Dopo l’analisi di due opere di Wagner e prima di lanciarmi su Verdi (per seguire i due coetanei, più o meno, in contemporanea), apro una lezione tecnica. La struttura tradizionale del duetto è importante per comprendere l’evoluzione che Verdi opererà e l’uso che si può fare del duetto, sposandone varianti e cambiamenti, alla drammaturgia del momento di confronto tra due personaggi.
Il duetto è, quindi, un momento in cui due personaggi si confrontano. Possono essere due amanti, due nemici, due amici. Quello che è importante è che nel duetto succede qualcosa. Viene presa una decisione, viene dato il via ad un duello, viene ucciso qualcuno, si compie un giuramento. Comunque sia tra i due personaggi intercorre qualcosa. Possono essere due persone che provano gli stessi sentimenti. Oppure possono provare sentimenti opposti e contrastanti.
Quello che è importante è che vi sia un momento forte a livello drammaturgico, un momento di evoluzione della trama e della psicologia dei personaggi.
Quella che proporrò è la struttura del duetto “romantico”, quindi, come per l’aria, la struttura di duetto che va all’incirca da Bellini e si chiude, all’incirca, con Verdi.
La struttura del duetto tradizionale è simile a quella dell’aria:
1. Tempo d’attacco: si presenta la situazione di partenza (lui è in ritardo e spiega il perché, due nemici si incontrano e si insultano, due amici cercano di comprendere cosa stia succedendo nel regno…)
2. Cantabile: i due personaggi esprimono, di solito sulla stessa musica (ma questo non è un obbligo), i loro sentimenti, concordanti o in discordia.
3. Tempo di mezzo: si produce un cambiamento. Questo può portare ad un cambiamento nel rapporto tra i due personaggi oppure i due mantengono la loro idea.
4. Cabaletta: i due personaggi esprimono la nuova situazione o ribadiscono i loro sentimenti.
Un esempio tipico di duetto tradizionale è il duetto tra Leonora ed il Conte di Luna dal Quarto Atto de Il Trovatore di Verdi.
In questo caso la situazione di partenza è data dal fatto che il Conte ha appena condannato a morte Manrico. Leonora, entra in scena, chiedendo, di conseguenza la grazia per l’amato. La situazione ci porta quindi a due personaggi che non condividono affatto il sentimento: il Conte ama Leonora (e vuole vendicarsi, uccidendo Manrico), Leonora ama Manrico ed è disposta a tutto per salvarlo.
CONTE
(ad alcuni seguaci) Udite? Come albeggi
la scure al figlio, ed alla madre il rogo!
(i seguaci entrano nella torre)
CONTE
Abuso io forse del poter che pieno
in me trasmise il prence! A tal mi traggi,
donna per me funesta! Ov'ella è mai?
Ripreso Castellor, di lei contezza
non ebbi, e furo indarno
tante ricerche e tante!
Ah! dove sei, crudele?
LEONORA (avanzandosi)
A te davante.
CONTE
Qual voce!... come!... tu, donna?
LEONORA
Il vedi.
CONTE
A che venisti?
LEONORA
Egli è già presso
all'ora estrema; e tu lo chiedi?
CONTE
Osar potresti?...
LEONORA
Ah sì, per esso
pietà dimando...
CONTE
Che!... tu deliri!
Io del rival sentir pietà?
LEONORA
Clemente nume a te l'ispiri...
CONTE
È sol vendetta mio nume... Va'.
Abbiamo quindi i due sentimenti contrapposti. Il desiderio di vendetta del Conte, che vuole uccidere Manrico che ha l’amore di Leonora. La volontà di salvare Manrico espressa da Leonora.
La situazione si cristallizza nel cantabile, dove Leonora supplica in tutti i modi il Conte (uccidimi, beviti il mio sangue, ma salva Manrico) ed il Conte sogna di uccidere Manrico in ogni modo possibile (centuplicar sua morte).
LEONORA
Mira, di acerbe lagrime
spargo al tuo piede un rio...
Non basta il pianto? Svenami,
ti bevi il sangue mio...
Calpesta il mio cadavere...
ma salva il trovator!
CONTE
Ah! dell'indegno rendere
vorrei peggior la sorte...
fra mille atroci spasimi
centuplicar sua morte...
Più l'ami, e più terribile
divampa il mio furor!
A questo punto arriva il tempo di mezzo. Leonora vuole salvare Manrico a tutti i costi. Ed ecco che Leonora prende una decisione: mento al conte, pur di salvare Manrico. Promette quindi al Conte il suo amore, ma si avvelena, per rimanere fedele al pensiero di Manrico.
LEONORA
Conte...
CONTE
Né cessi?
LEONORA
Grazia!...
CONTE
Prezzo non avvi alcuno
ad ottenerla! scòstati...
LEONORA
Uno ve n'ha! sol uno!...
Ed io... te l'offro.
CONTE
Spiegati, Qual prezzo, di'.
LEONORA
(stendendo la destra con dolore)
Me stessa!
