Il Calderone di Severus

Sfida n. 9 FA+FF: Happy Halloween!

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chiara53
view post Posted on 22/10/2016, 17:16 by: chiara53
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Visto che nessuno si decide comincio pubblicando la mia storia. :lol:
Buona lettura.


Titolo: Vigilia di Halloween


Autore/data: chiara53 – ottobre 2016
Beta-reader: Ida59
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo, romantico.
Personaggi: Severus Piton, Ninfadora Tonks.
Pairing: Severus/Tonks
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU.
Riassunto: Dora sa che non riesci ancora a non abbandonarti ai ricordi in questo periodo.
Parole/pagine: 2191/6

Storia scritta per la sfida “Happy Halloween” del Forum “Il Calderone di Severus”


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.







Vigilia di Halloween






Ottobre è scivolato lentamente verso la fine.
Il giorno peggiore dell’anno per te sta arrivando.
Domani sarà Halloween.
Un giorno di festa e allegria per tutti.
I ragazzi a scuola sono particolarmente agitati e indisciplinati in attesa della festa di domani.
Ma a te quel giorno rammenta solo eventi dolorosi e suscita rimorsi perenni.

Le tue giornate, adesso, sono piene, impegnate.
La mente ha altro a cui rivolgersi, distratta dai problemi contingenti, dalla vita che rotola via come un fruscio di sottofondo a cui appigliarsi quando una parola, un gesto, uno sguardo ti rammentano tutto.
Dora sa che non riesci ancora a non abbandonarti ai ricordi in questo periodo.
Comprende.
Anche lei conserva e spesso condivide con te memorie tristi da affrontare, ma, diversamente da te, lo fa senza rimorsi: prova soltanto un sano dolore che sa scolorire in un tuo abbraccio e in un sorriso di Eirene o Teddy.
Per te non è così e cominci a pensare che non lo sarà mai.
Il buio scende veloce, ormai, in questa stagione e già nelle prime ore del pomeriggio la luce sfuma nel grigio azzurro e il tramonto cade improvviso.
Alzi gli occhi alla finestra che ti rimanda soltanto le immagini riflesse come in uno specchio.
Oltre il vetro l’oscurità.
Hai bisogno di appartarti senza sfuggire ancora il peso che ti opprime.
Eppure la vita ti ha concesso regali inimmaginabili, immeritati – pensi a volte - e li ha concessi a te.
Specialmente Minerva ha sostenuto più volte che era giusto che avessi anche tu una parte di serenità, una seconda vita più che meritata.
Ma stasera, il giorno prima di Halloween, proprio non ce la fai a fingere che tutto vada bene, che il passato è passato: hai bisogno di ritrovare anzi, di rincontrare il “vecchio” te.
Quello che è sempre più facile nascondere, quello che allontani facilmente quando i sorrisi di chi ami riamato ti circondano.
Ma è come un fantasma, evanescente e immortale che riemerge nelle sere come questa.


***



Cammini veloce, superi la casa di Hagrid e il suo orto in cui enormi zucche arancioni sono macchie di colore distinguibili anche nel buio, pronte per essere domani le regine della festa.
Le luci accese nella casa del vecchio Rubeus evocano allegria, un fuoco acceso e calore.
Un mondo fermo e sicuro che hai imparato ad apprezzare.
Ti piace sostare da lui qualche volta, bere un tè nelle sue enormi tazze e scambiare due chiacchiere con uno dei pochi ancora vivi che ti conoscono fin da ragazzo, sanno quasi tutto della tua vita, ma non ti biasimano, non ti accusano, né ti rimproverano nulla. Mai.
Questa volta passi oltre, sali la collina spazzata dal vento, dove l’erica si piega condiscendente alle raffiche rabbiose.
La pioggia sottile e gelata rende il suolo umido e fangoso. Sali fino alla cima della collina.
Le Highlands sono ormai in attesa che quella pioggerellina quasi impalpabile si trasformi in candida neve.
Ma questo è il tempo dei tuoi peggiori ricordi, quello che ti rende il cuore più pesante, gli abiti freddi e il passato troppo vicino, tanto da trascinarti con lui in un altro momento ma nello stesso luogo.
E ti rivedi qui, come fosse ora.
Un altro te, più giovane, più amaro, molto più solo.


