Il Calderone di Severus

N. 1 - A tavola con Severus 2a Edizione del Gioco

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starliam
view post Posted on 29/4/2007, 21:39




TITOLO: Ritardi e ritorni
BETA: Astry (grazie dei consigli, senza di te chissà come sarebbe venuta!)
PERSONAGGI: Piton, Voldemort, Mangiamorte in genere
PAIRING: nessuno
TIPOLOGIA: One-shot
RIASSUNTO: I pensieri di Piton seduto a tavola in compagnia di agnello arrosto, Voldemort e i suoi Mangiamorte. In attesa di un "colloquio privato" con l'Oscuro Signore.


Ritardi e ritorni



Il rumore delle risate e dei festeggiamenti si spense di colpo. Tutti si erano voltati verso l'entrata, dalla quale il nuovo arrivato aveva appena fatto il suo ingresso. Rimase un attimo immobile, come per abituarsi a quell'accoglienza a dir poco glaciale. I suoi occhi erano fissi sull'occupante dell'alto scranno che, a un capo della lunga tavolata rettangolare, sovrastava tutti i commensali.

- Vieni avanti, Severus. Ti stavo aspettando.

L'uomo si avvicinò lentamente, nel silenzio opprimente della sala. Arrivato di fronte al suo signore, si inginocchiò e chinò il capo, sempre senza dire una parola.

- Sai che io sono sempre stato molto magnanimo con i miei Mangiamorte... anche quando non se lo meritano. Ebbene, prima di punirti voglio quindi darti la possibilità di spiegarti. Qual è stata la ragione del tuo ritardo?

- Mio signore...

Severus aveva iniziato a parlare con voce sicura, ma resa bassa dal fatto di avere ancora il capo chinato.

- No. Alzati in piedi e parla davanti a tutti. Anche loro meritano delle spiegazioni.

La voce glaciale lo aveva interrotto, con la rabbia che trasudava da ogni sillaba. Era evidente che avrebbe dovuto faticare non poco per convincerlo. Non importava. Ci era abituato. Si alzò in piedi con calma e rimase a fissare il suo signore negli occhi, senza degnare gli altri occupanti della tavola di un solo sguardo.

- Mio Signore, devi scusarmi per aver preso questa iniziativa senza consultarti, ma come tu puoi comprendere, non ce n'è stato il tempo.
Mi ero accorto da tempo, come tutti gli altri, che il Marchio stava diventando sempre più scuro, e mi stavo preparando con gioia al momento in cui sarei tornato al suo cospetto. Ma quando mi è giunta la tua chiamata, la scuola di Hogwarts e i suoi occupanti si trovavano in una situazione particolare. Forse ho peccato di presunzione, ma ho pensato che ti avrei reso un utile servizio rimanendo per un po' a raccogliere informazioni. Senza contare che se fossi sparito subito avrei fatto insospettire il vecchio Silente, mentre così ho la sua completa fiducia; in quanto si è convinto che sono qui solo su suo ordine.

Sul volto scarno e pallido di Voldemort si dipinse un sorriso glaciale.

- Molto bene, Severus. Più tardi avrò bisogno di un colloquio con te in privato. Ci sono molte... molte cose... che necessitano di un chiarimento. Ma possono aspettare. Per il momento godiamoci questo banchetto. In fondo è l'inizio di una nuova epoca per noi, no? Codaliscia!

L'ometto seduto alla sinistra di Voldemort sollevò di scatto la testa.

- Vattene in fondo al tavolo, fai sedere Severus.

Codaliscia si alzò sempre tenendo la testa bassa, cercando di evitare lo sguardo di fuoco di Piton.

Dal momento che si trovava alla destra di Voldemort, per poter raggiungere il posto alla sua sinistra fu costretto a fare tutto il giro della grande tavola. Una regola mai detta ma inderogabile vietava infatti nel modo più assoluto, di passare dietro la schiena del Signore Oscuro. Tutti dovevano rimanere, in ogni istante, ben visibili. Di nuovo sentì gli sguardi di tutti su di sè, mentre si avviava al posto che gli era stato destinato.

