Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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kijoka
view post Posted on 28/7/2013, 20:32 by: kijoka




Nr. 28

Autore/data: Kijoka – 22 luglio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Post Malandrini
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: L'inizio di una nuova vita?
Parole/pagine: 978/2.




Il professore di Pozioni

Il freddo dell'ambiente non lo respinse.
Per contro inaspettatamente lo accolse in un abbraccio quasi fraterno.
Differente eppure sempre uguale.
Quante volte era entrato là dentro... e da quanto tempo non lo faceva più!
Tutto sembrava identico, come nei ricordi, così nella realtà, eppure profondamente diverso.
Tavoli possenti e mensole disordinate, appena illuminati da fioche torce.
Una patina di polvere rendeva opachi, e quasi finti, i barattoli appoggiati alla rinfusa sugli scaffali.
Era riuscito a scendere nei sotterranei solo a notte fonda.
Voleva essere solo e lasciarsi andare ai ricordi senza testimoni più o meno ingombranti.
Il silenzio era quasi irreale.
Gli sembrò che anche solo il suo respiro potesse generare un eco senza fine.
Le labbra si stirarono appena, in un lievissimo e quasi impercettibile sorriso.
Pace.
Niente urli, nessun fruscio sospetto, nessun sussurro cospiratore.
Forse qui i muri potevano non avere orecchie...
Il pensiero gli provocò una tensione profonda e la bacchetta volò quasi da sola tra le sue dita, mentre le parole gli eruppero dalla gola senza controllo.
In pochi momenti la stanza fu davvero sicura.
Sospirò appena, senza capire davvero quale sentimento avesse preso il sopravvento tra tutti quelli che gli si agitavano nel cuore quella notte.
Ora quella sarebbe diventata la sua casa.
Il pensiero nato improvvisamente gli procurò una pungente tristezza.
Un tradimento gli aveva aperto le porte per l'assoluzione.
Scosse piano la testa mentre aiutò l'anima a tornare di pietra.
Non c'era tempo per i sentimentalismi.
Aveva sbagliato e doveva rimediare, al più presto, con ogni mezzo, velocemente e con tempestività.
Lasciarsi andare non avrebbe aiutato nessuno e avrebbe potuto aumentare il pericolo.
Era arrivato fino a questo punto e d'ora in poi sarebbe stato sempre più difficile seguire la strada che si era lui stesso assegnata.
Spiare Hogwarts per restare ad Hogwarts, riferire al Signore Oscuro ciò che Silente desiderava sapesse.
In tutto questo trovare il modo di salvare la persona che era tutto il suo mondo, senza morire nel tentativo.
O almeno non prima di esserci riuscito.
Un calpestio nel corridoio.
I lunghi capelli scuri fendettero l'aria mentre si girava di scatto verso la porta, impugnando con forza la bacchetta.
Un rumore improvviso riusciva sempre a tendere i suoi nervi allo stremo e le reazioni erano guidate solo dall'istinto.
Silenzio.
Nessuno.
Forse solo un inserviente a pattugliare i corridoi a quell'ora di notte...
Si rilassò quel tanto che permetteva ai suoi muscoli di smettere di dolere.
Senza perdere di vista la porta fece due passi più in là, poggiando la mano sulla superficie scabra del freddo muro di pietra.
La stoffa liscia della giacca gli carezzò la fronte, mentre piegava il viso posandolo sul braccio.
Trattenne il fiato e cercò di calmarsi.
Lì era al sicuro.
Il vecchio mago lo aveva infine preso sotto la sua ala protettrice.
Silente era forte e il Signore Oscuro lo temeva, lo sapeva per certo.
Cercò di immaginare il suo prossimo futuro, affondando gli occhi nell'incavo del braccio fino a che il dolore non lo fermò.
Doppio gioco.
Questo era il termine esatto per ciò che si apprestava a fare.
Il suo Padrone di poco tempo prima l'aveva premiato esonerandolo dalla pura manovalanza e l'aveva promosso a spia presso il suo peggior nemico.
Un regalo cercato, ma ora profondamente disprezzato per come l'aveva avuto!
Tornò in posizione eretta con una smorfia di disgusto dipinta sul volto affilato.
Il suo nuovo padrone invece aveva in fondo deciso per lui e gli aveva assegnato questo nuovo compito.
Il sorriso ironico che gli spuntò sul viso la diceva lunga su quanto si prendeva sul serio.
Professore di pozioni.
Lui, proprio lui che aveva sempre pensato che non sarebbe mai più tornato ad Hogwarts!
Proprio lui che a scuola tutti prendevano in giro e cui non attribuivano nemmeno un grammo di affidabilità!
Ironia della sorte: forse proprio qui avrebbe potuto dimostrare il suo vero valore.
Che fosse davvero questa, originariamente, la sua strada?
Silente lo aveva informato che avrebbe potuto essere una magnifica copertura: la sua innata abilità avrebbe potuto aiutarlo.
La realtà era che sarebbe diventato uno dei più giovani professori che la scuola di Magia avesse mai avuto!
Ma a che prezzo?
Gli occhi scuri lampeggiarono tutto attorno.
C'era così tanto lavoro da fare, ma non ne aveva il tempo.
C'erano piani da studiare, difese da predisporre, cospirazioni da anticipare.
Osservò lentamente la solitaria scrivania e il massiccio tavolo da lavoro, colmo di ogni tipo e forma di recipienti.
Più lontano il vecchio armadio semi aperto, che mostrava scaffali straripanti dei più vari ingredienti.
Il magro dito chiaro sfiorò il piccolo contenitore di vetro trasparente.
Un gesto semplice che, con un brivido, fece volare i pensieri.
Tensione, ansia, profonde aspettative e speranza.
Quanto assomigliava la sua vita a quella fragile provetta?
Pronta a essere colmata di significato, fosse esso una pozione per la caduta dei capelli, un intruglio per una pozione d'amore o una mortale soluzione ai problemi altrui...
Eppure così fragile da essere spezzata con solo un piccolo movimento inconsulto.
Aveva perso il suo contenuto, la sua anima, vendendo chi amava al suo padrone...
Il contenitore sarebbe rimasto per sempre vuoto, fragile e preda del nero destino che lo attendeva.
Deglutì con amara consapevolezza le lacrime che gli pungevano le palpebre.
La stanza confinava coi suoi nuovi alloggi.
Pericoloso lasciare che l'ingresso fosse visibile.
Con veloci falcate raggiunse l'altra stanza. Sigillò l'ingresso con tutti gli incantesimi che conosceva.
Dimenticare le speranze e pianificare tattiche.
Niente altro avrebbe dovuto essere ora al centro dei suoi pensieri.
Doveva essere pronto.
Il ricatto non era ancora stato progettato e lui sapeva che quel momento sarebbe arrivato.
Si guardò intorno e spense il fuoco, che crepitava allegro nel camino.
Il freddo avrebbe di nuovo smorzato i sentimenti e gli avrebbe permesso di temprare la mente fino a renderla affilata come un pugnale.
Un nuovo Severus era appena nato.

Edited by Ida59 - 19/8/2015, 14:28
 
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