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capitolo 16. AVVISO: questo capitolo ha una parte VM18!
Quindi il capitolo sottoriportato sarà censurato secondo le regole vigenti in MS.
Pertanto, il capitolo per intero lo troverete nella sezione vietata a questo link.
Capitolo 16Capitolo 16: Mia Severus Piton sedeva sulla poltrona della sua stanza. Il fuoco scoppiettava allegro nel camino di pietra.
Osservava la foto di Lily; sulle labbra aveva ancora il sapore di Hermione.
Alla fine aveva ceduto a quei sentimenti che prepotenti avevano distrutto ogni sua barriera, si era arreso a quella passione che aveva, invano, cercato di reprimere nell'angolo più oscuro del suo cuore. Invece Hermione era arrivata anche lì, aveva fatto luce nel suo animo oscuro, nel suo cuore impuro. L'aveva cercato nel buio in cui era precipitato, l'aveva preso per mano e l'aveva guidato verso la luce di una nuova vita. Verso il calore del suo amore.
Credeva che si sarebbe sentito in colpa verso Lily e tutto quello che rappresentava.
Si era sbagliato.
- E' stato bello amarti. - mormorò all'immagine di carta che lo osservava con curiosità – E' stato bello e terribile nello stesso tempo. Ma ora sono pronto ad andare avanti. - si alzò, la fotografia di Lily sorrise come se avesse capitole sue parole – Questa volta non voglio solo stare a guardare. Voglio
vivere Lily. So che mi capirai. E mi capirà anche Potter se non gli restituisco questa foto. – si portò la foto alle labbra e le diede un lieve bacio – Avrai sempre un posto nel mio cuore. Ti ho amato tanto. Ma
sento che è arrivato il momento di andare avanti. Tu avevi scelto la tua strada, ed ora io scelgo
finalmente la mia.
Con un gesto veloce gettò la foto nel camino. Le fiamme la bruciarono velocemente sotto lo sguardo del mago. Mentre l'ultima fiamma divorava il volto sempre sorridente di Lily, Severus si perse per l'ultima volta nel suo sguardo smeraldo.
Si sentiva
libero.Un sorriso sereno gli increspò le labbra sottili.
- Addio.
* * * *
L'acqua calda scendeva lungo la schiena della strega, il vapore acqueo aveva riempito il piccolo bagno.
Hermione teneva la testa abbassata permettendo all'acqua di bagnarle il collo e scaldarla.
La giornata era stata lunga e faticosa, lei e Severus avevano ispezionato ogni centimetro delle barriere magiche, rafforzando alcuni punti e aggiungendo nuovi incantesimi. Era stato un lavoro lungo, estenuante e il freddo pungente di quella grigia giornata le era entrato fin nelle ossa.
Quando avevano finito il cielo era scuro, le nuvole avevano iniziato a diradarsi mostrando stralci di cielo blu già puntinato dalle stelle. L'ora della cena era passata da un pezzo ed era affamata.
Ma passare il pomeriggio con lui era stato bellissimo.
Si sentiva euforica, leggera come una piuma.
Si era sentita addosso lo sguardo dell'uomo per tutto il tempo, si erano scambiati delicati baci e alcune leggere carezze. Poche parole, solo qualche lieve sorriso.
Si sentiva eccitata.
Era felice per la prima volta dopo aver capito di essere innamorata di Severus Piton. Ed era passato così tanto tempo che non ricordava più cosa voleva dire essere
veramente felice.
Quando sentì i muscoli rilassarsi sotto il getto di acqua calda emise un lieve sospiro, lasciò che l'acqua portasse via tutti i ricordi più brutti e le sensazioni negative.
C'era ancora una guerra da combattere e lei sapeva che il peggio doveva ancora arrivare, ma almeno non si sarebbe più sentita sola.
Chiuse il rubinetto e uscì dalla doccia. Avvolse il corpo con un asciugamano blu e tolse la condensa dal vetro dello specchio.
Si vedeva diversa. Aveva sempre le occhiaie ed era stanca, ma nei suoi occhi era riapparsa quella scintilla di vita che era sparita quando Severus se n'era andato lasciandola sotto quel portico con il cuore spezzato e le lacrime che le inondavano il viso.
