Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 23/2/2013, 18:28
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I ♥ Severus


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Andante moderato, di Alaide

Straziante, davvero straziante quel sorriso ed i conseguenti pensieri di Severus.
Poi, il nodo alla gola, fortissimo, da toglierrmi il fiato: la fiducia.


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:15
 
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view post Posted on 24/2/2013, 14:22
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Non voglio morire
di Ida59

La prima domanda che mi è sorta spontanea leggendo questo brano è stata: non è finita qui vero?
Ero troppo coinvolta emotivamente dalle ultime frasi.
Severus è al centro degli eventi come sempre, forse più di sempre. Il discorso che ha ascoltato tra i due medici… è così disperatamente e dolorosamente vero nella realtà sanitaria Babbana. Il mio vissuto mi ha suggerito tutta la rabbia e l’impotenza di chi vive un’esperienza di quel tipo. Sensazioni che Ida ha saputo rendere alla perfezione.
Ma quello che scioglie il cuore e l’immaginazione sono le parole scelte per descrivere il seguito.
I sussurri, la potenza del sentimento nuovo e inesplorato da Severus, è troppo, veramente troppo bello: espresso con parole dosate e perfette.
Tutti meritano di vivere, tutti dovrebbero comprendere quanto grande sia il dono dell’esistenza, ma Severus non ha mai avuto alcun attaccamento a se stesso come persona, perduto ad inseguire doveri, ordini impartiti da altri e rimorsi eterni.
L’esplosione del suo pensiero "felice" illumina tutta la storia: quel disperato tentativo di esprimersi fa emozionare il lettore; Severus, lui che ha fatto del silenzio e della riservatezza la sua bandiera, spinge in alto la sua anima finalmente libera e amata.
Non vuole morire, no, non più, non ora che c’è Elyn e che ha imparato a sorridere.
Leggerti è un piacere unico da ripetere spesso.
 
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view post Posted on 24/2/2013, 15:05
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CITAZIONE (chiara53 @ 24/2/2013, 14:22) 
Non voglio morire
di Ida59

La prima domanda che mi è sorta spontanea leggendo questo brano è stata: non è finita qui vero?

Oooooh, no, no, no, non è asolutamente finita qui!!! Ci mancherebbe altro! Mica insegno a sorridere a Severus per poi lasciarlo morire nella burocrazia dei costi di gestione della sanità! Certo che no!Mica sono orribilmente e sadicamente crudele come la Rowling, io!

CITAZIONE
L’esplosione del suo pensiero "felice" illumina tutta la storia: quel disperato tentativo di esprimersi fa emozionare il lettore; Severus, lui che ha fatto del silenzio e della riservatezza la sua bandiera, spinge in alto la sua anima finalmente libera e amata.

Ecco, le tue parole mi hanno commosso. Perchè hai colto un punto particolare ed importante, un punto che ho espresso implicitamente e che tu, invece, hai portato in superficie. Lui, l'uomo che non ha mai parlato, che è stato disposto a morire in silenzio così come ha sempre vissuto, ora invece vuole parlare, e rivelarsi. Proprio ora che non può parlare... e così trova un altro modo, così come aveva trovato il modo per parlare con Harry dandogli i suoi ricordi...
Grazie per le tue bellissime parole.


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:15
 
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view post Posted on 27/2/2013, 19:48
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Autore/data: Alaide – 29 - 30 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Per qualche strano scherzo del destino quella bambina vedeva in lui qualcuno di cui fidarsi, qualcuno che dava sicurezza, qualcuno a cui rivolgersi per sentirsi dire la verità, per quanto terribile questa potesse essere.
Nota: è la continuazione di Andante moderato
Parole: 630


