Il Calderone di Severus

1.4. Aria d'opera, struttura generale

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view post Posted on 30/3/2010, 14:19
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Prima di cominciare a parlare di cosa sia un'aria in sé, è necessaria una premessa, che spero possa risultare piuttosto chiara.
L'opera, per molto tempo, è caratterizzata da quelli che vengono chiamati generalmente numeri (o anche pezzi chiusi, ma numeri è il termine più esatto). I numeri determinato le varie "parti" in cui è divisa la partitura operistica. Sono grandi o piccole sezioni che si concludono in maniera più o meno netta. Sono numeri le arie, i duetti, i terzetti, i finali e le introduzioni. Di solito in partitura si trova la dicitura n°1. Introduzione, n°2. Aria.
Per fare un esempio Il Trovatore di Verdi, con libretto di Cammarano si divide in questo modo (la parola parte è alle avolte utilizzata al posto di atto - ma in definitiva è la stessa cosa - e alle volte, come in questo caso, gli atti hanno un titolo):

Parte prima, il duello
n°1 Introduzione
n°2 Cavatina (Leonora)
n°3 Scena, romanza e terzetto (Leonora/Conte di Luna/Manrico)

Parte seconda, la gitana
n°4 Coro e canzone (Azucena)
n°5 Racconto (Azucena)
n°6 Scena e Duetto (Azucena/Manrico)
n°7 Aria (Conte di Luna)
n°8 Finale secondo

Parte terza, il figlio della zingara
n°9 Coro
n°10 Scena e Terzetto (Azucena/Conte di Luna/Ferrando)
n°11 Aria (Manrico)

Parte quarta, il supplizio
n°12 Scena ed Aria (Leonora)
n°13 Scena e Duetto (Leonora/Conte di Luna)
n°14 Finale Ultimo

Ogni numero indica, quindi, un momento drammaturgico ben delineato (di solito in un numero succede qualcosa a livello interiore o a livello di trama) ed ha una fine che risulta, fino ad un certo periodo storico, ben delineata e netta.

I numeri, però, non esistono dall'inizio dell'opera e, ad un certo punto, i confini tra un numero e l'altro si deteriorano, fino a quando il numero in sé non va a sparire.

L'opera seria barocca (quindi del XVII secolo pieno e della prima metà del XVIII secolo) non prevede pezzi d'assieme (se non nel finale dell'ultimo atto) e raramente duetti, ancora meno terzetti. Essenzialmente il pezzo chiuso per eccellenza è l'aria.
L'aria barocca si situa dopo una sezione in recitativo ed è nel recitativo che viene portata avanti l'azione, mentre l'aria, il più delle volte (ma ovviamente esistono delle eccezioni), si sofferma sull'affetto (sentimento) espresso da quel momento dal personaggio. Si parla espressamente per esempio di arie di furore, di aria del sonno (quando il personaggio canta addormentato), di arie in catene (quando il personaggio è in prigione ed è in preda alla più grande tristezza).
L'aria barocca è generalmente strutturata, secondo quella che viene chiamata aria col da capo, presentando quindi una struttura A - B - A1 (in cui quell'uno indica che vi sono delle varianti su A, pur mantendo essenzialmente la stessa melodia).
La parte B può essere più o meno contrastante con la parte A.

Come aria col da capo vi propongo l'aria "Già risonar d'intorno" (Aria di Varo del III atto) da Ezio di Georg Frederich Haendel, libretto di Pietro Metastasio, interpretata da Ildebrando D'Arcangelo (basso-baritono)
Ho messo in corsivo la parte A e A1 e in sottolineato la parte B. (nel libretto normalmente la parte A1 non la si trova scritta, ma per farvi chiarezza ho pensato di proporvela), con alla fine di ogni sezione il minutaggio, in modo tale che, quando ascolterete avrete più chiaro dove finisce ed inizia una sezione.

Già risonar d’intorno
Al Campidoglio io sento
Di cento voci e cento
Lo strepito guerrier.
(2:15)

Che fo’? si vada
E sia stimolo all’alma mia
Il debito d’amico
Di suddito il dover.
(3:03)

Già risonar d’intorno
Al Campidoglio io sento
Di cento voci e cento
Lo strepito guerrier.





Parallelamente all'opera seria, si sviluppa l'opera buffa, nella quale compaiono in maniera sempre più forte pezzi d'insieme, duetti e terzetti ed ovviamente arie dalla struttura piuttosto libera e più fluida (tranne quando, riprendendo i modi dell'opera seria, non ci si voglia burlare di questa).

E' quindi dall'opera buffa che, verso la fine del XVII, i vari numeri passano in maniera sempre più netta verso l'opera seria che prende una struttura sempre più simile a quella che vi ho messa in apertura di lezione.