C'era ancora il piatto di Codaliscia; Severus lo scansò con una smorfia di disgusto e si sedette. Non aveva bisogno di nascondere le emozioni negative che Minus suscitava in lui: non era una presenza gradita a nessuno di loro.

In silenzio, si servì di qualche pezzo di carne di agnello dal vassoio davanti a sè, mentre il chiacchiericcio ricominciava, vivace come se non fosse mai stato interrotto. Notò che nessuno gli rivolgeva la parola, come se non fosse mai arrivato. Voldemort aveva detto qualcosa agli altri, prima che lui entrasse? Sicuramente. L'Oscuro Signore non aveva osato dire di più davanti agli altri per poter continuare a giocare ancora un po' a fare il padre-padrone premuroso e indulgente. 14 anni di lontananza erano troppi, anche per i seguaci più accaniti. Non voleva correre neanche il minimo rischio di perdere la loro fiducia; anche un solo Mangiamorte un po' meno convinto degli altri, allo stato attuale delle cose, poteva rappresentare un pericolo.

Non sapeva che cosa sarebbe accaduto "dopo", ma poteva facilmente immaginarlo. Anche se adesso Voldemort sembrava di buonumore, aveva visto il luccichio rabbioso nei suoi occhi. Non sarebbe stato facile riuscire a convincerlo, stavolta. A suo favore c'era il fatto che dopo anni passati a contatto con lui, sapeva quali argomenti sollevare. L'unica cosa che interessava a Voldemort era il successo. Il suo successo, tutto il resto non contava. Qualunque azione potesse contribuire al successo, per lui era ben accetta. Sarebbe riuscito a dimostrargli che il suo ritardo di due ore era servito a portargli grossi vantaggi?

Ridacchiò distrattamente a una battuta su Silente (o era su Moody?) che aveva fatto il Mangiamorte alla sua destra.

Sì, ci sarebbe riuscito: avrebbe dovuto riuscirci, se voleva sperare di rimanere vivo. Per anni si era allenato e si era preparato per questo momento. La sua mente era impenetrabile, la sua resistenza al dolore molto alta. Ma questo, ovviamente, non poteva evitargli di sentirsi un fremito dentro. Paura, agitazione, insicurezza. Sapeva che prima o poi questo sarebbe successo, e si era preparato mentalmente. Ma non poteva fare a meno di temere quella che poteva essere la conclusione del loro "colloquio". Il fatto che fosse sempre riuscito a convincere Voldemort non significava che ci sarebbe riuscito anche stavolta, per quanto fosse preparato. Deglutì e prese un altro boccone. La carne era saporita e cotta al punto giusto, proprio come piaceva a lui. Ma al momento non riusciva proprio a godersela, così come non si era mai goduto aclun pranzo o rinfresco offerto dal "suo" signore. Il cibo aveva un'ampia parte nei rituali dei Mangiamorte, così come vino e alcool in genere. Spesso non mancavano anche altri tipi di sostanze, per esaltare l'aggressività e l'eccitazione. Per Piton, dover mangiare e bere in allegria con quella gente era sempre stato difficile, ma mai come ora. Poche ore prima era successa una cosa indescrivibilmente crudele, e invece di urlare la sua rabbia al responsabile (come avrebbe voluto tanto fare) doveva ridere e scherzare. E sperare che lo lasciasse vivo ancora un po'. Inghiottì un altro boccone, seguito da un sorso di vino bianco frizzante.

Voldemort e Lucius, intanto, commentavano gli avvenimenti di quella sera, congratulandosi per ciò che era successo e rammaricandosi per ciò che, invece, non era potuto accadere. Avrebbe dovuto partecipare alla conversazione, per farsi vedere interessato.

