva perdonarsi.
Il perdono era una chimera lontana ed inaccessibile per chi, come lui, aveva le mani sporche di sangue.
E gli pareva quasi, nella solitudine silenziosa di quella stanza squallida, che quelle parole fossero sussurrate dalla pioggia e dal suo ticchettio dissonante.
Un lieve colpo alla porta si mescolo al rumore della pioggia.
L’uomo non si voltò. Doveva essere l’infermiera, si disse.
Chi entrò nel suo campo visivo fu, invece, la donna che gli aveva portato quel disegno inquietante che ancora giaceva sulla scrivania. La giovane che si occupava dell’orfanotrofio.
Non notò subito che la donna non era sola, forse perché era stupito dalla sua presenza, forse perché non si aspettava di vedere lì, in quel luogo dove si trovavano unicamente esseri umani abbandonati come stracci vecchi, una bambina che lo fissava con grandi occhi marroni.
«Non vorrei disturbarla, signor Piton.» iniziò la donna «Credo che le potrebbe però interessare un’iniziativa posta in campo dall’istituto dove lavoro.» Melusine iniziò a parlare più rapidamente, quando vide che l’uomo stava per afferrare il quaderno e la biro. «Si tratta della biblioteca dell’orfanotrofio. Ci sono molti libri lasciati dalla donna che ha donato la casa, ma molti non sono stati letti da tempo. La direttrice ha deciso di chiedere se chi si trova qui voglia prendere in prestito alcuni di quei libri.»
Severus aveva lasciato dove si trovavano il quaderno e la biro, non appena aveva sentito la parola libri. Quelli che aveva portato con sé, li aveva letti tante volte che poteva dire con precisione dove c’era una macchia d’inchiostro che rendeva illeggibili le parole.
L’offerta di quella donna, che appariva terribilmente giovane per occuparsi di bambini rimasti soli al mondo, era un dono inestimabile, un dono che egli non meritava affatto.
Come non meritava il sorriso che gli stava rivolgendo la bambina, un sorriso che pareva esprimere qualcosa di molto simile al senso di sollievo. O forse esprimeva qualcosa di più indecifrabile, qualcosa che sfuggiva a Severus. Sicuramente quella bambina non aveva alcun motivo per sorridergli.
Non in quel momento.
Né mai.
Nessun bambino avrebbe dovuto sorridergli.
Non aveva fatto, né detto nulla che potesse generare quel sorriso che l’aveva come immobilizzato, che gli impediva di prendere foglio e penna per dire che avrebbe accettato l’offerta. Il richiamo della conoscenza che era nascosta in qualsiasi libro, era più forte di qualsiasi cosa, anche della consapevolezza che non meritava un simile dono. Era quasi come se quei libri fossero acqua offerta ad un uomo che stava per morire di sete nel deserto.
Eppure quel sorriso aveva come bloccato ogni cosa.
I suoi pensieri. I suoi gesti.
Non v’era nulla di logico in quel sorriso. Ed era rivolto alla persona sbagliata, perché egli non meritava alcun sorriso.

Edited by Alaide - 23/5/2013, 23:32
 
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3. Prima Giornata. Atto II, scena I. Un dono, di Alaide

Posso dire che mi è piaciuta anche la premessa? E con questo intendo dire tante cose, che spero tu comprenda.

Da brividi l’iniziale, quasi “leggero” racconto di come i bambini hanno perso i genitori…
Poi c’è il bellissimo brano sul perdono (sai bene quanto adoro questi pezzi) che culmina al centro nella stupenda frase
CITAZIONE
Il perdono era irraggiungibile per chi non sapeva perdonarsi.

per poi concludersi nel dissonante ticchettio della pioggia personificata nei suoi pensieri.
Aah… un mesto sospiro dopo la lettura di sì tristi, e per Severus più che appropriati, pensieri.