Anche l'aria si evolve, assumendo, con Rossini, una struttura che carattizzerà l'opera italiana (la struttura dell'air francese è, come vi accennerò più sotto diversa) fino al Verdi degli anni 60-70 del XIX secolo.
Questa struttura prevede una divisione più complessa, anche perché diverso è il ruolo che sta assumendo l'aria. Se, come detto, nell'opera barocca essa serve a definire un affetto, nell'opera preromantica e romantica (con tutti i momenti di transizione, di cui Rossini è emblema, del caso) diventa anche azione. In poche parole nell'aria incomincia ad accadere qualcosa, ad essere portata avanti la vicenda.
La struttura è così composta:

Tempo d'attacco (generalmente in recitativo. Viene definita la situazione di partenza)
Cantabile (il personaggio esprime i propri sentimenti circa la situazione di partenza e quello che pensa di fare)
Tempo di mezzo (interviene un elemento che condiziona l'agire del personaggio o una riflessione che conferma il suo agire)
Cabaletta (il personaggio prende una risoluzione. Che sia quella di partenza o un'altra opposta varia da momento a momento.

Come esempio vi propongo un'aria (Urna Fatale [Aria di Carlo di Vargas del III Atto]) da La Forza del Destino di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave, interpretata da Dimitri Hvorostovskij (baritono).

Il tempo d'attaco è sottolineato, il cantabile in corsivo, il tempo di mezzo in grassetto e la cabaletta normale.


Morir!... tremenda cosa!...
Sì intrepido, sì prode,
ei pur morrà!... Uom singolar costui!...
Tremò di Calatrava
al nome!... A lui palese
n'è forse il disonor?... Cielo!... Qual lampo!...
S'ei fosse il seduttore?...
Desso in mia mano... e vive!...
Se m'ingannassi?... Questa chiave il dica.

(apre convulso la valigia, e ne trae un plico suggellato; fa per aprirlo)
Ecco i fogli!... Che tento!

(s'arresta)
E la fé che giurai?... E questa vita
che debbo al suo valor?... Anch'io l'ho salvo!...
E s'ei fosse quell'Indo maledetto
che macchiò il sangue mio?...

(risoluto)
Il suggello si franga,

(sta per eseguire)
niun qui mi vede...

(s'arresta)
No?... Ben mi vegg'io.

(getta il plico, e se ne allontana con raccapriccio)
(2:24)

Urna fatale del mio destino,
va', t'allontana, mi tenti invano;
l'onor a tergere qui venni, e insano
d'un'onta nuova no 'l brutterò.

Un giuro è sacro per l'uom d'onore;
que' fogli chiudano il lor mistero...
Disperso vada il mal pensiero
che all'atto indegno mi concitò.
(5:20)

E s'altra prova rinvenire potessi?...
Vediam.

(torna a frugare nella valigia, e vi trova un astuccio)
Qui v'ha un ritratto...

(lo esamina)
Suggel non v'è... nulla ei ne disse...
nulla promisi... S'apra dunque...

(eseguisce)
Ciel! Leonora!... Don Alvaro è il ferito!...

(con esaltazione)
Ora egli viva... e di mia man poi muoia...


CHIRURGO
(si presenta lieto sulla porta della stanza)
Lieta novella, è salvo.

(rientra)

CARLO
Oh gioia! oh gioia!
(6: 28)

Egli è salvo!... Gioia immensa
che m'inondi il cor, ti sento!
Potrò alfine il tradimento
sull'infame vendicar.

Leonora, ove t'ascondi?...
Di': seguisti tra le squadre
chi del sangue di tuo padre
ti fe' il volto rosseggiar?

Ah felice appien sarei
se potesse il brando mio
amendue d'Averno al dio
d'un sol colpo consacrar!



Verso la fine dell'ottocento, l'aria così intesa inizia a scomparire, lasciando sempre più posto al solo cantabile, per poi, con la caduta sempre più forte del numero chiuso, scomparire del tutto l'aria in quanto tale.

Come detto poco fa, l'air francese è ancora diverso e generalmente composto a couplets, quindi con una sorta di forma strofa-ritornello, come ben esemplifica l'aria di Faust, dall'omonima opera di Gounod, libretto di Barbier e Carré, del terzo atto, interpretata da Giuseppe Filianoti (tenore).

Quel trouble inconnu me pénètre?
Je sens l’amour s’emparer de mon
être!
O Marguerite, à tes pieds me voici!
salut! demeure chaste et pure…
Où se devine la présence
D’une âme innocente et divine…
Que de richesse en cette pauvreté!
En ce réduit, que de félicité!…
O nature
C’est là que tu la fis si belle!
C’est là que cette enfant a dormi sous
ton aile,
A grandi sous tes yeux.
Là que ton haleine
Enveloppant son âme,
Tu fis avec amour
Épanouir la femme
En cet ange des ciel
C’est là! oui! c’est là!



Se, per caso, aveste bisogno delle trame delle opere citate, chiedete pure ed io mi lancerò a spiegarvele (qui ho evitato, essenzialmente per non appesantire troppo la lezione, già piuttosto densa).

Vi lascio con un compito. Si tratta di individuare, in un'aria romantica, le quattro parti che la compongono, senza ascoltarla (lo so sono sadica :P ), ricordandovi il passaggio tempo d'attacco (situazione iniziale), cantabile (situazione psicologica del personaggio), tempo di mezzo (qualcosa accade), cabaletta (risoluzione finale).
Si tratta dell'aria del Conte di Luna (quindi focalizzatevi su di lui, e non sul coro, né su Ferrando, che completano la scena, ma che non ne sono il centro), dal III atto del Trovatore di Verdi.
Per inquadrarvi un po' la situazione, vi dico soltanto che il conte è innamorato di Leonora, la quale però ama Manrico, che, in questo momento della storia è creduto morto e che Leonora, ad apprendere questa notizia, ha deciso di farsi suora. Il Conte decide, però, di impedirle di entrare in convento e di rapirla.