Trio in sei movimenti

5. Allegro [1]



Il vento soffiava vivacemente sul giardino del sanatorio. Pareva quasi volesse giocare con le foglie, i fiori ed i fili d’erba, con le pagine del libro e con i capelli della bambina che sedeva sul prato ai piedi dell’uomo.
Da quando la mamma non aveva più potuto accompagnarla a giocare nel giardino, Emma non lasciava mai il fianco di Monsieur Piton, anche se iniziava a dubitare che la presenza dell’uomo al sanatorio avrebbe potuto salvare la mamma.
Eppure temeva il giorno in cui se ne fosse andato.
Non voleva che la mamma se ne andasse per sempre. Non voleva pensare a cosa ne sarebbe stato di lei, allora. Era un pensiero che la spaventava. Qualcosa a cui non desiderava realmente pensare.
Si mise ad intrecciare una coroncina con i fiori, come le aveva insegnato la mamma.
Alzò, per un istante, il capo verso l’uomo, quando ebbe finito, e notò che non stava leggendo. I suoi occhi parevano fissare un punto che la bambina non riusciva a definire, lontano, quasi fosse immerso in pensieri per lei di certo troppo difficili.
«Monsieur.» lo chiamò a bassa voce, alzandosi in piedi. «Crede che mamma tornerà ad uscire presto?»
Le parole di Emma riscossero l’uomo dai pensieri che lo opprimevano. Pensieri che parevano rincorrersi ed accavallarsi l’uno sull’altro. Da un parte il suo passato, dall’altro il suo futuro, un futuro dove pareva non esservi alcuno scopo per lui.
Non v’era nulla.
E le parole di quella bambina sembravano centuplicare quel pensiero.
Emma e sua madre avrebbero avuto tutte le ragioni possibili per vivere al di fuori dalla Maison sul la Mer.
Se il mondo fosse stato giusto, la donna sarebbe sopravvissuta e lui sarebbe morto.
Ma la vita non era giusta.
Ed egli accettava – pur non condividendolo – il suo verdetto.
Viveva.
E con lui vivevano le colpe che lo insozzavano.
Colpe che parevano ancora più enormi di fronte allo sguardo innocente della bambina, che lo stava fissando in attesa di una risposta.
«Non lo so.»
Una risposta breve, ma in fondo Emma non si aspettava una risposta diversa.
Ed era contenta che l’uomo non le avesse mentito.
Severus continuava a fissare la bambina in volto. Sapeva che Emma aveva compreso che la madre non si sarebbe mai più rimessa. Lo vedeva con perfetta chiarezza in quell’istante. Forse la donna avrebbe superato quella crisi che le impediva d’uscire, forse no.
Non importava.
La donna si sarebbe comunque spenta lentamente.
«Non guarirà mai, vero?» domandò Emma, gli occhi colmi di fiducia, la fiducia di chi sa che non gli verrà detta una menzogna.
«Sì.» rispose Severus.
Era una risposta brutale, forse, ma era inutile addolcire qualcosa di cui la bambina era perfettamente consapevole.
Emma si sedette accanto a lui. La coroncina di fiori giaceva sul prato, tra i fili d’erba con i quali il vento giocava allegramente, ignaro dell’uomo e della bambina.
«Vorrei… vorrei che lei, Monsieur, fosse qui, quel giorno.» biascicò Emma, voltandosi verso l’uomo.
Credeva, in quel momento, che se Monsieur Piton fosse stato lì, lei sarebbe stata al sicuro, che nessuno l’avrebbe portata in un orfanotrofio od affidata a degli sconosciuti.
Emma era convinta che l’uomo non l’avrebbe permesso.
E fu con quel pensiero in testa che gli sorrise fiduciosa.
Severus vide quel sorriso lieve, appena accennato.
Un sorriso che diceva più di quanto non avessero già fatto le parole di Emma.
Per qualche strano scherzo del destino quella bambina vedeva in lui qualcuno di cui fidarsi, qualcuno che dava sicurezza, qualcuno a cui rivolgersi per sentirsi dire la verità, per quanto terribile questa potesse essere.
Annuì soltanto, per quanto non si ritenesse degno di quel sorriso fiducioso ed innocente, il sorriso di chi non conosceva la colpa.
Un sorriso che si allargò e si fece più aperto.
Un sorriso colmo di fiducia.


[1] Il termine Allegro implica unicamente un movimento veloce, non il tono emotivo del movimento stesso.
 
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view post Posted on 2/3/2013, 15:07
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Autore/data: Ida59 – 11 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: flash-fic
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, drammatico, romantico
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/Lily (o forse no…)
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Conoscere. Comprendere. Amare. E sorridere. E’ il seguito di “Non voglio morire”
Parole/pagine: 446/2.



