Tratto da Wikipedia
La personificazione consiste nell'attribuzione di fattezze, comportamenti, pensieri, tratti (anche psicologici e comportamentali) umani a qualcosa che umano non è.
Oggetto di personificazione può ben essere un oggetto inanimato, un animale, ma anche un concetto astratto, come ad esempio la pace, la giustizia, la vendetta etc.
Wikipedia rimanda anche alla
Prosopopea che è una figura retorica che si ha quando si fanno parlare oggetti inanimati o animali, come se fossero persone. È una prosopopea anche il discorso di un defunto.
Tratto da Parafrasando La prosopopea, (dal greco
prósopon, 'volto' e
poiéin, 'fare'),
o personificazione, è una figura retorica (di contenuto) che consiste nell’attribuire qualità, azioni o sentimenti umani ad animali, oggetti, o concetti astratti. Spesso questi parlano come se fossero persone. E’ una prosopopea anche il discorso di un defunto.
La poesia ha sempre fatto un largo uso di una simile tecnica espressiva.
Ad es. in Leopardi, che si rivolge così alla luna:
"Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, / silenziosa luna?". La tendenza alla personificazione, spesso inconscia, è rintracciabile anche nel linguaggio comune. Ad es.:
"Quest'inverno il sole non ha proprio voglia di farsi vedere".Più precisamente si può affermare che
se la personificazione "parla" diventa allora Prosopopea. Se lo scrittore si rivolge alla personificazione fa un'Apostrofe:
Personificazione: “..D’Achille i cavalli intanto, veduto il loro auriga dalla lancia di Ettore nella polvere abbattuto, lontano dalla battaglia erano là piangenti..”( Omero, Iliade, Libro XVII, 540-543).
Prosopopea: “..Vieni a veder la tua Roma che piagne vedova e sola... Cesare mio, perchè non m'accompagne?..”(Dante, Purgatorio, Canto VI).
Apostrofe:
“..bei cipressetti, cipressetti miei fedeli amici d'un tempo migliore..”(Carducci, Davanti San Guido, vv.17-18, si rivolge ai cipressi).
Esempi:
“..Intesi allora che i cipressi e il sole
una gentil pietade avean di me,
e presto il mormorio si fe' parole:
- Ben lo sappiamo: un pover uom tu se'..”(G. Carducci, Davanti San Guido, vv.33-36).
Edited by Ida59 - 23/9/2010, 21:17