Il Calderone di Severus

Sfida n. 9 FA+FF: Happy Halloween!

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 14/10/2019, 14:21
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,394
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Sono davvero pessima in quanto ad assiduità di partecipazione alla sfida. Ho scritto qualche haiku e tanka e solo due brevi fic nel 2016 e 2017. Anche quest'anno non ho assolutamente tempo per scrivere, così vivo di rendita e riciclo una fic del passato, per chi ancora non l'avesse letta.

Urla nella notte

Urla_nella_notte



Storia scritta nel 2011 per il concorso “HP – That night” indetto dal Writers Arena Rewind Forum: scegliete un personaggio e raccontate la sua notte di Halloween del 1981 in una flashfiction. Se stava combattendo, se si stava nascondendo... La sua reazione alle prime voci della sconfitta di Voldemort, se positiva o negativa (nel caso scegliate un Mangiamorte)... Raccontateci la sua storia di quella notte.

 
Web  Top
view post Posted on 21/10/2019, 08:34
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,394
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Il tempo passa e il termine della sfida si avvicina...
 
Web  Top
view post Posted on 21/10/2019, 22:28
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
9,272

Status:


Stasera ce l'ho fatta a dedicare un po' di tempo ad Halloween :)


bannerhalloween19

 
Top
view post Posted on 23/10/2019, 08:32
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,842
Location:
Dalla luna...

Status:


Ma che bello Ele!
 
Top
view post Posted on 23/10/2019, 12:10
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,394
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Bello... triste... :cry:
 
Web  Top
view post Posted on 23/10/2019, 16:30
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,430

Status:


Stupendo :stuporebello:
 
Top
view post Posted on 23/10/2019, 18:16
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
9,272

Status:


Grazie, girls :wub: stavolta mi è venuta l'ispirazione triste :cry:
 
Top
view post Posted on 23/10/2019, 21:36
Avatar

GabrixSnape

Group:
Moderator
Posts:
3,200

Status:


Stupendo! È anche molto elegante. Complimenti Ele.
 
Top
view post Posted on 23/10/2019, 21:41
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
7,515

Status:


Bellissimo Ele! :stuporebello:
Sei diventata molto brava con i banner!
 
Top
view post Posted on 23/10/2019, 21:53
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
7,515

Status:


Posto anch'io il banner per Halloween.

halloween_2019_0

 
Top
view post Posted on 24/10/2019, 08:42
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,394
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Bravissima, Manu, grazie per il sorriso che è subito scaturito spontaneo guardando la tua immagine! :D :D :D
 
Web  Top
view post Posted on 24/10/2019, 09:25
Avatar

GabrixSnape

Group:
Moderator
Posts:
3,200

Status:


Manu, che dire? Davvero divertente e delizioso! :wub:
 
Top
view post Posted on 24/10/2019, 10:00
Avatar

GabrixSnape

Group:
Moderator
Posts:
3,200

Status:


Eccomi, buon Halloween a tutti!


Titolo: ESTASI FATALE - “Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo.”
Autore/data: Gabrix1967 – settembre/ottobre 2019
Beta-reader: Lady Memory
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, drammatico.
Personaggi: Severus, Lily, Minerva, Chips e altri protagonisti della saga di Harry Potter
Pairing: Severus - Lily
Epoca: due anni dopo la Seconda Guerra Magica
Avvertimenti: AU. Qualcuno degli argomenti trattati potrebbe urtare la sensibilità dei lettori.

Riassunto: Severus è sopravvissuto al morso di Nagini e ha accettato di riprendere la cattedra di Pozioni ad Hogwarts. Minerva è la nuova Preside della Scuola di Magia e Stregoneria, dove ormai tutti hanno saputo che Severus non è un traditore ma un eroe. Un tarlo però logora la mente e i nervi di Severus: a cosa serve essere ritornati alla vita se nel suo cuore c’è solo morte, solitudine e disperazione?

Nota 1: L'hogweed è il nome inglese di una pianta urticante molto pericolosa, nota in Italia con il nome di "Panace di Mantegazza o di Mantegazzi o Panace gigante" (Heracleum mantegazzianum Sommier & Levier, 1895) è una pianta della famiglia delle Apiaceae, originaria del Caucaso. Dalle ricerche condotte in rete, ho appreso che fiorisce una sola volta nella vita e ho trovato quest'aspetto molto "romantico" e utile ai fini della storia. Ho utilizzato il nome inglese, perché tanto il nome latino quanto quello italiano erano troppo lunghi, e soprattutto per la straordinaria assonanza con "Hogwarts".

Nota 2: L'utilità della Pietra della Resurrezione nella storia è assorbita dal "Rito Oscuro" che Severus "scopre" durante le sue ricerche notturne. In base a quanto risulta dalle fiabe di Beda Il Bardo, girando tre volte la pietra l'anima evocata torna più come spirito che come persona vivente. A me invece serviva che all'anima interessasse il ritorno e la permanenza nel mondo dei vivi al quale non doveva sentirsi estranea.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, ove presenti, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


ESTASI FATALE
“Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo.”



Da quando era uscito dal profondo stato d’incoscienza in cui il veleno del serpente l’aveva relegato per mesi, il rimorso per la scomparsa prematura di Lily aveva ripreso a tormentarlo, privandolo anche del riposo notturno.
Sempre più spesso si era fatto ospitare dalle fredde e austere pareti del reparto proibito della biblioteca, per compensare con lo studio il vuoto imposto dall’insonnia.
Come professore di Hogwarts, non aveva bisogno di autorizzazioni per la consultazione di quegli oscuri volumi, tuttavia, per evitare sospetti e attenzioni indesiderate, aveva parlato con Madama Pince. Gli sarebbe risultato oltremodo spiacevole dover dare delle spiegazioni, se mai la custode della biblioteca l’avesse trovato immerso nei suoi studi.
Le notti di veglia furono così colmate dalla febbrile ricerca di un modo: IL modo!
Perché, tornato inaspettatamente alla vita grazie anche alle cure della sempre premurosa Chips, Severus aveva appreso dello scontro finale tra il Signore Oscuro e il suo vecchio alunno Potter.
Aveva letto, finalmente e fino in fondo, il piano del vecchio preside. Era vero: il ragazzo doveva morire, ma Albus aveva sempre saputo che per lui quella morte sarebbe stata temporanea, e per garantirgli la totale protezione gli aveva anche consegnato la Pietra della Resurrezione, per quanto non si fosse resa utile a quello scopo.
Già, la Pietra della Resurrezione. Severus vagheggiava da sempre di ritrovarla per riportare in vita Lily. Ora che la speranza si era riaccesa, considerava che probabilmente la cosa non avrebbe mutato i loro rapporti: in passato erano state compiute delle scelte che li avevano condizionati definitivamente. Ma il mago pensava che il ritorno della donna potesse compensare il debito morale che sentiva di avere anche nei confronti di Harry.
Infatti, benché fosse consapevole che Voldemort avrebbe potuto venire a conoscenza della profezia in diversi altri modi, e che a tradire veramente i Potter era stato un loro amico e non lui, Severus non riusciva ad assolversi dalla debolezza di aver ceduto al rancore e di aver utilizzato le informazioni carpite per scopi poco edificanti, quali ottenere credibilità presso il Signore Oscuro o, peggio ancora, per vendicarsi della felicità dalla quale era stato escluso.
Inoltre, c’era un aspetto della questione che aveva preso a considerare osservando, nel corso degli anni di studi, quel giovane studente tanto refrattario alle regole. Benché le sue intemperanze e trasgressioni lo rendessero fastidiosamente simile al padre, il suo senso della giustizia gli ricordava dolorosamente la madre. E questo spingeva il mago a giudicarlo con indulgenza. Anche perché riconosceva che Harry, come lui, non aveva mai avuto il sostegno di una famiglia, e Severus pensava che, per certi aspetti, il ragazzo sembrava accusarsi per le sorti della madre. Così com’era stato per lui, anche Harry mostrava di sopportare il peso del senso di colpa: riportarla indietro avrebbe restituito, almeno a lui, la possibilità di sollevare quel velo dal cuore. Che poi il ritorno di Lily potesse alleviare anche il suo peccato originale era un’eventualità che Severus non osava neppure sperare.