Sei tornato. Dovevi tornare.
Guardi dalla collina il castello che è stato la tua casa per sette anni.
Le luci sono accese: occhi luminosi che sembrano guardarti, che ti chiamano.
Sarebbe facile percorrere di corsa la distanza che ti separa dal calore della Sala Grande, ma non sei qui per questo.
Sei tornato per un ultimo addio alla vita trascorsa qui.
Altro ti aspetta.
Hai scelto.
Dritto in piedi lasci che la pioggia ti bagni, che brividi di freddo ti percorrano.
Sei determinato.

Lo sei davvero, Severus?

Certo, rispondi alla tua anima: lo sono!
Domani entrerai a far parte dei migliori, dei maghi più grandi, guidati dal mago più grande e potente di tutti.
Anche Silente lo teme.
Silente.
Non ti ha capito, troppo occupato ad amare chi già era amato, a giustificare le azioni scellerate dei suoi Grifondoro, ti ha trascurato.
Ti ha lascito solo nel buio, nella polvere, nella solitudine dell’adolescenza sofferente che hai vissuto.
Diverso, sporco, ferito e così Serpeverde…
Ma ora qualcuno finalmente ti apprezza.
Potrai imparare ed emergere così tanto.
Ti vedi già.
Grande, famoso, temuto, potente.

Lily si pentirà di averti umiliato, abbandonato, distrutto, straziato.

Lily.
Perduta tra le braccia di quell’altro.
Se tornasse da te rinunceresti al marchio, Severus?
Non tornerà.
Mai.
Le vostre strade si sono inesorabilmente separate.
Ma se tornasse, Severus?
No, non tornerà ti ripeti, per convincerti.
E’ finito il tempo dei sogni.
Da domani metterai da parte l’amore, le speranze, le illusioni e sarai tutto dell’Oscuro Signore.
Grande, famoso, temuto, potente.

Ti muovi per andar via, ma prima di allontanarti volgi un ultimo sguardo al castello, luminoso, accogliente, troppo lontano per te, ormai irraggiungibile.
Non vuoi tornare indietro.

O non puoi?


Non potevi, ora lo sai.
Il tuo cuore era oscurato da orgoglio ferito, desiderio di rivalsa, solitudine.
Ricordare è una maledizione.
E tu hai una memoria di ferro.
Ti siedi a riflettere sul tronco che hai usato altre volte, accanto all’unico albero della collina, poi chiudi gli occhi.
Si rimescolano ancora nella mente le memorie di quei giorni tanto lontani e contemporaneamente così vividi.
Emerge potente il rimpianto.
Quella notte avresti ancora potuto tornare sui tuoi passi.
Il castello era un forte richiamo. Lo sai e lo sapevi anche allora.
La misurata, gentile pacatezza di Silente incarnava il tuo supremo desiderio di essere compreso e amato.
Ma Silente non ha fatto niente per te. Non un accenno, né una parola: ti ha lasciato al tuo destino.
Solo dopo, quando ormai era troppo tardi, ti è stato accanto: consolatore, mentore e padre.
Metti il viso tra le mani, lasci che il freddo ti faccia tremare.
Vorresti tornare indietro nel tempo per rivivere momenti, azioni, con la consapevolezza di oggi.
Ma eri solo un ragazzo, solo con i tuoi demoni.