Sentiva una piccola parte della vecchia Hermione tornare in vita.
Non sapeva cosa avrebbe riservato il futuro per loro e non era il caso di pensarci ora, non sapeva se potevano considerarsi una vera coppia. Severus ci aveva messo molto tempo ad accettare i sentimenti che nutriva nei suoi confronti ed affrontare quel genere di discorso poteva essere troppo al momento.
Avrebbe vissuto quel rapporto giorno dopo giorno.
Amare Severus Piton non era mai stato facile, ma, almeno, ora sapeva che non era una battaglia persa già in partenza.
Mentre si stava asciugando i capelli con un altro asciugamano ripensando al pomeriggio e alle sue delicate dita che le accarezzavano la guancia, sentì dei rumori provenire dalla stanza accanto. Lasciò cadere la spugna e prese la bacchetta che aveva appoggiato sulla panca assieme ai vestiti puliti. Reggendo l'asciugamano con una mano e la bacchetta con l'altra aprì la porta del bagno e si guardò attorno.
Accanto ad una pila di libri alta quando due elfi domestici Severus stava esaminando un tomo dalla copertina grigia e gli angoli consumati. Era senza mantello, leggermente appoggiato alla scrivania ingombra di rotoli di pergamena, piume d'oca e boccette di inchiostro vuote.
Hermione si rese conto che era la prima volta che lui metteva piede nella sua stanza.
La sua
disordinata stanza.
Solitamente era ordinata e meticolosa, ma negli ultimi giorni era stata troppo impegnata ad odiare il mondo per rassettare.
Si sentì arrossire.
- Cosa ci fai qui?
Severus alzò lentamente lo sguardo dal libro incatenando immediatamente i suoi occhi.
- Non é la tenuta ideale per un duello. - sentenziò lanciando una rapida occhiata all'asciugamano che la copriva.
- Mi hai spaventato. - rispose lei abbassando la bacchetta e tornando in bagno per rivestirsi, lasciando la porta leggermente aperta e delle impronte bagnate sul pavimento di pietra.
- Ho bussato, - spiegò il mago rimettendo a posto il libro in cima alla pila – ma non hai risposto. La porta era aperta.
- Ero sotto la doccia, - fece lei uscendo dal bagno con addosso il pigiama - Non avrei sentito entrare nella stanza neppure un troll.
Severus sollevò un sopracciglio notando l'abbigliamento, niente veste di sera scura, niente spalline sottili da spostare per baciare la pelle della spalla. Niente tessuto quasi impalpabile che frusciava melodioso mentre scivolava a terra. Ma spesso tessuto che nascondeva le forme del suo corpo. Ogni forma.
Forme che lui aveva iniziato a vedere di sfuggita in quella notte e che desiderava vedere ancora.
Si rese conto che era bella e desiderabile anche così.
- Non avevo programmato la tua visita. - si giustificò lei notando il suo sguardo fisso sul pigiama – Altrimenti avrei optato per qualcosa di più femminile e avrei messo in ordine.
Il mago distolse lo sguardo velocemente.
- Ho portato la cena.
Hermione notò sul basso tavolo davanti al camino un vassoio di tramezzini e una caraffa. Il suo stomaco brontolò affamato.
Arrossì ancora.
- Scusa...- mormorò andando a sedersi - ma sto morendo di fame.
Il mago prese posto accanto a lei, mangiarono in silenzio e in pochi minuti finirono i tramezzini e il succo di zucca nella caraffa.
La strega sorrise e appoggiò la testa sullo schienale della poltrona.
- Così va molto meglio, grazie.
Severus non rispose, era intento a fissare la fiamme del fuoco, sembrava perso nei suoi pensieri.
Hermione lo osservava incantata, era quasi in imbarazzo eppure fino a qualche giorno prima lei era stata mezza nuda sotto di lui, lo aveva spogliato, aveva sospirato il suo nome con passione. Ma non erano mai stati in una situazione così
intima.- Severus...- lo chiamò lei piano sfiorandogli un braccio – c'è qualcosa che non va?
- I tuoi libri... - disse lui senza distogliere lo sguardo dal camino.
- Cos'hanno i miei libri?
- Alcuni non dovrebbero essere in mano tua.