- E' un peccato che mi sia sfuggito. Avrei potuto farla finita una volta per tutte. A ripensarci, avrei potuto ordinare a Codaliscia di tagliargli la gola. Così avrei avuto tutto il sangue che mi serviva e mi sarei sbarazzato di lui in un momento solo. Sì, tagliargli la gola. Come si fa con gli agnelli...

Il boccone di agnello che Severus stava masticando, sembrò improvvisamente inchiodarsi al suo palato. Piton dovette prendere un respiro profondo prima di riuscire a deglutire.

Lucius scoppiò in una risata profonda, di gola, assolutamente sincera, subito seguito da Voldemort. Severus si unì a loro, iniziando a pensare al possibile svolgimento del suo colloquio privato con il Signore Oscuro.

- Il vecchio Silente si deve essere proprio rimbambito, non si è accorto di nulla per mesi!

Altra risata.
Avrebbe potuto dire senza problemi come era stato scoperto Barty Crouch e che fine aveva fatto.

- Sì, e tutti gli altri? Incredibile come gliela abbiamo fatta sotto il naso!
Altra risata.
Ma avrebbe taciuto del ritorno di Sirius Black.

- Avrei proprio voluto vedere la faccia di Silente!
Risata.
Avrebbe potuto dire che Silente pensava di ricostituire l'Ordine. Lo avrebbero saputo comunque.

- Proporrei un brindisi. Per il nostro fidato amico, che ha permesso materialmente la mia rinascita, tessendo con grande maestria questo inganno per mesi e mesi. Purtroppo ci ha lasciati, ma tutti noi gli dobbiamo molto.
Tutti si alzarono in piedi e tesero i bicchieri colmi di buon vino.
Brindisi.

Ma non avrebbe detto niente di ciò che era successo in infermeria.

Finito il brindisi, diversi Mangiamorte si avviarono a tornare alle loro case. Mantelli addosso e maschere sul volto, si salutavano stringendosi la mano, congratulandosi per il ritorno dell'Oscuro. Piton salutò Lucius e Aletto, vedendo con la coda dell'occhio Voldemort che si alzava.

Ecco, era arrivato il momento. Respirò a fondo, ricacciando indietro i sentimenti di paura che in quel momento non gli servivano.

Gli ultimi due Mangiamorte erano già usciti dalla porta, quando Piton si voltò verso il Signore Oscuro.

- Severus... vieni.

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:36
 
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Earendil
view post Posted on 30/4/2007, 09:53




Molto carina, davvero, Star!
Ricca di spunti interessantim questa allegra e briosa marmaglia di compari, un macabro picnic dove si discute amabilmente della morte e della vita.
:woot:
 
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=Ranze=
view post Posted on 7/5/2007, 20:59




TITOLO: Il primo appuntamento
BETA: Stella
PERSONAGGI: Severus, Margareth e il loro bambino Markus.
PAIRING: Severus/Margareth :wub:
TIPOLOGIA: One-shot
RIASSUNTO: la prima cena di Margareth e Severus....