Tuttavia, quando gli narravano l’episodio del ritorno di Harry, tutti i suoi interlocutori sembravano dimenticare il valore inestimabile di quell’oggetto: uno dei doni della morte. Si soffermavano piuttosto sul sentimento prodotto dalla vista del ragazzo esanime, mentre un disperato Hagrid lo sollevava da terra per riportarne le spoglie al castello.
Di certo Severus non era indifferente né estraneo a quei sentimenti: lui per Harry aveva rinunciato alla sua stessa esistenza. Ma nemmeno le sorti della pietra gli erano indifferenti.
Da quel che aveva capito, Potter l’aveva lasciata scivolare via dalla mano in un punto imprecisato della Foresta Proibita.
Perché nessuno l’avesse mai cercata non gli era chiaro, ma il dilemma alimentò il suo proposito.


Sicuramente l’inflessibile e razionale professore di Pozioni di qualche anno prima sarebbe riuscito ad analizzare la situazione con l’attenzione che meritava. Ma Severus non era più quell’uomo, o meglio, non lo era ancora.
Il veleno di Nagini lottava con tutte le sue forze per dominarlo: carico di magia oscura, trovava sempre nuove strade per imporsi sulle pozioni e sugli antidoti che gli venivano somministrati. Severus recuperava lentamente le sue forze, ma dentro di lui, a tratti, avvertiva distintamente la presenza di qualcosa di ostile ed estraneo al suo corpo. Quella forza ostile, di cui non aveva confessato a nessuno la presenza, talvolta lo spaventava, talvolta sembrava indietreggiare davanti agli attacchi della sua coscienza.

*****



Era riuscito a tenere segreti i suoi propositi, e la Foresta Proibita fu quindi il luogo che Severus esplorò con attenzione, appena avuta di nuovo la possibilità di muoversi.
Aveva ormai esaminato ogni centimetro quadrato dei luoghi descritti nei racconti. Aveva utilizzato tutti gli incantesimi di evocazione e rivelazione che conosceva e, quando restavano ormai solo pochi acri da perlustrare, aveva finalmente scorto uno strano baluginio sollevarsi da una siepe di hogweed che era ai suoi piedi. Consapevole delle caratteristiche di quella pianta, il mago provò con ogni incantesimo noto a recuperare la pietra, ma, evidentemente, quella pretendeva un sacrificio.
Allora immerse la mano verso quei tenui bagliori e subito sentì un acuto dolore trapassargli il polso. Incurante e ormai disposto a tutto, Severus continuò ostinatamente nella sua ricerca finché le sue dita si chiusero su un oggetto liscio e pesante. Il mago lo estrasse con mille precauzioni.
Osservò con distacco le lacerazioni e le vesciche che gli ricoprivano la mano e che diffondevano sulla sua pelle, solitamente diafana, un rossore innaturale. Poi, quasi trattenendo il respiro, aprì il palmo e nonostante il bruciore accecante, esultò soddisfatto. L'aveva finalmente trovata: aveva la Pietra della Resurrezione!

Quel pomeriggio però, il ritorno al castello dopo la consueta passeggiata non fu semplice.
Chips, preoccupata e un po' irritata per l'assenza protrattasi oltre il tempo a cui Severus l'aveva abituata, l'attendeva impaziente sul portone.
“Ancora cinque minuti e avrei allertato il ministero,” dichiarò con tono asciutto.
“Non sono più un tuo paziente, e il castello non è Azkaban,” replicò Severus senza neppure fermarsi, seccato per quella invadenza.
“Aspetta un momento!” insistette la curatrice, “Non hai diritto di liquidarmi in questo modo. Sei ancora in convalescenza e la tua salute è una mia responsabilità.”
Ma un tono amichevole aveva sostituito il risentimento che aveva accompagnato la frase d'esordio di quel dialogo. Severus colse quella variazione nella voce della sua vecchia collega e si arrestò, voltandosi a guardarla, nonostante il pensiero principale fosse quello di mettere la pietra al sicuro.
“Vedo che comprendi la situazione,” riprese Chips.
“Ma non la condivido,” rispose il mago con tono risentito. “Sai che non tollero le intromissioni nella mia vita.
“So da quali pensieri tu sia tormentato, Severus: me li hai rivelati involontariamente mentre ti curavo…”
A quella frase, Severus non riuscì a trattenere uno scatto, ma subito si ricompose mentre Poppy, che lo osservava attentamente, proseguiva con calma, “Tuttavia devi aver pazienza, mio caro. Il consiglio di Hogwarts si è assunto la responsabilità di ospitarti per l'ulteriore periodo di riposo assoluto prescritto dai professori del San Mungo, ed invece eccomi qui a nascondere le tue permanenze notturne in biblioteca e a lasciarti uscire per fare gite turistiche nei dintorni di Hogwarts.”
La guaritrice adesso parlava in tono scherzoso, cercando di attenuare il rimprovero e renderlo meno indigesto a quel paziente così speciale. “Che figura farei con i miei colleghi se si scoprisse che al più illustre paziente dell'ospedale è concesso di contravvenire alle cure necessarie per la sua guarigione?” concluse infine con un sorriso, confidando nella comprensione del suo interlocutore.
“Qualcosa non va?” chiese poi, improvvisamente preoccupata, registrando uno spasmo sul volto del mago.
“Nulla,” rispose Severus, che aveva ascoltato il discorso cercando di controllare il dolore derivato dalle infiammazioni sulla sua mano destra, contraendo involontariamente le labbra in una smorfia e nascondendo istintivamente il braccio dietro la schiena.
Ma questa volta Chips fu più veloce. Lo aggirò con tale rapidità che Severus non riuscì ad impedirle di notare il rossore e le vesciche che ormai gli ricoprivano la pelle. Come se il dolore inflitto al suo paziente l'avesse fulminata, la donna guardò turbata il mago.
Quel volto dolente e spigoloso che conosceva da tanto tempo non gli era mai sembrato così sofferente. E non era solo il dolore fisico a trasparire.
Per un istante, a Chips parve di vedere l'anima perduta e sconfitta dell'uomo che ormai tutti consideravano un eroe. Ne fu colpita e spaventata allo stesso tempo.
“Un’incredibile fortuna,” considerò poi, riprendendo il discorso interrotto.
Severus la guardò interrogativo.
“Trovare una pianta di hogweed, e nell'unico periodo della sua fioritura…” spiegò Poppy in tono volutamente leggero. “Immagino tu sappia che fiorisce una sola volta in tutta la sua vita,”.
Poi, osservando i segni evidenti del recente contatto della mano del mago con la pianta, “Non ti chiederò perché tu abbia ritenuto di dover affrontare questo incontro ravvicinato con lei,” proseguì con tono pacato, “Ma permettimi almeno di alleviare i fastidiosi effetti dai quali immagino tu non stia traendo alcun vantaggio,” concluse, porgendo al collega una sottile fiala contenente una sostanza giallognola apparentemente liquida e vischiosa.
Severus accettò quell’inaspettato dono in silenzio, grato della comprensione e dell'aiuto ricevuto da quella donna rigorosa, che aveva imparato a conoscere da tanto tempo. Poi, avendo ormai un’ottima scusa per andarsene, prese commiato da lei e si avviò a passo svelto verso il suo appartamento.

