Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/2/2013, 15:26
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,397
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


CITAZIONE (chiara53 @ 13/2/2013, 15:19) 
Credici Severus!
Puoi sorridere.
Puoi fidarti di Ida.

Hihihi... certo che può fidarsi di me! :D

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:14
 
Web  Top
view post Posted on 13/2/2013, 19:15
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Autore/data: Alaide – 26 - 27 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: Flash-fic
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: quei sorrisi, lo poteva vedere bene, erano quasi un automatismo. Dei sorrisi da rivolgere per mentire e dire che tutto andava bene, quando tutto andava male.
Nota: E' la continuazione di Poco Adagio
Parole: 492

Trio in sei movimenti

3. Andante



Le nuvole bianche scivolavano lentamente nel cielo, di un azzurro particolarmente intenso.
La brezza stranamente dolce, proveniente dall’Oceano, sfiorava appena le pagine del libro che Severus stava leggendo ed i fili d’erba che la donna e la bambina stavano calpestando. L’uomo sentì i loro passi e, sollevando appena il capo, gli parve, osservando le due figure, che la bambina sostenesse quasi la madre.
La donna lo salutò con un cenno del capo, come avveniva ogni volta, ma, al contrario di quel che accadeva solitamente, non proseguì oltre.
Gli sorrise, invece.
Un sorriso gentile che non le raggiungeva gli occhi stanchi.
«Emma mi ha detto di ieri. La ringrazio, Monsieur.» disse la donna, in un inglese migliore rispetto a quello della figlia.
Severus inclinò solo il capo, ma non disse nulla.
La donna gli sorrise nuovamente, con gentilezza, un sorriso che, ancora una volta, non le raggiunse gli occhi, cerchiati da occhiaie scure che risaltavano sul volto pallido ed emaciato.
La bambina aveva proseguito il suo cammino, raggiungendo il punto dove era solita sedere con la madre e si voltò ad osservare preoccupata la donna. Da dove si trovava non poteva comprendere se la mamma stesse parlando con l’uomo. Quello che le importava era che l’uomo fosse là. Era certa che, in presenza di Monsieur, la mamma non avrebbe avuto nessuna ricaduta.
Anche se la mamma pareva non riuscire a reggersi in piedi.
La donna si sedette, a fatica, accanto all’uomo, mentre Emma si avvicinava lentamente a loro, preoccupata, nonostante la presenza rassicurante di Monsieur.
«Spero che Emma non l’abbia disturbata ieri, Monsieur.» mormorò la donna, senza che il sorriso gentile le abbandonasse le labbra, voltando appena il capo verso Severus.
L’uomo avrebbe voluto dirle che non si era quasi accorto della bambina e che, anche se fosse, di loro gli importava poco o nulla. Avrebbe voluto dirle di andare ad ammorbare qualcun altro con quei sorrisi.
Ma non lo fece.
Quella donna era in una condizione disperata e quei sorrisi, lo poteva vedere bene, erano quasi un automatismo. Dei sorrisi da rivolgere per mentire e dire che tutto andava bene, quando tutto andava male.
«Nessun disturbo.» decise di dire infine.
La donna non aggiunse altro.
Non v’era altro da aggiungere, in fin dei conti.
Rivolse lo sguardo alla figlia che si era seduta a poca distanza da loro. Emma pareva non staccare gli occhi da lei e dall’uomo.
Dall’inglese, come lo chiamavano alcuni.
Da Severus Piton.
Tutti al sanatorio sapevano chi fosse l’uomo. Le notizie dall’Inghilterra erano arrivate anche nell’isolamento di Fécamp.
Eppure non era quello che era avvenuto durante la Guerra Magica a colpirli, né il ruolo che l’uomo aveva avuto, quanto piuttosto il fatto che Severus Piton avrebbe lasciato il sanatorio.
E la donna, al contrario d’altri, credeva che se lo meritasse.
V’era qualcosa di giusto, qualcosa che riempiva di speranza, nel sapere che qualcuno potesse avere un futuro al di fuori delle mura bianche della Maison sur la Mer.
 
Top
kijoka
view post Posted on 16/2/2013, 22:50




Autore/data: Kijoka – 16 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus, personaggio a sorpresa
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: La magia è realtà.
Parole/pagine: 528/2



Il tempo si può fermare?