Poi, all’improvviso ho fatto un balzo, probabilmente lo stesso che ha fatto Severus alla parola “libri”: un plauso all’autrice per l’idea che le permette, mi pare ovvio, ma non scontato, di dar di nuovo la stura ai pensieri (ancora terribili, strazianti e, quindi, bellissimi) di Severus che non sente di meritarsi il dono di un libro e, tanto meno, il sorriso di un bimbo… povero, dolce amore mio!
Bella, ancora, la frase col richiamo alla conoscenza contenuta nei libri, acqua inestimabile per chi muore di sete (ma forse manca un NON prima di MERITAVA).

Poi c’è il sorriso della bimba.
Ed io mi chiedo a cosa è dovuto quel sorriso, perché tu non lo hai affatto spiegato, e Judith non è una bambina che sorride… Quindi un motivo ci deve essere e deve essere qualcosa di importante…



Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:21
 
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view post Posted on 4/4/2013, 17:28
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3. Prima Giornata. Atto II, scena I. Un dono di Alaide

La prima parte mette il lettore al corrente della situazione e lo predispone ad attendere che Leonora narri la storia dei personaggi.
Sono bambini, ma bambini molto particolari; sono creature segnate dalla sfortuna e dalla solitudine: senza una famiglia. Ho in mente gli orfanotrofi di Bucarest e mi sembra di vedere quei visetti intenti al gioco, ma con anime che hanno solo desiderio di amore e famiglia, si legge negli occhi dei bambini un mondo intero a chi sa guardarli.
Melusine mi piace per questo, perché lei sa cosa e dove guardare e mi ha commosso la tua frase:
CITAZIONE
Avrebbe voluto che la grande casa fosse vuota, che l’orfanotrofio, creato per accogliere gli orfani i cui genitori erano morti di morte violenta, secondo l’ultima volontà di una donna morta nel 1898, non esistesse.

Forse perché l’ho pensata esattamente uguale in un altro tempo e in un altro luogo.

Me lo aspettavo che Melusine scegliesse la più bisognosa d’aiuto: la piccola Judith che disegna con colori freddi, lo speravo…
L’amarezza e la solitudine che traspaiono nella scena successiva, mescolate al rumore della pioggia, fanno dei pensieri di Severus un vero pugno allo stomaco.
L’uomo guarda nel vuoto e ascolta il malessere della sua anima, sordo alla vita che passa intorno a lui
Altra drammatica frase che mi ha fatto stringere il cuore:
CITAZIONE
in quel luogo dove si trovavano unicamente esseri umani abbandonati come stracci vecchi,

Ma in quel luogo desolato i libri offerti a Severus e la bimba che incredibilmente gli sorride, forse, sono in grado di scuotere la quercia nodosa e malata che è Severus.
Bella, ben scritta e ambientata in modo tristemente realistico.
Leonora, ti prego regala anche a noi un sorriso al più presto.
 
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view post Posted on 4/4/2013, 21:09
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CITAZIONE (Ida59 @ 4/4/2013, 10:18)
Posso dire che mi è piaciuta anche la premessa? E con questo intendo dire tante cose, che spero tu comprenda.

Spero io abbia inteso ciò che tu volevi intendere (che gioco di parole incredibile!)

CITAZIONE
Da brividi l’iniziale, quasi “leggero” racconto di come i bambini hanno perso i genitori…
Poi c’è il bellissimo brano sul perdono (sai bene quanto adoro questi pezzi) che culmina al centro nella stupenda frase
per poi concludersi nel dissonante ticchettio della pioggia personificata nei suoi pensieri.
Aah… un mesto sospiro dopo la lettura di sì tristi, e per Severus più che appropriati, pensieri.

Ormai dovresti aver capito che amo la tematica del perdono e mi trovo decisamente a mio agio come scrittrice a descrivere pensieri tristi.