Comprensione



Dal giorno in cui il mago le aveva rivelato di non voler morire, lasciandole libero accesso ai propri pensieri, Elyn aveva cominciato a parlargli, a raccontare cos’era accaduto nella Stamberga Strillante, quando aveva perso i sensi e Harry era andato via credendolo morto.
Più volte glielo aveva raccontato, forse temendo che non comprendesse, ed ogni volta, all’arrivo di Fanny, Severus aveva sorriso al pensiero del grande mago che, anche da morto – ed era stato proprio lui ad ucciderlo! – era riuscito di nuovo a dargli un’altra possibilità, ben la terza, di combinare qualcosa con la propria vita.
Ci sarebbe riuscito, infine?
Quel mattino, per la prima volta Severus si accorse di aver sollevato un sopracciglio, nell’espressione scettica che gli era abituale: ancora dubitava di se stesso e della propria capacità di riuscire realmente a vivere come ogni altro uomo.
Era stata Elyn a farglielo notare, come sempre.
Elyn, che era sempre al suo fianco e conosceva tutto di lui per averglielo letto nella mente mentre era tra la morte e la vita, gli occhi neri sbarrati sugli orridi incubi del proprio passato e la mente aperta, priva di ogni protezione.
- Non volevo farlo, Severus, te lo giuro, ma mi sono ritrovata imprigionata nel vortice straziante dei tuoi pensieri, senza neppure sapere come, senza riuscire ad uscirne…
Povera Elyn, Guaritrice del San Mungo e ricercatrice specializzata in ferite da creature magiche, che era rimasta intrappolata nell’orrore infinito delle sue colpe e dei suoi rimorsi, e che ora sapeva tutto di lui, mago dannato dall’oscurità, Mangiamorte ed assassino.
Tutto.
Le sue scelte sbagliate, le sue colpe e i suoi peccati.
E continuava a sorridergli…
Il tormento dei suoi rimorsi, lo strazio dei suoi rimpianti, la pena del suo perduto sogno d’amore.
E aveva imparato ad amarlo…
Anche se lui amava Lily.
- Dopo tutto questo tempo?
- Sempre.
[1]
Quel sempre perdurava ancora?
Anche dopo il suo miracoloso salvataggio da una morte attesa ed agognata?
Anche adesso che aveva imparato a sorridere?
Elyn gli sorrideva con l’amore che avrebbe voluto vedere sulle labbra di Lily.
Elyn pronunciava dolcemente il suo nome, sempre per intero, senza mai abbreviarlo; da quando aveva capito quanto gli piaceva ascoltarlo, lo ripeteva per ore, con intensa dolcezza infinita.
Elyn pronunciava il suo nome con l’amore che non c’era mai stato nella voce di Lily.
Elyn sapeva ogni cosa di lui, conosceva ogni singolo orrore del suo passato… e nonostante tutto lo amava.
O, forse, lo amava proprio perché conosceva il suo passato.
Perché Elyn lo aveva… compreso.
Era la comprensione che rendeva così bello e dolce il sorriso di Elyn.
Solo ora Severus l’aveva capito.


[1] Harry Potter e i doni della morte, capitolo 33.

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:15
 
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view post Posted on 4/3/2013, 10:20
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Io so di essere in ritardo di ben 3 storie (che tra poco saranno 4) ho già le idee in mente e una la sto scrivendo, ma ho problemi a casa. Una serie di pensieri che non mi fanno concentrare come vorrei.
In questo momento il mio Severus non sta sorridendo per niente.
E' in un angolino, chino sulla foto di Lily a dire quanto gli faccia schifo la vita.
 
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view post Posted on 4/3/2013, 11:01
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CITAZIONE (ellyson @ 4/3/2013, 10:20) 
Io so di essere in ritardo di ben 3 storie (che tra poco saranno 4) ho già le idee in mente e una la sto scrivendo, ma ho problemi a casa. Una serie di pensieri che non mi fanno concentrare come vorrei.

Tranquilla, Elly, avrai tempo per recuperare... e per cercare di tirar su di morale Severus e te stessa! :)

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:16
 
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view post Posted on 5/3/2013, 19:11
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Allegro di Alaide
I bambini ci guardano. Questo titolo mi sembra il più adatto, o per lo meno quello che leggendo mi è balenato in mente.
Quando soffia il vento i pensieri si muovono e la scena non è più statica, la musica riprende, ma sussurrata e intrecciata ai pensieri di Severus” monsieur Pitòn “ e della bimba.
La verità infonde sicurezza e fiducia sempre e comunque: è una promessa mantenuta in se stessa, mai mentire ad un bambino.
Stupendo che la verità così profonda, semplice e dura venga da chi non ha mai esercitato quella virtù per il ruolo che ha dovuto ricoprire. E’ bravissimo Severus in questo e bravissima tu nel descrivere la situazione e trasmettere il messaggio che la scarna conversazione, fatta di occhiate e poche parole, porta con sé.
Fiducia e calma in quel signore che non lascia sola la bimba, ma anche rimorso e accettazione in Severus perché è vero: la vita non è giusta, ma a volte, proprio quando meno te lo aspetti , anche dalle situazioni e nei luoghi più impensati può sbocciare un bellissimo sorriso a scaldarti.
Per te Severus, tutto per te!
Brava!
 