CONTE
Ciel!... tu dicesti?...
LEONORA
E compiere
saprò la mia promessa.
CONTE
È sogno il mio?
LEONORA
Dischiudimi
la via fra quelle mura...
Ch'ei m'oda!... che la vittima
fugga, e son tua.
CONTE
Lo giura.
LEONORA
Lo giuro a dio che l'anima
tutta mi vede!
CONTE
Olà!
(Corre all'uscio della torre; si presenta un custode; il Conte gli parla all'orecchio; Leonora sugge il veleno chiuso nell'anello.)
LEONORA
(M'avrai, ma fredda, esanime
spoglia!)
CONTE
(tornando a Leonora)Colui vivrà...
Si ha quindi un cambio di situazione deciso: da un lato Leonora esulta perché Manrico vivrà, dall’altro il Conte è incredulo e allo stesso tempo felice perché Leonora sarà finalmente sua, non importa il motivo per cui lei ha ceduto. Vuole illudersi che Leonora l’ami (o almeno così l’ho sempre letto io).
LEONORA
(alzando gli occhi, cui fanno velo lagrime di gioia) (Vivrà!... contende il giubilo
i detti a me, signore...
ma coi frequenti palpiti
mercé ti rende il core!
Ora il mio fine impavida,
piena di gioia attendo...
Potrò dirgli morendo:
salvo tu sei per me!)
CONTE
Fra te che parli? Volgimi,
mi volgi il detto ancora,
o mi parrà delirio
quanto ascoltai finora...
tu mia!... ripetilo.
Il dubbio cor serena...
Ah! ch'io lo credo appena
udendolo da te!
Si tratta quindi di una struttura decisamente simile a quella dell’aria, ma più complessa perché contempla la presenza di due personaggi.
Ascolto: Dmitri Hvorostovskij (Il conte), Sondra Radvanovsky (Leonora)
VideoVi lascio un compito, ispirato dal Macbeth che ho appena finito di ascoltare e vedere. So che è difficile, ma provate a trovare le parti di un duetto in quello tra Lady e Macbeth del primo atto:
LADY
Regna il sonno su tutti... Oh qual lamento
risponde il gufo al suo lugubre addio!
MACBETH
(di dentro) Chi v'ha?
LADY
Ch'ei fosse di letargo uscito
pria del colpo mortal?
Macbeth stravolto con un pugnale in mano.MACBETH
Tutto è finito!
Fatal mia donna! Un murmure,
com'io, non intendesti?
LADY
Del gufo udii lo stridere...
Testé che mai dicesti?
MACBETH
Io!
LADY
Dianzi udirti parvemi.
MACBETH
Mentre io scendea?
LADY
Sì! Sì!
MACBETH
Di'! Nella stanza attigua
chi dorme?
LADY
Il regal figlio...
MACBETH (guardandosi le mani)
O vista, o vista orribile!
LADY
Storna da questo il ciglio...
MACBETH
Nel sonno udii che oravano
i cortigiani, e dio
sempre ne assista, ei dissero;
«amen» dir volli anch'io,
ma la parola indocile
gelò su' labbri miei.
LADY
Follie!
MACBETH
Perché ripetere
quell'amen non potei?
LADY
Follie, follie che sperdono
i primi rai del dì.
MACBETH
Allor questa voce m'intesi nel petto:
avrai per guanciali sol vepri, o Macbetto!
Il sonno per sempre, Glamis, uccidesti!
Non v'è che vigilia, Caudore, per te!
LADY
Ma, dimmi, altra voce non parti d'udire?
Sei vano, o Macbetto, ma privo d'ardire;
Glamis, a mezz'opra vacilli, t'arresti,
fanciul vanitoso, Caudore, tu se'.
MACBETH
Vendetta! Tuonarmi, com'angeli d'ira,
udrò di Duncano le sante virtù.
LADY
Quell'animo trema, combatte, delira...
Chi mai lo direbbe l'invitto che fu!
Il pugnal là riportate...
Le sue guardie insanguinate...
che l'accusa in lor ricada.
MACBETH
Io colà?... Non posso entrar!
LADY
Dammi il ferro.
(strappa dalle mani di Macbeth il pugnale, ed entra nelle stanze del re)
(bussano forte alla porta del castello)MACBETH
Ogni rumore
mi spaventa!
(si guarda le mani)Oh questa mano!
Non potrebbe l'oceano
queste mani a me lavar!
LADY
Ve'! Le mani ho lorde anch'io;
poco spruzzo, e monde son.
L'opra anch'essa andrà in oblio...
(battono di nuovo)MACBETH
Odi tu? Raddoppia il suon!
LADY
Vieni altrove! Ogni sospetto
rimoviam dall'uccisor;
torna in te! Fa' cor, Macbetto,
non ti vinca un vil timor.
MACBETH
Deh potessi il mio delitto
dalla mente cancellar!
Deh, sapessi, o re trafitto,
l'alto sonno a te spezzar!