*****



Una volta arrivato, cosparse con abbondante unguento le vesciche sulla mano e sull'avambraccio e sentì immediatamente attenuarsi il bruciore. In quel momento fu colpito da una strana similitudine: come la pianta di hogweed aveva protetto la pietra della risurrezione con i suoi poteri urticanti, rivelando la sua bellezza in quell’unica fioritura che l’avrebbe presto condotta alla morte, così lui aveva protetto, con una maschera di distacco, la profondità del suo sentimento per il suo unico grande amore, offrendo a quell’affetto la sua stessa vita.
Riemergendo da quelle considerazioni, cominciò a misurare con passi impazienti ogni angolo del suo appartamento alla ricerca di un posto sicuro per nascondere il prezioso rinvenimento, e poiché nessuno scaffale, nessun cassetto e nessun fondo di armadio gli sembrarono sufficientemente sicuri, si diresse, quasi senza accorgersene, all'esterno. Avrebbe di certo trovato un rifugio nascosto per il suo tesoro.
Percorse quasi in trance l'intero sotterraneo senza riuscire a decidersi di lasciare la pietra. Allo stesso modo, scartò le opportunità offerte dal primo e dal secondo piano, e anche gli ambienti esterni, che avevano quale ulteriore limite le cause accidentali: niente poteva escludere un ritrovamento o una sottrazione involontaria della pietra, anche da parte di un'inconsapevole animale.
Fu infine il turno del settimo piano, al quale Severus salì con crescente apprensione, giacché aveva mancato di trovare un posto sicuro fino a quel momento e ormai gli ambienti del Castello in cui avrebbe potuto trovarlo cominciavano ad esaurirsi. Fu allora che la vide: la porta di cui fino a quel momento aveva dimenticato l'esistenza. Gli era già apparsa anni prima.
“La Stanza delle Necessità!” esclamò incredulo, varcandone velocemente la soglia.
Non ebbe dubbi quando decise di adagiare la pietra sul fondo di un vecchio calderone bucato, abbandonato accanto al grande camino. Lì di certo non l'avrebbero trovata. Lì sarebbe stata al sicuro, in attesa di essere impiegata.

*****



Le notti di studio e di ricerca proseguirono.
Severus esaminò molti libri sull’argomento. Per ingannare la morte e per sottrarre al suo dominio un'anima era necessario offrirle in cambio un dono dal valore inestimabile; le fonti esaminate lo individuavano nel cuore dell'animale più puro che mai avesse calpestato il suolo terrestre. Solo così la morte avrebbe concesso all’anima reclamata di tornare intatta nel mondo dei vivi. Era noto infatti ciò che era accaduto a Cadmus Peverell, che alla morte aveva consegnato solo la Pietra della Resurrezione. Ciò che gli serviva dunque era il cuore di un unicorno, giacché lui desiderava che Lily tornasse a sentirsi parte del mondo dei vivi e non estranea a questo.
Ma come fare per ottenere un cuore di unicorno? Neppure la cieca determinazione che lo guidava, togliendogli il sonno e il senno, avrebbe mai convinto Severus a macchiarsi ancora le mani con il sangue di creature innocenti.
Fu quando la forza ostile che a tratti fiaccava la sua coscienza venne schiacciata finalmente in fondo al cuore dalla ragione, che un ricordo gli attraversò la mente e, come un lampo nel cielo, illuminò i suoi occhi di nuova speranza.

Il primo anno in cui Potter era arrivato ad Hogwarts, Voldemort aveva tentato di acquistare le forze necessarie per ottenere un nuovo corpo. In quel periodo, per tenersi in vita come un saprofita sulla testa del professor Raptor, aveva ucciso un unicorno, e Albus, prima di seppellirne le spoglie, aveva prelevato quel cuore, simbolo di purezza. Evidentemente, il vecchio preside ne conosceva il valore inestimabile.
Severus stesso, nella sua qualità di professore di pozioni e godendo peraltro della piena fiducia del preside, lo aveva conservato nel suo magazzino personale. Restava solo da vedere se Lumacorno o qualcun altro, durante la sua lunga indisposizione, gli avesse cambiato posto o lo avesse sottratto o utilizzato.
Severus corse al suo magazzino, salì fino al gradino più alto della stretta scala, ed esattamente nel posto in cui ricordava di averlo riposto, quasi otto anni prima, trovò il barattolo che cercava. Ora possedeva anche quel prezioso ingrediente. Avrebbe potuto far ritornare la sua Lily intatta.
Restava solo qualche dettaglio da approfondire.
Per evocare a sé l'anima di Lily, avrebbe dovuto solo recarsi all'Ufficio Misteri presso il Ministero della Magia ed effettuare lo scambio dinanzi all'Arco…
Ora, questo per lui non sarebbe stato un problema, giacché, tornato come eroe e riabilitato agli occhi di tutti, aveva ottenuto l'incredibile privilegio dell’apertura del suo camino alla Metropolvere. Il vero dilemma restava Lily. Avrebbe risposto al suo disperato appello? L'avrebbe seguito, ritornando alla vita? E soprattutto, se avesse accettato di ritornare, l’avrebbe fatto per sempre, come Severus sognava? Sarebbe quindi tornata con lui all’Arco nella notte di Halloween - come prevedeva il secondo passaggio del rito - quando il mondo dei vivi e quello dei morti si confondono allo scoccare della mezzanotte, per farsi rimuovere definitivamente dall’anima il sigillo della morte?
Severus si chiedeva quali chance ci fossero che l'amica, che l’aveva creduto definitivamente perso e malvagio, avrebbe risposto con fiducia al suo richiamo in vita. Sarebbe bastato a convincerla la sola impressione del bene fatto dal suo perduto amico? Tutte le emozioni positive trasmesse a lei attraverso la consapevolezza di Harry, avrebbero potuto scavalcare l’amarezza della delusione per la separazione delle loro strade? Avrebbe mai l'anima di Lily affidato il suo corpo rinato al ragazzo che l'aveva delusa, e che ormai era diventato uomo?
Severus impegnò le sue notti sul finire dell'estate in ulteriori estenuanti studi. Quando il veleno che gli circolava nel sangue prendeva il sopravvento, l’accecamento per il completamento di quella impresa lo pervadeva al punto da non lasciargli dubbi sul suo buon esito. Ma c’erano anche momenti di profonda disperazione, che spesso lo assalivano quando la pozione modificata ingannava la belva oscura che gli aveva permeato il corpo, e la sua mente tornava completamente lucida e razionale.

*****



Fu in una nottata di metà ottobre che Severus infine decise di realizzare l'impresa.
Calcolò tutti i tempi del ritorno e della conferma, perché l’intervallo potesse concludersi nella notte di Halloween. Una strana sensazione di fiducia gli invase il petto e un raro sorriso si disegnò sul suo volto.
Attese quindi che sul castello calasse il silenzio. Poi corse al terzo piano dove la porta della Stanza delle Necessità si rivelò a lui con facilità.
Raggiunse il camino al lato del quale il calderone giaceva con il suo prezioso contenuto. Osservò la pietra sulla quale le luci delle fiaccole disegnavano sottili lingue color fuoco. Sorrise ancora, pensando che presto i suoi piani si sarebbero realizzati e che il momento del ritorno era ormai vicino. Abbandonò la Stanza delle Necessità, corse nel suo appartamento e calzò la tracolla che conteneva il cuore di unicorno. Poi prelevò un mucchietto di Metropolvere e, entrato nel camino, lo scagliò al suolo, scandendo distintamente: “Ministero della Magia”.
In poco tempo fu nell'Ufficio Misteri. Si avvicinò all'Arco, dal quale numerose voci sussurravano frasi indistinte. Si mise a sedere sul gradino più prossimo all'Arco. Estrasse dalla borsa il barattolo con il cuore di unicorno e lo posò alla sua sinistra. Affondò la mano nella tasca destra del mantello e strinse forte la Pietra della Resurrezione. Ebbe un fremito di paura mentre il dubbio di aver commesso qualche errore gli percorreva la mente. Lo ricacciò in fondo al cuore e dette inizio al rito, invocando l'anima di Lily e annunciando alla morte la presenza dei doni attesi. Proseguì recitando le formule che aveva imparato a memoria e, quando ebbe terminato, prelevò dal barattolo il cuore di unicorno e lasciò che passasse al di là di quello spesso velo grigio che ondeggiava nel mezzo dell'Arco. Vide il cuore ondeggiare a sua volta, scolorire e sparire in quella fitta nebbia. Osservò ancora una volta la pietra e la posò nel mezzo dell'Arco, tra il regno dei vivi e il regno dei morti. Ecco: la prima parte del rito era stata completata. Ora doveva solo attendere che Lilly venisse a prelevare la pietra per consegnarla in pegno alla morte.
Tuttavia, nessuno dei volumi esaminati chiariva quanto tempo sarebbe intercorso tra il completamento del rito e il ritorno dell'anima.
Amareggiato per la mancata istantanea apparizione, Severus tentò di rassicurarsi.

