| Guarda, io l'ho scritto in dieci minuti per permettervi di concludere la storia.
Se non vi piace, fatemelo sapere e proverò a riscriverlo.
PS: ho lasciato intatto il primo paragrafo in omaggio alla scrittrice che ha partecipato alla storia prima di me, ideando il quarto capitolo.
Capitolo 4 - la forza e il coraggio di Mary
Come ogni mattina, anche quel giorno un raggio di sole, ammiratore di Palmhira Maria Angelique Pina Rosalba Claire Barbie Amethist Raven Athena Esmeralda Amulio Blanchefleur Eau de Toilette Rodriguez Smith-Hasakura Picasso Von Quaglien, detta Mary, la svegliò con una leggiadra carezza sul perfetto viso.
La ragazza si alzò già col sorriso sulle tenere labbra, perché era da tutta la vita che sorridere le veniva spontaneo. Appena vestita, Mary si affacciò alla finestra per ringraziare i garruli uccellini che le avevano cantato la serenata la sera prima, incurante del vento e del freddo che immediatamente raggelarono la stanza, paralizzando le altre occupanti in pose plastiche.
Poi, col movimento agile di chi si allena in ventisei discipline sportive ogni giorno, incluso il curling e il lancio della pietra tombale - così in auge tra le streghe delle Americhe con cui Mary era lontanamente imparentata - la giovane scese saltellando le scale. I gradini accoglievano grati ogni passo dei suoi piedini scattanti, mentre il gruppo delle altre studentesse la seguiva faticosamente, strofinandosi gli occhi ancora arrossati dal sonno e mormorando vaghe imprecazioni. Solo Hermione Granger, che ne aveva fatto il suo modello, si affrettava a tallonarla senza parlare, troppo occupata a studiarne le adorabili movenze.
Subito dopo colazione - una ricca selezione del meglio che le cucine di Hogwarts potessero offrire, presentate direttamente a Mary da elfi adoranti, che rischiavano il tracollo nervoso ad ogni sua parola mentre l’interessata modestamente si schermiva - un folto numero di studenti si radunò nell’ingresso del castello, pronto a scendere nei prati sottostanti per assistere alla lezione di Cura delle Creature Magiche.
Hagrid li aspettava in fondo al viale, le braccia incrociate, lo strano cappotto di pelle di creatura ignota sulle spalle ed un misterioso fiore dalle dimensioni di un ananas tra le dita tozze. Inchinandosi con un sorriso beato, il gigante lo porse a Mary, suscitando l’ilarità di tutti i presenti, che però rabbrividirono subito dopo, quando videro cosa li aspettava: una cassa brulicante di Schipodi Sparacoda di varie lunghezze e dall’aria minacciosa, che era stata posta sui ciottoli del viale.
Con voce allegra e fregandosi le mani per la contentezza, Hagrid invitò qualcuno dei maschi a farsi avanti per portare la cassa in giardino in modo da poter poi procedere alla cura delle bestiole. L’orrore si dipinse sul viso dei ragazzi, che d’altra parte non avevano il coraggio di ammettere la loro riluttanza di fronte alla bellezza bionda che li guardava sorridendo.
Ma poi l’imprevedibile accadde: una delle creature schizzò fuori dalla cassa e corse velocissima verso il gruppo degli studenti. Un urlo di terrore scaturì da tutte le bocche; allarmato, Hagrid si girò protendendo le ampie braccia per respingere l’attacco… solo per scoprire che lo Schiopodo si era fermato in tenera adorazione ai piedi di Mary, emettendo un verso rugginoso che simulava le fusa di un gatto metallico.
La giovane si chinò, sempre sorridendo, ad accarezzare il dorso scaglioso dell’animale, che subito si rovesciò zampe all’aria per farsi massaggiare la pancia bulbosa. Diverse ragazze a questo punto si allontanarono precipitosamente per dar sollievo alla nausea. Invece il gruppo dei maschi ondeggiò, si strinse e si allargò mentre un paio di giovani campioni uscivano allo scoperto, decisi ormai a far colpo sulla meravigliosa fanciulla.
Ma vennero subito fermati dallo sguardo imperioso di Draco Malfoy, che li scostò con una spinta plateale, e buttando indietro i capelli biondissimi con la naturalezza di una rockstar ad un concerto, si avvicinò alla bella che massaggiava con impegno la bestia e le sussurrò suadente, “Anche a te piacciono queste creature?”