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view post Posted on 6/3/2013, 11:24
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I ♥ Severus


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Allegro, di Alaide.

Mamma mia, che tremenda angoscia induce questa storia! Anche se, nel finale, quel sorriso allarga il cuore.
Povera piccola… chissà se l’idea che mi sono fatta circa il finale di questa storia è giusta…


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:16
 
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Autore/data: Ida59 – 11- 20 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, romantico
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: Severus/Lily (o forse no…)
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: È nella mente che accade, eppure è reale. E’ il seguito di “Comprensione”
Parole/pagine: 502/2.



Il calderone della mente



Parlare con Elyn era facile: bastava che Severus spingesse i pensieri in superficie, nella mente, e la Guaritrice sapeva coglierne anche la più piccola sfumatura. Era grazie a questa sua innata capacità di Legilimante che Elyn era riuscita a scoprire ogni cosa del suo passato comprendendo fino nel profondo ogni sua sensazione ed emozione.
Severus si fece spiegare con cura la formula della pozione che la ricercatrice aveva creato: gli ingredienti, le quantità precise, l’ordine di immissione e tutta la lunga e delicata procedura di distillazione.
Poi, come sempre aveva fatto, per consolidata abitudine, automaticamente rielaborò tutte le informazioni infilandole nel calderone della propria mente, con precisione, con cura millimetrica e con passione: con totale concentrazione analizzò ogni singolo ingrediente, lo misurò e lo soppesò con la sua esperienza; valutò le interazioni magiche tra i componenti e studiò le migliori combinazioni possibili analizzando anche la sostituzione di alcuni ingredienti; vagliò ogni minimo passo del processo di miscelazione, ogni giro del mestolo, i tempi, l’energia, la delicatezza del movimento del polso, le ripetizioni, la forza ed il calore delle fiamme.
Poco per volta, nella sua mente la pozione virò su nuove tonalità di colore, assunse una diversa densità, l’odore si modificò e nacque qualcosa di nuovo, di diverso, di più efficace.
Elyn non dovette far altro che affacciarsi in quello straordinario calderone mentale e prendere nota di tutto, con altrettanta meticolosa cura.
Un entusiastico stupore si diffuse sul suo viso, mano a mano che la distillazione evocata dalla mente del mago procedeva verso una diversa e più vantaggiosa conclusione:
- Entrare nella tua mente è come accedere ad una biblioteca esclusiva, specializzata in filtri, distillati e pozioni! – esclamò eccitata, il viso soffuso di rossore per l’emozione della scoperta. – È come addentrarmi in un laboratorio fornito d’ogni più raro ingrediente, ogni preziosa boccettina fornita di una pergamena di istruzioni vergate con rigorosa precisione!
Avrebbe voluto battere le mani, come una bambina, e saltellare per la felicità; sì, ne era certa: la nuova formulazione avrebbe funzionato e la vita di Severus era finalmente salva!
Cercò di controllarsi, di trattenersi ancora, ma non ci riuscì:
- La tua conoscenza dell’arte delle pozioni è veramente incredibile, Severus!
Il mago la fissò, un poco imbarazzato dal caloroso complimento, gli occhi neri spalancati, divertito e stupito dalla gioiosa reazione della Guaritrice, incapace di trattenere un lieve sorriso appena accennato che morbidamente gli dischiuse le labbra sottili.
Elyn ricambiò lo sguardo, la felicità che dagli occhi si diffondeva nel volto incorniciato dai lunghi capelli castano chiaro, fino a raggiungere le labbra che dolcemente si aprirono in un radioso sorriso:
- Non ho mai assistito a una cosa del genere: la pozione che hai virtualmente distillato nel calderone della tua mente…
Per un istante sembrò che l’emozione le rubasse le parole; Elyn annaspò, cercò il respiro che le sfuggiva, e le parole adatte ad esprimere la sua incontenibile felicità.
Fu solo un sussurro indistinto, muto, ma Severus glielo lesse chiaro sulle labbra sorridenti:
- … ti salverà la vita, amore mio!