Attese più di un’ora, la mente appannata dalla smania di riscatto agli occhi dell’unico essere umano per il quale il suo cambiamento poteva davvero avere un significato, l’udito attento a distinguere tra tutti quei sussurri la voce di Lily. Ma lei non arrivò. Allungò anche una mano verso il velo, quasi toccando lo spesso vapore grigiastro, sperando di poter incontrare qualcosa da afferrare e tirare a sé. Ma la sua mano percepì solo un’intensa sensazione di freddo e di vuoto.

Stremato dall’attesa, Severus si sentì improvvisamente ridicolo. La sua mente tornò fredda e razionale e lui, che aveva ingannato quello che si considerava il più grande mago di tutti i tempi, rise di se stesso e delle sue ingenue aspettative. La maschera distaccata e impassibile che l'aveva sempre separato dal mondo tornò a plasmare i tratti del suo volto, fino a quel momento addolciti dall'aspettativa di un sentimento finalmente condiviso.
“La mia ambizione mi ha tradito ancora una volta,” esclamò, rialzandosi con un ghigno di scherno. Impugnò quindi la pietra e la scagliò con forza oltre l'Arco, oltre il velo grigio.
“Nessuno può ingannare la morte!” ringhiò. “Nemmeno se a guidarlo è l'amore,” sussurrò amaramente a mezza voce, tornando sui suoi passi.

*****



Nel suo appartamento, avvelenato dal fallimento, mai come in quel momento sentì di odiare tutti quelli che si erano prodigati per salvarlo. Quanto sarebbe stata più dolce la morte di quell’ulteriore condanna alla solitudine.
Sprofondò nella poltrona davanti al camino e si versò del whisky incendiario nel bicchiere squadrato e pesante che era nel vassoio. Il liquido gli irradiò immediatamente un insopportabile calore nel petto. Digrignò i denti e mandò giù un altro sorso.

L'orologio della torre battè cinque rintocchi e per la prima volta in quella nottata, Severus, socchiuse gli occhi per qualche istante. Li riaprì, ricacciando indietro la delusione che lo faceva sentire vulnerabile e fissò con espressione stanca le fiamme del camino che si riflettevano nelle sue iridi nere. Un sorso ancora, a rinnovare il bruciore che sentiva nel petto, e poi una luce verde e accecante si sollevò dalla legna accesa.

Saltò in piedi sconcertato, puntando la bacchetta verso quei bagliori improvvisi, ma, prima di riuscire a pronunciare qualsiasi incantesimo di difesa, la luce si attenuò, rivelando ai suoi occhi… Lily!

“Non hai avuto pazienza, questa volta,” disse la donna, avanzando sinuosamente verso di lui e guardandolo fisso negli occhi. “Proprio tu che conosci il valore della perseveranza,” gli sussurrò all'orecchio, scompigliandogli leggermente i capelli.
“Lily” esclamò Severus, riprendendo fiato. “Come sei arrivata qui?” chiese sconvolto.
“Ho seguito le tue tracce magiche,” rispose lei con semplicità. “Ma non credevo di turbarti tanto! Pensavo che saresti stato più contento di vedermi,” aggiunse laconica.
“Lo sono,” replicò il mago, ancora turbato, “ma non capisco …” sussurrò a mezza voce.
“Non mi dire che ancora una volta non hai calcolato fino in fondo le conseguenze delle tue azioni?” chiese la giovane strega con un guizzo di sfida nello sguardo.
“E tu sei qui a riprova di questo?” replicò Severus respirando a fatica.
“È davvero un progetto ambizioso quello di riportare in vita qualcuno che l'ha abbandonata da più di diciotto anni,” osservò la nuova arrivata, guardandosi intorno. “Ma l'ambizione è sempre stata il tuo motore principale, vero, Sev?” gli chiese a bruciapelo.
“Lily,” esalò il mago senza comprendere fino in fondo quali fossero le intenzioni della sua interlocutrice.
“Ti ho osservato molto, sai?” riprese lei. “Ho sentito il sottile brivido di piacere che ti percorreva dinanzi al pericolo. Ti ho visto gioire ad ogni sfida vinta contro il Signore Oscuro,” dichiarò, scrutandolo con i suoi occhi verdi, freddi e determinati come quando aveva rifiutato le scuse del suo amico. “Come ci si sente a sfidare la morte e vincere?” chiese sprezzante.
Severus scosse leggermente il capo e provò a rispondere. Ma Lily non gli dette il tempo di dire neppure una parola, e con uno sconcertante cambio di umore considerò, rivolgendogli uno sguardo infantilmente risentito, “Non mi hai ancora detto niente di carino da quando sono arrivata; è strano, visto che mi hai tenuta legata a te per tutti questi anni.”
L'idea che Lily avesse sentito quanto grande fosse il suo desiderio di tenerla con sé lo confuse ulteriormente.
“Volevo che tu sapessi che avevo capito ciò che cercavi di dirmi,” rispose a mezza voce. “Ma anche che ho provato a rimediare ai miei errori con tutte le mie forze,” aggiunse con tono determinato, e i suoi occhi neri e profondi costrinsero la strega a distogliere lo sguardo.
“E James?” chiese lei, tornando a guardarlo con aria di sfida.
“James cosa?” domandò Severus infastidito.
“A lui non devi chiedere scusa?” insisté la donna.
“Penso di averlo già fatto con tutta la mia vita,” replicò il mago seccamente.
“Non cambierà mai niente tra voi?” domandò la strega con un misto di rassegnazione e rimprovero.
“Ha sempre avuto tutto ciò che ha voluto, e non si è certo preoccupato di toglierlo ad altri!” insorse Severus visibilmente alterato.
“Severus, James è morto, e non è lui ad essersi messo tra noi: sono stati la tua ambizione e il tuo rancore a separarci!” sbottò la strega esasperata. “E vedo che diciotto anni non ti sono stati sufficienti a comprenderlo,” considerò delusa.
“Ti amavo e avevo bisogno di te,” protestò il mago, “e tu mi hai voltato le spalle per seguire proprio lui che mi ha perseguitato per tutti gli anni di studi,” affermò risentito. E ogni parola era un macigno sul suo cuore.
“Amavo James e avevo paura di te!” dichiarò Lily con sguardo triste. “Era proprio il tuo attaccamento morboso a spaventarmi,” ribadì. “James no, lui sapeva farmi sentire importante, ma sapeva anche camminare da solo. Desideravo sentirmi amata, ma non indispensabile. Eravamo giovani, troppo giovani!” Lily tirò fuori quel fiume di parole con incomprensibile rabbia.
“Hai fatto ciò che hai ritenuto meglio per te, perché questo rancore?” chiese Severus incredulo.
“Perché spaventandomi non mi hai permesso di scegliere davvero,” sussurrò Lily a mezza voce, avvicinandosi al mago. “Ciò che sei diventato, cercando disperatamente di rimediare alla mia morte, era ciò che speravo tu avessi la forza di mostrarmi di te ai tempi degli studi,” aggiunse, guardando Severus con aria di rimprovero, ma avvicinandosi a lui fino a sentire il respiro tiepido del mago come una carezza sul volto.
“Non valevo una contesa?” gli chiese poi, sfiorandogli il viso.

I due si trovarono così l'uno di fronte all'altro. Severus provò una vertigine indescrivibile, come se il desiderio, la disperazione e il piacere si fossero mescolati all'improvviso nel suo petto.
“Non ho mai pensato di poter competere con James,” rispose senza fiato.
“Solo studi e pozioni: non hai mai avuto molta fantasia,” lo canzonò Lily prima di posare le sue labbra su quelle del mago.
“Lily,” ebbe il tempo di esclamare incredulo Severus, annegando nel liquido sguardo della strega e in un'estasi che non avrebbe mai creduto possibile.