E' un attimo.
Leggera ed elegante la piuma resta immobile per una frazione di secondo prima di prendere a cadere verso terra, lentamente, fluttuando.
La riprende poco prima che arrivi a destinazione e la obbliga a ripercorrere il cammino appena intrapreso, più volte.
Ora qualcosa è cambiato.
Lo sguardo è concentrato e una minuscola ruga si disegna tra le sopracciglia scure.
Gli occhi neri brillano di determinazione, concentrati, come la mente, sull'obiettivo.
Ed ecco: la piuma si blocca a mezz'aria.
Il tempo si ferma e anche il mondo trattiene il respiro.
L'oggetto inanimato sfida ogni legge della fisica, finché l'attenzione non viene meno.
Il viso concentrato si rilassa, un aperto sorriso nasce spontaneo.
La mente ha vinto, la volontà ha prevalso.
Ce l'ha fatta!
Le palpebre si abbassano e la piuma riprende la discesa verso il basso.
Il sorriso non si spegne, anzi diventa ancor più luminoso per la consapevolezza della propria capacità.
E' facile indovinare i pensieri: ciò che sembrava una favola è invece realtà.
Le labbra si muovono appena, poi si alza in tutta la sua statura di bimbo e allarga le braccia quasi ad abbracciare l'albero secolare e tutta la radura ombreggiata dai suoi rami. Chiude gli occhi e lo urla al mondo:
- Sì! Sono un mago!
La prima volta che quello stesso mondo, di solito sordo e lontano, è riuscito a rendergli un tributo.
Il sorriso non si spegne. Torna a sedersi, le gambe incrociate.
Riprende la piuma tra le dita e gli occhi neri si fanno di brace.
Fin dove può arrivare?
In che modo la sconosciuta capacità è in grado di influenzare le cose, le persone, il tempo?
Come potrà usare quel nuovo sconvolgente potere che nasce dentro di lui?
Domande non ancora così chiare nella giovane mente, ma che già esistono senza essere pronunciate.
La consapevolezza potrà donargli la sicurezza?
Il tempo smette di fluire e tutto si blocca.
Come una pergamena divorata dal fuoco sembra che tutto stia crollando su se stesso.
L'immagine si colora di un rosso rubino, turbina e viene inghiottita da un vorticoso gorgo nero.
Ecco il dolore.
E' tornata la terribile sofferenza.
Tutto svanisce e torno al presente.
Il viso è tirato e le palpebre serrate. Gocce di sudore imperlano la fronte.
Le labbra sono talmente tirate che quasi scompaiono nel viso pallido.
Uno spasmo del corpo, intenso quanto breve.
Questa magia che ci tiene uniti mi catapulta nei suoi ricordi, ma ora Severus ha bisogno di me.
Sento che la pozione non basta più, devo tornare a concentrarmi per aiutarlo a combattere.
Il veleno del morso non è ancora stato eliminato e la mia magia deve di nuovo supportare quella dell'intruglio indispensabile, ma troppo debole.
Le pozioni sono pratica e teoria. Questa è stata dimenticata e tornare a riprodurla non è stato semplice.
Ha comunque funzionato, ma sembra che il tempo trascorso abbia comunque diminuito il suo potere intrinseco.
Forse è solo il mio timore di non aver riprodotto i passaggi nell'esatta sequenza...
Chiudo gli occhi mentre il mio cuore e la mia mente sono ancora al suo fianco sotto quell'albero.
Come vorrei che il tempo potesse davvero fermarsi, per tornare da lui.
Perché quel sorriso che ho appena visto possa rimanere sulle sue labbra per l’eternità.
Ma devo lasciare le emozioni e la memoria per tornare a schierarmi al suo fianco per combattere la battaglia
Magia contro magia.
Sangue contro sangue.
Io non lo abbandonerò.
Perché lui, più di me, deve assolutamente vincere questa guerra!

Edited by kijoka - 17/2/2013, 17:39
 
Top
view post Posted on 17/2/2013, 12:17
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Proseguo nel tentativo di mettermi in pari con la lettura delle storie, anche se credo mi sarà difficile riuscire a recuperare, andando a mercoledì prossimo.

Ho letto di filato le ultime tre storie di Monica, che ho trovato tutte e tre bellissime. Ma vado con ordine.
De Il sorriso di papà ho trovato bellissimo l'incipit (un complimento anche al modo splendido con cui usi la prima persona), dove si legge l'indeterminatezza dei ricordi di Severus, non ricorda il quando, né i particolari, ma le sensazioni che sono rimaste impresse nella sua mente, come l'impressione di essere indifeso e debole. Mi è piaciuto molto il passaggio da questa sensazione al momento in cui interviene Tobias. E soprattutto il modo in cui emerge il sorriso del padre ed il sorriso, successivo, del figlio. Bellissime le frasi finali, quel quando mio padre era ancora papà, e le parole che seguono, che entrano subito nella mente di chi legge.
Sorpresa trascina, letteralmente, il lettore nei pensieri di un bambino (un complimento per come hai saputo rendere i pensieri di Severus bambino decisamente diversi da quelli del Severus che ricorda della storia precedente) preoccupato per la madre. Così come è bellissimo il modo in cui descrivi il nascondiglio di Severus, che appare come apparirebbe agli occhi di qualsiasi bambino, una casa-albero che può ripararlo da tutto. Mi è piaciuto come hai saputo legare il pensiero il filo di ragnatela al pensiero della madre. Così come mi è piaciuto che i pensieri di Severus non siano perfettamente coerenti, che vaghino, partendo dalla preoccupazione per Eileen, si spostino sul nascondiglio e tornino poi poco dopo a Eileen, che rende bene il fatto che questi pensiei appartengano ad un bambino e non ad un adulto. Anche l'idea - e poi la magia che trasforma la ragnatela in una collana fatta di biglie - della sorpresa, del regalo per la mamma è tipicamente infantile e per questo preziosa e dolce. Complimenti!
L'incipit de Il tempo si può fermare? cattura immediatamente l'attenzione del lettore e lo trascina nell'immagine che si ritrova davanti, segue la piuma, segue gli occhi neri che brillano di determinazione, segue il bambino che si alza in piedi e la sua esclamazione. E sopratutto il suo sorriso. Si immerge nelle sue domande e si interroga con lui, cercando, al contempo di capire, quale sia il punto di vista della storia, che, per ora si tiene sulla terza persona. Poi il passaggio rapido, il tempo che smette di fluire e l'emergere del presente, del dolore e della sofferenza, con un effetto magnificamente straniante (adoro gli effetti stranianti), che ci porta all'io narrante ed ai suoi pensieri che danno un senso compiuto al titolo della storia, ed alle bellissime frasi finali. Ancora una volta complimenti e grazie per le tue magnifiche storie!
 