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:16
 
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Comprensione di Ida59

Si scioglie un po’ dell’ansia e Ida acconsente a farci sbirciare dalla porta socchiusa la dolcezza della scena.
In questo capitolo tutte le convinzioni e le certezze cadono ed è splendido ciò che resta finalmente liberato dalle rovine del passato.
Che idea brillante svelare ad Elyn la verità con un espediente che le permetta di entrare in sintonia perfetta con l'anima di Severus, senza parole. Ida bravissima fa parlare il suo cuore e la sua anima: questo vale più di mille discorsi.
Elyn, come noi, lo ama proprio perché… è così, imperfetto, tormentato e fallace.
Credici, Severus, è per questo tuo cadere e rialzarti che sei amato: comprendilo, accettalo e sorridi, finalmente, sollevando il sopracciglio.
Brava, Ida, era ora che qualcosa si muovesse, che la rinascita iniziasse, meritata e silenziosa… per ora.


Il calderone della mente di Ida59

Solleva la tua anima, Severus, spingila fuori, stella luminosa e amata!|
Emozionanti e descritte con amorevole cura le capacità del grande pozionista.
Solo chi ama un argomento così tanto può immaginare con puntualità e precisione le variazioni e visualizzarle per puro passatempo.
Leggendo le parole, scelte con cura, emerge la natura di appassionato studioso di Severus che va oltre la necessità contingente e viene esercitata per il puro piacere di goderne.
Leggendo mi è sembrato di vederlo, obbligato al silenzio, trascorrere il tempo in elaborate elucubrazioni, gradevoli per lui e utili per Elyn
Suscita emozione l’incredulità di Elyn ed ella impara ad amare la mente di quell’uomo, almeno quanto il corpo.
Sei grande, dolce Elyn che sussurri e sorridi felice.
Noi sappiamo il perché: amiamo Severus almeno quanto te!
Grazie Ida.
 
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view post Posted on 6/3/2013, 19:43
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Autore/data: Alaide – 30-31 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One Shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: La bambina non sorrideva più, ma continuava a fissarlo fiduciosa. Una fiducia disarmante ed innocente. Totale.
Nota: E’ il seguito di Allegro, nonché conclusione di Trio in sei movimenti.
Parole: 908


