Questo capitolo é un gioco di flashback. Spero che sia chiaro com'è nella mia testolina.
Capitolo 21: Tutto ha una fine e tutto ha un inizioL’orologio della torre di Hogwarts batté dieci colpi. Quella sera di luna nuova il cielo era nero, puntinato di pallide stelle.
L'infermeria era tristemente silenziosa.
Il pozionista entrò reggendo un vassoio con due calici, in ognuno fumava una pozione color lavanda. Si guardò attorno e individuò immediatamente il letto della giovane Weasley.
Ginny fissava un punto imprecisato del letto, aveva gli occhi gonfi e rossi, si era graffiata il volto e tirata i capelli.
Molly le accarezzava la nuca dolcemente, anche sul suo viso si vedevano i residui delle lacrime e della disperazione. Il resto della famiglia Weasley sedeva attorno alla strega, chi piangeva in silenzio, chi fissava il pavimento e, ogni tanto scuoteva il capo come se volesse scacciare un brutto ricordo.
Presto sarebbe arrivato anche il resto dell'Ordine rimasto a Villa Conchiglia.
Il mago si avvicinò e posò uno dei calici sul comodino, accanto alla donna.
- Deve bere questo. E' una pozione calmante. La farà dormire per qualche ora. Le farà bene.
Molly lo ringraziò con lo sguardo, prese il calice e chiamò dolcemente la figlia.
Ginny ubbidì senza dire nulla, si sdraiò appoggiando stancamente la nuca sul cuscino, chiuse gli occhi con un sospiro addolorato, poi cadde in un profondo sonno privo di sogni.
Sembrava una bambola vuota.
* * * *
Avevano subito capito che era successo qualcosa quando i Dissennatori scapparono via lanciando un urlo acuto che fece male alle orecchie di tutti i maghi al villaggio.
Gli Inferi caddero a terra come burattini a cui era stato tagliato il filo trasparente che li faceva muovere.
Severus e Ron erano fuori dalla porta della casa dove si erano rifugiati con Hermione.
Il professore aveva reso alcuni di quegli esseri inoffensivi lanciando mirati incantesimi, Ron era stato in grado di sollevarli con la magia e lanciarli nella buca infuocata poco distante.
Quando le creature caddero a terra con un tonfo sordo, Severus si appoggiò alla parete con un gemito di dolore stringendosi il braccio sinistro al petto.
Era abituato al bruciore del Marchio e, con gli anni, aveva imparato a riconoscere ogni singola sfumature di dolore. Solo da come bruciava riusciva a capire se l'Oscuro fosse in collera o semplicemente infastidito.
Ma quello che provava ora era diverso, era più intenso e molto più doloroso.
Sollevò la manica della casacca notando che il Marchio Nero spiccava come mai prima d'allora sulla pelle, era come se fosse vivo. Il tatuaggio si ricoprì di piccole bolle che, all'inizio, sembrarono far muovere il serpente sulla pelle per renderlo poi incomprensibile e dai contorni frastagliati, bruciò ancora più intensamente qualche secondo per poi sparire all'improvviso lasciando sulla pelle una bollente cicatrice rossa.
Ron osservò il braccio del mago incredulo.
- Ce l'ha fatta...- mormorò il rosso - Questo, - continuò puntando un ditocon sull'avambraccio di Piton – vuol dire che Harry ce l'ha fatta, vero?
Severus continuava a fissarsi il braccio, nel suo animo fu come se si fossero rotte le catene che imprigionavano l'oscurità al suo cuore, sollevò lo sguardo e annuì in direzione di Weasley sentendosi finalmente
libero. In lontananza la torre dell’Orologio di Hogwarts batté sette colpi colpi.
* * * *
Una volta che Ginny si addormentò, Severus si guardò attorno. C'era solo un altro letto occupato nella grande infermeria, era lontano da tutti gli altri, le tende bianche erano tirate tutt'intorno.