Top
kijoka
view post Posted on 17/2/2013, 17:31




Ringrazio davvero di cuore tutte le persone che hanno lasciato un commento alle mie storie.
Sto cercando di mettermi in pari con la lettura e di postare al più presto i miei commenti alle storie pubblicate.
So di essere in mostruoso ritardo e mi dispiace molto.
Farò l'impossibile per rimediare al più presto e di rispondere anche agli stupendi commenti.
Ancora grazie per le speciali parole che avete avuto per me.
Ki

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:14
 
Top
view post Posted on 19/2/2013, 22:15
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,844
Location:
Dalla luna...

Status:


Recupero il sorriso della settimana scorsa.

Titolo Raccolta: Una seconda possibilità
Titolo di questa storia: Niente per cui sorridere
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Minerva McGranitt
Pairing: accenno a Severus / Lily
Epoca: post 7 anno, epilogo alternativo
Avvertimenti: AU
Riassunto:

Non stava sognando. Non era un’illusione.
Era la vita.
La sua vita.
Maledizione.

Parole: 1398

Niente per cui sorridere

Era vivo.
Il mago chiuse gli occhi, il bianco accecante della stanza al San Mungo venne sostituito dall’oscurità, decisamente più accogliente e affine alla sua natura.
Sospirò rivivendo, di nuovo, quello che era successo nelle ultime settimane.
Si era risvegliato nell’infermeria di Hogwarts. All’inizio aveva creduto ad un’illusione creata dal suo cervello agonizzante. Si era aspettato di vedere Silente sbucare da qualche parte, non più vecchio e stanco, senza la mano annerita. Il solito vecchio mago con quel rassicurante sorriso paterno che aveva la capacità di farlo infuriare; e di farlo capitolare a qualsiasi idea - anche la più assurda come quella di ucciderlo - che gli proponeva.
Aveva provato a muoversi, ma il lancinante dolore alla gola l’aveva colpito quasi alla sprovvista. Non stava sognando. Non era un’illusione.
Era la vita.
La sua vita.
Maledizione.
Quando Madama Chips l’aveva visto sveglio per poco non aveva fatto cadere il vassoio d’argento con i calici delle pozioni. Era corsa al suo capezzale e l’aveva quasi immobilizzato sul materasso.
Gli avevano detto di non parlare. Di non affaticare la gola e le ferite al collo.
Gli avevano detto che era un miracolo, un qualcosa di inaspettato.
Per lui era solo uno scherzo del destino.
Uno scherzo di cattivo gusto a dire il vero.
Aveva passato qualche giorno intontito dalle pozioni, sapeva che erano venuti a fargli visita, ricordava delle voci indistinte, qualche singhiozzo, un abbraccio che odorava di Molly Weasley.
Gli era parso di sentire Potter e un suo delirante discorso di ringraziamento.
Ricordava nitidamente, invece, la mano di Minerva sulla sua guancia e la sua voce interrotta dai singhiozzi.
Quando i medimaghi avevano ritenuto che la sua situazione si fosse stabilizzata, l’avevano trasferito al San Mungo al Reparto Ferite da Creature Magiche.
Stanza privata.
Uno dei tanti benefici quando si è considerati un eroe.
Severus riaprì gli occhi tornando alla sua accecante camera bianca.
Nessuno era entrato nei particolari della sua miracolosa sopravvivenza e lui aveva posto poche domande, lasciando cadere poi la questione. Di quella notte ricordava solo il discorso con l’Oscuro, il suo disperato tentativo di convincerlo a fargli cercare il ragazzo per comunicargli la cosa più importante; l’ultimo tassello del puzzle che Silente gli aveva ordinato di custodire per poi rivelarlo a Potter al momento opportuno.
Aveva capito le intenzioni del suo Padrone non appena aveva iniziato a blaterare il suo sconclusionato discorso sulla bacchetta.
Doveva morire.
E Potter non avrebbe mai saputo il suo reale ruolo nella guerra.
Poi c’era solo dolore, le immagini del viscido serpente che gli veniva incontro per finirlo. Il sapore del suo sangue in gola. Il respiro mozzato nei polmoni.
E alla fine un mare color smeraldo in cui affogare, lo sguardo della donna che amava che lo fissava, i suoi occhi così belli e luminosi che gli avevano fatto desiderare la morte solo per poterli osservare per l’eternità.
Ricordava una voce che lo chiamava. Una voce di donna che invocava il suo nome.
Probabilmente era Lily che lo reclamava dall’aldilà.
Poi il buio, accogliente e desiderato nulla in cui profondare scivolando verso la morte.
Avrebbe sorriso se ne avesse avuto le forze.
Questi erano i suoi ultimi ricordi prima di trovarsi in infermeria. Questo era quello che riusciva a rammentare ogni volta che si sforzava di riconoscere la donna che invocava il suo nome – nella speranza che fosse Lily che gli concedeva il suo perdono -, prima che l’emicrania gli spaccasse in due la testa.
Ma alla fine neppure questo contava molto.
Era sopravvissuto.
Niente aldilà.
Niente Lily.
Niente perdono.
Niente di niente.