CONTE
Tutto è deserto! né per l'aura ancora
suona l'usato carme...
In tempo io giungo.

FERRANDO
Ardita opra, o signore,
imprendi.

CONTE
Ardita, e qual furente amore
ed irritato orgoglio
chiesero a me. Spento il rival, caduto
ogni ostacol sembrava a' miei desiri:
novello e più possente ella ne appresta!
L'altare! Ah no, non fia
d'altri Leonora mai... Leonora è mia!

Il balen del suo sorriso
d'una stella vince il raggio!...
il fulgor del suo bel viso
novo infonde in me coraggio!...
Ah! l'amor, l'amore ond'ardo
le favelli in mio favor!...
Sperda il sole d'un suo sguardo
la tempesta del mio cor.

(odesi il rintocco de' sacri bronzi)

Qual suono!... oh ciel!

FERRANDO
La squilla
vicino il rito annunzia!

CONTE
Ah! pria che giunga
all'altar... si rapisca!...

FERRANDO
Oh bada!...

CONTE
Taci!...
non odo... andate!... di quei faggi all'ombra
celatevi!...

(Ferrando e gli altri seguaci si allontanano)

CONTE
Ah! fra poco
mia diverrà... Tutto m'investe un foco!

(ansioso, guardingo osserva dalla parte donde deve giungere Leonora, mentre Ferrando ed i seguaci dicono sottovoce:)

FERRANDO, SEGUACI
Ardire! andiam! celiamoci
fra l'ombre... nel mister!
Ardire! andiam! silenzio!
si compia il suo voler!

CONTE
(nell'eccesso del furore)
Per me, ora fatale,
i tuoi momenti affretta...
La gioia che m'aspetta
gioia mortal non è!...
Invano un dio rivale
s'oppone, nemmeno un dio,
donna, rapirti a me.

Edited by Alaide - 6/11/2021, 15:03
 
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view post Posted on 30/3/2010, 20:53
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Waaaaooo! Una lezione molto lunga e complessa, ma veramente interessante: ho capito, spero bene (se i compiti non mi smentiranno), cos'è un'aria e una cabaletta (che non è l'interpretazione di sogni o numeri! :P ), mentre a comprendere il recitativo già c'ero arrivata anche da sola. Sulla cavatina, però, l'ignoranza permane. ;)

Aah che bello il pezzo:
salut! demeure chaste et pure…
Où se devine la présence
D’une âme innocente et divine…

Ora vediamo se sono capace di fare i compiti...
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 30/3/2010, 21:53)
Waaaaooo! Una lezione molto lunga e complessa, ma veramente interessante: ho capito, spero bene (se i compiti non mi smentiranno), cos'è un'aria e una cabaletta (che non è l'interpretazione di sogni o numeri! :P ), mentre a comprendere il recitativo già c'ero arrivata anche da sola. Sulla cavatina, però, l'ignoranza permane. ;)

Aah che bello il pezzo:
salut! demeure chaste et pure…
Où se devine la présence
D’une âme innocente et divine…

Ora vediamo se sono capace di fare i compiti...

La cavatina è solo un nome diverso per dire aria. E per l'esattezza la cavatina è l'aria d'ingresso di un personaggio, generalmente nel primo atto, ma non è nulla di diverso dalla classica aria romantica (tempo d'attacco, cantabile, tempo di mezzo e cabaletta).

Anch'io adoro quel momento dell'aria di Faust (ma io adoro il Faust di Gounod, quindi sono di parte :P )
 
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view post Posted on 30/3/2010, 21:06
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Certo che senza sentirli cantare è più difficile!!!

Alla fine di ogni pezzo ho indicato di quale parte penso si tratti.


SPOILER (click to view)
CONTE
Tutto è deserto! né per l'aura ancora
suona l'usato carme...
In tempo io giungo.

FERRANDO
Ardita opra, o signore,
imprendi.

CONTE
Ardita, e qual furente amore
ed irritato orgoglio
chiesero a me. Spento il rival, caduto
ogni ostacol sembrava a' miei desiri:
novello e più possente ella ne appresta!
L'altare! Ah no, non fia
d'altri Leonora mai... Leonora è mia!---------------- Tempo d'attacco

Il balen del suo sorriso
d'una stella vince il raggio!...
il fulgor del suo bel viso
novo infonde in me coraggio!...
Ah! l'amor, l'amore ond'ardo
le favelli in mio favor!...
Sperda il sole d'un suo sguardo
la tempesta del mio cor. --------------------------- Cantabile

(odesi il rintocco de' sacri bronzi)

Qual suono!... oh ciel!

FERRANDO
La squilla
vicino il rito annunzia!

CONTE
Ah! pria che giunga
all'altar... si rapisca!...

FERRANDO
Oh bada!...

CONTE
Taci!...
non odo... andate!... di quei faggi all'ombra
celatevi!...

(Ferrando e gli altri seguaci si allontanano)

CONTE
Ah! fra poco
mia diverrà... Tutto m'investe un foco!