- Non vuole vedere nessuno. - mormorò Molly seguendo il suo sguardo – Non vuole parlare.
- Ci penso io. - disse Severus allontanandosi.
Si avvicinò al letto, superò la tenda e si sedette sul bordo del letto dopo aver appoggiato la pozione sul comodino.
Hermione era seduta, coperta fino alla vita dal lenzuolo. Indossava ancora i vestiti della battaglia, Madama Chips le aveva dato una pozione che le aveva messo in sesto la spalla in pochi minuti, ma gliela aveva fasciata ed immobilizzata per sicurezza.
I tagli e gli ematomi sul volto erano già in via di guarigione.
Ma la ferita più profonda, Severus lo sapeva bene, era nel suo animo.
Nell'animo di tutti.
Lei fissava il vuoto così come Ginny, ma non c'era traccia sul suo volto di lacrime, era una fredda maschera di odio e rabbia.
- Hermione... - la chiamò sfiorandole una mano.
La strega sollevò lo sguardo.
- Come ti senti? - le domandò dolcemente.
- La pozione di Madama Chips e le pomate stanno facendo effetto. Non sento più molto dolore. - la risposta era stata fredda e distacca e, di certo, Severus non si riferiva alle sue condizioni fisiche.
- Hermione... - mormorò lui trattenendo un sospiro – chiuderti in questo modo non ti farà bene.
La strega gli lanciò un'occhiataccia.
- Cosa ne hai fatto del corpo di Voldemort?
Severus sentì un brivido percorrergli la colonna al suono di quel nome, ma lo ignorò.
- L'ho buttato in una delle buche in Hogsmeade. - spiegò – Sono rimasto a guardarlo bruciare fino a quando non ne è rimasto che un cumulo di cenere.
Hermione non sembrò sollevata dalla notizia.
- Dov'è Harry? - domandò all'improvviso guardandosi attorno – Vorrà saperlo.
Il mago la fissò intensamente.
- Hermione... - trattenne un sospiro - Harry è
morto.* * * *
Quando entrarono nella casa abbandonata, al suono dell’ultimo rintocco delle sette, Hermione era sveglia, in piedi vicino alla finestra incantata.
- Siete usciti! - gridò quando aprirono la porta – Fuori c'erano quegli esseri e
voi siete usciti!
Nonostante lo sguardo scuro stava sorridendo.
- Li ho visti cadere! - esclamò poi entusiasta – E ho visto il tuo braccio! Questo... questo...
Il viso fu rigato da lacrime di sollievo e felicità, si buttò tra le braccia di Severus e scoppiò in un pianto sollevato.
- E' finita! - urlò Ron correndo fuori dalla casa e lanciando in aria scintille rosse e oro – La guerra è finita!
Severus asciugò le lacrime della strega, anche lui sorrideva.
Da fuori arrivavano ancora le urla di gioia di Ron.
-
Infantile... - sentenziò il mago vestito di nero facendola ridere.
Uscirono da quella casa e si incamminarono nella neve. Hermione era un po' incerta sulle gambe, ma non cercava l'aiuto di Severus per camminare.
Superarono gli Inferi senza neppure guardarli, trattenendo il fiato per l'odore nauseabondo che si portavano dietro.
Dalla buca accanto alla casa si potevano vedere i residui del fuoco che Hermione e Ron avevano acceso.
Sentirono Thor abbaiare in lontananza.
Charlie atterrò con la scopa poco distante da loro, abbracciò il fratello con un sorriso vittorioso sul volto. Poi strinse la mano di Piton e fece un sorriso radioso verso Hermione, aveva i capelli scompigliati e un taglio sulla guancia, ma, a parte questo, stava bene.
Il vicolo dove Harry aveva atteso l'Oscuro Signore non era molto distante dal punto in cui si trovavano Ron ed Hermione all'inizio della battaglia.