Dal lucernaio del soffitto arrivava la luce del sole che rendeva tutto quel bianco che lo circondava più doloroso ai suoi occhi.
Si alzò dal letto e fece qualche passo nella stanza. Non usciva quasi mai da quelle quattro mura candide.
Per i corridoi incontrava solo facce sorridenti. Gente che lo salutava, maghi e streghe che lo indicavano e parlottavano tra di loro.
Ebeti sorrisi che volevano rassicurarlo.
Fiduciosi sorrisi che volevano rasserenarlo.
Falsi sorrisi che volevano rabbonirlo.
Tristi sorrisi che volevano compatirlo.
Imbarazzati sorrisi… come quello che mostrava ora Minerva sulla porta della sua stanza.
Era l’unica a cui avesse dato il permesso di venirlo a trovare, nonostante il continuo inutile imbarazzo.
In fin dei conti la capiva. Aveva passato mesi ad accusarlo, mesi in cui aveva cercato di ostacolarlo, mesi di occhiate di sfida e smorfie di disgusto.
L’aveva chiamato codardo
- Buongiorno, Severus. – esordì la strega chiudendosi la porta alle spalle.
Non attese una sua risposta, né un suo cenno. La donna si sedette al tavolo attaccato alla parete e fece apparire una scacchiera con un colpo di bacchetta.
Passavano i pomeriggi a giocare a scacchi, lei parlava, lui si limitava ad ascoltare, a volte rispondeva con un debole grugnito.
Si sentiva un Troll. Lui che aveva fatto delle parole un’arma di difesa, si era ridotto a grugnire come un animale.
La prima volta che gli aveva fatto visita si era scusata, aveva pianto definendosi una stupida vecchia sopraffatta dall’odio. L’aveva interrotta, come aveva fatto con Narcissa nella sua casa a Spinner’s End, e le aveva detto con un lieve filo di voce che non voleva le scuse da nessuno, tanto meno da lei. Le disse che meritava tutto l’odio del mondo per aver ucciso Silente.
Il fatto che avesse ubbidito ad un suo ordine non rendeva il gesto meno orribile.
Minerva l’aveva guardato con affetto e gli aveva sorriso. Un sorriso imbarazzato e stanco, che l’accompagnava ad ogni visita.
Forse un giorno avrebbe smesso di provare vergogna per i suoi gesti passati.
Si sedette al tavolo e analizzò i pedoni neri per la sua prima mossa. Mentre la mano si chiudeva attorno ad una pedina e lo faceva avanzare di due caselle, la strega fece un altro gesto con la bacchetta e un cesto di dolciumi apparve ai piedi del letto.
- Vengono da parte del signor Potter, del signor Weasley e della signorina Granger. – spiegò notando lo sguardo accigliato dell’altro - Mi hanno detto che rimandi indietro i loro gufi e ti rifiuti di accettare le loro visite. – un altro pedone bianco di Minerva si mosse di una sola casella – Dovrebbe esserci anche un pacco da parte di Molly, è una sciarpa fatta a maglia per quest’inverno quando le tue ferite avranno bisogno di maggior protezione. Ti posso assicurare che non ha nessun disegno e per adattarsi ad ogni capo del tuo vasto guardaroba è nera. – sorrise divertita guardando la torre nera che si muoveva di cinque caselle. – La mia visita ha anche un secondo fine questa volta, Severus. – continuò – La scuola è stata riparata in fretta grazie all’aiuto del Ministero. Questo Settembre possiamo iniziare un nuovo anno.
Severus osservò intensamente la strega.
- Sei ancora tu il Preside. Ma so che i medimaghi hanno detto che la tua guarigione sarà lunga, dovrai delegare qualcuno…
Il mago non la fece finire, prese la bacchetta e con un veloce movimento del polso fece apparire un rotolo di pergamena che si appoggiò accanto alla mano della donna.
Tenne lo sguardo basso, fingendosi concentrato sulla prossima mossa, mentre lei apriva la missiva e leggeva le poche frasi che vi aveva scritto.
Sentì il suo tocco delicato sulla mano, sollevò lo sguardo e incrociò gli occhi della strega lucidi dalle lacrime che tratteneva.
- Grazie, Severus.
Rispose con un lieve cenno del capo e tornò a concentrarsi sulla partita. Il resto del pomeriggio trascorse silenzioso e placido al di fuori di quella stanza.
Quando la luce che filtrava dal lucernaio iniziò ad affievolirsi, Minerva si alzò dalla sedia e guardò il giovane mago.
Sembrava preoccupata.
- Severus,- disse dopo averci riflettuto per tutto il pomeriggio – i medimaghi mi hanno detto che non esci quasi mai, non vuoi vedere nessuno. Non vuoi ricevere i gufi. La vita va avanti, Severus. C’è un motivo se non sei morto, se quel giorno ti sei salvato. Se Silente fosse qui non ti vorrebbe fermo in una stanza a ripensare al passato. Devi sorridere, Severus.
Il mago la fissò a lungo e in silenzio, le braccia incrociate al petto e lo sguardo cupo.
Capendo che non avrebbe avuto una risposta la strega sospirò tristemente.
- Buona serata, Severus. Tornerò quanto prima.
Stava per chiudersi la porta alle spalle quando udì la voce di Piton resa roca dalle ferite e dal silenzio forzato.
- Non ho nulla per cui sorridere, Minerva.