(ansioso, guardingo osserva dalla parte donde deve giungere Leonora, mentre Ferrando ed i seguaci dicono sottovoce:)

FERRANDO, SEGUACI
Ardire! andiam! celiamoci
fra l'ombre... nel mister!
Ardire! andiam! silenzio!
si compia il suo voler! --------------------------- Tempo di mezzo

CONTE
(nell'eccesso del furore)
Per me, ora fatale,
i tuoi momenti affretta...
La gioia che m'aspetta
gioia mortal non è!...
Invano un dio rivale
s'oppone, nemmeno un dio,
donna, rapirti a me. ---------------------------- Cabaletta
 
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view post Posted on 31/3/2010, 20:22
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Ti darò il risultato del compito, quando aggiornerò la prossima lezione tecnica, nel caso in cui vi fosse qualcun altro che si voglia cimentare. E allora inserirò anche l'ascolto, in modo da passare dalla costruzione del testo alla costruzione musicale.
 
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view post Posted on 7/4/2010, 09:00
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Ottimo! Hai fatto tutto il compito giusto!

Ed ecco come promesso l'ascolto (Dmitri Hvorostovkij (conte di Luna), produzione del Covent Garden di Londra), dove si nota bene il passaggio dal tempo d'attacco che si conclude con chiarezza su quel Leonora mia (che mi fa sempre dire "magari" :P ... ma io ho sempre preferito Il Conte di Luna a Manrico), per poi passare ad una parte tremendamente poetica, di una costruzione musicale se si vuole anche semplice, ma credo efficace nell'esprimere il sentimento amoroso del Conte di Luna (che, detto tra parentesi, avrà nella finzione operistica tra i diciotto ed i vent'anni), in una delle arie d'amore forse più belle - anche come testo poetico in sé - del panorama operistico. Poi il tempo di mezzo. Accade qualcosa ed ecco che l'amore così poetico, fino a qualche tempo prima del Conte, si fa più incalzante, quasi orgoglioso (nemmeno un dio, donna, rapirti a me), il ritmo musicale accellera.



 
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view post Posted on 7/4/2010, 09:35
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CITAZIONE (Alaide @ 7/4/2010, 10:00)
Ottimo! Hai fatto tutto il compito giusto!

Evviva!
Però, dove sono finite le altre allieve? Non fanno i compiti? Troppe uova di Pasqua le hanno distratte?
L'ascolto lo potrò fare, come sempre, solo da casa.

 
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view post Posted on 8/4/2010, 08:23
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CITAZIONE (Ida59 @ 7/4/2010, 10:35)
Evviva!
Però, dove sono finite le altre allieve? Non fanno i compiti? Troppe uova di Pasqua le hanno distratte?
L'ascolto lo potrò fare, come sempre, solo da casa.

Le uova di Pasqua possono fare danni :P

Sappimi dire cosa pensi dell'ascolto (se non si fosse capito, mi piace moltissimo quel baritono... in fondo nel giro di una lezione l'ho messo in due ascolti.

Mi sento di dover aggiungere un piccolo approfondimento all'argomento della lezione, che vertirà su due punti:

1. Sia nell'esempio che ho fornito, sia nel compito, la cabeletta è in tempo veloce, ma esistono anche cabalette in tempo lento, come nel finale ultimo di Lucia di Lammermoor, dove la struttura è quella classica dell'aria, ma la cabaletta è, per ragioni drammaturgiche lenta, la prima volta che Edgardo canta Tu che a Dio spiegasti l'ali è disperato (ma di una disperazione non esacerbata), la seconda volta sta morendo.

EDGARDO

Tombe degli avi miei, l'ultimo avanzo
d'una stirpe infelice
deh! raccogliete voi. ~ Cessò dell'ira
il breve foco... sul nemico acciaro
abbandonar mi vo'. Per me la vita
è orrendo peso!... l'universo intero
è un deserto per me senza Lucia!...
Di liete faci ancora
splende il castello! Ah! scarsa
fu la notte al tripudio!... Ingrata donna!
Mentr'io mi struggo in disperato pianto,
tu ridi, esulti accanto
al felice consorte!
Tu delle gioie in seno, io... della morte!


Fra poco a me ricovero
darà negletto avello...
una pietosa lagrima
non scorrerà su quello!...
Fin degli estinti, ahi misero!
Manca il conforto a me!
Tu pur, tu pur dimentica
quel marmo dispregiato:
mai non passarvi, o barbara,
del tuo consorte a lato...
rispetta almen le ceneri
di chi moria per te.


CORO
Oh meschina! Oh caso orrendo!
Più sperar non giova omai!...
Questo dì che sta sorgendo
tramontar tu non vedrai!

EDGARDO
Giusto cielo!... Ah! rispondete:
di chi mai, di chi piangete?

CORO
Di Lucia.

EDGARDO
(esterrefatto)
Lucia diceste!

CORO
Sì la misera se n' muore
fur le nozze a lei funeste...
di ragion la trasse amore...
s'avvicina all'ore estreme,
e te chiede... per te geme...

EDGARDO
Ah! Lucia! Lucia!...

(si ode lo squillo lungo, e monotono della campana de' moribondi)

CORO
Rimbomba
già la squilla in suon di morte!

