Il Calderone di Severus

Se fosse un luogo dell'anima, sarebbe il Club Della Sofferenza

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Nykyo
view post Posted on 4/1/2008, 17:48 by: Nykyo




Eccomi!

Ammetto una fortissima ambivalenza nei confronti di personaggi che soffrono "troppo".

Come dire, rischiano sempre di cadere nel patetico (Sì, Severus, ben alto quel sopracciglio, hai proprio ragione!), di sconfinare nel novero dei cosiddetti "Re del due di picche", del cumulo di sfighe tanto inverosimili da essere imbarazzanti e anestetizzanti.
Nel senso che alle prime due che leggi pensi: "Poveraccio", alla terza o quarta pensi: "Anche???" e dalla quarta sfortunaccia nera che gli assilla la vita pensi: "Booom!" e secondo come ti viene la ridarella.
Troppa sofferenza in un solo personaggio (personaggio, badate bene, non persona) è irrealistica, spesso manierosa e tediosa, il più delle volte irritante. Almeno per me.
Pochi autori riescono con la loro penna superba a rendere la sfiga immane un poetico dramma, una tragedia nel senso alto del termine e, insieme, qualcosa di umano.
Dickens, tanto per citare un classico, era uno di quelli.
Ho detto e ripetuto sino alla nausea che l'accostamento tra la Rowling e i grandi autori classici mi pare del tutto inconcepibile (sono snob, ebbene sì!). Non ho smesso di pensarlo.
Ma tanto di cappello a JKR riguardo a questo campo.
No solo su Severus, anche se per me, nel mio cuore, con Severus ha toccato l'apice della perfezione. Una sadica vetta di lirismo inarrivabile.

Me lo chiedo sempre più spesso ultimamente, se l'ha fatto volendo o se le è riuscito per caso (le sue interviste non mi aiutano a sciogliere il dubbio ;) :lol:).

Ma che importa se ci si inoltra nella pura passione per un personaggio che è molto più di una mera lettura dello stesso?

Nulla.

E' che come dicevo la troppa sofferenza, quella caricaturale, stroppia.

Ma c'è anche quella che è tanto umana da stregarti il cuore. Specie quando è tanto implacabile e intricata da essere tenacemente ricacciata e insieme spietatamente ricercata come autopunizione.

E' che Severus, non so bene per quale alchimia ha lo spessore di una persona.

Forse solo perchè è deliziosamente imperfetto, sempre e comunque.

Così la sua sofferenza, anche se è tanta e talmente stratificata da avere pochi "gemelli" in letteratura, è talmente umana che io non posso che amarlo.

O, forse, è anche perchè ha dentro di se tante facce di un dolore in cui ognuno di noi ha specchio di almeno una delle sue personali sofferenze, o di più d'una.

E siccome sono ambivalente, come dicevo al principio, devo ammettere che ho, come lettrice, come fanwriter e un po' anche come persona un debole irrefrenabile per quel tipo specifico di dolore che Severus incarna... che è quasi una tara dell'anima, un danno incurabile.

Sì, amo i personaggi imperfetti, umani, spigolosi, indomabili ma condannati. Amo i personaggi danneggiati eppure sempre integri e puliti, anche quando cadono in ginocchio nel mare dei loro difetti.

Perciò avrei tanto voluto che Severus (e lui per me ormai è davvero molto, molto più che il personaggio dei libri di un'altra persona) avesse sofferto meno, almeno alla fine. Ma è anche vero che se non gli avessi scorto dentro quell'anima lacera fin dal primo libro, non lo amerei così tanto.

E invece, anche se dovessi smettere di scrivere domani e di lui non leggessi mai più, ormai lo so: Severus lo amerò per sempre!
 
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209 replies since 4/1/2008, 15:43   2649 views
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