Trio in sei movimenti

6. Lento maestoso




L’aria era immobile nel giardino, una piccola oasi verde, fra le spesse mura del sanatorio o, come la chiamavano i pochi Maghi di Fécamp, la Maison sur la Mer.
Il lamento del mare pareva accompagnare il lieve stormire delle foglie, come una musica triste e soffocata.
L’uomo sedeva, come ogni giorno nel giardino, ma non c’era traccia della donna e della bambina. Soltanto il vento lieve era testimone della scena che aveva in sé qualcosa di maestoso.
E malinconico.
Nulla pareva mutare, mentre il tempo scorreva silenzioso. Il vento continuava a scuotere, indifferente, le foglie e portava con sé l’eco lamentoso del mare.
Una corsa veloce e delle esclamazioni lontane ruppero improvvisamente la quiete.
L’uomo alzò il capo dalle pagine del libro e vide la bambina correre rapida verso di lui e sedersi al suo fianco.
Severus aveva creduto che Emma se ne fosse andata da tempo, dal giorno dei funerali della madre. Nessun suono, né alcuna voce bisbigliata nei corridoi del sanatorio, aveva lasciato presupporre che la bambina si trovasse ancora alla Maison sur la Mer.
Con ogni probabilità, invece, l’avevano lasciata, sola, nella sua stanza forse perché nessuno aveva veramente tempo per occuparsi di lei, forse perché nessuno credeva, giustamente, che l’innocente potesse stare accanto al colpevole.
«E’ vero che stasera parte, Monsieur?» biascicò la bambina, la voce rotta da singulti privi di lacrime.
Quelle le aveva versate tutte il giorno in cui era morta la mamma ed al cimitero, quando l’avevano sepolta.
E Monsieur Piton era stato presente allora, come aveva promesso.
«Sì» rispose l’uomo, voltandosi verso la bambina.
Sulla porta che dava sul giardino si erano radunati gli inservienti del sanatorio. Nessuno di loro vedeva di buon occhio quello che stava accadendo. Non importava quello che aveva riportato i giornali, quando si era conclusa la Guerra Magica in Inghilterra.
Quell’uomo rimaneva un assassino.
Ma era quello un pensiero che non attraversava la mante della bambina. Per lei, l’uomo era colui che le donava sicurezza, era quanto di più simile ad un padre avesse mai conosciuto.
Era tutto quello che le rimaneva.
«Posso venire con lei?» domandò infine Emma, parlando con più calma di quanta si aspettasse.
V’era qualcosa di assurdo in quelle parole, si disse l’uomo, qualcosa che andava al di là della normale comprensione. Erano parole che non avrebbero mai dovuto esistere, perché nessuna bambina, nessun essere innocente, avrebbe dovuto pronunciarle.
V’era molta più sensatezza in quelli che dovevano essere i pensieri degli altri abitanti del sanatorio.
Dov’era la giustizia quando egli, con le mani lorde di sangue viveva, e la madre della bambina, candida ed innocente, era morta, agonizzando tra mille dolori che nessuna Pozione poteva quietare?
Forse non esisteva alcuna giustizia.
Eppure quella bambina era lì, ferma, accanto a lui, in attesa di una risposta.
Una risposta che non sapeva dare.
«Perché vuoi venire?» decise di domandare infine.
«Lei…» la bambina si interruppe, cercando le parole. Quella era la conversazione più lunga che avesse mai avuto con l’uomo. E si sentiva improvvisamente incerta, perché temeva di sbagliare, di dire qualcosa che facesse decidere Monsieur Piton di lasciarla al suo destino. Voleva dire molte cose, ma alla fine riuscì a pronunciare solo poche parole. «Mi fido di lei. Come mi fidavo della mamma.»
E gli sorrise lievemente.
Un sorriso accennato, che si allargò leggermente, raggiungendo gli occhi, ancora arrossati per le lacrime versate alla morte della madre. Un sorriso che, più delle parole, irradiava fiducia verso Severus.
Una fiducia genuina e sincera.
Come la fiducia che un bambino dovrebbe provare per il proprio padre.
Una fiducia che Severus non aveva mai sperimentato.
Una fiducia che quella bambina gli donava ed era su quella fiducia che si basava la sua richiesta. La bambina, per qualche strano mistero, vedeva in lui qualcuno che palesemente non era.
Era molte cose. Un assassino. Una spia. Un uomo in preda al rimorso. Un uomo dall’anima macchiata. Un uomo che anelava ad un perdono che non avrebbe mai ottenuto.
Ma non era un padre.
Era unicamente un sopravvissuto dal futuro privo di significato, in cui avrebbe vissuto nel meritato tormento per le colpe commesse.
O forse il suo futuro giaceva nel sorriso di quella bambina, che aveva perso tutto, che era sola, in balia della vita?
Ma era veramente quella la scelta migliore?
Era veramente quella la strada che gli si prospettava davanti?
Il tempo passava lento, solenne, ed il lamento del mare continuava a giungere nel giardino, portato dal vento.
La bambina non sorrideva più, ma continuava a fissarlo fiduciosa.
Una fiducia disarmante ed innocente.
Totale.
E Severus si rese conto che, se avesse rifiutato, avrebbe distrutto quella fiducia e, con essa, forse la possibilità che quella bambina potesse fidarsi ancora di qualcuno.
Avrebbe distrutto, con ogni probabilità, l’innocenza di Emma, voltandole le spalle, lasciandola nella solitudine, quella solitudine che lui conosceva bene, quella solitudine in cui si maturavano scelte terribili che macchiavano l’intera esistenza.
Se avesse voltato le spalle ad Emma, avrebbe avuto davanti agli occhi un’altra vittima innocente.
«Puoi venire.» disse soltanto, infine.
E la bambina gli sorrise.
Un sorriso felice, che toccò il cuore dell’uomo.
Forse, veramente, il suo futuro, si disse Severus, mentre si alzava in piedi, imitato dalla bambina, giaceva nel sorriso di Emma. Forse, con il tempo, non sarebbe stato soltanto un uomo in cerca di un perdono impossibile da ottenere, ma un uomo che aveva a cuore la bambina che lo aveva scelto, al di là di ogni logica, come padre.
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 6/3/2013, 19:14) 
Comprensione di Ida59
[...]
Elyn, come noi, lo ama proprio perché… è così, imperfetto, tormentato e fallace.