La strega si strinse una delle coperte che aveva preso da quella casa sulle spalle e si voltò verso Severus.
Era arrivato il momento di sperare in un
futuro felice, in un mondo migliore. Forse la sua vita sarebbe stata
noiosa da quel giorno in poi.
Le andava benissimo così.
Tornò a fissare la strada, intravedeva la via principale tra l'ufficio postale e i Tre Manici di scopa.
Voleva vedere Harry, abbracciarlo, ridere e piangere con lui.
Accelerarono il passo quando superarono i Tre manici di scopa che era stato lo sfondo dei suoi pomeriggi spensierati ad Hogsmeade.
Sentirono il sibilo di una scopa sopra le loro teste. Era quasi certa che fosse Ginny che voleva andare da Harry prima di tutti gli altri.
- NO!
L'urlo della sua amica fece morire il suo sorriso e l'entusiasmo di Ron e Charlie. Sentì Severus irrigidirsi accanto lei, si voltarono nello stesso momento e in un istante la consapevolezza di quello che era successo si riversò su di loro come un enorme macigno.
Allungarono il passo, rischiando di scivolare sulla neve. Superarono i due edifici ritrovandosi all'inizio del villaggio.
I corpi di Voldemort e di Harry erano distesi a terra, vicini, le loro mani quasi si sfioravano. Il mago oscuro stringeva ancora la bacchetta.
- Harry... - sussurrò Ginny piangendo, toccando il corpo del ragazzo, pulendogli li viso dal sangue; la scopa era stata abbandonata poco distante – Harry... ti prego... ti prego... Harry svegliati... non è il momento di scherzare... Harry... ti... - lo abbracciò cercando un calore che non avrebbe più trovato – No... no... non è giusto...
Gli altri li raggiunsero in fretta.
L'entusiasmo era svanito in un attimo e il silenzio di quel villaggio fantasma fu riempito dal pianto di dolore e dalla disperazione di Ginny.
* * * *
- NO! - urlò Hermione scendendo velocemente dal letto era scalza, ma non le importava – NO!
Severus la fissò senza muoversi, si aspettava una reazione del genere. Hermione si era chiusa da quando erano tornati al castello, non aveva più parlato, si era lasciata curare da Poppy e poi si era chiusa in quell'assoluto mutismo senza voler vedere nessuno.
La vide aprire le tende che la nascondevano al resto dell'infermeria ed uscire. La seguì deciso a farla ragionare.
Tutti li stavano guardando.
La seguì sapendo qual'era il suo ruolo.
Odiandosi, ma consapevole di quello che doveva fare.
Ci aveva ragionato mentre faceva bollire la pozione per la giovane Weasley.
- Abbiamo visto il suo corpo, Hermione. - cercò di tenere un tono neutro, calmo quasi dolce – Harry è morto.
- Smettila di dirlo! - gridò la strega – Harry è già stato colpito dall'Anatema che Uccide
due volte! Ed è sopravvissuto
entrambe le volte. Ci vorrà solo più tempo!
- Questa volta è diverso. - tentò di spiegarle Severus, ignorando le occhiate di tutti i presenti – Harry non aveva più protezione.
- Aveva noi!
Noi eravamo la sua protezione!
- Harry lo sapeva, Hermione. Sapeva che questa era la
fine. E lo sapevi anche tu.
Alla fine resteremo solo io e Tom. Hermione rabbrividì e scosse con forza la testa, non poteva crederci, non
voleva accettarlo. Non dopo tutto quello che avevano passato.
La guerra era finalmente finita, ma quale prezzo avevano pagato per la loro continua lotta? Per la pace del mondo magico?
- Dillo Herimione. - disse all'improvviso Severus.