Finalmente ce l'ho fatta!!!!!!!!!!!!
___________________________________


IL PRIMO APPUNTAMENTO




La neve cadeva da giorni su Kensington Road, nella periferia di Salisbury.
Alle volte minuscole briciole d’argento turbinavano nella rapida ed agile danza del vento; talvolta, invece, i fiocchi si facevano più grandi e compatti mentre la loro discesa diveniva lenta e monotona.
La guerra era cessata da tre anni soltanto ed i maghi portavano i segni, esteriori ma soprattutto interiori, di tutto quel sangue e dolore.
Le casette vittoriane di Kensington Road, però, immerse in quella coltre ovattata, parevano un’oasi di tranquillità, un piccolo angolo di paradiso, come se mai fosse stato sfiorato dagli orrori perpetrati da Lord Voldemort e dai suoi fedeli Mangiamorte.
I bambini giocavano a palle di neve e costruivano felici i pupazzi nel giardino di casa, mentre gli adulti vegliavano su di loro attraverso le finestre.
Un’anziana signora, infagottata sotto un pesante pastrano blu, passeggiava per la via, guardando gli alberi spogli di foglie ma coperti di neve, così come la strada ed i tetti.
Osservando da lontano quel pacifico quadretto, nessuno avrebbe potuto immaginare ciò ch’era successo.
Anche a Kensington Road, però, molte famiglie erano state barbaramente spezzate e tanti di quei bimbi che giocavano con la neve erano rimasti orfani di padre, di madre o di entrambi i genitori e vivevano presso i nonni o altri parenti sopravvissuti alla strage.
Severus s’avvicinò alla vetrata del salotto e scrutò il cielo, seguendo con lo sguardo il cadenzato ondeggiare dei fiocchi, immerso nei suoi pensieri.
Aveva lasciato Spinner’s End definitivamente quattro anni prima, dopo il matrimonio con Alice Rivens e la nascita di Markus, il loro bambino.
Si voltò a guardarlo. Colpito da una lieve infreddatura, il piccolo era stato costretto a rimanere a casa e giocava con due pupazzetti, accovacciato accanto al fuoco sul tappeto rosso, il preferito della madre.
-Papà.- disse infine, avvicinandosi all’uomo -Ma tu e la mamma come vi siete innamorati?
Severus si sedette su una poltrona di chintz rossa e lo prese in braccio.
-E’ una lunga storia, piccolo mio.- mormorò accarezzandolo dolcemente sul capo -Ma te la racconterò.

***
Era il primo settembre 1971.
Le matricole, timide ed un po’ spaurite, seguirono una giovane Minerva Mc Granitt attraverso le imponenti porte della Sala Grande.
Era il loro giorno, quello in cui avrebbero scoperto in quale nobile Casa sarebbero state accolte.
Severus stava abbacchiato in un angolo e sembrava volersi estraniare da tutta quella situazione: -Intanto mi sbatteranno subito fuori, perché dovrebbero volere un buono a nulla come me?- si disse, fissandosi in silenzio la punta delle scarpe.
Il Cappello Parlante intonò la sua canzone ad un cenno della docente e, una volta ch’esso ebbe terminato, la donna lo prese tra le mani e l’appoggiò sul capo della piccola Erika Abbot, per poi cominciare a chiamare, in ordine alfabetico, tutti gli altri ragazzini.
-Piton.- disse ad un tratto –Severus Piton, è il tuo turno.
Il giovane marciò lentamente verso l’insegnante, gli occhi fissi a terra, attendendo pazientemente la sua sorte.
-Mmm… - fece il Cappello- Grande talento, ottime doti…
-Ma non farmi ridere.- gli rispose laconico Severus.
-Tu puoi diventare qualcuno, ma ricorda che questo implica grandi responsabilità. Prendi bene le tue decisioni o te ne pentirai… in eterno… Serpeverde!
Un boato di grida e applausi si scatenò dal tavolo ornato di verde ed argento e centinaia di ragazzi lanciarono in aria i loro berretti in onore del nuovo compagno.
Una volta tornato il silenzio, Minerva scorse il dito sulla pergamena dei nuovi iscritti e lesse il nome successivo: -Rivens, Alice.
Fu allora che Severus la vide per la prima volta.
Era una ragazza alta e snella dalla bellezza acerba dell’adolescenza e profumava di buono, di sapone e fiori di campo.
I capelli castani le ondeggiavano dolcemente sulle spalle, mentre avanzava verso la Mc Granitt.
Quando incrociò lo sguardo di Severus abbozzò un timido sorriso e le sue guance si tinsero d’una tenue sfumatura di rosso, mentre il ragazzo scrutava i suoi occhi di diamante, ammaliato dal loro scintillio.
-Com’è bella… - pensò, raggiungendo il tavolo di Serpeverde –Sembra una principessa delle favole…
Entrambi, in quel magico istante, espressero il desiderio di riuscire a conoscersi, ma la timidezza, cattiva consigliera di entrambi, fece sì che non si scambiarono mai nemmeno un saluto fugace.