Hermione gli raccontò dell'incantesimo di appello dopo il funerale di Silente, gli raccontò di quello che aveva letto sugli Horcrux senza paura di reprimere un brivido disgustato.
- Mi sono stati utili, comunque. Senza di loro non avrei mai capito come distruggerli. Speravo che ci fosse scritto qualcosa su quello che sta succedendo a Harry ora, ma non ho trovato una spiegazione logica.
Severus annuì, i suoi occhi riflettevano le fiamme del camino, Hermione lo fissava incantata, indecisa se allungarsi per baciargli una guancia o restare a fissarlo in silenzio.
- Hermione, - disse lui dopo un lungo silenzio - voglio che mi racconti tutto quello che è successo dopo il funerale di Silente. Ogni cosa.
- Perché?
Severus le prese una mano e si voltò a fissarla. Aveva l'espressione più seria che gli avesse mai visto.
- Tu sei entrata nella mia oscurità. Ora io voglio entrare nella tua.
Sotto quello sguardo deciso ed infuocato la strega non ebbe nulla da obbiettare. Sospirò e iniziò il suo racconto.
* * * *
Harry Potter sedeva nell'aula di incantesimi. Era tetra e silenziosa.
Il suo animo era tetro e silenzioso.
Tutto il castello era tetro e silenzioso.
Aveva passato il pomeriggio con Ron ripassando gli incantesimi più elementari. Il suo migliore amico se l'era cavata, ma con le fatture e gli incantesimi più complessi aveva ancora diverse difficoltà, se non migliorava doveva chiedergli di raggiungere Bill e Fleur a Villa Conchiglia. Non voleva avere anche la sua vita sulla coscienza.
Forse poteva chiedere a tutti di andarsene, di lasciarlo solo ad attendere che Tom arrivasse.
Sapeva che nessuno l'avrebbe fatto. Sarebbero rimasti con lui fino alla fine.
Quel pensiero gli faceva gelare il sangue nelle vene.
In pensiero di Lord Voldmeort in viaggio per ucciderlo, invece, non gli metteva agitazione. Quando aveva capito che quella sanguinosa guerra stava per avere fine tirò un sospiro di sollievo.
Erano arrivati alle ultime battute, gli ultimi incantesimi, poi tutto sarebbe finito.
In un modo o nell'altro.
Era un pensiero rincuorante.
Era così stanco di quell'attesa che aveva iniziato a credere che non sarebbe mai arrivato quel giorno. Aveva iniziato a pensare che avrebbe passato tutta la sua vita chiuso in quel castello, in attesa di una battaglia che non sarebbe mai arrivata.
Abbassò il capo sul foglio di pergamena che aveva davanti.
Le ultime volontà di Harry James Potter.
Non aveva molto da lasciare agli altri a dire il vero, ma voleva che le cose fossero in ordine nel caso... nel caso...
- Cosa stai facendo qui da solo?
La voce improvvisa di Ginny lo fece sussultare sulla sedia. Abbassò lo sguardo sulla pergamena, ma se la ritrovò alle spalle in pochi attimi. Lo stava abbracciando posandogli un delicato bacio sulla tempia.
- Riflettevo. - le disse accarezzandole le braccia che lo cingevano con dolcezza.
Poteva sentire lo sguardo di Ginny muoversi sul foglio, sentì i suoi muscoli irrigidirsi.
- Harry... - mormorò con un filo di voce – perchè?
Il mago sospirò e si voltò verso la sua ragazza.
- Potrei morire, Ginny.
La giovane strega si staccò da lui come se l'avesse appena presa a schiaffi.
- No. - disse con decisione.
- Ginny...
- Ho detto di NO!
Il mago si alzò.
- Sì, invece.
Tutti potremmo morire.
- Non morirà più nessuno. - disse con decisione Ginny, aveva lo sguardo deciso e combattivo che aveva sempre amato –
Nessuno. - Voglio mettere le cose a posto nel caso dovesse succedere. - continuò imperterrito ignorando le proteste e le lacrime che stavano illuminando il suo sguardo fiero – I miei galeoni voglio darli alla tua famiglia. La Firebolt voglio che l'abbia Ron, non so ancora cosa lasciare ad Hermione... non credo che ci sia qualcosa nel mio baule che possa servirle, ma vorrei lasciarle comunque
qualcosa.Ginny si gettò tra le sue braccia, aveva le guance umide anche se si stava sforzando di non piangere.