Palmhira Maria Angelique Pina Rosalba Claire Barbie Amethist Raven Athena Esmeralda Amulio Blanchefleur Eau de Toilette Rodriguez Smith-Hasakura Picasso Von Quaglien, detta Mary, si girò e lo considerò con simpatia, facendolo rabbrividire di gioia. Poi rispose col consueto tono allegro che la contraddistingueva, “Adoro questi teneri mostriciattoli! Mio padre ne teneva qualcuno come cane da guardia. Dicono che sono spietati, ma ti garantisco che, in fondo - molto in fondo - sono solo dei gran coccoloni.”
“Anche noi ne abbiamo una decina a casa,” mentì spudoratamente Draco. “Quando ero piccolo ci giocavo sempre. Guarda!”
E con sprezzo del pericolo, diede un paio di pacche amichevoli alla creatura. L’effetto fu decisamente magico. Infatti, lo Schiopodo rigirò l’orrendo carapace ed emise un verso che fece drizzare i capelli a tutti gli studenti. Poi, mentre Draco impallidiva e cercava un modo onorevole di darsi alla fuga, la bestia si rizzò sulle zampe posteriori e si avventò su di lui, agitando forsennatamente il pungiglione.
Un urlo collettivo segnò il fuggifuggi dei ragazzi, che si sbandarono alla cieca sul prato affrettandosi nel tentativo di raggiungere per primi il portone di Hogwarts.
Ma ecco che, all’ultimissimo minuto, prima che Hagrid potesse anche solo aprire bocca, prima che Draco venisse raggiunto dalla punta micidiale, prima che Harry provasse anche solo ad estrarre la bacchetta , prima che Ron potesse balbettare la sua consueta esclamazione di paura, insomma, PRIMA, l’intrepida Mary si interpose tra il mostro e il ragazzo, alzando le braccia come ad offrirsi in sacrificio.
Lo Schiopodo barcollò, mentre l’impeto della sua carica si arrestava in corsa e l’immane corpo barcollava e si impennava ruggendo. Purtroppo però, la creatura reclamava una preda, e non poteva essere fermata così facilmente. Infatti, inaspettatamente, lo Schiopodo si lanciò nuovamente in avanti contro Mary, muovendo vorticosamente le chele ed emettendo stridii e schiocchi di ributtante effetto.
Nell’arco di un decimillesimo di secondo, Mary pettinò la chioma fluente, ripose il pettine in tasca, si aggiustò il colletto e le maniche, tirò fuori uno specchio per darsi una controllatina, riapplicò il rossetto, raddrizzò le ciglia, considerò le unghie decidendo che non avevano bisogno di niente, si girò per sorridere a Draco, ormai sul punto di svenire, e poi, quasi distrattamente, toccò lievemente l’occhio sinistro della bestia, nel preciso punto in cui il nervo ottico si univa al nervo sciatico.
Il risultato fu folgorante. La creatura muggì, un barrito di dolore quasi umano, mentre si agitava scompostamente. A quel punto, Draco pensò bene di intervenire, e con l’aria di quello che non si era mai veramente preoccupato, appoggiò il piede sulla corazza squamosa dello Schiopodo, dandogli una leggera spinta. La creatura cadde a terra, in un delirio di chele, mentre il ragazzo si inchinava alla damigella col suo consueto sorriso ironico.
“Te l’avevo detto che ci giocavo sempre,” disse fieramente. “Nulla di cui aver paura… argh!”
L’ultima vocale gli uscì in un verso strozzato mentre lo Schiopodo piantava il pungiglione nell’apposito morbido cuscinetto carnoso su cui Draco (e gli altri esseri umani come lui) soleva sedersi.
Il giovane strinse i denti, sbiancò, poi si produsse in un ultimo smagliante sorriso prima di afflosciarsi scompostamente sulla ghiaia.
“Oh, povero Draco,” singhiozzò allora la giovane, profondamente colpita da quell’atto finale di cavalleresca ammirazione, mentre Hagrid riportava finalmente lo Schiopodo nella cassa.
Giovane, saggia eppure ancora così ingenua nelle vie del cuore, la bella Palmhira Maria Angelique Pina Rosalba Claire Barbie Amethist Raven Athena Esmeralda Amulio Blanchefleur Eau de Toilette Rodriguez Smith-Hasakura Picasso Von Quaglien, detta Mary, stava cominciando a sperimentare i primi brividi di amorosa compassione.
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Scrivere di Mary Sue è sempre molto rilassante e divertente 
Il punto, poi, in cui Mary Sue si appresta ad affrontare indomita lo Schiopodo, non prima di essersi sistemata capelli e rossetto mi ha fatto morir dal ridere! Capitolo perfetto direi 