***

Il sole scintillava sui vicoli di Hogsmeade.
La primavera era arrivata da un pezzo e le piccole aiuole di cui il borgo era pieno traboccavano di primule, violette, candide margherite, rossi papaveri, giunchiglie odorose e splendide orchidee, dai colori accesi e brillanti.
I ragazzi, in gita con la scuola, passeggiavano a coppie o gruppetti e formavano chiassosi capannelli davanti alle vetrine dei negozi, primo tra tutti Mielandia, dove finivano per entrare e spendere buona parte dei loro risparmi in Api Frizzale, lecca-lecca, gelatine Tutti i Gusti+1, gelati, Cioccorane ed altre prelibatezze che il famoso caramellaio offriva loro a piene mani.
I professori sfruttavano la giornata di libertà per gustare un pranzo pantagruelico a base di vitellone e punte d’asparagi fritte, innaffiato da Burrobirra o dal sublime Idromele di Madama Rosmerta e per parlare del più e del meno con la simpatica proprietaria del locale.
Ma non Severus.
Egli detestava le chiacchiere inutili e, per di più, la carne non gli piaceva affatto.
Preferiva ripiegare sulla parte più antica del borgo, ormai disabitata e passeggiare, meditando in silenzio, da solo. Così, anche quel giorno s’era staccato dal gruppo ed aveva raggiunto la zona di Oldtown.
La strada, coperta di ciottoli irregolari, era piuttosto scomoda e piena di buche, ma l’uomo l’amava così com’era: vissuta, provata dal tempo, con le sue luci e le sue ombre, proprio come lui.
-Severus! –una voce familiare lo riscosse dai suoi pensieri.
L’uomo si voltò e sorrise timidamente:-Alice, come mai non sei da Rosmerta con gli altri?
-Troppo rumore.- rispose allegra- Volevo stare un po’ con me stessa e visitare di nuovo questi luoghi, vedere come sono cambiati. Sai, sono anni che non vengo qui ed anche il vecchio mi sembra nuovo.
-Già.- ammise lui –Sei stata lontana per molto tempo…
Avrebbe voluto dire “per troppo tempo”, ma non se la sentì di mettersi in gioco fino a quel punto.
-Sì e poi… io preferisco il pesce!
Passeggiarono fianco a fianco per un’ora circa, un po’ in silenzio ed un po’ parlando, ma senza mai osare sfiorarsi.
-Alice. –disse infine Severus.
-Sì?
-Mi chiedevo se… visto che abbiamo la serata libera… non ti andrebbe di venire a casa mia per cena?
La donna avvampò all’istante:-Io… volentieri…
-Cucinerò io per te e, ti assicuro, sarà la cena più buona della tua vita.

***

L’affilata lama del coltello affondò nelle morbide carni fresche del tonno, producendo tagli precisi e regolari. Strisce lunghe e sottili s’allineavano pian piano sul tavolo della cucina di Spinner’s End, dove Severus stava lavorando alacremente.
-Tonno… cetrioli… come da tradizione…-si disse.
Affettate anche le verdure, l’uomo iniziò la preparazione del riso, una sorta di rituale, quasi come una pozione.
Prese un’ampia ciotola colma d’acqua molto fredda e v’aggiunse il gohan, mescolandolo velocemente con la mano. Poi lo schiacciò, facendo scolar via tutta l’acqua e ripeté l’operazione più volte, finché non fu morbido al punto giusto.
Dopo averlo fatto sgocciolare a dovere, lo pose in una casseruola con abbondante acqua calda e lo lasciò un quarto d’ora a bollire, durante il quale preparò il condimento a base di sale, aceto, zucchero, wasabi e salsa di soia, che incorporò a cottura ultimata.
-E ora la parte più complessa…- mormorò, ponendo l’alga nori su uno stuoino di bambù –Bene, nori, uno strato di riso, un pizzico di wasabi per dare un tocco di piccante in più, tonno e cetrioli... perfetto…
Avvolse con maestria l’alga su se stessa, aiutandosi con lo stuoino e tagliò il rotolo in fettine non troppo spesse.
Infine le dispose ordinatamente e le guarnì con gamberetti e salsa di soia.
-E’ pronto e farà un figurone.- apparecchiò la tavola in stile orientale, aprì una bottiglia di saké e si sedette in attesa: Alice sarebbe arrivata entro breve.