- Harry... ti prego... basta...
Il mago la strinse immergendosi nel suo profumo, in quel dolce profumo che sapeva avere solo Ginny.
- Ho anche una cosa per te. - le disse con un sorriso cercando di scioglierla dal suo abbraccio.
- Non la voglio. - rispose la strega con il volto premuto contro il suo petto.
Con gentilezza Harry riuscì a liberarsi dalla presa ferrea delle braccia di Ginny, le stava sorridendo con dolcezza ed infinito amore. Mise una mano in tasca dei jeans e le mostrò poi il pugno chiuso.
- Quando me ne sono andato...- iniziò a spiegare – sono andato a Godric's Hallow.
- Lo so. Piton ti ha trovato al cimitero.
- Prima di andare al cimitero sono andato nella mia vecchia casa.
- Pensavo che quel posto fosse inaccessibile.
- Lo credevo anch'io, ma quando ho provato ad aprire il cancello non ho avuto nessuna difficoltà. Credo che Silente sapesse che, prima o poi, sarei andato a vederla. Può averla incantata in modo che fosse accessibile solo a me. Volevo vedere se avevo qualche ricordo di quel posto, qualche sensazione...
Harry abbassò lo sguardo.
- Hai trovato qualcosa? - gli chiese timidamente Ginny.
Il giovane mago chiuse per un attimo gli occhi cercando di non ricordare la sensazione di vuoto che aveva provato entrando nella sua vecchia casa. La malinconia che aveva in cuore quando si era seduto sulle scale dove era morto suo padre. O le lacrime che aveva versato sulla soglia della sua cameretta semidistrutta, dove era morta sua madre.
O le voci che sentiva nella sua testa, le urla.. le suppliche… e il sibilo metallico di Voldemort.
- Sono entrato nella camera dei miei genitori, una parte é esplosa perché era vicino alla mia, ma... - aprì il pugno mostrando alla sua ragazza un semplice anello in oro bianco con un piccolo diamante – non so se é un anello di valore. E, forse, non é l'anello giusto, ma é l'unica cosa che resta di mia madre, Ginny. – fece una piccola pausa fissando ancora l’anello, come se potesse dargli li coraggio di continuare a parlare - Voglio darlo a te. Voglio darti la cosa più preziosa che possiedo, perché tu sei la persona più preziosa per me.
Ginny spostava lo sguardo dall'anello al suo viso. Tremava.
- Ha... Harry... - balbettò.
- Voglio
sposarti, Ginny. - disse tutto d'un fiato il giovane, sentiva il cuore esplodere in petto da quanto batteva, ci pensava da quando aveva recuperato quell'anello dal pavimento polveroso della camera dei suoi genitori – Quando questa guerra sarà finita, quando le nostre vite saranno normali. - sollevò lo sguardo incontrando l'espressione stupida di lei - Vuoi sposarmi Ginevra Molly Weasley?
La strega fece un sorriso tremante mentre il volto veniva, di nuovo, inondato dalle lacrime. Si tuffò nel suo abbraccio mettendogli le braccia attorno al collo, raggiungendo in fretta le sue labbra dandogli un bacio salato.
Il bacio fu lungo, passionale.
- Sì, - alitò sulle sue labbra quando si separarono di pochi millimetri – voglio sposarti Harry James Potter.
Harry sorrise mettendole l'anello al dito, le baciò delicatamente il dorso della mano e poi il palmo.
Poi l'avvicinò a se e tornò a torturarle le labbra.
* * * *
Raccontare era stato più facile di quello che aveva immaginato.
Con lo sguardo fisso sulle fiamme e le dita intrecciate a quelle di Severus, aveva raccontato tutto quello che era accaduto dopo la morte di Silente. Ogni decisione presa da sola o con gli altri.
Ogni sensazione. Ogni paura.
E più raccontava, più voleva raccontare liberando la sua anima tormentata; sentendosi più leggera ad ogni parola che riusciva a pronunciare.
Severus era silenzioso accanto a lei. Sentiva il suo sguardo addosso, le stringeva di più la mano quando i ricordi diventavano troppo dolorosi o tristi.