*****



Sì risvegliò di soprassalto che il sole era già alto nel cielo. La schiena nuda di Lily schiacciata contro il suo petto, il volto affondato nei capelli rossi e profumati dell'amata. Lei percepì il suo fremito e si voltò a baciarlo. “Non sei contento di avermi qui con te?” gli chiese con una luce maliziosa negli occhi.
“Immensamente,” sussurrò Severus. “Ma ora cosa facciamo?” chiese, non nascondendo un’aria preoccupata.
“Raccontiamo al mondo del nostro amore,” esclamò Lily scoppiando in una risata divertita.
“Tu non capisci,” il mago la interruppe. “Sei morta da oltre diciotto anni… come spiegheremo a tutti il tuo ritorno? E Harry, a lui non pensi?” le chiese sgomento.
“Diremo a tutti che il mago più brillante di tutti i tempi ha trovato il modo di ingannare la morte,” rispose la strega in tono mellifluo. “Quanto a Harry, immagino che sarà felice di incontrare la donna che ha sacrificato la sua vita per lui,” esclamò.
“Lily, Harry è tuo figlio ed è vissuto con il peso della tua assenza,” considerò Severus, sorpreso da quella reazione così inaspettatamente superficiale.
“Bene, adesso può abbandonare quel peso: sua madre è tornata!” esclamò con enfasi la donna.
“Ed è l'amante del professore che ha più detestato per buona parte della sua esistenza,” ringhiò il mago, sconcertato da quell’atteggiamento.
“Ma lui deve la sua vita anche a te,” lo contraddisse la strega.
“Questa è una storia diversa... io non sono James!” sbottò Severus disperato.
“No, non lo sei,” rispose Lily, “ma questo non deve interessarlo,” sussurrò, sfiorando con le labbra l'orecchio del mago e, stringendosi a lui, lo baciò con passione, riaccendendo il suo desiderio.

… … …

Quando, ebbro d'amore, si voltò sulla schiena a guardare il soffitto, Severus si rese conto che anche l'ora di pranzo era passata e che il momento del confronto con i suoi colleghi sarebbe presto giunto. O forse no. Forse sarebbe stato meglio ragionare bene su come diffondere quella notizia.
“Lily, ho bisogno di tempo; abbiamo bisogno di tempo!" esclamò, riemergendo dai suoi pensieri.
“Per cosa?” chiese lei distrattamente, giocherellando con una ciocca di capelli.
“Per trovare il modo migliore di informare gli altri del tuo ritorno,” replicò Severus in difficoltà.
“E cosa dovrei fare io nel frattempo? Vuoi confinarmi nella Foresta Proibita?” domandò la strega con aria risentita.
“Pensavo alla mia casa di Spinner's End,” rispose il mago incerto.
“Va bene, ti darò del tempo,” concesse la strega. Poi, con un sorriso ammiccante, si sollevò dal cuscino e osservò il suo interlocutore dall'alto. Gli occhi verdi e limpidi in quelli neri profondi del mago, i lunghi capelli rossi leggermente spettinati dal cuscino.
“Solo promettimi che verrai spesso a trovarmi,” disse mentre si abbassava verso di lui per baciarlo.
“Certo che verrò da te,” replicò il mago, accarezzandole il volto e i capelli. “Ma ora devo andare, e anche tu!” esclamò con tono dispiaciuto allontanandosi dal letto.

Si vestirono in silenzio. Severus osservò Lily di spalle. La pelle giovane e levigata della schiena della strega, gli ricordò che ora lui aveva quasi il doppio dell’età di lei.
“Aspetta, ti aiuto io,” esclamò il mago vedendola armeggiare con i bottoncini del vestito.
“Tu preoccupati di sbottonarli quando verrai a trovarmi,” gli rispose la strega, bloccando le mani grandi dell’uomo tra le sue e guidandole verso le labbra per baciarle.
“Lily, ti prego, non ora!” supplicò Severus.
“Non hai già atteso troppo?” domandò la strega con un sorriso ammiccante che il mago non riuscì a ignorare, cedendo ancora una volta al suo desiderio.

… ... ...

Severus si risollevò dal letto che il cuore gli batteva ancora forte nel petto. “Ora va,” mormorò ricomponendosi.
“Va bene,” concesse la strega appagata, “ma non tardare, ti aspetto dopo cena.”

*****



Trascorse una settimana. Il rapimento del cuore e della carne si stemperava nell'incapacità di concentrarsi opportunamente sul da farsi. Come dire agli altri ciò che stava accadendo e come nasconderglielo ancora?
Severus si sentiva pedinato, osservato, spiato.

“Hai una luce strana negli occhi,” gli disse una sera la preside mentre lui abbandonava la sala grande dopo cena. “Si direbbe uno stato di esaltazione febbrile,” considerò indecisa.
Severus la guardò con espressione gelida. Non aveva voglia di affrontare quella discussione e sognava solo di ritrovarsi al più presto tra le braccia di Lily.

“Quando potremo uscire allo scoperto?” gli chiese la giovane strega quella stessa sera, risollevando il viso dal petto del mago. I suoi capelli gli sfiorarono leggermente la pelle, riaccendendolo di desiderio.
Severus sembrò ridestarsi da un sogno. “Con quale malia mi tieni avvinto a te?” sussurrò involontariamente, perso nello sguardo trasparente della donna.
Lily lo guardò con un sorriso appena accennato sulle labbra. “Malia?” chiese maliziosamente. Poi appoggiò la fronte sul petto del mago e cominciò a baciarlo, scendendo sempre più in basso.
“Ti prego, no!” gemette Severus, sentendo le labbra della donna che gli sfioravano delicatamente la pelle. Ma la sua incerta resistenza si piegò ancora una volta all'estasi.

Si rialzò spossato. Lily dormiva. Aveva già preso la pozione anti veleno? E il giorno prima? Si chiese sgomento. Una violenta vertigine lo fece adagiare sulla poltrona. Portò le mani al volto quasi che così potesse bloccare il mondo che gli vorticava intorno. Quando si sentì meglio, le lasciò scivolare via dal viso e riaprì gli occhi.

Lily era seduta sul letto e lo stava osservando.
Parve a Severus che quegli occhi, a lui così familiari, fossero distanti e ostili oltre che estranei, e gli sembrò di scorgervi uno strano bagliore. Ma fu solo un attimo, un terribile eterno attimo prima che la strega gli sorridesse e corresse a inginocchiarsi davanti a lui. “Mi hai spaventata,” gli sussurrò, prendendo le mani del mago tra le sue.
“Non è niente,” la rassicurò Severus. “Sono ancora un po' debole a causa del veleno,” aggiunse, rimettendosi in piedi. Lily lo osservò rivestirsi in silenzio. “Quando ritornerai?” gli chiese, vedendolo indossare il lungo mantello nero.
“Appena possibile,” rispose il mago, baciandole delicatamente la fronte mentre si scioglieva dall'abbraccio della donna amata.