***

Quando Severus aprì la porta rimase senza fiato.
Alice era perfetta come una dea, fasciata da un lungo abito di seta verde trifoglio, memoria dei suoi natali.
Portava una margherita tra i capelli ed aveva quel profumo, lo stesso profumo della prima volta.
-S... sei bellissima.
Lo guardava con quegli occhi di rugiada e sorrideva...
-Accomodati pure nella mia umile dimora. –disse e, da perfetto cavaliere, la scortò fino al tavolo, la fece sedere e le servì un bicchiere di saké –Ho una sorpresa per te… ACCIO!
Il vassoio del maki-sushi si sollevò lentamente e fluttuò fino al centro del tavolo, dove si posò con dolcezza.
-Sushi! Fantastico, sono anni che non lo mangio!
-Spero che ti piaccia, assaggia.
La donna sollevò una fettina con le bacchette di bambù, mentre Severus la fissava tesissimo.
-Ottimo!
-D…davvero?
-Sì, perfetto, sei veramente un ottimo cuoco, oltre ad essere un pozionista eccezionale… proprio come ai tempi della scuola.

Fu così, con un piatto di maki-sushi, che la timidezza si sciolse, lasciando libero il loro desiderio di aprirsi, parlarsi, amarsi.

***

-Papà… la mamma era bella?
Severus lo abbracciò, con gli occhi lucidi:- Sì, Markus, era bellissima… bellissima… te ne saresti innamorato anche tu se solo… se solo il Signore Oscuro non ce l’avesse portata via.

FINE

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:37
 
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view post Posted on 7/5/2007, 22:21
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I ♥ Severus


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Bellissima e perfettamente calibrata nella parte narrativa e descrittiva, con passato lontano e vicino ed il presente coerentemente amalgamati.

Scritta veramente molto bene.

Straziante quelle ultime righe.

Ma non si potrebbe cambiare il finale?

Proprio no?

Ti prego...
 
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=Ranze=
view post Posted on 7/5/2007, 22:23




E' nata così... la classica storia che mai farò leggere all'originale... :wub: Ma quale mai le darei?
Vedi? Questa è con Margareth che muore per Severus, ma aspetta la prossima...
 
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view post Posted on 7/5/2007, 22:24
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I ♥ Severus


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Quando arriverà la prossima?
Presto?

Questa puoi pubblicarla subito anche tra le ff del forum.
 
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=Ranze=
view post Posted on 7/5/2007, 22:26




Lo faccio domani sera perché devo proprio fare la cartella... :) Domani lezione presto!
 
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Mixky
view post Posted on 8/5/2007, 07:46




Ciao! N'è veramente valsa la pena di aspettare! Complimenti ottima storia davvero!
 
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=Ranze=
view post Posted on 8/5/2007, 17:36




Grazie Mixky!!! :wub: Adesso la converto in pdf e la metto nel forum tra le ff su Severus
 
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lily orvoloson snape 1987
view post Posted on 8/5/2007, 22:31




Si Ranze..Mi piace veramente questa ff!!!
Brava eee...
aspetto la prossima!! ^_^
 
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=Ranze=
view post Posted on 9/5/2007, 20:14




Domo Arigatou Gozaimashita!!!!!!!!!!!!!!
:wub:
:wub:
 
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view post Posted on 31/5/2007, 12:42
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I ♥ Severus


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Queste sono le storie che fino ad ora ho pubblicato su EFP con l'apposito account di Magie Sinister Forum.

Il primo numero indica le letture che ogni storia ha avuto, mentre il secondo indica i commenti ricevuti da quella storia.

Le storie sono indicate in ordine cronologico di pubblicazione (la storia di Stella l'ho pubblicata solo stamane) e per i lettori appaiono come successivi capitoli di un'unica storia.