Quella visita alla collina davanti ad Hogwarts fu l’ultimo atto consumato prima che tutto cambiasse.
Una data ha segnato la tua vita.
Halloween è quella data.
Il resto della tua esistenza si è snodato intorno a quella scelta scellerata.
Una scelta dettata dalla rabbia repressa per tanto tempo, dall’odio, da una vita ingiusta subita fin da quando eri nato e da un bisogno prorompente di considerazione, di apprezzamento, di comprensione, di avere amici.
E’ stato un errore: il tuo errore.

Amici?
Quali amici?
Hai odiato Avery e gli altri fin da subito.
Perché hai scoperto di essere un diverso anche tra loro.
Perché uccidere e torturare ti disgustava.
Perché lo sghignazzo grottesco e la violenza immotivata non hanno mai fatto parte di te.
Non era così che avevi immaginato il tuo nuovo mondo, tu non sei mai stato così.
Era solo un marchio d’infamia quello che ti portavi addosso a cui ti sei uniformato per dimostrare al mondo che era vero: eri oscuro, diverso e solo.

Per questo hai indossato una maschera, per sostenere il tuo ruolo, e non solo quella d’argento, hai tentato a lungo di sentirti uguale tra simili; in seguito l’hai fatto per necessità, infine per paura: non si smette mai di essere un Mangiamorte, Regulus te lo ha dolorosamente insegnato.
Con lui, allora, hai perduto l’unico che ritenevi la parvenza di un amico.
L’unico a dubitare come tu dubitavi.
Il più coraggioso tra tutti quei sadici assassini con cui hai condiviso per un tempo troppo lungo la tua strada; una strada cosparsa di cocci aguzzi sui quali hai lasciato brandelli di anima e pezzi del tuo cuore.

Poi, tre anni dopo, nello stesso fatale giorno di Halloween Lily è stata uccisa.
Per colpa delle tue scelte.
Per colpa tua.


Nel freddo, mentre la nebbia umida spolvera pioggia, slacci ad uno ad uno i piccoli bottoni che chiudono la manica e scopri l’avambraccio sinistro che porta ancora l’ombra di quella che è stata la tua maledizione.
Non ne resta che un pallido e sbiadito segno, appena accennati i contorni, un tatuaggio dannato ma vivo nelle tue viscere. Incancellabile.
Senti premere le lacrime dietro le palpebre: hai chiuso gli occhi; non puoi dimenticare che questa collina ti ha visto solo due anni dopo in ginocchio davanti a Silente: stesso luogo, ma altro tempo.
Ma il danno ormai era fatto.
Non c’era già allora più niente da fare o da dire.


Mentre sei seduto nel buio, senti la presenza di qualcuno accanto a te, una mano gentile ti appoggia il mantello sulle spalle.
Sollevi il capo e incontri gli occhi preoccupati di Dora.
- Sapevo di trovarti qui. – Sussurra.
Ti alzi e ti stringi nella stoffa calda.
Lei si volta dandoti le spalle e osserva il castello illuminato.
- E’ stupendo da qui, non trovi? – Parla con leggerezza, come se vi foste dati un appuntamento in quel posto impervio solo per ammirare il castello.
Lo spettacolo da quell’angolatura è mozzafiato, lo sai bene.
- Sì, Hogwarts è bellissima. – Pronunci piano.
Lei ti guarda di nuovo negli occhi.
- Queste sono lacrime. - Dice seria.
Silenzio.
Poi si volta e senza aggiungere altro comincia a scendere per tornare da dove è venuta.