CITAZIONE
Poi, all’improvviso ho fatto un balzo, probabilmente lo stesso che ha fatto Severus alla parola “libri”: un plauso all’autrice per l’idea che le permette, mi pare ovvio, ma non scontato, di dar di nuovo la stura ai pensieri (ancora terribili, strazianti e, quindi, bellissimi) di Severus che non sente di meritarsi il dono di un libro e, tanto meno, il sorriso di un bimbo… povero, dolce amore mio!
Bella, ancora, la frase col richiamo alla conoscenza contenuta nei libri, acqua inestimabile per chi muore di sete (ma forse manca un NON prima di MERITAVA).

Ho corretto l'errore (ecco cosa succede a vivere a metà tra due lingue)! Felice che l'idea dei libri ti sia piaciuta!

CITAZIONE
Poi c’è il sorriso della bimba.
Ed io mi chiedo a cosa è dovuto quel sorriso, perché tu non lo hai affatto spiegato, e Judith non è una bambina che sorride… Quindi un motivo ci deve essere e deve essere qualcosa di importante…

Questa è la mia vena da "giallista", inserendo un mistero. Qua e là ho sparso qualche indizio, ma spiegando il sorriso adesso, spiegherei tutto subito. La spiegazione arriverà comunque tra pochi capitoli. E sicuramente il sorriso di Judith è qualcosa di fondamentale.


CITAZIONE (chiara53 @ 4/4/2013, 18:28) 
3. Prima Giornata. Atto II, scena I. Un dono di Alaide

La prima parte mette il lettore al corrente della situazione e lo predispone ad attendere che Leonora narri la storia dei personaggi.
Sono bambini, ma bambini molto particolari; sono creature segnate dalla sfortuna e dalla solitudine: senza una famiglia. Ho in mente gli orfanotrofi di Bucarest e mi sembra di vedere quei visetti intenti al gioco, ma con anime che hanno solo desiderio di amore e famiglia, si legge negli occhi dei bambini un mondo intero a chi sa guardarli.
Melusine mi piace per questo, perché lei sa cosa e dove guardare e mi ha commosso la tua frase:
CITAZIONE
Avrebbe voluto che la grande casa fosse vuota, che l’orfanotrofio, creato per accogliere gli orfani i cui genitori erano morti di morte violenta, secondo l’ultima volontà di una donna morta nel 1898, non esistesse.

Forse perché l’ho pensata esattamente uguale in un altro tempo e in un altro luogo.

Concordo sull'analisi sugli occhi dei bambini. I bambini sono terribilmente sinceri (la domanda di Judith del capitolo scorso. Quello che pensa in questo) nell'esprimere i loro sentimenti. Ed in situazioni del genere, quando non riescono ad esternarli a parole, trovano sempre un altro modo. Basta unicamente saperli ascoltare.

CITAZIONE
Me lo aspettavo che Melusine scegliesse la più bisognosa d’aiuto: la piccola Judith che disegna con colori freddi, lo speravo…
L’amarezza e la solitudine che traspaiono nella scena successiva, mescolate al rumore della pioggia, fanno dei pensieri di Severus un vero pugno allo stomaco.
L’uomo guarda nel vuoto e ascolta il malessere della sua anima, sordo alla vita che passa intorno a lui
Altra drammatica frase che mi ha fatto stringere il cuore:
CITAZIONE
in quel luogo dove si trovavano unicamente esseri umani abbandonati come stracci vecchi,

Ma in quel luogo desolato i libri offerti a Severus e la bimba che incredibilmente gli sorride, forse, sono in grado di scuotere la quercia nodosa e malata che è Severus.
Bella, ben scritta e ambientata in modo tristemente realistico.

Apprezzo ogni parola di quello che hai detto (volevo far passare proprio un pugno allo stomaco, trasferendomi nell'ospedale). Quando scrivo cerco di essere il più realistico possibile, anche quando questo vuol dire andare a dipingere situazioni disperate.
Mi è piaciuto il paragone che hai fatto tra la quercia nodosa e malata e Severus!

CITAZIONE
Leonora, ti prego regala anche a noi un sorriso al più presto.

Su questo non assicuro nulla. Dipende quale - tra i diversi finali che ho in mente - mi risulterà più logico con quanto scritto.
 
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