Edited by ellyson - 20/2/2013, 10:15
 
Top
view post Posted on 19/2/2013, 22:17
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Continuo nel mio tentativo di mettermi in pari (impossibile entro domani).

Inconcepibili di Ida inizia in un modo tale da farti assapporare la dolcezza con cui la donna pronuncia il nome di Severus. Riesco quasi a sentirlo "cantare" con dolcezza. Mi è piaciuto tantissimo come Severus "analizzi" (parola terribile, ma non trovo sinonimi che non siano perifrasi in francese) il mondo nascosto nel pronunciare le tre sillabe del suo nome, un mondo fatto di mille sfaccettature, un mondo mai udito prima (ecco ormai la tua protagonista canta il nome di Severus), un mondo sospeso. E poi il sorriso di Severus e le lacrime. Mi è paciuto tantissimo come entri il titolo della storia... il perdono e l'amore che diventano due parole impossibili ed inconcepibili (ci starebbe benissimo un'aria qui). Ho letteralmente adorato tutto il finale che dà un senso ancora più compiuto al titolo della storia! Bellissimo!
 
Top
view post Posted on 20/2/2013, 08:42
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Prima di andarmi ad immergere nei 33 Km di corridoi di Opéra Bastille (che è praticamente un isolato, con 8 piani, incluso il pian terreno, in superficie e 6 piani sotterranei), posto il sorriso per questa settimana!

Autore/data: Alaide – 28 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: Flash-fic
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Fu allora che gli sorrise, un sorriso diverso dagli altri che gli aveva rivolto, un sorriso malinconico che raggiungeva gli occhi stanchi.
Nota: E’ la continuazione di Andante
Parole: 472

Trio in sei movimenti

4. Andante moderato



Il vento, quel giorno di fine aprile, si era fatto più intenso. I fiori piegavano il capo di fronte alla sua forza e le pagine, ingiallite dal tempo, scricchiolavano, per quanto l’uomo le tenesse ben salde tra le mani.
Il rumore dei passi della donna e della bambina furono resi inudibili dal vento, ma il fruscio delle loro vesti bianche ne annunciò ugualmente l’arrivo. Era la loro solita ora e, come tutte le altre volte, la donna chinò il capo, salutando appena Severus. Come tutte le altre volte l’uomo la osservò per un istante.
La donna sospinse dolcemente la figlia perché andasse a giocare, poi si lasciò cadere stancamente sulla panchina, accanto all’uomo.
«Monsieur,» iniziò lentamente la donna. «so che… vorrei chiederle, se possibile, un favore.»
Severus si voltò verso di lei, chiudendo il libro, perché il vento non ne rovinasse le pagine. La donna non lo stava guardando. Il suo volto, di un pallore che rendeva la pelle quasi trasparente, era immobile ed il suo sguardo pareva scrutare un punto indefinito all’orizzonte.
«Non so per quanto ancora potrò accompagnare Emma.» proseguì rapidamente la donna, come se il tempo la incalzasse. «A mia figlia giova uscire da quelle mura bianche e lei, Monsieur, è l’unico tra coloro che vi abitano che esce alla luce del sole.»
La donna si voltò verso Severus, fissandolo. Gli occhi parevano essere come sbiaditi e sembravano perdersi in quelle occhiaie nere che li circondavano.
«Sarei infinitamente grata se lei accettasse.»
Fu allora che gli sorrise, un sorriso diverso dagli altri che gli aveva rivolto, un sorriso malinconico che raggiungeva gli occhi stanchi.
Un sorriso che pareva dire – urlare forse – che la donna era fin troppo consapevole del proprio destino.
Un sorriso che diceva quanto desiderasse veramente che quel suo desiderio – l’ultimo forse – venisse esaudito.
Il sorriso di chi sa che è condannato alla morte precoce, nonostante la sua innocenza.
Era un pensiero disturbante, si disse Severus.
Atroce.
Quella donna, quella madre, non aveva mai fatto nulla di male e la morte l’avrebbe portata con sé. Ed egli aveva ucciso, era sopravvissuto e sarebbe probabilmente vissuto a lungo.
V’era qualcosa di irrisorio nella vita.
Gli innocenti pagavano per le colpe di chi, come lui, aveva commesso scelte terribili ed imperdonabili.
Eppure quella donna, quell’innocente, voleva che fosse lui, il colpevole, a vegliare sulla figlia, per i giorni che le rimanevano da vivere.
Ed improvvisamente vide altro in quel sorriso lieve.
Vide la fiducia.
Una fiducia genuina, nata nella casualità di una routine. Era certo che la donna sapesse chi fosse e ciò che aveva commesso.
Tutti lo sapevano al sanatorio.
Eppure, nonostante tutto, gli affidava, seppur per breve tempo, la figlia.
«Lo farò.» disse, infine.
La donna annuì soltanto, il sorriso ancora sulle labbra, poi si voltò verso la bambina che stava giocando con una vecchia bambola sgualcita.
 