*****



Una volta rientrato al castello, il mago si recò subito in infermeria: era ormai qualche giorno che mancava ai controlli. Madama Chips stava porgendo ad uno studente con la faccia butterata una pozione Curabolle.
“Per la barba di Merlino, sei in uno stato terribile!” esclamò, vedendolo entrare. “Cosa ti è successo? Hai preso le pozioni prescritte?” lo incalzò senza dargli il tempo di rispondere e osservandolo impaziente.
Se possibile, le appariva ancora più magro dell’ultima volta che l’aveva incontrato. Aveva negli occhi, infossati e sfuggenti, una luce malata: un misto tra esaltazione, insonnia e preoccupazione.
“Da quanti giorni non prendi le tue medicine?” gli chiese con tono professionale la Medimago, cercando di nascondere il disappunto.
“Due giorni, forse tre,” ammise Severus con voce piatta.
“E cosa ti ha trattenuto dal farlo?” lo pressò la strega. E questa volta, la sua voce suonava autoritaria.
Severus distolse lo sguardo e si avviò verso la postazione in cui solitamente Chips lo visitava, con fare conclusivo.
“Cosa ti rende così inqueto e sfuggente?” chiese la Medimago contrariata, pensando di intuire le cause di quel comportamento. “Il passato continua a perseguitarti?” domandò.
Il mago rimase muto e il silenzio dell’infermeria si caricò di tensione mentre la Guaritrice osservava il suo paziente con sguardo fermo. Mai fino allora Poppy era stata così diretta, mai le sue parole gli avevano inciso così profondamente l’anima.
Severus era davvero stremato. La sospensione delle cure aveva consentito al veleno del serpente di farsi strada nel suo organismo, e i pasti disordinati di certo non lo aiutavano a ritrovare le forze. Chips si accorse che il paziente aveva difficoltà nel concentrarsi e che i suoi muscoli erano costantemente contratti.
“Non vuoi proprio dirmi dove sei stato?” gli chiese, tornando al tono amichevole che sempre aveva usato con quel paziente così particolare.
“Non chiedermelo; non posso dirtelo e non voglio mentirti,” mormorò ostinato il mago.
Poppy gli prese le mani con troppa forza e determinazione perché potesse sfuggirle. “Sai che puoi contare su di me, vero?” gli domandò.
Severus abbassò lo sguardo.
“Guardami, Severus!” gli intimò la strega. “Promettimi che per nessuna persona o ragione dimenticherai ciò che sei e sei sempre stato!”
“Un malvagio perdente, odiato e temuto da tutti?” sibilò il mago, liberandosi con uno scatto dalla presa di Chips. Ora, risollevato il volto, le stava rivolgendo uno sguardo malevolo, reso più intenso da una smorfia di disgusto.
“No, no, no, testardo ragazzo: l’uomo più coraggioso e devoto che io abbia mai conosciuto!” esclamò allora lei, esasperata, voltandosi di spalle.

Severus a quelle parole sembrò risvegliarsi dopo un lungo sonno. Osservò le spalle incurvate della paziente Guaritrice. Immaginava potesse piangere. Di sicuro, il suo comportamento l’aveva ferita.
“Me ne ricorderò,” sussurrò al suo orecchio, posandole una mano sulla spalla. Lei chinò leggermente il capo fino a sfiorare con la guancia la mano dell’uomo, ma non si voltò né aggiunse altro.
Il mago abbandonò l’infermeria diretto al suo appartamento. Aveva bisogno di pensare. Aveva bisogno di valutare il da farsi e non c’era più molto tempo.

*****



“Cosa ho fatto?” si chiese Severus, fissando il fuoco nel camino. “Come ho potuto abbandonarmi così al desiderio?” sussurrò, incapace di darsi una risposta.

L’effetto delle pozioni antiveleno appena assunte gli aveva restituito una lucidità che gli sembrò di aver perso da troppo tempo.
Corse alla sua scrivania. I testi sottratti al reparto proibito erano ancora lì. Si affrettò a riesaminarli. Sperava di poter trovare la risposta che cercava: il modo per restituire l’anima che aveva richiamato al mondo al quale apparteneva da quasi vent’anni.
Frustrato, abbandonò la scrivania e andò a sprofondarsi nella poltrona di fronte al camino. Non c’era tanto tempo, e non poteva sottrarsi alla cena di quella sera, perché sarebbero corsi subito a cercarlo. E poi doveva rientrare alla casa di Spinner’s End, dove Lily lo attendeva impazientemente.
Come dilazionare ancora al mondo magico la notizia del ritorno della donna dall’oltretomba? Come ritardare senza insospettire la sua ospite? Ora che non era sotto il potere della strega, Severus avvertiva in quella presenza qualcosa di malvagio, qualcosa di oscuro di cui non riusciva a capacitarsi. Scosse il capo.
Come poteva esserci qualcosa di maligno in Lily?” pensò con orrore per aver potuto anche solo concepire una simile idea. Ma lo sguardo della giovane strega degli ultimi giorni gli trafisse il cuore. Avvertiva, nei bagliori color smeraldo che lo avevano inseguito per anni nei sogni, una luce diversa. Per quanto dovesse ammettere che Lily aveva smesso di guardarlo con affetto già dal terzo anno e che fosse poi diventata la donna di un altro, non ricordava in quegli occhi una luce così ostile, neppure nel periodo in cui l’aveva oltraggiata con la terribile offesa.

C’era poi l’altro aspetto, quello che lo tormentava dalla rinascita della strega. Ai suoi occhi Lily era sempre apparsa come una bambina e una ragazza bellissima. Aveva collezionato ogni ricordo degli attimi trascorsi insieme. Gli insperati contatti, l’odore della sua pelle e dei suoi capelli, il desiderio ricacciato nel petto ogni volta che lei gli si avvicinava. Ma anche quando era adolescente, era riuscito sempre a controllare la smania di averla. Come poteva essere diventato così irresponsabile da sottrarsi ai suoi doveri di professore e membro della comunità magica solo per possederla?

L’immagine dei capelli di Lily sul suo petto nudo lo fece rabbrividire. Il dolore di non poterla stringere in quel momento, lì tra le sue braccia, lo rattristò. Poi un’ombra gli attraversò la mente: un disegno. Una specie di colluttazione a ridosso dell’Arco. Annaspò nella sua memoria alla ricerca dell’origine di quel ricordo, e lo sforzo fu premiato.

Corse di nuovo alla sua scrivania e cercò uno dei volumi consultati per far ritornare Lily.
Inizialmente pensò si trattasse del volumetto senza copertina. Ma scavò ancora nella sua memoria e finalmente ricordò. Afferrò il volume con la copertina blu notte, lo sfogliò con apprensione e infine lo vide: il disegno che gli era tornato in mente era lì.
L’ammonimento era chiaro: al manifestarsi di alterazioni caratteriali, qualora la “conferma” fosse già avvenuta e la morte avesse già rimosso il suo sigillo dall’anima ritornata alla vita, era necessario eliminare il soggetto prima che la sua presenza maligna potesse infettare i viventi. Sapeva bene che non avrebbe mai potuto convincere Lily a rinunciare nuovamente alla vita. Ma in quel caso, c’era un’unica soluzione: avrebbe dovuto trovare la forza di… ucciderla!
Severus si sentì improvvisamente privo di forze. Come avrebbe potuto uccidere la sua Lily, ora che l’aveva ritrovata? Si lasciò cadere in ginocchio davanti alla scrivania, affondò la faccia tra le mani e pianse come non aveva più fatto da tempo.
La capacità seduttiva di Lily poteva considerarsi un’alterazione caratteriale? In fondo, cosa ne sapeva lui di quell’aspetto del carattere di Lily? si chiese, tentando di ricacciare indietro quel terribile dilemma.
Ma, se anche quei pensieri non fossero stati sufficienti a far maturare in lui il proposito di correre ai ripari, c’era il fatto che Lily, in quasi due settimane di permanenza sulla terra dopo il suo ritorno, non gli aveva fatto nessuna pressione per riabbracciare Harry. Com’era possibile che quella donna, capace di rinunciare alla sua stessa vita per suo figlio, ora non insistesse per incontrarlo di nuovo?
Ha paura di turbarlo, si rispose, scuotendo il capo. Ma ancora gli tornarono in mente gli sguardi della donna. No, non era solo desiderio quello che lui riusciva a leggere in quegli occhi quando lei lo baciava, quando lo cercava per irretire i suoi sensi. C’era dell’altro. C’era un senso di rivalsa e possesso, che non è di chi ama, ma di chi domina. Severus percepiva il sottile piacere che le derivava dal vederlo piegarsi al suo volere.
Sentiva di essere completamente succube di lei e leggeva sul suo viso l’espressione soddisfatta e il sorriso crudele di chi sa di aver vinto. Per tutta la vita aveva avuto il pieno controllo del suo corpo e della sua mente e mai, prima di quegli avvenimenti, avrebbe pensato di potersi ritrovare così perso in un oceano di emozioni contrastanti, al tempo stesso temute e anelate.
Chi, o ancora peggio, cosa si celava nell’anima di quella donna tanto amata? Quale forza oscura, quale oscuro potere aveva evocato con lei dall’oltretomba?
Si sollevò barcollando. L’ora di cena era giunta. Non aveva appetito, ma si diresse con passo incerto verso la Sala Grande.