Il tono era caldo e la strega avvertì tutto il suo dolore e la stanchezza in quelle poche parole. Soffriva Severus, in silenzio, come aveva sofferto in silenzio e da solo per tutta la vita. Avrebbe dovuto stargli vicino, ma non ci riusciva. Il vuoto che avvertiva da quando aveva visto Harry riverso a terra era troppo grande, troppo doloroso e non voleva più soffrire. Era stanca di provare dolore.
Harry meritava la serenità di un futuro felice, meritava di stare con Ginny, di avere una famiglia. Avevano in mente di saccheggiare Mielandia una volta vinta la guerra e mangiare dolci fino a star male.
Volevano fare una vacanza, vivere spensierati, ridere dei tempi in cui erano stati costretti a mangiare i suoi funghi mollicci.
Questo volevano e Harry lo meritava.
Meritava una vita tranquilla.
Meritava una
vita.
Sollevò il mento con aria di sfida, vedendo i suoi occhi neri riempirsi di stupore e, forse, anche di rabbia.
- Dillo! - questa volta la voce di Severus tradiva un tremito di collera.
- Severus... - fece Arthur tristemente senza smettere di fissare la figlia, stringeva un fazzoletto color verde acido – forse è meglio...
- No. - lo interruppe brusco il mago, continuando a fissare Hermione – Evitare la realtà non farà tornare Potter in vita. E più il tempo passa e meno sarà facile accettarlo. So cosa prova, cosa proviamo tutti. Ma bisogna accettare che le cose non vanno sempre come ci si aspetta. Quindi, Hermione,
dillo!
Lei serrò le labbra con forza.
- Vuoi sapere cosa succederà se ti ostini a questo cocciuto silenzio? Passeranno i giorni, i mesi, forse anche gli anni e, alla fine, ti sembrerà di essertelo sognato. Crederai che Harry sia ancora vivo e aspetterai sue notizie. Poi, un giorno, la realtà ti cadrà addosso e il dolore sarà così forte, così distruttivo e vorrai essere morta pur di smettere di soffrire e io non lo permetterò. Hai capito Hermione?
Io non te lo permetterò!- E' questo che è successo con Lily? - voleva sfogare la sua rabbia e Severus era lì, a portata di insulto – Hai creduto di sognare la sua morte fino a quando non ti sei deciso ad accettare la sua morte?
- Sì. - ammise il mago stranamente calmo – E se Silente non mi avesse
salvato in tempo sarei morto molto, molto tempo fa. Non posso prometterti che andrà tutto bene, sarà doloroso, ma devi affrontarlo.
- Piton ha ragione. - disse improvvisamente Ron, si stava fissando le mani, erano ancora sporche di terra e di sangue.
- Adesso stai dalla sua parte,
Ronald?- Questa volta
sì. Harry è morto, Hermione.
Calò il silenzio. Severus non smetteva di fissare Hermione. Lei aveva chiuso gli occhi e scuoteva il capo.
- Harry è morto. - disse George senza nascondere le lacrime che gli rigavano il volto, facendo voltare tutti – Così come è morto mio fratello. E nessuno dei due vorrebbe vederci così.
- Harry è morto. - gli fece eco Charlie accarezzando la mano della sorella.
- Harry è morto. - sussurrò Kingsley, era appoggiato alla parete e fissava il pavimento – Si è sacrificato per tutti noi.
- Harry è morto. - continuò Arthur soffiandosi poi il naso nel fazzoletto.
- Harry è morto. - mormorò Molly accarezzando i capelli di Ginny e tirando su con il naso – E' come se fosse morto un altro dei miei figli.
- Hermione... - Severus la chiamò avvicinandosi di qualche passo, lei si era appoggiata alla parete, teneva ancora le palpebre serrate con forza – Hermione...
- Non... non posso...
Il mago le accarezzò le guance.
La strega aprì gli occhi sollevò lo sguardo sul pozionista. Severus sapeva cosa stava provando, conosceva il vuoto lasciato dalla morte di una persona cara.
Ma sapeva anche che bisognava reagire.
- Harry è morto. - sussurrò Hermione.