Top
view post Posted on 20/2/2013, 19:09
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


3. Andante

Mentre leggevo si è formulata nella mia mente la parola che il brano mi ha suggerito nel suo lento svolgersi: la parola è speranza.
Nella donna poca e impossibile, ma nelle parole e nei gesti contenuti ella emana una dolcezza infinita che tocca anche Severus. La pace e la vicinanza, infine, possono preludere al dialogo cercato senza invadenza nella quiete dell’altro
Tutto è gestito nel silenzio perfetto, niente strumenti, niente musica, o per lo meno, io non l’ho sentita. A questo punto forse l’orchestra si riposa e respira, mentre i sorrisi e i pensieri pacati e dolci della donna triste sbocciano dalla prosa di Leonora: preludono al futuro, alla libertà, alla speranza, ma non per tutti e non per sempre.

4. Andante moderato
Ho letto in sequenza questo brano, ed è stato come se gli archi dell’orchestra iniziassero a suonare pianissimo, il vento mi ha dato questa sensazione, mi ha suggerito le immagini sfuggenti del giardino con le foglie che volano e l’erba che si piega.
Mi ha colpito la cura con cui Severus chiude il libro per non farne sciupare le pagine: quanta delicata “pignoleria”, quanta dedizione e amore per i libri vi si può leggere: sono quelli gli unici amici di cui si fida.
E’ facile per Severus leggere i segni premonitori che avvolgono l’innocenza e la purezza della donna di tristezza e dolore. Conosce bene i sintomi e purtroppo sa anche quale sia la cura.

In questo brano fin dalle prime battute la parola che mi è balenata in mente è stata: fiducia.
Fiducia in chi si sente colpevole e indegno. Nulla di più sbagliato: è il senso del racconto che narra questo errore, l’introspezione è quasi superflua ed è palpabile il senso del dovere che riafferra Severus.

Tutto scritto in una prosa suggestiva e evocativa, i tuoi racconti, Leonora, li riconosco ormai anche senza leggerne l’autore. Complimenti.

Continuo domani con Elly e Kijoka :wub:
 
Top
view post Posted on 20/2/2013, 19:55
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


CITAZIONE (chiara53 @ 20/2/2013, 19:09) 
Mentre leggevo si è formulata nella mia mente la parola che il brano mi ha suggerito nel suo lento svolgersi: la parola è speranza.
Nella donna poca e impossibile, ma nelle parole e nei gesti contenuti ella emana una dolcezza infinita che tocca anche Severus. La pace e la vicinanza, infine, possono preludere al dialogo cercato senza invadenza nella quiete dell’altro
Tutto è gestito nel silenzio perfetto, niente strumenti, niente musica, o per lo meno, io non l’ho sentita. A questo punto forse l’orchestra si riposa e respira, mentre i sorrisi e i pensieri pacati e dolci della donna triste sbocciano dalla prosa di Leonora: preludono al futuro, alla libertà, alla speranza, ma non per tutti e non per sempre.

Ti ringrazio tantissimo Chiara! Effettivamente la musica qui è assente e sono felicissima che tu l'abbia colta, così come sono contenta che la speranza (non per tutti e non per sempre, come dici giustamente tu alla fine della recensione) sia la sottotraccia del brano.

CITAZIONE
Ho letto in sequenza questo brano, ed è stato come se gli archi dell’orchestra iniziassero a suonare pianissimo, il vento mi ha dato questa sensazione, mi ha suggerito le immagini sfuggenti del giardino con le foglie che volano e l’erba che si piega.
In questo brano fin dalle prime battute la parola che mi è balenata in mente è stata: fiducia.
Tutto scritto in una prosa suggestiva e evocativa, i tuoi racconti, Leonora, li riconosco ormai anche senza leggerne l’autore. Complimenti.

Ti ringrazio nuovamente, Chiara (che bello che hai notato il particolare del libro!), per la recensione stupenda. Sì, la fiducia è il tema di fondo del brano. E hai saputo cogliere veramente tutte le sfumature! Grand merci!
 
Top
view post Posted on 21/2/2013, 10:47
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


Il tempo si può fermare?
di Kijoka
Leggendo questa pagina mi è venuta in mente l’immagine di quella piuma che vola nel film Forrest Gump. No. Non è la stessa cosa. Ma quella piuma che si ferma e poi cade sottomessa alla volontà del piccolo che ne gioisce è simile ai sogni, leggera come la speranza e debole come l’illusione.
Che gioia mi ha fatto provare la prosa dell’autrice. Io sono stata quel bambino, io, con l’ingenua sicurezza dell’età infantile mi sono sentita immortale e forte, unica e diversa .
Ho letto più volte questo racconto e mi sono ritrovata accanto al “custode ed al suo destino” ho visto lei accanto a Severus . Purtroppo ( o per fortuna?) sono tornata con i piedi per terra, ad una oscura realtà di dolore e speranza mescolati così bene dalla penna di Monica da essere una cosa sola.
Severus deve assolutamente vincerla la sua guerra.

Edited by chiara53 - 21/2/2013, 11:04
 
Top
view post Posted on 21/2/2013, 11:04
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


Niente per cui sorridere
di Elly
Ci sono momenti e situazioni nella storia di Severus che nella fantasia vedo e rivedo mille volte, leggendo Elly la mia fantasia si fa racconto. Perfettamente individuati gli eventi e i sentimenti che l’autrice descrive.
Non si può essere più dentro la storia di così, non si può essere più “Severus “ di così. Ovviamente questo è il mio punto di vista, ma è esattamente come descritto da Elly che immagino gli avvenimenti post guerra.
Poi, c’è Minerva, il personaggio che (dopo o alla pari di Hermione) amo di più.
Lo scambio di battute, qualche lacrima, un fuggevole sguardo, fruscìo di pergamena: c’è tutto un mondo di sottintesi e pensieri che non si celano al lettore attento.
Elly mi affascina con la sua prosa ora asciutta e tagliente ora distesa e descrittiva.
Non una parola di troppo, non una parola in meno.
Brava, veramente brava!