*****



Si sentì spiato e osservato per tutta la cena.
Avvertiva distintamente gli sguardi interrogativi dei suoi colleghi e si chiedeva se quelle sensazioni dipendessero piuttosto dalla sua debolezza e ossessione.
Tornato nel suo appartamento, Severus assunse un’altra dose di pozione rinvigorente, ne mise qualche boccetta nella tracolla ed entrò nel camino con una buona presa di Metropolvere.

Quando si materializzò nella casa di Spinner’s End con un’espressione determinata dipinta sul volto, si stupì del silenzio innaturale che vi regnava.
Abbandonò la tracolla sul tavolo.
“Lily?” chiamò con voce incerta, senza avere risposta. Corse ad esaminare ogni ambiente della casa con ansia crescente e con la speranza di trovarla nella stanza accanto. E più desiderava rivederla e riabbracciarla, più il suo cuore gli suggeriva che qualcosa di spiacevole fosse successo durante la sua, sia pur breve, assenza. Fuggita, scoperta, morta? Le ipotesi si affastellavano nella sua mente insieme alle immagini del corpo senza vita dell’amata, e lo attiravano in una voragine di disperazione. E se invece il lato oscuro della nuova Lily avesse schiacciato ogni traccia e ricordo della vecchia anima?

Il pensiero lo atterrì. Come aveva potuto essere così cieco? Come si era illuso di poter ingannare la morte? Tutto il dolore di un tempo, i rimpianti e i rimorsi erano lì a tormentarlo ancora, mentre era incapace di trovare in sé anche solo gli ultimi riflessi della scintilla che aveva acceso le sue speranze.
Perché non aveva cercato l’aiuto dei suoi colleghi? Perché non aveva fatto comprendere loro la gravità della situazione? Pensava davvero di poter contrastare, da solo e nelle condizioni fisiche in cui era, quell’anima “ritornata” e il suo carico di oscurità?
Si affacciò con angoscia nel cortile interno della casa, ormai convinto di dover ritornare ad Hogwarts per dare l’allarme. Lily era lì. Addormentata sul vecchio dondolo che era stato di mamma Eileen, con una copertina logora sulle gambe e un libro in grembo. Resi ancora più dolci dal sonno, i bei tratti del viso risaltavano nella cornice dei lunghi capelli rossi. Severus si bloccò sulla soglia a guardare incantato quella scena. In quel momento Lily aprì gli occhi, e, ancora intorpidita dal sonno, pronunciò il nome di lui.
“Credevo che non saresti più tornato,” disse poi, appoggiando il libro e la coperta sul dondolo. E, avanzando verso il mago, “Ho temuto che non mi amassi più,” mormorò, stringendosi forte a lui.
Se quello era un sogno, Severus non voleva svegliarsi. Ricambiò quell’abbraccio con disperazione. Affondò il volto nei capelli profumati della donna mentre le lacrime gli rigavano le guance, benché tentasse di bloccarle.
“Perché piangi?” gli chiese Lily guardandolo dal basso? “Ci hai ripensato? Non vuoi più suggellare con la morte il patto che mi riguarda?” gli domandò a bruciapelo, e di nuovo quel tono sospettoso, velatamente minaccioso, gli strinse il cuore in una morsa di paura.
Severus scosse il capo. “Mi sei mancata,” disse, stringendola forte a sé. E mentre la ragione continuava a suggerirgli cosa fare, prese per mano la strega e la portò in casa. “Nemmeno per un istante ho pensato di potermi separare di nuovo da te!” sussurrò.
Lily lo guardò con una luce strana negli occhi. Come se la tenerezza fino a quel momento espressa da ogni fibra del suo essere fosse stata ricacciata via, come se un’altra essenza avesse preso possesso del suo corpo.
“Quindi la notte di Halloween confermeremo alla morte il mio ritorno?” chiese con impazienza.
“Sono tornato per questo,” confermò il mago: la sua voce aveva assunto un tono piatto e metallico.
Lily sollevò il viso verso quello di Severus. Gli sfiorò le labbra con i polpastrelli della mano destra, mentre con la sinistra affondata nei capelli dell’uomo gli accarezzava la testa.
“Baciami!” gli intimò.
Il mago la osservò, interdetto da tanta sfrontatezza. Ma quella donna, che aveva sempre desiderato, non gli permetteva di essere lucido quanto la situazione avrebbe richiesto. Obbedì al comando. Posò le labbra su quelle della strega, inspirandone il respiro infiammato dal desiderio. Compresse il corpo contro quello di lei, cercando di non cedere alla disperata voglia di possederla ancora, ma si accorse che ogni istante passato accanto a Lily privava la sua coscienza della volontà di opporsi ai suoi impulsi e ai suoi sentimenti.

… … …

Si ritrovò accaldato e spossato sul letto. L’odore del sesso ancora nelle narici, il sapore della sua donna sulle labbra. Lei sembrò cogliere quel nuovo afflusso di coscienza.
“Lo sai che giorno è oggi?” gli chiese.
Severus le rivolse uno sguardo interrogativo.
“È il trenta ottobre!” rispose Lily con soddisfazione. “Domani a mezzanotte, tutto questo sarà per sempre!” esclamò compiaciuta.
Severus socchiuse gli occhi. Mancava ancora un giorno prima di poter porre rimedio a quella situazione.

*****



L’alba del trentuno li colse abbracciati nel letto della camera che era stata dei suoi genitori. Severus avvertì il respiro profondo della sua donna sul petto: dormiva ancora.
Che Lily bramasse confermare il suo ritorno era fin troppo evidente. Quanto avrebbe desiderato gridare ai quattro venti che era tornata per lui… ma era dilaniato dal dubbio che qualcosa fosse andato storto, e più provava ad analizzare quella situazione, più il dubbio diveniva consapevolezza e la consapevolezza necessità: necessità di porre rimedio all’errore commesso. Se errore poteva considerarsi lo stringere tra le braccia l’amore della sua vita. Strinse gli occhi, quasi a voler cancellare anche solo l’idea di ciò che ormai considerava inevitabile: restituire all’oltretomba l’anima della donna che amava.
Avrebbero dovuto attendere la mezzanotte ai piedi dell’Arco; nel momento in cui le barriere tra i vivi e i morti si sarebbero annullate, e tutte le leggi fisiche conosciute sarebbero state sovvertite, Severus avrebbe pareggiato i conti con la morte. Accarezzò delicatamente i capelli della donna.
Quante volte aveva desiderato farlo in passato, e ora che aveva tutto ciò che aveva sempre sognato, sapeva di dovervi rinunciare. Il pensiero lo turbò. Strinse involontariamente la mano appoggiata alla testa della strega, serrando con forza una ciocca di capelli. Forse fu quello, o forse il singhiozzo soffocato che non riuscì a trattenere, la causa del risveglio di Lily.
“Già sveglio, Sev?” chiese la donna, strofinando la guancia sul petto del mago.
“Sì,” rispose lui, stringendola a sé.
La strega si voltò e, appoggiatasi ai gomiti, lo guardò divertita.
“Facciamo un gioco?” propose ammiccante. “Sfidiamoci sugli ingredienti delle pozioni, chi perde paga pegno!” disse sorridendo.
“Non ho voglia di giocare,” le rispose Severus mettendosi a sedere, con i piedi sul pavimento, già pronto ad allontanarsi.
“Sai di non potermi battere, vero? Il professor Lumacorno lo diceva che ero io la sua migliore allieva!” lo incalzò Lily, buttandogli le mani al collo e affacciandosi dalla sua spalla per osservare l’effetto delle sue parole sul volto del mago.
“Lumacorno ha avuto modo di ricredersi!” replicò secco Severus.
“Solo perché io ero morta!” sibilò Lily dopo una breve pausa.
Severus avvertì una fitta fortissima al petto. Se uno Schiantesimo lo avesse colpito in quel momento, non avrebbe provato lo stesso dolore. Portò una mano verso le braccia di Lily per liberarsi dalla sua stretta, poi muto si sollevò dal letto e sparì nel bagno.