Severus vide la consapevolezza dietro i suoi occhi lucidi di lacrime. Era come sentire il suo cuore che si spezzava.
Vide la sua maschera sgretolarsi sotto il suo sguardo, la vide crollare tra le sue braccia scoppiando in un pianto doloroso. La strinse a sé senza preoccuparsi degli altri. Consolandola, cullandola con il proprio corpo, con il suo amore.
- … è morto... - singhiozzò stringendo la sua casacca nera – non è giusto... non doveva finire così...
- Ci sono qui io. - sussurrò lui accarezzandole i capelli.
* * * *
Mentre Charlie e Ron sollevavano Harry per portarlo al castello e gli altri di stringevano attorno ad una Ginny in lacrime, lui si avvicinò al corpo dell'Oscuro.
Aveva la pelle quasi grigia, gli occhi di un rosso spento spalancati sul mondo che aveva, invano, cercato di conquistare. La bocca era aperta in un muto urlo stupito.
Sperò che la sua morte fosse stata dolorosa, che la sua anima bruciasse all'inferno per tutta l'eternità.
Fece un ghigno disgustato mentre muoveva la bacchetta con un gesto di stizza il corpo dell'Oscuro veniva sollevato dall'incantesimo.
Camminò velocemente con il corpo dell'odiato mago che fluttuava davanti a suoi occhi. Senza staccare lo sguardo dal cadavere superò la strada che divideva la i Tre Manici e l'ufficio postale, non guardò gli Inferi a terra né si accorse del loro pungente odore.
Si avvicinò alla buca vicino alla casa, con un colpo deciso buttò il corpo senza vita di Voldemort tra le basse fiamme del fuoco, con un altro colpo alimentò il fuoco. Restò fermo ai bordi della buca osservando i vestiti di quello che un tempo aveva chiamato
Padrone prendere fuoco. Restò a guardare le fiamme che si mangiavano il corpo di Tom Riddle.
Sentì l'odore della sua carne bruciare, restò a guardare mentre si trasformava in cenere, ripensando a tutti quelli che erano morti per ostacolarlo.
Ripensò a Lily, alla sua amica, agli anni che aveva pianto per lei. Al quel senso di colpa che, nonostante tutto, albergava ancora nel suo cuore.
- Non ho mantenuto la mia promessa. - mormorò fissando le fiamme – Non ho protetto Harry. E' morto eppure... eppure mi sembra che ora sia in pace. Non doveva finire così, ma se restava in vita non sarebbe più stato lo stesso. Non dopo questa guerra, non dopo tutte le persone che sono morte per lui. - sollevò lo sguardo vero il cielo dove la cenere si mischiava all'aria – Ora tocca a te prenderti cura di lui, Lily.
Si portò una mano tremante alla guancia e si asciugò l'unica lacrima solitaria che gli bagnava la pelle.
Mentre il vento portava via le ultime ceneri prodotte dal corpo dell’Oscuro, si udirono in lontananza otto lenti rintocchi.
* * * *
Era quasi mezzanotte ormai.
Era stata una lunga, dolorosa, intesa giornata. La battaglia iniziata quello scuro pomeriggio di Gennaio era finita nel peggiore dei modi. Avevano vinto. Erano liberi. Ma Harry era morto per salvarli. E quella vittoria aveva un sapore disgustoso.
L'aveva portata nella sua camera nonostante i rimproveri di Poppy, Hermione aveva bisogno di restare sola. Di pensare, di sfogarsi, anche di urlare se ne avesse sentito la necessità.
E lui era disposto ad accettare ogni insulto, ogni lacrima, ogni accusa.
Amare significava anche quello.
In silenzio si erano lavati a turno per poi ritrovarsi nel letto, esausti, ma senza sentire la necessità di dormire.