Sì, esatto, questo è l'aggancio tra la storia e il lettore (se funziona!): il comune amore per il personaggio. Elyn deve incarnare i desideri, lo spirito, la volontà e l'amore per Severus di chi legge. Spero di essere riuscita a renderlo come si deve.

CITAZIONE
Credici, Severus, è per questo tuo cadere e rialzarti che sei amato: comprendilo, accettalo e sorridi, finalmente, sollevando il sopracciglio.

Qui posso solo sorridere io...
CITAZIONE (chiara53 @ 6/3/2013, 19:14) 
Il calderone della mente di Ida59

Solo chi ama un argomento così tanto può immaginare con puntualità e precisione le variazioni e visualizzarle per puro passatempo.
Leggendo le parole, scelte con cura, emerge la natura di appassionato studioso di Severus che va oltre la necessità contingente e viene esercitata per il puro piacere di goderne.

Uhm... sì e no. Sicuramente quella è un'abitudine, quasi un automatismo del mio Severus, un piacere, è vero; però, Severus sa benissimo che in questo caso quel suo "dilettarsi" può salvargli la vita. E alla sua vita Severus sta cominciando a tenerci...

CITAZIONE
Leggendo mi è sembrato di vederlo, obbligato al silenzio, trascorrere il tempo in elaborate elucubrazioni, gradevoli per lui e utili per Elyn

Felice d'essere riuscita a darti questa visione.

CITAZIONE
Suscita emozione l’incredulità di Elyn ed ella impara ad amare la mente di quell’uomo, almeno quanto il corpo.

ecco, questa è una di quelle frase di commento che mi piace tante, perchè in parte mi stupisce poichè rende concreto un mio pensiero, solo vago mentre scrivevo. Ma ora che mi concetro su questo punto, sì, è vero: qui Elyn comincia ad amare anche l'intelligenza di severus e ad apprezzare la sua capacità di pozionista. [/QUOTE]
CITAZIONE
Sei grande, dolce Elyn che sussurri e sorridi felice.
Noi sappiamo il perché: amiamo Severus almeno quanto te!

Sì, è proprio la condivisione di questo immenso amore amore che unisce (lo spero) il lettore alla storia...
CITAZIONE
Grazie Ida.

Grazie a te, Chiara. :)


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:16
 
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view post Posted on 7/3/2013, 21:45
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Sono indietrissimo con la lettura delle storie, ma spero di riuscire a recuperare domani o sabato.
Intanto recupero sui vostri commenti.

CITAZIONE (Ida59 @ 22/2/2013, 13:58)
Andante, di Alaide

Un finale davvero da brivido, doloroso, inteso, amaro e profondo.
E lo stesso vale per la frase che hai scelto come riassunto.

Ti ringrazio, Ida. Volevo in effetti far passare il dolore e l'amarezza del momento.

CITAZIONE (Ida59 @ 23/2/2013, 18:28)
Andante moderato, di Alaide

Straziante, davvero straziante quel sorriso ed i conseguenti pensieri di Severus.
Poi, il nodo alla gola, fortissimo, da toglierrmi il fiato: la fiducia.

A quanto pare Parigi non mi ispira sorrisi felici... o più semplicemente mi trovo più a mio agio a parlare di temi strazianti.


CITAZIONE (chiara53 @ 5/3/2013, 19:11)
Allegro di Alaide
I bambini ci guardano. Questo titolo mi sembra il più adatto, o per lo meno quello che leggendo mi è balenato in mente.
Quando soffia il vento i pensieri si muovono e la scena non è più statica, la musica riprende, ma sussurrata e intrecciata ai pensieri di Severus” monsieur Pitòn “ e della bimba.
La verità infonde sicurezza e fiducia sempre e comunque: è una promessa mantenuta in se stessa, mai mentire ad un bambino.
Stupendo che la verità così profonda, semplice e dura venga da chi non ha mai esercitato quella virtù per il ruolo che ha dovuto ricoprire. E’ bravissimo Severus in questo e bravissima tu nel descrivere la situazione e trasmettere il messaggio che la scarna conversazione, fatta di occhiate e poche parole, porta con sé.
Fiducia e calma in quel signore che non lascia sola la bimba, ma anche rimorso e accettazione in Severus perché è vero: la vita non è giusta, ma a volte, proprio quando meno te lo aspetti , anche dalle situazioni e nei luoghi più impensati può sbocciare un bellissimo sorriso a scaldarti.
Per te Severus, tutto per te!
Brava!