*****



Al riparo dell’influenza della donna si spogliò ed aprì il rubinetto della doccia. L’acqua cominciò a cadere dal soffione. Il mago si posizionò sotto il getto caldo con il volto rivolto verso l’alto, e l’acqua portò via le sue lacrime e zittì i suoi pensieri.
“Non volevo ferirti.”
La voce di Lily s’impose sul rumore dell’acqua mentre il suo corpo scivolava verso quello del mago.
“Non devi farlo,” gemette Severus mentre le mani della strega gli accarezzavano delicatamente il petto, e gli scivolavano verso il ventre.
“Non lo faccio perché devo, ma perché lo desidero,” precisò la strega, osservando sul viso dell’uomo l’effetto prodotto dalle sue attenzioni.

… … …

Era passato mezzogiorno quando, con i capelli ancora bagnati, si alzarono dal letto sul quale avevano fatto per tante ore l’amore.
“Ho voglia di intagliare una zucca,” esclamò Lily con voce querula.
“Vado a prenderne una al mercato, se ti fa piacere,” rispose Severus, accarezzandole delicatamente il viso.
“Compra anche qualcosa per il pranzo,” disse Lily mentre si pettinava, e già sembrava essersi dimenticata di lui.
Severus si aggirò per le strade di Spinner’s End come un fantasma. Rimaneva ormai così poco tempo per completare la sua missione: già, una nuova missione! Sorrise amaro all’idea mentre la sensazione dei baci della strega gli bruciava ancora la pelle.

Rientrò a casa dopo un’ora. Lily gli corse incontro con un entusiasmo infantile che gli fece dimenticare tutti i dubbi che lo avevano condotto sul baratro, poi prese il voluminoso sacchetto di carta dalle mani del mago e corse a poggiarlo sul tavolo. Lo aprì e ne tirò fuori il contenuto. Una grossa zucca dai contorni regolari di un magnifico arancio acceso. “È la più bella zucca che io abbia mai visto!” dichiarò, sorridendo e sollevandola verso l’alto per osservarla in tutta la sua magnificenza.

Alle otto di sera, la zucca, illuminata nel suo interno da un grosso cero, fu posizionata fuori dalla porta. Lily trascinò con sé Severus sul lato opposto della strada per apprezzarla.
“Ha un’espressione davvero spaventosa,” affermò soddisfatta. Poi si voltò da una parte all’altra della strada. Nella sera carica di bruma, ogni abitazione aveva la sua zucca di Halloween che riemergeva dai vapori della strada come in un sogno.
“Portami in casa,” lo pregò la strega. “Ho freddo!” aggiunse, prendendolo per mano.
Una volta dentro, Lily abbracciò il mago e lo baciò.
“Promettimi che non mi lascerai mai!” gli sussurrò in un orecchio.
“Dove sarai tu, sarò anch’io,” promise Severus, stringendo la donna tra le sue braccia.

*****



Erano ormai le undici e mezza quando, in silenzio, borsa a tracolla, Severus svegliò Lily che si era assopita sulla sedia a dondolo davanti al camino. “È ora di andare,” le disse, accennando un leggero sorriso. Impugnò quindi una manciata di Metropolvere, e tenendo per mano la sua donna, dichiarò: “Ministero della Magia!”.
Arrivarono all’Ufficio Misteri e osservarono l’Arco. Negli occhi verdi di Lily avvampò una luce impaziente che subito si spense mentre lei si girava a contemplare il mago con aria compiaciuta.
Si sedettero sull’ultimo gradino della scalinata, a ridosso dell’arco in attesa della mezzanotte. Mancavano ancora dieci minuti. Lily osservò Severus poi si alzò, e con una mano sfiorò il denso velo grigio.
“A breve io sarò tua e tu sarai mio: per sempre!” esclamò con un sorriso.
Severus si sollevò e baciò teneramente Lily.
“Sono sempre stato tuo, e sempre lo sarò,” dichiarò senza nascondere la commozione.
“Davvero? È qualche ora che mi sembri inquieto e non ne comprendo le ragioni,” affermò la strega, con tono insolitamente aspro. “Sei proprio sicuro di non avere dubbi per quello che stiamo per fare?” lo incalzò, esaminandolo attentamente. E di nuovo quella strana luce le illuminò le pupille.
“Non più,” sussurrò Severus con aria grave, mentre il peso dei suoi propositi gli schiacciava il petto togliendogli il respiro.
“Non avevo mai compreso fin dove avresti avuto il coraggio di spingerti per me,” osservò Lily compiaciuta, accarezzando delicatamente il volto del mago.
“Non sono mai riuscito a dirti quanto ti amavo, ma spero che tu ora sappia quanto!” sussurrò lui impacciato.
“È proprio vero, davanti alla morte tutti finiscono per confessare le proprie debolezze,” considerò Lily con uno strano ghigno sul volto, e le sue parole suonarono come l’annuncio della imminente fine alle orecchie di Severus.

Il mago tirò fuori dal taschino del mantello un orologio.
“Manca un solo minuto,” esclamò. Poi, serrò Lily in un abbraccio disperato e la baciò con passione. Sentì il corpo della donna fremere fra le sue braccia e seppe che, se fosse stato capace di ignorare il resto del mondo, quelle emozioni avrebbero potuto rinnovarsi per sempre. Cercò di dominarsi, ma la dolorosa consapevolezza della verità lo dilaniò. Le lacrime gli rigarono il viso senza che lui riuscisse ad evitarlo.
“Perché piangi?” gli chiese sconcertata la strega, provando a liberarsi dall’abbraccio.
Severus scosse semplicemente il capo e fece appello a tutte le sue forze.
“Lasciami!” urlò allora Lily con voce deformata dalla rabbia.
Ancora una volta, il mago scosse dolorosamente il capo.
“Perdonami, amore mio, ma questo mondo non ci appartiene più” le sussurrò, stringendola con sempre maggior forza.

Lily sollevò la testa e il suo sguardo, inizialmente carico di sorpresa, si aprì alla comprensione di quanto stava accadendo e si accese di una luce di disperazione, mentre prendeva a divincolarsi con furia. Fu allora che, sopraffatto dai suoi sentimenti ma ormai dolorosamente consapevole della verità, Severus raccolse tutte le sue energie vitali e si slanciò al di là dell’Arco, trascinando con sé la donna che amava da sempre… e il mostro che aveva riportato in vita.

In quel momento, il monito che aveva letto in tutti i libri consultati si avverò sotto i suoi occhi inorriditi: la morte, non potendo rimuovere il sigillo dall’anima restituendo così il corpo a nuova vita, ricongiunse invece l’anima al suo corpo per poi riprenderli entrambi con sé. Stretto dall’abbraccio mortale, il cadavere di Lily apparve infine per ciò che era: gelide orbite vuote e un orrendo ghigno sfigurato dall’ira.

Ma intanto, il freddo e il vuoto si impadronirono di Severus, sostituendosi al raccapriccio.

“Ecco, tutto è compiuto,” pensò mentre anche il suo cuore si arrestava.

FINE



Edited by Gabrix1967 - 27/10/2019, 20:53
 
Top
view post Posted on 24/10/2019, 11:34
Avatar

GabrixSnape

Group:
Moderator
Posts:
3,200

Status:


CITAZIONE (Ida59 @ 14/10/2019, 15:21) 


Urla nella notte

Storia scritta nel 2011 per il concorso “HP – That night” indetto dal Writers Arena Rewind Forum: scegliete un personaggio e raccontate la sua notte di Halloween del 1981 in una flashfiction. Se stava combattendo, se si stava nascondendo... La sua reazione alle prime voci della sconfitta di Voldemort, se positiva o negativa (nel caso scegliate un Mangiamorte)... Raccontateci la sua storia di quella notte.


Non l'avevo letta. Straziante!
Quanto dolore e quanta sofferenza, descritti con tanta accuratezza che si finisce per sentirli su di sé. C'è stato un momento, mentre leggevo, in cui ho chiuso le mani in pugno per proteggermi le unghie e i polpastrelli.
Complimenti, Ida.

Edited by chiara53 - 26/10/2019, 19:27
 
Top
view post Posted on 24/10/2019, 13:25
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,842
Location:
Dalla luna...

Status:


Bello il banner, Manu.prima o poi leggerò tutto.
Ora non riesco. Scusate
 
Top
781 replies since 14/10/2009, 15:53   14006 views
  Share