L'aveva abbracciata e respirava a pieni polmoni quel profumo di ciliegia che l'accompagnava dal suo risveglio ad Hogwarts. Hermione piangeva in silenzio asciugandosi le lacrime ogni tanto, tirando su con il naso ad intervalli regolari.
Lui non parlava, voleva che fossero i suoi gesti a parlare.
- La vita fa schifo. – sentenziò di punto in bianco Hermione interrompendo quel silenzio carico di dolore.
- Hai ragione, - confermò Severus accarezzandola – la vita fa schifo. Ma, - continuò – fa
meno schifo da quando ci sei
tu nella mia vita.
La sentì sospirare ed accoccolarsi meglio vicino al suo corpo.
-
Ti amo Severus.
Il silenzio che calò tra di loro fu ancora più pesante, il mago sgranò gli occhi e sentì il suo corpo irrigidirsi senza controllo. Un formicolio gli attraversò ogni muscolo, sapeva che lo amava, lo sapeva benissimo, ma sentirselo dire era tutt'altra cosa.
Hermione scattò giù dal letto velocemente, indossava quel pigiama troppo grande che la faceva sembrare più bambina di quello che era in realtà. Aveva una mano premuta sulle labbra e le guance in fiamme.
- Merlino... io... io... mi ero ripromessa di non dirtelo. Che non c'era bisogno delle parole perché contavano i fatti. Mi è uscito da solo.
- Hermione... va tutto bene...
- No! Non volevo dirtelo.
Severus sollevò un sopracciglio.
-
Non volevi?- Io... io...
volevo... ma non volevo. - si coprì il volto con le mani - Sono troppo stanca per fare questo discorso.
Il mago fece un lieve sorriso, si mise in ginocchio sul letto, le prese una mano e la trascinò nuovamente sul materasso.
Lei si lasciò guidare senza dire più nulla, con le guance rosse, lo sguardo basso, si mordeva un labbro e lui la trovava adorabile, bellissima.
Sua.La obbligò con dolcezza a guardarlo, poi liberò il labbro dai suoi denti e scese a darle un lungo bacio.
- Hermione...
- No. - sussurrò lei con un filo di voce abbracciandolo – Non voglio che
tu lo dica. Non adesso. Non qui. Crederò che tu me l'abbia detto perché te l'ho detto io. E non voglio. Voglio che sia una
tua decisione. E non mi importa se non me lo dirai mai, Severus. Lo dirò io per entrambi. – sollevò il volto e lo guardò dritto negli occhi neri, gli sorrise dolcemente e con amore – Non troppo spesso, te lo prometto.
Il mago sorrise, le accarezzò una guancia e le diede un altro bacio a fior di labbra.
- Ora dormiamo. - le disse – Domani dovremo affrontare il mondo e non sarà piacevole.
- E’ già
domani Severus.
Epilogo: Tornare a casaOtto mesi.
Erano passati otto mesi da quel giorno ad Hogsmeade.
In quei mesi il Ministero si era mosso velocemente cancellando ogni traccia della guerra, come se non volesse più ricordare, come se volesse cancellare ogni ferita e dimenticare
tutto.
Ma, questa volta, nessuno avrebbe dimenticato. Potevano cancellare le ferite fisiche del mondo, ma quelle dell'animo avrebbero sanguinato ancora per anni prima di rimarginarsi del tutto e, per alcuni, non era neppure detto che si sarebbero rimarginate.
In quegli otto mesi tutto era tornato alla normalità. La neve si era sciolta, la natura era risorta dalle ceneri e del sangue che sporcava il terreno, era fiorita, era tornata la vita e poi era tornata nella terra per accogliere di nuovo l’inverno che, quell’anno, sembrava deciso ad arrivare prima del previsto.
Il mago osservava la tomba a Godirc's Hollow, nessuna foto, solo un nome, due date e la stessa identica frase che era stata incisa sulla tomba accanto.
L’ultimo nemico che verrà sconfitto è la morte. Alla fine era stato sepolto vicino a sua madre.