- Non andare via. Per favore. – E’ un grido di aiuto, hai bisogno che non si senta esclusa dai tuoi pensieri e tu non vuoi restare escluso dai suoi.
Dora si volta, abbassa gli occhi, ha una piega amara sulle labbra.
- Credevo volessi stare solo. - Pronuncia con distacco.
- Adesso non più. – Sospiri, abbassando lo sguardo. Ti dispiace averla tenuta lontana dall’altro te, quello che ti porti dentro, nascosto, e che lei conosce.
Sai che a lei puoi raccontare qualsiasi cosa, perché sa tutto dei tormenti che ti agitano, ha accettato e compreso la tua oscurità, i tuoi silenzi, ma non è ancora al corrente del motivo che oggi ti ha condotto su questa collina.
Vuoi spiegarglielo, è giusto che sappia anche questo.
- Sono venuto qui il giorno prima di prendere il marchio, la vigilia di Halloween. – La guardi in attesa di un commento.
Torna sui suoi passi e dice soltanto con tristezza.
- Non lo sapevo. Pensavo fossi qui soltanto per Lily. – Pronuncia le parole sottovoce, mentre rabbrividisce.
Poi scuote la testa in un cenno di comprensione, di accettazione.

Ti prende le mani e le stringe, è calda e le sue mani sono piccole e nervose.
Continua a parlati con voce piana, mentre ti riallaccia i bottoni della manica, uno ad uno, con calma.
Sembra attenta, concentrata su quell’impegno e non ti guarda: la sovrasti con la tua statura e lei tiene la testa china, lo sguardo rivolto alle asole che allaccia.
- Remus mi raccontava sempre una storia, sai, Severus. Una storia di lupi.
Resti in silenzio.
Remus, lupo tra i lupi: in questo momento pensi con sollievo che Fenrir è stato ucciso.
Le rivolgi l’ovvia domanda, più che altro per sfuggire ad altre considerazioni e pensieri che ti si affacciano alla mente.
- Quale storia?
E lei, con la voce roca e soffocata dall’emozione, ti racconta.
- Ci sono due lupi: uno si chiama buio e disperazione, l’altro luce e speranza, - alza gli occhi verso di te, poi ti chiede a bruciapelo – sai dirmi chi è il più forte?
- Dimmelo tu. – Le mormori.
Alza il viso e ti fissa, mentre risponde.
- Quello che tu alimenti, quello che nutri: quello è il più forte e vincerà sull’altro. Severus, smettila di nutrire il lupo sbagliato. Ti prego! Io ti amo. – Conclude in un singhozzo.
La manica è allacciata, prendi le sue mani e le baci i palmi, poi la stringi, accarezzi i capelli castani disordinati.
Ti accorgi che indossa una giacca corta sui jeans.
- Ti sembra un abbigliamento adatto ad un’insegnante di Hogwarts? - Le domandi, poi cerchi di sorridere per lei e sollevi un sopracciglio fingendo di essere arrabbiato.
- Lo sa signor preside, lei è davvero una persona strana… - Sussurra tirando su con il naso.
- Come lei professoressa. – Ribatti, poi aggiungi con dolcezza, - Andiamo a casa.
- Ho acceso il fuoco nel camino prima di uscire. Eirene sta cuocendo le fette di zucca. Per te, per il suo papino. – ti guarda di sotto in su e sorride, mentre i capelli cambiano colore in rosa tenue. - Avrà fatto impazzire Minerva. E’ rimasta con lei mentre venivo a cercarti. – Abbassa lo sguardo colpevole - Lei sola sapeva dove ti avrei trovato. – Aggiunge, poi affretta il passo per non permetterti di dire niente.
Ti prende per mano, la sua mano piccola e calda nella tua grande e gelata.
Scendete il fianco della collinetta verso la casa di Hagrid.
Insieme, abbracciati.
Il vento è caduto, la nebbia è scesa e vi circonda.
Il mondo scompare.
Il fuoco acceso ti sembra già di vederlo, socchiudi gli occhi e ti pare anche di sentire il profumo della zucca dolce preparata per te da tua figlia.
Lontano le luci di Hogwarts sono fari nella nebbia.
E’ bella la storia di Dora.
Ti è rimasta nell’anima.
Devi nutrire il lupo giusto.
Lo farai.
E’ così che dev’essere.
Sorridi.

Edited by chiara53 - 14/4/2017, 12:40
 
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