EDGARDO
Ahi!... quel suono al cor mi piomba! ~
È decisa la mia sorte!...
Rivederla ancor vogl'io...
rivederla e poscia...

(incamminandosi)

CORO
Oh dio!...

(trattenendolo)
Qual trasporto sconsigliato!...
Ah desisti... ah! riedi in te...

(Edgardo si libera a viva forza, fa alcuni rapidi passi per entrare nel castello, ed è già sulla soglia quando n'esce Raimondo)


RAIMONDO
Ove corri sventurato?
Ella in terra più non è.

(Edgardo si caccia disperatamente le mani fra' capelli, restando immobile in tale atteggiamento, colpito da quell'immenso dolore che non ha favella. Lungo silenzio)



EDGARDO
(scuotendosi)
Tu che a dio spiegasti l'ali,
o bell'alma innamorata,
ti rivolgi a me placata...
teco ascenda il tuo fedel.

Ah se l'ira dei mortali
fece a noi sì lunga guerra,
se divisi fummo in terra,
ne congiunga il nume in ciel.

EDGARDO
(trae rapidamente un pugnale e se lo immerge nel cuore)
Io ti seguo...
(tutti si avventano, ma troppo tardi per disarmarlo)

RAIMONDO
Forsennato!...

CORO
Che facesti!...

RAIMONDO,
Quale orror!

CORO
Ahi tremendo!... ahi crudo fato!...

RAIMONDO
Dio, perdona un tanto error.

EDGARDO
(morendo)
Tu che a Dio spiegasti l'ali etc

L'ascolto è diviso in due video, perché così ho trovato (non vi ho messo per questo il minutaggio, per evitare di fare casotto. Comunque nella prima parte troverete Tempo d'attacco [la parte sottolineata] e Cantabile [la parte in corsivo]; nella seconda parte Tempo di mezzo [la parte in grassetto] e Cabaletta [la parte normale].)
L'edizione scelta è quella di New York, con Giuseppe Filianoti nel ruolo di Edgardo.









2. Vi sono delle arie che, mantenendo la struttura tipica, aprono scene molto vaste, tanto che il tempo di mezzo, veramente vastissimo, può essere visto come un momento a se stante.
E' il caso dell'aria di Leonora dell'atto IV di Trovatore, in cui il tempo di mezzo è così esteso che diventa quasi un momento drammaturgico separato, per quanto sia chiaro che è ciò che accade nel tempo di mezzo a portare alla cabaletta della protagonista.
In effetti, per molti, il tempo di mezzo è quasi un momento a se stante, tanto che gli appassionati lo chiamano semplicemente il Miserere del Trovatore. Il tempo di mezzo (in grassetto nel testo) è molto complesso, con l'intervento del tenore fuori scena, il coro di monaci che intona il Miserere e la reazione di Leonora.

RUIZ
(sommessamente)
Siam giunti; ecco la torre, ove di stato
gemono i prigionieri... ah, l'infelice
ivi fu tratto!

LEONORA
Vanne,
lasciami, né timor di me ti prenda...
Salvarlo io potrò forse.

(Ruiz si allontana)

LEONORA
Timor di me! sicura,
presta è la mia difesa.
(i suoi occhi figgonsi ad una gemma che le fregia la mano destra)
In quest'oscura
notte ravvolta, presso a te son io,
e tu nol sai!... Gemente
aura che intorno spiri,
deh, pietosa gli arreca i miei sospiri...


D'amor sull'ali rosee
vanne, sospir dolente,
del prigioniero misero
conforta l'egra mente...
Com'aura di speranza
aleggia in quella stanza:
lo desta alle memorie,
ai sogni dell'amor!...
Ma, deh! non dirgli, improvvido,
le pene del mio cor!


Suona la campana dei morti.

VOCI INTERNE
Miserere d'un'alma già vicina
alla partenza che non ha ritomo;
miserere di lei. Bontà divina,
preda non sia dell'infernal soggiorno.

LEONORA
Quel suon, quelle preci solenni, funeste,
empiron quest'aere di cupo terror!
Contende l'ambascia, che tutta m'investe
al labbro il respiro, i palpiti al cor!

MANRICO
(dalla prigione)
Ah, che la morte ognora
è tarda nel venir
a chi desia morir!...
Addio, Leonora!

LEONORA
Oh ciel!... sento mancarmi!

VOCI INTERNE
Miserere d'un'alma già vicina
alla partenza che non ha ritomo;
miserere di lei. Bontà divina,
preda non sia dell'infernal soggiorno.

LEONORA
Sull'orrida torre, ah! par che la morte
con ali di tenebre librando si va!...
Ah! forse dischiuse gli fian queste porte
sol quando cadaver già freddo sarà!

MANRICO
(dalla prigione)
Sconto col sangue mio
l'amor che posi in te!...
Non ti scordar di me!...
Leonora, addio!

LEONORA
Di te, di te scordarmi?...


Tu vedrai che amore in terra
mai del mio non fu più forte...
vinse il fato in aspra guerra,
vincerà la stessa morte.
O col prezzo di mia vita
la tua vita io salverò,
o con te per sempre unita
nella tomba io scenderò.