Quando aveva iniziato a raccontare le torture di Bellatrix, gliela strinse così forte che aveva paura che si staccasse, ma non si era lamentata perché quella presa ferrea era quello di cui aveva bisogno. Un ancora che la riportasse alla realtà, che le ricordasse che non era nel salotto di Villa Malfoy.
Iniziò a raccontare di Ron, del suo modo dolce di amarla, della sua convinzione di riuscire a ricambiare i suoi sentimenti come meritava, sentendo lo sguardo di fuoco di lui sulla nuca. Sentendosi stupida e vergognandosi, forse per la prima volta, di quello che gli aveva fatto.
Fu un racconto lungo, straziante, tormentato dagli incubi e dai ricordi, ma riuscì a non piangere.
Quando ebbe finito calò un lungo silenzio interrotto solo dal crepitare delle fiamme nel camino. Severus non disse nulla, lasciò la sua mano e l'abbracciò avvolgendola con le sue braccia e il suo profumo.
Hermione sgranò gli occhi per quel gesto affettuoso e del tutto inaspettato, appoggiò la nuca sul suo torace, ignorando i bottocini che sfregavano sul cuoio capelluto. Sentì le braccia di lui avvolgerla in caldo abbraccio e le sue labbra baciarle i corti capelli.
Chiuse gli occhi cullata dal calore del suo corpo, dal suo profumo e al ritmico suono del cuore che e sembrava leggermente più veloce del solito.
Restarono così per parecchi minuti, senza dirsi nulla, lasciando che fosse quell'abbraccio a parlare al posto loro. Era strano avere certi atteggiamenti con Severus, eppure, nonostante tutto, le sembrava di essere a casa.
- E' molto tardi. - disse infine il mago sciogliendola dal suo protettivo abbraccio.
Lei sorrise e si alzò dal quel comodo giaciglio che era il suo petto. Si alzarono dal divanetto e si guardarono negli occhi.
Hermione vide una strana luce nello sguardo di lui, una luce che non sapeva bene come definire, ma, nello stesso tempo, la chiamava. Invocava il suo nome con disperato desiderio. Pensò, di nuovo, che era stupido sentirsi in imbarazzo dopo tutto quello che c'era stato tra di loro, eppure non riuscì a reprimere il lieve rossore che sentì salirle sulle guance.
Si mordicchiò un labbro. Sentiva che aveva bisogno di lui, del suo calore, delle sue labbra e del suo corpo, ma, improvvisamente, non aveva il coraggio di chiedergli di restare.
Severus le prese il mento due dita e si chinò su di lei.
- C'è un modo più dolce per torturare queste labbra. - le sussurrò con voce roca e sensuale a pochi millimetri dalle sue labbra - Il bacio della buonanotte.
Le assaporò piano, lentamente, passando la punta della lingua sul loro contorno prima di chiederle il permesso di entrare. Permesso che gli concesse senza esitazioni, appoggiando le mani sul suo torace, le dita che sfioravano i bottoncini della casacca nera, gli occhi chiusi, la mente e la bocca piena di lui e del suo sapore.
Era un bacio diverso da quelli che si erano scambiati in precedenza. C'era dolcezza, ma anche rovente passione e il desiderio di andare oltre quel sensuale, ma inappagante sfiorarsi di labbra e scontri di lingue. Sentì le mani di Severus aperte sulla sua schiena, innaturalmente immobili; era come se si sforzasse di non andare oltre.
Si separarono di pochi centimetri, Hermione strinse la sua casacca e lo avvicinò un po' a se. Mai sazia di lui.
-
Resta...- sussurrò sul suo volto, sentiva il suo cuore e il suo corpo vibrare, urlare il suo nome – resta con me. Stanotte e per tutte le altre notti.
Le labbra sottili del mago si incurvarono in un lieve sorriso mentre si chinava di nuovo sulle sue labbra, questa volta lasciando perdere la dolcezza di poco prima entrando nella sua bocca quasi in modo rude, una mano era risalita sulla sua nuca, mentre l'altra era scesa alla base della schiena e stava spostando la felpa del pigiama alla ricerca della sua pelle bollente.
Hermione si accorse che stavano indietreggiando, mentre le sue dita avevano iniziato a sbottonare la casacca, bottoncino dopo bottoncino reprimendo il forte desiderio di prendere quella stoffa e strapparla.