Edited by chiara53 - 21/2/2013, 18:33
 
Top
view post Posted on 22/2/2013, 09:59
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,397
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Autore/data: Ida59 – 11-18 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, drammatico
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: non rilevante (Severus/Lily)
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Solo un pensiero intenso, per tergere lacrime d’amore. E’ il seguito di “Inconcepibili”
Parole/pagine: 843/2.


Non voglio morire



Severus aveva ascoltato tutto.
La diagnosi senza speranza.
La disperazione della maga, le sue lacrime e le urla di ribellione alla fatale e inaccettabile condanna.

- Da questo momento hai l’espresso divieto di continuare ad impiegare il tuo prezioso tempo solo a distillare quella costosissima pozione e ad assisterlo giorno e notte! – ribadì secco il Guaritore Responsabile, con l’intenzione di chiudere in modo definitivo l’accesa discussione che si stava trascinando da troppo tempo ed ottenere obbedienza all’ordine più volte inutilmente ripetuto. – Non è l’unico paziente del San Mungo, Elyn! – sbottò infine con malcelata ira.
- Al diavolo, Ippocrate Smethwyck, ti ricordo che se non fosse per lui, però, - ribatté sempre più combattiva e furente la maga, la voce che si faceva via, via sempre più acuta e gli occhi chiari che sprigionavano strali dorati, - Voldemort sarebbe ancora vivo, più potente di prima. Mi sembra che Severus Piton si sia ampiamente meritato un trattamento di favore!
- Gli ingredienti della nuova Pozione Rimpolpasangue con effetti cicatrizzanti che hai distillato per lui sono molto costosi e l’ospedale non può farsi carico di quel costo esorbitante per un solo paziente! – contestò stizzito il mago. – Inoltre impieghi lunghe ore a distillarla e non hai più tempo per seguire il tuo lavoro di ricerca!
Il Guaritore si interruppe un attimo, poi continuò, una gelosia irosa che ribolliva nelle sue parole:
- Questa situazione deve finire, Elyn, subito! – concluse irato, fuori d’ogni controllo. – Anche perché non vedo alcun miglioramento. – aggiunse additando il mago che giaceva in apparenza incosciente nel letto.
- Ci saranno, i miglioramenti. – replicò con sicurezza la ricercatrice. – Ci vuole tempo perché il nuovo distillato induca il suo sangue ad aumentare il fattore di coagulazione, senza provocare danni collaterali, – aggiunse in un soffio preoccupato guardando l’uomo immobile nel letto, - e permettere così di chiudere finalmente quella estesa ferita avvelenata! – concluse in un sospiro teso lanciandogli un’ultima occhiata di sottecchi.
- Di tempo te ne ho concesso fin troppo! – proruppe il Guaritore Responsabile. – Ora basta!
- Se sospendo la pozione, Severus non avrà più alcuna possibilità di sopravvivenza! – gridò la giovane donna, la voce rotta dal pianto, poggiando la mano sul braccio del mago. – Ti prego, Ippocrate, concedimi ancora del tempo! – lo implorò aggrappandosi al camice verde acido.
Il Guaritore Responsabile spalancò gli occhi all’uso del nome di battesimo del paziente, poi scosse il capo, rigido e inflessibile, le braccia tese lungo i fianchi.
- Così lo uccidi, Ippocrate! – replicò ancora Elyn, sempre più furente. – E’ il mago che ha salvato il mondo magico… noi tutti!
- Un uomo che non pronuncerà mai più una sola parola in vita sua, con la gola in quelle condizioni, – sancì infine con delusa amarezza, del tutto sconfitto, - ma che è riuscito, non so come, a portarmi via la donna con la quale pensavo di dividere la vita!
- Ippocrate!
Il mago scosse di nuovo il capo, lo sguardo rassegnato rivolto a terra:
- Tre giorni, Elyn, non una sola ora di più. – ed uscì sbattendo la porta alle spalle.