L'ascolto è anche questa volta diviso in due parti. La prima con tempo d'attacco e cantabile, la seconda con tempo di mezzo e cabaletta. L'interpretazione è quella di Fiorenza Cedolins (cantante che personalmente non amo, ma che ho inserito per ragioni di completezza dell'ascolto. In molti casi c'era soltanto il cantabile o il miserere), registrata a barcellona quest'anno.






Vi lascio con un nuovo compito, uguale all'altro, bisogna che mi indichiate (senza ascoltare, come nel primo compito), la divisione in sezioni dell'aria di Attila, dal secondo atto dell'Attila di Verdi (1846)

ATTILA
(balzando esterrefatto)
Uldino! Uldin!

ULDINO
Mio re!

ATTILA
Non hai veduto?

ULDINO
Che mai?

ATTILA
Tu non udisti?

ULDINO
Io? Nulla.

ATTILA
Eppur feroce
qui s'aggirava. Ei mi parlò... sua voce
parea vento in caverna!

ULDINO
Oh re, d'intorno
tutto è silenzio... della vigil scolta
batte soltanto il piè.

ATTILA
Mio fido, ascolta!

Mentre gonfiarsi l'anima
parea dinanzi a Roma,
imman m'apparve un veglio
che m'afferrò la chioma...

Il senso ebb'io travolto,
la man gelò sul brando;
ei mi sorrise in volto,
e tal mi fe' comando:

«Di flagellar l'incarco
contro i mortali hai sol:
t'arretra! Or chiuso è il varco;
questo de' numi è il suol!»

In me tai detti suonano
cupi, fatali ancor,
e l'alma in petto ad Attila
s'agghiaccia pe 'l terror.

ULDINO
Raccapriccio! E che far pensi?

ATTILA
(riaccendendosi)
Or son liberi i miei sensi!
Ho rossor del mio spavento.
Chiama i druidi, i duci, i re.
Già più rapido del vento,
Roma iniqua, volo a te.


 
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view post Posted on 8/4/2010, 21:26
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E' tardi e sono arrivata solo ora a collegarmi: ho "ascoltato" Dimitri, l'ardente Conte (guardandolo mi sono sorpresa ad immaginarlo con lunghi capelli neri, come Severus!), in quello stupendo, romantico, poetico ed affascinante "cantabile" (ascoltandolo non avrei avuto il minimo dubbio ad individuarlo).
Tra l'altro, nel finale del tempo d'attacco, quel "Leonora è mia" e fantastico è capisco quanto, essendo il tuo nome, possa intrigarti!
Domai sera me lo risento con tutta calma, inseme ai brani che hai inserito dopo, dalla "Lucia di Lammermoor": adoro il pezzo
Tu pur, tu pur dimentica
quel marmo dispregiato:
mai non passarvi, o barbara,
del tuo consorte a lato...
rispetta almen le ceneri
di chi moria per te.


per non parlare di
Tu che a dio spiegasti l'ali,
o bell'alma innamorata,
ti rivolgi a me placata...
teco ascenda il tuo fedel.
Ah se l'ira dei mortali
fece a noi sì lunga guerra,
se divisi fummo in terra,
ne congiunga il nume in ciel.


Poi domani sera sera studio e capirò che cosa rappresentano nell'opera... però mi piacciono moltissimo!
 
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view post Posted on 9/4/2010, 21:16
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CITAZIONE (Alaide @ 7/4/2010, 10:00)
Ed ecco come promesso l'ascolto (Dmitri Hvorostovkij (conte di Luna), produzione del Covent Garden di Londra), dove si nota bene il passaggio dal tempo d'attacco che si conclude con chiarezza su quel Leonora mia (che mi fa sempre dire "magari" :P ... ma io ho sempre preferito Il Conte di Luna a Manrico), per poi passare ad una parte tremendamente poetica, di una costruzione musicale se si vuole anche semplice, ma credo efficace nell'esprimere il sentimento amoroso del Conte di Luna (che, detto tra parentesi, avrà nella finzione operistica tra i diciotto ed i vent'anni), in una delle arie d'amore forse più belle - anche come testo poetico in sé - del panorama operistico. Poi il tempo di mezzo. Accade qualcosa ed ecco che l'amore così poetico, fino a qualche tempo prima del Conte, si fa più incalzante, quasi orgoglioso (nemmeno un dio, donna, rapirti a me), il ritmo musicale accellera.

Mi sono risentita (e rivista, perchè è sempre un bel vedere... e continuo a vedermelo con lunghi capelli neri...) il brano un po' di volte e, non so com'è Manrico, ma il Conte di Luna mi ha conquistato! :wub: (hai ragione, Dimitri è bravissimo!)
Il tempo d'attacco va altalenando e poi in crescendo per concludersi su quel potente "Leonora e mia" (bello chiamarsi Leonora, vero?), il cantabile è di una passionale e struggente dolcezza ardente (sì, mi sarebbero serviti anche altri aggettivi...) e la cabaletta è ancora passione e ardore travolgente che, addirittura, vuole opporsi ad un Dio.
Devo procurarmi Trovatore e sentirlo!