Il marmo era ricoperto di fiori, indegni regali dei maghi che lui aveva salvato pagando con la propria vita.
- Congratulazioni Potter. - disse il mago vestito con neri abiti Babbani – E' un
maschio.
Nessuno nel cimitero si voltò verso di lui. Non era insolito che qualcuno parlasse ad una tomba.
Severus aveva passato giorni in quel cimitero quando credeva che la sua vita non avesse più uno scopo. Conosceva ogni anfratto di quel luogo che aveva conosciuto le sue lacrime di dolore e il suo pentimento. Conosceva i volti delle vecchie spose che andavano a trovare i propri mariti, perfino i volti dei figli che facevano visita ai genitori.
Me nessuno conosceva lui.
Non gli era mai importato.
- La signorina Weasely ha scoperto la gravidanza qualche giorno dopo il suo funerale. E' stata una gravidanza piuttosto tranquilla, il parto, invece, è stato più difficile. Il bambino era girato male, ma alla fine è nato senza complicanze e sta bene. Niente capelli rossi, ha gli occhi di Ginny. - spostò lo sguardo sulla tomba accanto senza rimpiangere gli occhi verdi che un tempo aveva amato più di qualunque altra cosa al mondo – Le ho ordinato di
non chiamare il bambino
Albus Severus e mi chiedo ancora come le sia venuto in mente un nome del genere, ma, forse, avrei dovuto lasciarglielo usare visto il nome che ha poi scelto per quella povera creatura.* - fece un breve pausa come se volesse dare tempo all'altra persona di immaginarsi il piccolo. - Vuole che sia il suo
padrino. - sollevò il viso verso il cielo limpido di quella fredda giornata lasciandosi baciare dalla luce tiepida del sole – Credo che accetterò. - tornò a guardare il marmo grigio della tomba e sollevò un sopracciglio come se Harry avesse risposto con qualche frase decisamente fuori luogo – Quel bambino ha la sfortuna di avere i suoi geni Potter ed è accerchiato da
troppe calde teste rosse. Ci vuole qualcuno che gli mostri la
strada e chissà magari diventerà anche un buon
Serpeverde.
Ghignò divertito, avrebbe voluto ridere per il pensiero di un Potter con la divisa verde e argento.
- Kinsgley è stato nominato Ministro della Magia, ha buone idee, bei progetti. I pochi Dissennatori rimasti dopo la battaglia sono stati rinchiusi in qualche luogo sconosciuto. Hogwarts è stata riparata dai danni più grossi, ma è ancora in fase di restauro; riaprirà il prossimo Settembre. Mi è stata offerta la presidenza. Ho
rifiutato. – fece un lieve sorriso – La
Francia si è rivelata una casa più accogliente del previsto.
Severus voltò il viso verso la collina dove c’era la casa semi distrutta.
- Verrà demolita la prossima primavera. Quando ho mostrato il suo testamento e la sua richiesta, il Ministero della Magia si è rifiutato di accettare. Hermione ha lottato con tutte le sue forze per esaudire il suo ultimo desiderio. – gli occhi del mago erano illuminati da una scintilla di puro amore e orgoglio – E’ una combattente, non ha mai vacillato e alla fine ha vinto. Verrà costruito un parco, per maghi e Babbani. Anche questa è stata una
sua idea e la trovo magnifica. – tornò a guardare le tombe e il suo sguardo si soffermò sul nome di Lily – I miei primi ricordi piacevoli sono legati ad un parco giochi.
Le campane della piccola chiesa adiacente al cimitero suonarono tre volte.
- Devo andare. – disse – La mia Passaporta si attiverà tra meno di mezz’ora. Tornerò Potter, non so quando, ma tornerò. – spostò lo sguardo su ogni nome inciso sul marmo levigato – Addio.