Da qui inizia la parte hot. Mi spiace per voi... XD
Per fare un breve riassunto: Severus ed Hermione si amano con passione.
Severus scopre che il corpo della strega ha diversa cicatrici, ma non gli importa perché per lui é bella e perfetta così. Con i suoi pregi e, soprattutto, con i suoi difetti!
I loro respiri si fondevano, mentre i loro corpi, ancora uniti, si rilassavano.
Si guardarono negl'occhi e sorrisero.
* * * *
Harry fissava il tetto del soffitto dell'aula di incantesimi.
Lui e Ginny si erano amati sul pavimento, stendendo a terra i loro mantelli per ripararsi dal freddo della pietra.
Lei dormiva accoccolata sul suo petto.
Lui non riusciva a dormire. La guardava e voleva imprimersi ogni immagine di quella strega testarda e combattiva che non l'aveva mai abbandonato, anche dopo che lui l'aveva lasciata per andar a cercare gli Horcrux.
L'anello brillava sull'anulare, aveva preso la decisione giusta. Forse era troppo giovane per sposarsi, ma desiderava una famiglia, una vita normale e Ginny era la persona giusta con cui affrontare la normalità di una vita coniugale.
Ginny era la sua ancora di salvezza dall'oscurità che sentiva inghiottirlo sempre di più verso Voldemort, allontanandolo da tutti.
Sorrise mentre lei borbottava qualcosa nel sonno.
Forse stava sognando la loro famiglia, la loro casa fuori Londra, i loro chiassosi figli.
Era una bella visione, un bel futuro in cui sperare.
E lui
voleva crederci.
Ma quella vita spensierata e normale gli sembrava lontana.
Troppo lontana.
* * * *
Si era addormentato nel giro di pochi minuti.
Se fosse stata una situazione normale, in un mondo normale e se loro fossero state persone normali, forse, se la sarebbe presa.
Ma la situazione non era normale, il mondo non era normale e loro erano tutto tranne che persone normali.
Così si era limitata a fissarlo dormire tranquillo, nel suo letto, dopo aver fatto l'amore.
Sembrava che non dormisse da molto tempo, forse da anni.
E anche lei sentiva la stanchezza della giornata. Sapeva che se chiudeva gli occhi si sarebbe addormentata di colpo, ma la tentazione di fissarlo per tutta la notte sembrava più forte.
Gli scostò una ciocca di capelli neri dalla fronte. Severus non si mosse.
Era insolito vederlo così tranquillo e rilassato, senza quella ruga profonda che gli solcava la fronte, o lo sguardo cupo perso in mille ragionamenti.
Era bello. Ed era bello pensare che fosse lei a renderlo così tranquillo.
Sentiva ancora il calore del suo corpo su di lei, in lei.
Sospirò iniziando a sentire il sonno appesantirle le palpebre. Sentiva che quella notte sarebbe stata tranquilla, che gli incubi che l'avevano tormentata per mesi non sarebbero più tornati.
Ed era merito di Severus.
Aprì la bocca per sussurrargli quelle due parole che lui, probabilmente, non le avrebbe mai detto. Quelle due parole che urlava il suo cuore e che sentiva sulle labbra e sulla punta della lingua pronte ad uscire.
Ti amo.Invece fece un respiro profondo e li ricacciò indietro con un sorriso.
Non c'era bisogno di dirle.
Lei sapeva di amarlo.
Lui sapeva di essere amato.
Questo era la cosa più importante.
Lanciò un’occhiata al fuoco nel camino, le fiamme si stavano spegnendo e la legna era quasi del tutto consumata. Si accoccolò a lui e aspettò che l’oscurità della notte gli inghiottisse.
Quando l’ultima fiamma morì nella brace appoggiò la testa sul cuscino e sospirò riempiendosi del suo profumo.
Il mago si mosse appena tra le lenzuola, avvertì un braccio cingerla in vita e avvicinarla di più al suo corpo.
Non importava se quelle due parole sarebbero rimaste per sempre sulle sue labbra. Si amava con il cuore, non con le parole.
E il cuore di Sevrus era
suo.Nell’oscurità Hermione sorrise e, finalmente, chiuse gli occhi.