Grazie mille, Chiara! Le tue parole mi riempiono di gioia, per come hai colto ogni minimo passaggio della storia e del rapporto che si instaura tra Severus ed Emma.
Il titolo è derivato dal quinto movimento del trio di Dvorak che mi ha ispirata, ma quello proposto da te potrebbe esserne il giusto sottotitolo.
Ancora grazie e spero che il finale del trio non ti deluda!

CITAZIONE (Ida59 @ 6/3/2013, 11:24) 
Allegro, di Alaide.

Mamma mia, che tremenda angoscia induce questa storia! Anche se, nel finale, quel sorriso allarga il cuore.
Povera piccola… chissà se l’idea che mi sono fatta circa il finale di questa storia è giusta…

Puoi dare la colpa dell'angoscia a Dvorak (che ha ispirato un collegamento con l'ambientazione della storia), a Debussy che, contortamente, mi ha ispirato la figura della donna (volutamente anonima) con il suo Pelléas et Mélisande... poi ovviamente c'è la mia vena "sadica".
Ovviamente sono curiosa di sapere se il finale corrisponde alla tua idea!
 
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kijoka
view post Posted on 7/3/2013, 21:51




Piano piano cerco di rimettermi in pari. Scusate la latitanza, ma sono in periodo lavorativo direi tragico...
Grazie per la vostra indulgenza! :wub:
Ki



Autore/data: Kijoka – 03 Marzo 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: flash fic
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus - Lily
Pairing: nessuno
Epoca: Pre- malandrini
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: Una dolce scoperta
Parole/pagine: 428/1.

Un fiore nel deserto

E' come quando guardi il sole per un po'.
Poi, quando chiudi gli occhi, il sole è sempre lì. E non se ne va.
Così mi succede.
Il parco era deserto e mi annoiavo. Mi sono messo a giocare con un sasso, prenderlo a calci per vedere dove finiva era divertente, e senza accorgermi sono finito vicino alla fontanella.
Ho alzato gli occhi e, al di là della siepe, sull'altalena, l'ho vista.
Era da sola. C'erano solo il vento nei capelli e il sole che la illuminava.
Cantava.
Era brava, come al mamma quando ero piccolo.
I capelli, lunghi e sciolti liberi al vento, brillavano al sole, come il fuoco del camino d'inverno.
Mi sono fermato.
Dietro la siepe che mi proteggeva mi sono messo a guardarla, ma non volevo spiarla!
Volevo sentirla cantare, per sempre.
Aveva gli occhi chiusi e si spingeva forte, sempre più in alto.
Sembrava uscire dalla luce.
Ogni volta che la spinta la portava più vicina potevo vedere i particolari.
Aveva una pelle così bella! Non del mio colore pallido e malato, sembrava che il sole fosse dentro di lei...
D'improvviso, da lontano, ho sentito un richiamo. Non ho capito cosa avevano detto ma lei si è fermata e si è alzata in piedi.
- Vengo subito! - Ha risposto in fretta.
Non volevo che andasse via e mi sono avvicinato, senza pensare.
La siepe mi è mossa quando l'ho toccata e ho attirato la sua attenzione. E' venuta vicino alla siepe, piano piano, e ha guardato dentro.
Ho cercato di nascondermi meglio dietro ai rami, ma mi è sembrato che potesse sentire il mio cuore che batteva forte.
Non so se mi ha visto, ma io ho potuto vedere lei. Bene, da vicino.
Era bellissima!
I capelli di un rosso scuro, quegli occhi dal taglio strano erano di un verde incredibile! Erano come, come... oh, non lo so! Ma guardarli mi faceva tornare nella foresta dei miei sogni!
Poi di colpo si è allontanata e in pochi minuti era sparita.
Mi sono sentito solo.
Adesso tutte le volte che chiudo gli occhi io vedo i suoi occhi.
Sembra che me li abbia disegnati dentro le palpebre.
Come può succedere? E' una magia?
Come ha fatto?
La cosa più importante è che adesso so che c'è.
Chissà come si chiama...
Deve avere un nome dolce, come la musica che cantava.
Com'è tardi!
Adesso devo proprio dormire.
E poi, se chiudo gli occhi lei è con me, e neanche i rumori giù in salotto e le voci alte potranno più tenermi sveglio...

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:17
 
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