* * * *
In quei mesi l’odore della lavanda si affievoliva. Il periodo della fioritura era passato, quando il profumo era diventato così inteso da fargli girare la testa.
Hermione aveva ragione, i primi giorni gli aveva dato la nausea, ma poi si era abituato e non riusciva più ad immaginare una vita senza quella fragranza tra le narici.
Perfino il profumo di Hermione sembrava più buono, più eccitante.
Avevano trovato una piccola casa in uno sperduto pesino di campagna. Avevano fatto crescere l’edera su gran parte delle pareti, la cantina era stata riadattata come laboratorio, il salotto, e parte della loro camera, era tappezzato di libri.
Passavano le loro giornate a leggere, discutere, coltivare il piccolo orto sul retro e fare l’amore. Passeggiavano per il paese o viaggiavano per la Francia alla ricerca di libri antichi ed ingredienti rari.
Sapeva che un giorno sarebbero tornati in Inghilterra, ma per il momento quella vita gli andava bene.
Era come una vacanza. Una lunga vacanza in cui conoscersi meglio, vivere il loro amore senza pensieri.
Amava Hermione, anche se ancora non era stato in grado di dirglielo.
Entrò in casa e venne accolto dal sorriso radioso di lei, era seduta sulla sua poltrona a leggere un libro. Indossava un maglione bianco a collo alto largo almeno due taglie in più dal quale spuntavano le gambe nude a morbide. Sul tavolino accanto alla poltrona era abbandonata una tazzina di porcellana dove intravedeva il fumo del the caldo.
Il calore del camino acceso aveva scaldato piacevolmente la casa.
La vide mettere un segnalibro tra le pagine e alzarsi.
Gli andò incontro a piedi nudi, ignorando il freddo del pavimento e lo avvolse in un dolce abbraccio dal sapore di ciliegia e lavanda.
La strinse forte, come se fosse stato lontano da lei mesi e non solo poche ore.
La strega lo sciolse dal suo abbraccio e lo baciò dolcemente.
- Finalmente sono a
casa. FINE
Note autrice(*) l’idea è lasciare a voi carta bianca e appioppare a quel povero bambino qualsiasi orrido nome vi venga in mente. Per quando mi riguarda il bambino si chiama
Harry James Sirius Remus Potter E’ finita… ci sono voluti 3 anni (e non 5 ma sono sempre tanti!), 207 pagine, oltre 84.000 parole, ma l’ho finita!
Questa storia mi ha fatto panare, ridere e piangere. C’è stato un momento in cui ho creduto che non l’avrei mai finita, l’epilogo sembrava lontano anni luce!
Invece ho messo la parola fine e ancora non ci credo.
Sono così abituata a vedere il file sul desktop come silenzioso rimprovero per non averla ancora finita che ora lo schermo mi sembra vuoto.
Io spero che per voi ne sia valsa la pena di aspettare. Forse non è il finale che aspettavate, ma se in tre anni alcune cose nella trama sono cambiate rispetto al progetto originale, il finale è sempre stato lo stesso. Io sapevo che Harry non avrebbe superato questa guerra, così come sapevo che Severus non avrebbe detto ad Hermione che l’amava, non così apertamente insomma.
Ma non sapevo che Severus e Ron avrebbero stretto quella strana alleanza durante la guerra. XD
Ringrazio i lettori silenziosi, il mio amato beta (mio marito) che ha visto questa storia nascere dal principio e mi ha aiutato tantissimo quando un buco nero aveva inghiottito tutte le mie idee e non sapevo dove sbattere la testa.
Ringrazio Severus ed Hermione, i miei compagni di avventura. Senza di loro sarei una scrittrice di FF fallita!
E ringrazio chi mi ha “costretto” a scriverla questa storia, Ida che mi ha dato la spinta iniziale anche se a lei la storia non è piaciuta tutta! XD
Ma non si può piacere a tutti. Vero Severus?
Edited by ellyson - 27/2/2014, 10:12