A tavola con Severus (Presentazione e indice) 384 - 0
Colazione - Ricatto d'avena (Rowizyx) 239 - 2
Colazione - Colazione in Sala Grande (Ida59) 154 - 0
Spuntino - Cioccolata (Astry) 124 - 1
Spuntino - Tormenti e merendine di zucca (Witch Violet) 80 - 0
Pranzo - Materne preoccupazioni (Ida59) 47 - 1
Pranzo - Certe cose non cambiano (Starliam) 12 - 0


La raccolta su EFP la trovate QUI


Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:37
 
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stefi
view post Posted on 8/6/2007, 12:31




CITAZIONE (boll11 @ 7/1/2007, 22:11)
Allora, inserisco anche io.

...

Afferra il biscotto con poco garbo.
Glielo strappa dalle mani e lo avvicina alla bocca.
Prima di addentarlo rimane un secondo a fissarla considerando se lasciar emergere la sua vena caustica o cedere alle sue premure.
Si limita a sibilare:
“Non è con tutto questo zucchero che puoi addolcirmi, Minerva, ma forse riesci ad uccidermi.”
E risoluto affonda i denti nella frolla.

...

Boia! Vorrei essere Minerva! É riuscita a distoglierlo dalla sua occupazione, e lo ha fatto con magistrale eleganza.

Brava, una pausa del tè veramente rilassante e ben riuscita.

Adesso che ci penso, mi piacerebbe anche essere lo shortbread (io li adoro...).

Abbandonarmi al risoluto morso dei suoi denti giallastri e irregolari :wub:
 
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stefi
view post Posted on 8/6/2007, 13:29




CITAZIONE (starliam @ 20/3/2007, 22:06)
Anche io mi gusto la carne, cotta al punto giusto, ma ancora rossa al centro. Ricordo che una volta, anni fa, davanti a un piatto fumante di stufato alla Guinness, mi spiegò che amare la cucina per lui, era come amare la vita. "Il cibo viene associato, inconsciamente al nostro modo di rapportarci alla vita. Se una persona non ama il cibo, disprezzerà la vita stessa".

Proprio come l'agnello alla menta, la storia é ben cucinata all'esterno ma rosea nel cuore.
C'é un pizzico di malinconia, un cucchiaino di amarezza, speranza quanto basta, una spolverata di rivincita e uno spruzzo di "amcizia DOC d'annata" per la salsa che l'accompagna. Brava Stella, storia dal sapore delicato ma ben definito.

CITAZIONE
Severus finisce il pranzo con un bicchiere di Whisky di malto scozzese

Che uomo... amante del buon Whisky image
 
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stefi
view post Posted on 12/6/2007, 16:46




CITAZIONE (Ida59 @ 13/1/2007, 17:56)

Richiamo paterno
di Ida59



...
E lui non ha fame, no, per nulla: ha solo una grande e irrefrenabile nausea, una mano che gli stringe con violenza la bocca dello stomaco. Cercare di cacciar giù qualcosa, per far contento il vecchio, gli costerà uno sforzo immenso.
Ma lo farà, come sempre.
Ora, però, deve alzarsi, subito: deve impedirgli di parlare, non deve permettergli di condividere le sue colpe, di rendere più leggero il suo fardello.
Non sarebbe giusto, anche se in questo momento sente di averne un infinito bisogno.
Appoggia il libro mortale sul ripiano e si alza mormorando stizzito:
- Va bene, Albus, va bene: ora arrivo! Stai mandando in giro scintille dappertutto: se non la pianti finirai per dar fuoco al tappeto! –
Ma non mi sorridere, ti prego, non lo fare: perché non lo merito, non merito nulla di tutto ciò che tu mi hai dato fino ad ora e che ancora mi darai.

Uh, Ida... il racconto é talmente intenso che mi é passata la fame... :unsure:

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:37
 
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293 replies since 6/1/2007, 15:13   7260 views
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