Il Calderone di Severus

Sfida n. 7 FA+FF: Severus e le Stagioni

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Ania DarkRed
view post Posted on 29/11/2013, 22:05 by: Ania DarkRed
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Dalle nebbie della Valacchia

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Visto che non posso graficare un fico secco causa pc andato -_- mi do alla poesia, anche se in questi giorni mi rende abbastanza sconsolata -_-
Per questo inverno ve ne regalo due :D poi chissà ^_^

La prima:



Occhi nella neve

Mi sono persa a guardare le stelle che risplendono sulla neve
nel punto più alto di un colle silenzioso e solitario, velato di sogno,
mentre orme affondano nel candido tempo immobile che vola
soltanto nel vento gelido dove si perde una voce di pianto e dolore
che scioglie la neve in cristalli di sangue che non profumano

come la rosa scarlatta che stringo tra le mani fredde che non riesco
a scaldare, in un respiro tiepido che non basta a sciogliere il
ghiaccio che è dentro di me e mi opprime la voce che non esce
e si ferma in un soffio che vorrebbe parlarmi di te, creatura dagli
occhi di oscurità che bruciano nella forza di un dovere di marmo.

Abbasso una mano nel morbido velo che sgorga acqua tra le mie
dita, gelide di un domani che non riesco a vedere tra la nebbia
d'inverno che avvolge il tuo sorriso d'erba e di rubino che sanguina
da uno sguardo aperto sul nulla, come un abisso dal quale si vede
nient'altro che il buio più profondo e tetro dove i bagliori non

arrivano e l'eco non esiste, grida che si perdono e non s'ascoltano,
dolori che si fanno lampi verdi e sguardi azzurri, muscoli che tremano
nell'ultimo abbraccio che fu, e il mio cuore si duole quando i miei
occhi scorgono qualcosa che non gli appartiene, immagini sbiadite
di un tempo tra il passato e il futuro di un uomo nascosto in un uomo.

Ho visto la neve svanire in un orizzonte che non posso guardare,
accecante di una luce che ti spegne la vista e ti gela il cuore
di un domani consumato tra la cenere di un pezzo di legno
bruciante solitario, sulla terra che sa di sangue e vino che si
confondono negli occhi e assetano una gola infuocata di morte,

nascosta da una stoffa nera che si muove e s'addensa come le
nuvole di un temporale improvviso che squarcia la sera e si fa
lastre lucenti che si infrangono sul mondo in cui l’atro mantello
diviene bianco che cade e risuona nell'animo tuo che solo
riesce a sentire quel suono che m'attraversa il cuore nel petto.

Ho visto i tuoi passi, viso di luna che illumina la notte,
sotto un ramo di agrifoglio stellato di rubini che lacrimano
una vita persa nel buio d'ottobre e s'infrangono in quel
manto che li cela sotto fiocchi che cadono lenti sul sorriso
nel tuo volto e nella mano che forte stringe la tua tra le dita

calde di un amore mai conosciuto e mai assaporato dalle labbra
troppo serrate nel silenzio di uno sguardo che mai avrebbe voluto
scorgere l'oscurità scesa sulla terra, avvolta nelle spire di un
serpente dagli occhi di fuoco, brucianti la pelle e la carne, l'anima
stanca su un cuore di ghiaccio che esplode in farfalle di vetro.

Abbasso lo sguardo ai miei piedi nudi sul bianco velluto
dove un piccolo fiore della sera inizia a crescere forte,
mentre il vento sibila e squarcia una strada tra la neve e
un albero alto poco lontano, imbiancato di speranze e futuri,
che osservano quelle mani strette a riscaldare due cuori in

inverno, abbasso lo sguardo e vedo la mia anima nella tua,
due galassie che si toccano e si scontrano nel buio di una
notte dove la luce squarcia quel muro di tempesta che ci
tiene lontani dal mondo e mi avvicina a te, passo nel passo
che si fa cammino verso una vita di tepore nel gelo.

Mi sono persa ad osservare il tuo volto carezzato da quelle
dita che non credevo mi appartenessero, così distante da me
che eri nient'altro che illusione smarrito nella bruma più densa,
eppure le guardo e mi perdo nelle tue così candide dove il
sangue fluisce e si discioglie in un fiume che scorre poco

lontano, dove strade tessute nella felicità ci conducono là,
tra rami di speranza che cadono sulla terra in radici sorridenti
e ridenti di luci e cristalli che riflettono il mio cuore nel tuo
che è stato capace di ridarmi la vita e condurmi in silenzio
in un inverno che s'invola verso la meraviglia della primavera.



E la seconda:


Ignis Cupiditas

Un riverbero rosso accende la stanza dove i cuori battono forti
e una musica che non c'è accompagna i respiri d'amore dei
corpi che si muovono e danzano, anime che volano e colorano
un cielo di notte che vola verso l'alba dove le tinte si spezzano
e si accendono di sole e di fuoco sull'ombra più alta del mondo,
dove la pelle si sfiora e s'infiamma sotto dita che stringono un
passato di sangue e morte, nascosto nella neve d'inverno che
cade lenta e forte nel vento che sibila fuori dalla marea che muta
osserva sussurri di spiriti affini e afflitti da dolori e colpe nati
d'autunno e germogliati nel freddo di prima mattina, quando

dicembre cresce e sorvola la sera che si fa gelido giorno nella
notte dove sostanze si mescolano e si condensano nella seta,
carne nella carne che racconta dell'uomo che si aprì all'amore,
carne che si tocca, si avvicina e si brucia alle fiamme alte che
scaldano e dipingono muri di passioni che non si vedono e non
si afferrano, che scappano tra i gemiti di dita strette tra le dita,
confuse in drappi di stelle che si fanno ricordi e memorie,
futuri e speranze che s'intrecciano in un letto tinto d'amore,
dove labbra si cercano e occhi scrutano nel profondo anime
solitarie che si trasformano in un unico ed eterno cristallo rosso.




EDIT: avevo sbagliato a copiare una parola :woot:

Edited by Severus Ikari - 13/12/2013, 22:46
 
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