Severus aveva continuato a fingere lo stato di incoscienza e torpore che caratterizzavano la sua condizione medica prevalente, disteso in quel comodo letto immacolato nella stanza dalla tenue luminosità sempre uguale, dove il tempo trascorreva lento senza lasciare alcun doloroso rimpianto.
Così aveva ascoltato, sempre più incredulo e stupito, anche le parole d’amore di Elyn; le aveva sussurrate appena, così vicine al suo viso che aveva colto il profumo fresco e la brezza leggera e tiepida dell’alito che gli carezzava la pelle.
Era rimato immobile, quasi senza respirare… e aveva sentito la vita entrargli dentro, in ogni fibra del corpo, a incrinare la gabbia di gelo in cui aveva rinchiuso per tanti lunghi anni il suo cuore.
Poi, una lacrima era volata via leggera dalla gota di Elyn: si era adagiata piano sul suo volto, bruciante d’amore e di disperazione, ed era scivolata lungo il collo fino ad insinuarsi nella ferita.
Di colpo, il dolore di Elyn era dilagato nelle sue vene, al posto del sangue avvelenato che, dopo settimane, ancora continuava ad uscire uccidendolo lentamente. Ed insieme al dolore, l’amore di Elyn era entrato in lui, balsamo miracoloso, a sciogliere il ghiaccio, a scaldarlo, a riportare in vita il suo cuore.
E lui stesso.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per interrompere quelle lacrime disperate e lenire la sofferenza di quella donna che, incredibilmente, sapeva tutto di lui e… lo amava!
Avrebbe voluto tergerle delicatamente le lacrime carezzandole piano il bel viso.
Ma non aveva la forza di muovere neppure le dita.
Avrebbe voluto dirle… ma la voce non usciva dalla gola, bloccata dalla barriera del sangue.
Eppure…
Severus spalancò gli occhi.
Le iridi nocciola di Elyn si riflessero nel nero profondo e scintillante delle sue.
Il mago eliminò ogni barriera protettevi dalla propria mente e spinse in alto quel pensiero importante, essenziale, quel pensiero che Elyn doveva assolutamente conoscere.
Non voglio morire.
Non ora che mi hai insegnato a sorridere.
Severus rimase immobile e pensò con tutta la determinazione che possedeva.
Ed Elyn sorrise, sorrise, sorrise.
Con amore.

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:14
 
Web  Top
view post Posted on 22/2/2013, 10:37
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,397
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


CITAZIONE (Alaide @ 19/2/2013, 22:17) 
Inconcepibili di Ida inizia in un modo tale da farti assapporare la dolcezza con cui la donna pronuncia il nome di Severus. Riesco quasi a sentirlo "cantare" con dolcezza. Mi è piaciuto tantissimo come Severus "analizzi" (parola terribile, ma non trovo sinonimi che non siano perifrasi in francese) il mondo nascosto nel pronunciare le tre sillabe del suo nome, un mondo fatto di mille sfaccettature, un mondo mai udito prima (ecco ormai la tua protagonista canta il nome di Severus), un mondo sospeso. E poi il sorriso di Severus e le lacrime. Mi è paciuto tantissimo come entri il titolo della storia... il perdono e l'amore che diventano due parole impossibili ed inconcepibili (ci starebbe benissimo un'aria qui). Ho letteralmente adorato tutto il finale che dà un senso ancora più compiuto al titolo della storia! Bellissimo!

Hihihi... se anche non "firmavi" il commento, ti avrei riconosciuta per i riferimenti al canto!
Sì, immagini giusto: la voce della donna è proprprio una dolce e melodica nenia, e in quelle tre sillabe si nasconde l'intero mondo di Severus, il suo presente e il suo futuro.
Grazie per i complimenti.


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:15
 
Web  Top
view post Posted on 22/2/2013, 13:58
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,397
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Cerco di recuperare il mio ritardo nei commenti.

Andante, di Alaide

Un finale davvero da brivido, doloroso, inteso, amaro e profondo.
E lo stesso vale per la frase che hai scelto come riassunto.


Il tempo si può fermare?, di Kijoka

Una storia tenerissima, come sempre sono le tue quando parli di bimbi mettendoti "dentro" di loro.
Stupenda la frase del tempo che si ferma, resa sublime dall'aggiunta che il mondo intero, con il bimbo, trattenga il respiro. Una frase perfetta per celebrare in modo degno l'avvenimento.
Non ho potuto fare a meno, in cuor mio, di esultare per questo primo successo di Severus: la sua prima magia volontaria! :)
E poi... che bello, meraviglioso, stupendo il suo sorriso e la sua felicità! Ho visto l'orgoglio sfolgoaarre nei suoi occhi neri! :lovelove:
Quale incredibile, meravilgioso ed esaltante momento deve essere stato per Severus quello della conferma del suo essere davvero un mago!
E bella, perfetta, assolutamente adatta a lui ed alla sua ambiziosa volontà, la domanda che si fa su fin dove potrà arrivare. Sì, sì, ne sono certa: Severus bimbo se lo è chiesto!
Poi c'è la stupenda immagine che hai evocato, quella pergamena che si richiude su se stessa, si raggrinzisce, si rattrappisce sotto l'attacco del fuoco che tutto divora.
Poi il colpo lancinante di dolore, il tocco da maestra che dalle speranze di un luminoso fututro riporta al tormento del presente.
E in questo istante so che, no, il tempo non si può fermare: le speranze non possono rimanere per sempre sospese nell'aria come la piccola piuma sostenuta dalla magia. Severus, soprattutto, lo sa. E non c'è alcuna via di scampo alla realtà del presente, ai ricordi di un passato che ha ucciso la speranza.
Eppure... eppure questa volta l'autrice ha voluto fare un regalo a Severus (e a me e a tutti i lettori): sì, comincio a capire, quella magia che unisce mi svela l'arcano (ok, io dispongo di alcune informazioni segrete in merito... e gongolo!).
Così mi unisco al pensiero, che è desiderio, che il sorriso appena visto sulle labbra di Severus-bimbo possa un giorno tornare anche sulle labbra dii Severus-adulto e restarvi per sempre.
E resto ad assistere alla lotta, pregando per la vittoria.




Edited by Ida59 - 12/7/2015, 22:15
 
Web  Top
852 replies since 9/1/2013, 00:09   15299 views
  Share