Edited by Ida59 - 9/4/2010, 23:00
 
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Ho ascoltato/visto i due video della Lucia di Lammermoor per quel pezzo che mi piace moltissimo (tempo d'attacco+cantabile+cabaletta lenta) però la registrazione mi ha deluso un po'.
Non ho apprezzato la regia con le riprese dal basso e "storte". Capisco che forse voleva dare l'impressione dell'uomo che vacillava perchè il mondo gli crolla intorno, ma io sono stata disturbata e confusa da tutti quei repentini e quasi "mossi" cambi d'inquadratura.
Inoltre la voce di Edgardo non sempre mi è piaciuta: non era "piena" come avrebbe dovuto essere e, in certi momenti, era addirittura stridula.

Troppo cattivo il mio giudizio? O magari basato su presupposti errati?

Gli altri brani li sento domani.
 
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view post Posted on 9/4/2010, 22:41
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CITAZIONE (Ida59 @ 9/4/2010, 22:16)
Mi sono risentita (e rivista, perchè è sempre un bel vedere... e continuo a vedermelo con lunghi capelli neri...) il brano un po' di volte e, non so com'è Manrico, ma il Conte di Luna mi ha conquistato! :wub: (hai ragione, Dimitri è bravissimo!)
Il tempo d'attacco va altalenando e poi in crescendo per concludersi su quel potente "Leonora e mia" (bello chiamarsi Leonora, vero?), il cantabile è di una passionale e struggente dolcezza ardente (sì, mi sarebbero serviti anche altri aggettivi...) e la cabaletta è ancora passione e ardore travolgente che, addirittura, vuole opporsi ad un Dio.
Devo procurarmi Trovatore e sentirlo!

Chiamarsi Leonora ha i suoi vantaggi (a parte il particolare che quasi tutte le Leonore operistiche facciano una brutta fine :P )!
Personalmente ho sempre preferito il Conte di Luna a Manrico (ma quando racconterò la trama [Trovatore comparirà nel rapporto madre-figlio] credo si capirà perché... oltre al fatto che di solito il baritono che canta il Conte è più bello del tenore che canta Manrico :P ) e poi Dimitri dà una carica in più alla parte!
Comunque la tua analisi del brano è coerente. Ed il cantabile si adatta bene a tutti gli aggettivi che gli hai trovato!
Quanto a vederti il Conte con i capelli neri di Severus, diciamo che non mi stupisce... anzi in un certo senso avevo come il sentore che il Conte avrebbe portato con sé un po' di Severus.
Quanto a Trovatore esistono molte incisioni in commercio, tra le quali, in dvd, proprio questa con Dimitri.

CITAZIONE
Ho ascoltato/visto i due video della Lucia di Lammermoor per quel pezzo che mi piace moltissimo (tempo d'attacco+cantabile+cabaletta lenta) però la registrazione mi ha deluso un po'.
Non ho apprezzato la regia con le riprese dal basso e "storte". Capisco che forse voleva dare l'impressione dell'uomo che vacillava perchè il mondo gli crolla intorno, ma io sono stata disturbata e confusa da tutti quei repentini e quasi "mossi" cambi d'inquadratura.
Inoltre la voce di Edgardo non sempre mi è piaciuta: non era "piena" come avrebbe dovuto essere e, in certi momenti, era addirittura stridula.

Troppo cattivo il mio giudizio? O magari basato su presupposti errati?

Quando si giudica un cantante o un brano (ammetto che le riprese fatte così non piacciono nemmeno a me... troppo disturbanti) non si è mai troppo cattivi. Anzi dovresti sentire la tua professoressa di musica quando diventa veramente cattiva dopo una serata deludente. Dico cose che generalmente non direi mai e parlo in dialetto parmigiano, cosa che non faccio praticamente mai normalmente... perché ci si arrabbia meglio.
La scelta dei due video è stata dettata dal semplice fatto che è stato l'unico caso in cui ho trovato tutto il brano (spesso manca il tempo d'attacco o il tempo di mezzo), inoltre generalmente amo Filianoti (il cantante), ma in questo caso non è nella sua migliore forma e credo che fosse una serata non particolarmente felice, il che può capitare anche ai migliori (ricordo ancora la mia rabbia assoluta quando Florez ha cantato non all'altezza il ruolo protagonistico dei Puritani a Vienna, rifacendosi poi, qualche anno dopo, con un'interpretazione fantastica a Bologna). Ammetto anche che è un cantante piuttosto "particolare" che compie scelte interpretative alle volte un po' estreme, ma ammetto anche che in quel video non è al suo massimo.
Quindi, in definitiva, no, non sei stata troppo cattiva.
Ad essere sincera se io fossi stata al metropolitan in quel momento, a sentire quella Lucia, sarei stata molto più cattiva di te, perché quando vado a sentire un cantante da cui mi aspetto molto, di solito sono molto, ma molto esigente.
 
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view post Posted on 10/4/2010, 08:54
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CITAZIONE (Alaide @ 9/4/2010, 23:41)
Quanto a vederti il Conte con i capelli neri di Severus, diciamo che non mi stupisce... anzi in un certo senso avevo come il sentore che il Conte avrebbe portato con sé un po' di Severus.

Aah... tu già sapevi l'effetto che quella dirompente passione avrebbe avuto su di me!

CITAZIONE (Alaide @ 9/4/2010, 23:41)
Quanto a Trovatore esistono molte incisioni in commercio, tra le quali, in dvd, proprio questa con Dimitri.

La mia lista della spesa si allunga: ho già alcune tue mail con diversi suggerimenti sottolineati nascoste da qualche parte sulla mia scrivania, seppellite sotto altra carta. Devo fare un luuuungo giro alle Messaggerie Musicali a Milano. (ma che belle... 3M!)

[Stamattina sono di buon umore... chissà perchè... mah... qualcuno lo sa il perchè! ;) ]
 
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view post Posted on 10/4/2010, 15:25
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Ascoltando una soprano, la mia impressione, fortissima, è sempre la stessa: che quella voce, potente e sottile, è come un pugnale, che lacera il cuore e accarezza l’anima, come un cristallo appuntito e tagliente, che però rifrange mille riflessi di luce. Alla fine, non capisco quasi nulla delle parole che dice, ma ne resto estasiata perché la voce si fa lei stessa musica, potente e bellissima, e sa librarmi libera nell’aria.
E farmi venire i brividi!
Un pezzo veramente bellissimo, anche se devo dire che il video nulla aggiunge all’audio (escluso quel virgineo e casto abito che, però, birichino, scivola sensuale dalla spalla) che è più gustabile di per sé solo.

Questa volta il compito era difficilissimo,


SPOILER (click to view)
soprattutto distinguere il cantabile dal tempo di mezzo che è come se fossero inscindibilmente avvinti, nel senso che il tempo di mezzo, a parte la battuta di Uldino, a me sembra espresso dal cantabile di Attala, che, comunque, ho provato a dividere in due parti.

ATTILA
(balzando esterrefatto)
Uldino! Uldin!

ULDINO
Mio re!

ATTILA
Non hai veduto?

ULDINO
Che mai?

ATTILA
Tu non udisti?

ULDINO
Io? Nulla.

ATTILA
Eppur feroce
qui s'aggirava. Ei mi parlò... sua voce
parea vento in caverna!

ULDINO
Oh re, d'intorno
tutto è silenzio... della vigil scolta
batte soltanto il piè.

ATTILA
Mio fido, ascolta! ------------------------------------------Tempo d’attacco

Mentre gonfiarsi l'anima
parea dinanzi a Roma,
imman m'apparve un veglio
che m'afferrò la chioma...

Il senso ebb'io travolto,
la man gelò sul brando;
ei mi sorrise in volto,
e tal mi fe' comando: -------------------------------------- Cantabile

«Di flagellar l'incarco
contro i mortali hai sol:
t'arretra! Or chiuso è il varco;
questo de' numi è il suol!»

In me tai detti suonano
cupi, fatali ancor,
e l'alma in petto ad Attila
s'agghiaccia pe 'l terror.

ULDINO
Raccapriccio! E che far pensi? ----------------------------- Tempo di mezzo

ATTILA
(riaccendendosi)
Or son liberi i miei sensi!
Ho rossor del mio spavento.
Chiama i druidi, i duci, i re.
Già più rapido del vento,
Roma iniqua, volo a te. ------------------------------------- Cabaletta
 
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view post Posted on 10/4/2010, 15:59
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CITAZIONE (Ida59 @ 10/4/2010, 09:54)
Aah... tu già sapevi l'effetto che quella dirompente passione avrebbe avuto su di me!

In realtà sono dotata di doti profetiche :P .


CITAZIONE
La mia lista della spesa si allunga: ho già alcune tue mail con diversi suggerimenti sottolineati nascoste da qualche parte sulla mia scrivania, seppellite sotto altra carta. Devo fare un luuuungo giro alle Messaggerie Musicali a Milano. (ma che belle... 3M!)

A (s)proposito di Trovatore, ho appena scoperto oggi che Dimitri farà Conte di Luna all'Arena di Verona quest'estate (appena ho tempo per fare le cose fatte bene, riporterò la stagione areniana in "Appuntamento con la lirica")!
E se vuoi altri suggerimenti non hai che da dirmi ed io arrivo (ma noterai alla fine che gira gira i cantanti sono sempre quelli :P )

CITAZIONE
Ascoltando una soprano, la mia impressione, fortissima, è sempre la stessa: che quella voce, potente e sottile, è come un pugnale, che lacera il cuore e accarezza l’anima, come un cristallo appuntito e tagliente, che però rifrange mille riflessi di luce. Alla fine, non capisco quasi nulla delle parole che dice, ma ne resto estasiata perché la voce si fa lei stessa musica, potente e bellissima, e sa librarmi libera nell’aria.
E farmi venire i brividi!
Un pezzo veramente bellissimo, anche se devo dire che il video nulla aggiunge all’audio (escluso quel virgineo e casto abito che, però, birichino, scivola sensuale dalla spalla) che è più gustabile di per sé solo.

Parto facendo la pignola. Soprano per la lingua italiana è al maschile (lo so non è giusto, ma è così), quindi è un soprano.
Il pezzo è veramente bello (ogni volta che ascolto Trovatore rimango rapita dal Miserere [leggasi tempo di mezzo]. La forza teatrale della voce di Manrico fuori scena è fortissima... peccato che spesso il Manrico di turno non sia all'altezza della situazione).

CITAZIONE
Questa volta il compito era difficilissimo,

Lo so, sono sadica!
E ti farò penare per sapere i risultati fino a sabato prossimo.

 
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